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Autore: rolly too    01/08/2007    14 recensioni
Lo so che il titolo è scontato ma non trovavo niente di meglio... E' una NejixTenten, non ho ancora ben chiaro come si evolverà, è la mia prima ff, vi prego quindi di essere spietati!
"Quindi quando Neji gli aveva detto che quella ragazza era davvero bellissima, quando aveva assentito, quando lui, Hiashi, gli aveva detto che si era innamorato, era tutto vero? Neji, il bel maledetto degli Hyuuga, il ragazzo senza sentimenti, insensibile e sbruffone, era innamorato?" (i personaggi hanno circa 15, 16 anni)
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neji era sdraiato su quel letto da quasi un mese ormai. Dormiva, o forse era privo di sensi? Scosso da tremiti violenti, quel maledetto segno sulla sua fronte era ancora arrossato e lui respirava lentamente, a fatica.
Tenten, Lee, Gai, Sakura, tutti avevano cercato di stargli vicino, ma lui non aveva mai aperto quegli occhi nivei che a lei piacevano tanto. Aveva pronunciato qualche parola, all’inizio, aveva risposto alle loro domande, appena sussurrando, riprendendo fiato di tanto in tanto, poi aveva smesso. Il sigillo aveva cessato di sanguinare copiosamente, la febbre si era abbassata, ma lui aveva iniziato a non rispondere più a quelle domande che ogni tanto qualcuno gli rivolgeva, sperando sempre di sentire ancora quella voce dal suono così amaro.
-Lee-kun…-
-Che cosa c’è, Tenten-chan?-
-Credi che Neji si sveglierà prima o poi?- Lee non aveva risposto, perché una voce un po’ roca, flebile, appena percettibile sotto alle voci dei bambini che giocavano in strada, a Konoha, quel giorno di sole, l’aveva fatto al posto suo.
-Sono sveglio…- Tenten aveva guardato Neji, e lui aveva riaperto gli occhi, di nuovo dopo tanto tempo. E solo allora Tenten si era accorta di quanto gli fosse mancato quello sguardo gelido. Si era alzata, era corsa fuori dalla stanza, lasciando Neji, un po’ deluso, anche se non lo dava a vedere, in camera con Lee.
-Lee… dove sono?-
-Sei a casa di Tsunade-sama…-
-Perché? Cosa è successo?- Lee aveva gemito piano, poi, con voce rotta, aveva chiesto: -Non ricordi nulla?- Neji non aveva risposto. Come poteva dimenticare?
Hizu-sama l’aveva chiamato perché “Dovevano parlare di una cosa molto importante”… lui l’aveva seguito, che altro poteva fare? Bisogna sempre portare rispetto agli anziani… Soprattutto se sono anziani che appartengono alla casata Principale… suo padre gliel’aveva ripetuto milioni di volte. Hizu-sama l’aveva portato nella sala d’allenamento, perché lì “Potevano parlare con più tranquillità” C’erano anche altri tre della Casata Principale, e Hiashi-sama, che lo guardava in maniera strana… Poi Hizu-sama aveva iniziato a urlare, urlava così forte che Neji non capiva bene le sue parole, ascoltava con il capo chinato, in segno di rispetto, e proprio nel momento in cui aveva capito cosa diceva Hizu, che parlava di Hinata, del modo in cui lui, Neji, l’aveva trattata, del modo in cui aveva cercato di ucciderla, allora erano entrati Lee, Gai e Tenten, accompagnati dalla nonna di Neji… Come poteva dimenticare quello che era successo poi? Era caduto a terra, in ginocchio, piangendo, con il sigillo che bruciava, la testa che faceva male, le spalle, le braccia, le mani, le gambe, il cuore, tutto faceva male. Un male insopportabile, un male che non accennava a smettere o a diminuire. Sentiva solo dolore, un gran frastuono di sottofondo, ma c’era davvero o era solo la sua testa? Ogni tanto sentiva una mano che lo carezzava dolcemente, allora lui apriva gli occhi, ma non riusciva a vedere: chi lo toccava, chi cercava di far smettere il suo aguzzino, chi? Sentiva delle grida… Lee? No… Forse era Gai…Ad un certo punto non era riuscito più a respirare perché il dolore gli attanagliava il petto, sentiva il cuore battere forte nel torace, era sicuro che sarebbe morto. Quindi erano questi i poteri del Juin Jutsu? Neji non avrebbe saputo dire per quanto tempo era durata quella tortura, sapeva solo che quando aveva smesso, aveva finalmente ricominciato a prendere coscienza della situazione: qualcuno stava davvero urlando, prima… Aveva ancora le mani alla testa, quando aveva realizzato di averle bagnate, allora aveva aperto gli occhi, e aveva visto delle macchie rosse, sfocate dall’attacco che avevano subito i suoi nervi e dalle lacrime… Il sigillo sanguinava, lui si sentiva la testa pesante, era sicuro di essere carponi… Si era sentito sul punto di crollare, ma poi due mani l’avevano afferrato… Aveva sentito piangere, qualcuno pronunciava il suo nome…Chi era?
Una mano gentile gli accarezzava i capelli, mentre qualcun altro valutava le sue condizioni… Non sentiva più nulla, sapeva solo che era passato del tempo, qualcuno lo stava visitando… Aveva riconosciuto la voce di Tsunade, poi Lee, anche Gai, Shizune, Sakura e Naruto, anche qualcun altro, forse Kiba o Shino, non l’avrebbe saputo dire… Ma non aveva mai sentito la sua voce… L’unica voce che avrebbe voluto ascoltare, l’unica… L’unica che non aveva detto nulla… Fino a quel momento, in cui aveva chiesto a Lee se Neji si sarebbe mai ripreso…
E dunque, come avrebbe potuto dimenticare tutto ciò? Ma Lee era un vero amico, e aveva capito:
-Hinata-chan non sa quello che è successo, e Hiashi-sama non vuole farglielo sapere… Per questo Tsunade-sama ti tiene qui, anche perché dice che così ti segue meglio… Meno male che ti sei svegliato, Tenten-chan era preoccupatissima, lo sai che non voleva neppure allenarsi? Non dirle che te l’ho detto perché quella mi ammazza, ma credimi, le hai fatto prendere un bello spavento…-.
“Tenten? Era preoccupata per me?” L'espressione di Neji aveva assunto una leggera incrinatura di sorpresa, e Rock Lee lo aveva guardato male sotto quelle sue sopracciglia così folte.
-Ti pare strano?-
-Che Tenten sia preoccupata per me a dire il vero sì- aveva parlato pianissimo, lentamente, la voce appena udibile.
-Dire che era preoccupata è un eufemismo. Se avesse potuto strangolare Hizu con le sue mani l’avrebbe fatto, altroché! Sembrava una pazza, una furia, piangeva e gridava allo stesso tempo, penso che Tsunade-sama l’abbia sentita dal suo ufficio.-
- Ho sentito urlare anche qualcun altro… Ma potrei essermelo immaginato.-.
-Non ti sei immaginato. Hiashi-sama gridava, e anche gli altri tre che erano lì dicevano che doveva smetterla… Anche io e Gai gridavamo, e pure quella signora anziana… E tu naturalmente… era spaventoso… Hiashi-sama ha detto che non ha ucciso Hizu solo perché poi non avrebbe potuto disattivare il sigillo…. Poi da quello che ho capito lo hanno cacciato, e Hiashi-sama è andato a cercarlo, urlando qualcosa su un certo Hizashi-sama…sai chi è?-.
-Mio padre…- le parole di Neji, pronunciate con un tono un po’ malinconico, erano state sovrastate da una Tsunade urlatrice, che si era fiondata a tutta velocità nella stanza.
-Ti sei svegliato! Bene, bene, molto bene! E’ fantastico! Pensavamo tutti che potesse accadere il peggio, era orrendo… Tu come ti senti?-.
Neji aveva sospirato, poi aveva aperto la bocca per rispondere, ma si era interrotto, quando aveva capito che se Tsunade-sama non avesse taciuto, non avrebbe potuto sentirlo. Tsunade si era costretta a stare zitta, e si era avvicinata a Neji, che aveva ripreso a parlare.
-Mi sento male…-
-Male in particolare da qualche parte o dappertutto?-.
-Dappertutto…ma di più la testa… La testa mi fa male… il sigillo brucia…-.
-Capisco. Altro?-
-Ho sete…- aveva il tono di una preghiera, Tsunade non aveva capito il perché di quell’intonazione, ma Rock Lee sì.
Neji si era reso conto che le sue mani tremavano troppo, come del resto tutto il suo corpo, per poter bere. Anche Tenten, che era arrivata poco prima, aveva realizzato.
Tsunade era uscita dalla stanza, e Lee era andato a prendere dell’acqua.
Tenten aveva guardato Neji per un po’ dalla porta, poi si era seduta sul suo letto e gli aveva carezzato piano una guancia… era ancora caldo, perché la febbre che lo stremava ormai da settimane non era ancora passata. Ma la sua pelle era morbida… Tenten si era chiesta se fosse sempre stata così simile alla seta, o se fosse stato il lungo riposo, per quanto forzato, a renderla così liscia.
Lee aveva portato l’acqua, poi se ne era andato, dicendo che Gai voleva che lui si allenasse, anche se in realtà voleva soltanto lasciarli soli. Sapeva che Neji doveva bere, perché la febbre l’aveva disidratato, ma sapeva anche che si sarebbe fatto aiutare solo da un compagno di squadra… e due erano veramente troppi da sopportare per il suo orgoglio.
Tenten aveva guardato Neji, e lui aveva ricambiato il suo sguardo. Per lui era una situazione umiliante, e lei lo sapeva. Così, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, l’aveva aiutato a sedersi, gli aveva tenuto una mano dietro alla schiena, perché lui, ancora troppo debole per l’attivazione del sigillo, non sarebbe riuscito a rimanere seduto, e sempre lei gli aveva portato il bicchiere alla bocca, aiutandolo a bere, mantenendo il silenzio anche quando lui non era riuscito a deglutire e si era bagnato il petto nudo, non l’aveva guardato negli occhi, mai, perché sapeva che a lui avrebbe dato fastidio…
Sapeva quale sarebbe stata la sua prossima parola, e lei era pronta ad accettarla. L’aveva sdraiato nuovamente, gli aveva asciugato il torace con delicatezza, dove si era bagnato, poco prima, gli aveva sistemato le coperte, e aveva aperto la tenda, perché lui potesse guardare fuori, per distrarsi un po’… Sapeva che di lì a qualche secondo l’avrebbe detto.
-Vattene.- quella parola, sussurrata, aveva un che di tremolante, di incerto, quasi di supplica, ma era gelida.
-Sì… Ma tra un po’ torno per vedere come stai…- con una carezza, gli aveva spostato i capelli neri dal viso, e poi se n’era andata, come lui aveva chiesto.
Fuori della porta Hiashi-sama la stava aspettando.
-Ti ha detto qualcosa?- La voce di Hiashi non era quella di uno zio che veniva a informarsi delle condizioni del nipote, ma quella di un padre che viene a consolare suo figlio, che (il Byakugan l’ha visto) piangeva da solo nell’altra stanza, un po’ per umiliazione, un po’ perché aveva ricordato quello che aveva fatto a Hinata, quello che era successo, un po’ perché proprio non capiva… Non capiva perché quando lei l’aveva toccato, il suo cuore si era fatto sentire, gli aveva fatto capire di essere ancora lì, gli aveva sussurrato qualche parola dolce, un ringraziamento per lei, che un po’ tremava, chissà per quale motivo… Lui l’aveva sentito, aveva sentito una fitta potente nel petto, maledetto Juin Jutsu… E poi aveva sentito il suo cuore dirgli: “E’ lei, ti senti strano vero? E’ lei che ti fa stare così, se lo sai, perché non lo ammetti? Dillo almeno a te stesso, Neji… Il peggior nemico che tu abbia è il tuo orgoglio, lo sai?” Ma non era stato il suo cuore a pronunciare quella parola, a far scendere quel velo di tristezza malcelata sugli occhi di lei, era stato il suo cervello, che, un po’ anche contro sé stesso, gli aveva detto: “Tu sei Neji Hyuuga. Sei orgoglioso, e ora ti senti umiliato. Piangeresti volentieri tra le sue braccia, vero? Lo sai che ti ascolterebbe, che vorrebbe aiutarti… Ma lo sai che sarebbe da perdenti? Sei un perdente Neji? Vuoi essere un perdente? No, Neji. Tu sei un vincente. Cacciala e piangi da solo, in silenzio.”
-Nulla, Hiashi-sama… Non ha detto una parola…- E se ne era andata… Pensando a lui, si interrogava ancora. Si interrogava su quello strano tono, quel “Vattene” che si sarebbe adattato meglio ad un’Hinata Hyuuga che a un Neji Hyuuga. E poi, chissà perché aveva iniziato a tremare leggermente, quando l’aveva toccato… era Neji quello in diritto di tremare, non lei! Ma tanto lo sapeva bene, si era proprio presa una bella sbandata. Ed era stato con questi pensieri che Tenten si era scontrata con Shikamaru.
-Tenten-san! Come stai? E come sta Neji?- Aveva il volto un po’ arrossato, forse aveva camminato velocemente… -Mi hanno detto che si è svegliato… Stanno tutti venendo qua… Accidenti, sono stanchissimo, non sai quanto ho corso…-.
Tenten aveva sorriso. Shikamaru sapeva correre?
-Sì… si è svegliato, ma ha ancora un po’ di febbre e trema tantissimo… E’ debole… non riesce neppure a stare seduto, ma Tsunade-sama dice che una volta che si è svegliato il pericolo peggiore è passato…-.
-Che Jutsu orribile… Ma perché l’hanno fatto?- Shikamaru sembrava davvero sconcertato, sarebbe morto piuttosto di ammetterlo, ma anche lui si era preoccupato per Neji… In fondo, tutti erano angosciati per la salute del loro amico…
Da lontano Tenten aveva intravisto Kiba e Shino, e aveva guardato male Shikamaru.
-Ma loro lo sanno?- Shikamaru aveva annuito e aveva spiegato:
-Era una cosa top-secret, quindi tutti i Chunnin e i Jonin ne sono al corrente… e di conseguenza tutte le loro famiglie… sembra che al villaggio l’unica che non sa nulla sia Hinata…-.
-Quando lo scoprirà si sentirà esclusa…-
Shikamaru aveva nuovamente annuito. Non aveva fretta di andare a trovare Neji, aveva intuito dalla faccia di Tenten che qualcosa non andava, e aveva pensato che forse era il caso di lasciare Neji da solo ancora un po’… sapeva che era molto orgoglioso.
-Tsunade-sama e Hiashi-sama dicono che Hinata-san non deve sapere nulla…- Tenten lo aveva guardato, poi, senza spiegazione, aveva sentito le lacrime salirle agli occhi, e, non volendo che Shikamaru la vedesse piangere, l’aveva liquidato con una scusa ed era corsa a casa.
Una volta arrivata, si era gettata sul letto, e aveva iniziato a piangere senza alcun ritegno, abbracciata al suo cuscino.

Ecco, spero che non vi abbia fatto schifo. In caso fosse così, accetterò consigli, critiche e qualunque altra cosa a braccia aperte: siate pure crudeli, può solo farmi bene! Se invece vi è piaciuta... Meglio così!

Saluti da rolly too! :)

   
 
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