Neji era sdraiato su quel letto
da quasi un mese ormai. Dormiva, o forse era privo di sensi? Scosso da tremiti
violenti, quel maledetto segno sulla sua fronte era ancora arrossato e lui
respirava lentamente, a fatica.
Tenten, Lee, Gai, Sakura, tutti avevano
cercato di stargli vicino, ma lui non aveva mai aperto quegli occhi nivei che a
lei piacevano tanto. Aveva pronunciato qualche parola, all’inizio, aveva
risposto alle loro domande, appena sussurrando, riprendendo fiato di tanto in
tanto, poi aveva smesso. Il sigillo aveva cessato di sanguinare copiosamente, la
febbre si era abbassata, ma lui aveva iniziato a non rispondere più a quelle
domande che ogni tanto qualcuno gli rivolgeva, sperando sempre di sentire ancora
quella voce dal suono così amaro.
-Lee-kun…-
-Che cosa c’è, Tenten-chan?-
-Credi che Neji si sveglierà prima o poi?- Lee non aveva risposto, perché
una voce un po’ roca, flebile, appena percettibile sotto alle voci dei bambini
che giocavano in strada, a Konoha, quel giorno di sole, l’aveva fatto al posto
suo.
-Sono sveglio…- Tenten aveva guardato Neji, e lui aveva riaperto gli
occhi, di nuovo dopo tanto tempo. E solo allora Tenten si era accorta di quanto
gli fosse mancato quello sguardo gelido. Si era alzata, era corsa fuori dalla
stanza, lasciando Neji, un po’ deluso, anche se non lo dava a vedere, in camera
con Lee.
-Lee… dove sono?-
-Sei a casa di Tsunade-sama…-
-Perché? Cosa
è successo?- Lee aveva gemito piano, poi, con voce rotta, aveva chiesto: -Non
ricordi nulla?- Neji non aveva risposto. Come poteva dimenticare?
Hizu-sama
l’aveva chiamato perché “Dovevano parlare di una cosa molto importante”… lui
l’aveva seguito, che altro poteva fare? Bisogna sempre portare rispetto agli
anziani… Soprattutto se sono anziani che appartengono alla casata Principale…
suo padre gliel’aveva ripetuto milioni di volte. Hizu-sama l’aveva portato nella
sala d’allenamento, perché lì “Potevano parlare con più tranquillità” C’erano
anche altri tre della Casata Principale, e Hiashi-sama, che lo guardava in
maniera strana… Poi Hizu-sama aveva iniziato a urlare, urlava così forte che
Neji non capiva bene le sue parole, ascoltava con il capo chinato, in segno di
rispetto, e proprio nel momento in cui aveva capito cosa diceva Hizu, che
parlava di Hinata, del modo in cui lui, Neji, l’aveva trattata, del modo in cui
aveva cercato di ucciderla, allora erano entrati Lee, Gai e Tenten, accompagnati
dalla nonna di Neji… Come poteva dimenticare quello che era successo poi? Era
caduto a terra, in ginocchio, piangendo, con il sigillo che bruciava, la testa
che faceva male, le spalle, le braccia, le mani, le gambe, il cuore, tutto
faceva male. Un male insopportabile, un male che non accennava a smettere o a
diminuire. Sentiva solo dolore, un gran frastuono di sottofondo, ma c’era
davvero o era solo la sua testa? Ogni tanto sentiva una mano che lo carezzava
dolcemente, allora lui apriva gli occhi, ma non riusciva a vedere: chi lo
toccava, chi cercava di far smettere il suo aguzzino, chi? Sentiva delle grida…
Lee? No… Forse era Gai…Ad un certo punto non era riuscito più a respirare perché
il dolore gli attanagliava il petto, sentiva il cuore battere forte nel torace,
era sicuro che sarebbe morto. Quindi erano questi i poteri del Juin Jutsu? Neji
non avrebbe saputo dire per quanto tempo era durata quella tortura, sapeva solo
che quando aveva smesso, aveva finalmente ricominciato a prendere coscienza
della situazione: qualcuno stava davvero urlando, prima… Aveva ancora le mani
alla testa, quando aveva realizzato di averle bagnate, allora aveva aperto gli
occhi, e aveva visto delle macchie rosse, sfocate dall’attacco che avevano
subito i suoi nervi e dalle lacrime… Il sigillo sanguinava, lui si sentiva la
testa pesante, era sicuro di essere carponi… Si era sentito sul punto di
crollare, ma poi due mani l’avevano afferrato… Aveva sentito piangere, qualcuno
pronunciava il suo nome…Chi era?
Una mano gentile gli accarezzava i capelli,
mentre qualcun altro valutava le sue condizioni… Non sentiva più nulla, sapeva
solo che era passato del tempo, qualcuno lo stava visitando… Aveva riconosciuto
la voce di Tsunade, poi Lee, anche Gai, Shizune, Sakura e Naruto, anche qualcun
altro, forse Kiba o Shino, non l’avrebbe saputo dire… Ma non aveva mai sentito
la sua voce… L’unica voce che avrebbe voluto ascoltare, l’unica… L’unica che non
aveva detto nulla… Fino a quel momento, in cui aveva chiesto a Lee se Neji si
sarebbe mai ripreso…
E dunque, come avrebbe potuto dimenticare tutto ciò? Ma
Lee era un vero amico, e aveva capito:
-Hinata-chan non sa quello che è
successo, e Hiashi-sama non vuole farglielo sapere… Per questo Tsunade-sama ti
tiene qui, anche perché dice che così ti segue meglio… Meno male che ti sei
svegliato, Tenten-chan era preoccupatissima, lo sai che non voleva neppure
allenarsi? Non dirle che te l’ho detto perché quella mi ammazza, ma credimi, le
hai fatto prendere un bello spavento…-.
“Tenten? Era preoccupata per me?”
L'espressione di Neji aveva assunto una leggera incrinatura di sorpresa, e Rock
Lee lo aveva guardato male sotto quelle sue sopracciglia così folte.
-Ti pare
strano?-
-Che Tenten sia preoccupata per me a dire il vero sì- aveva parlato
pianissimo, lentamente, la voce appena udibile.
-Dire che era preoccupata è
un eufemismo. Se avesse potuto strangolare Hizu con le sue mani l’avrebbe fatto,
altroché! Sembrava una pazza, una furia, piangeva e gridava allo stesso tempo,
penso che Tsunade-sama l’abbia sentita dal suo ufficio.-
- Ho sentito urlare
anche qualcun altro… Ma potrei essermelo immaginato.-.
-Non ti sei
immaginato. Hiashi-sama gridava, e anche gli altri tre che erano lì dicevano che
doveva smetterla… Anche io e Gai gridavamo, e pure quella signora anziana… E tu
naturalmente… era spaventoso… Hiashi-sama ha detto che non ha ucciso Hizu solo
perché poi non avrebbe potuto disattivare il sigillo…. Poi da quello che ho
capito lo hanno cacciato, e Hiashi-sama è andato a cercarlo, urlando qualcosa su
un certo Hizashi-sama…sai chi è?-.
-Mio padre…- le parole di Neji,
pronunciate con un tono un po’ malinconico, erano state sovrastate da una
Tsunade urlatrice, che si era fiondata a tutta velocità nella stanza.
-Ti sei
svegliato! Bene, bene, molto bene! E’ fantastico! Pensavamo tutti che potesse
accadere il peggio, era orrendo… Tu come ti senti?-.
Neji aveva sospirato,
poi aveva aperto la bocca per rispondere, ma si era interrotto, quando aveva
capito che se Tsunade-sama non avesse taciuto, non avrebbe potuto sentirlo.
Tsunade si era costretta a stare zitta, e si era avvicinata a Neji, che aveva
ripreso a parlare.
-Mi sento male…-
-Male in particolare da qualche parte
o dappertutto?-.
-Dappertutto…ma di più la testa… La testa mi fa male… il
sigillo brucia…-.
-Capisco. Altro?-
-Ho sete…- aveva il tono di una
preghiera, Tsunade non aveva capito il perché di quell’intonazione, ma Rock Lee
sì.
Neji si era reso conto che le sue mani tremavano troppo, come del resto
tutto il suo corpo, per poter bere. Anche Tenten, che era arrivata poco prima,
aveva realizzato.
Tsunade era uscita dalla stanza, e Lee era andato a
prendere dell’acqua.
Tenten aveva guardato Neji per un po’ dalla porta, poi
si era seduta sul suo letto e gli aveva carezzato piano una guancia… era ancora
caldo, perché la febbre che lo stremava ormai da settimane non era ancora
passata. Ma la sua pelle era morbida… Tenten si era chiesta se fosse sempre
stata così simile alla seta, o se fosse stato il lungo riposo, per quanto
forzato, a renderla così liscia.
Lee aveva portato l’acqua, poi se ne era
andato, dicendo che Gai voleva che lui si allenasse, anche se in realtà voleva
soltanto lasciarli soli. Sapeva che Neji doveva bere, perché la febbre l’aveva
disidratato, ma sapeva anche che si sarebbe fatto aiutare solo da un compagno di
squadra… e due erano veramente troppi da sopportare per il suo
orgoglio.
Tenten aveva guardato Neji, e lui aveva ricambiato il suo sguardo.
Per lui era una situazione umiliante, e lei lo sapeva. Così, come se fosse stata
la cosa più naturale del mondo, l’aveva aiutato a sedersi, gli aveva tenuto una
mano dietro alla schiena, perché lui, ancora troppo debole per l’attivazione del
sigillo, non sarebbe riuscito a rimanere seduto, e sempre lei gli aveva portato
il bicchiere alla bocca, aiutandolo a bere, mantenendo il silenzio anche quando
lui non era riuscito a deglutire e si era bagnato il petto nudo, non l’aveva
guardato negli occhi, mai, perché sapeva che a lui avrebbe dato fastidio…
Sapeva quale sarebbe stata la sua prossima parola, e lei era pronta ad
accettarla. L’aveva sdraiato nuovamente, gli aveva asciugato il torace con
delicatezza, dove si era bagnato, poco prima, gli aveva sistemato le coperte, e
aveva aperto la tenda, perché lui potesse guardare fuori, per distrarsi un po’…
Sapeva che di lì a qualche secondo l’avrebbe detto.
-Vattene.- quella parola,
sussurrata, aveva un che di tremolante, di incerto, quasi di supplica, ma era
gelida.
-Sì… Ma tra un po’ torno per vedere come stai…- con una carezza, gli
aveva spostato i capelli neri dal viso, e poi se n’era andata, come lui aveva
chiesto.
Fuori della porta Hiashi-sama la stava aspettando.
-Ti ha detto
qualcosa?- La voce di Hiashi non era quella di uno zio che veniva a informarsi
delle condizioni del nipote, ma quella di un padre che viene a consolare suo
figlio, che (il Byakugan l’ha visto) piangeva da solo nell’altra stanza, un po’
per umiliazione, un po’ perché aveva ricordato quello che aveva fatto a Hinata,
quello che era successo, un po’ perché proprio non capiva… Non capiva perché
quando lei l’aveva toccato, il suo cuore si era fatto sentire, gli aveva fatto
capire di essere ancora lì, gli aveva sussurrato qualche parola dolce, un
ringraziamento per lei, che un po’ tremava, chissà per quale motivo… Lui l’aveva
sentito, aveva sentito una fitta potente nel petto, maledetto Juin Jutsu… E poi
aveva sentito il suo cuore dirgli: “E’ lei, ti senti strano vero? E’ lei che ti
fa stare così, se lo sai, perché non lo ammetti? Dillo almeno a te stesso, Neji…
Il peggior nemico che tu abbia è il tuo orgoglio, lo sai?” Ma non era stato il
suo cuore a pronunciare quella parola, a far scendere quel velo di tristezza
malcelata sugli occhi di lei, era stato il suo cervello, che, un po’ anche
contro sé stesso, gli aveva detto: “Tu sei Neji Hyuuga. Sei orgoglioso, e ora ti
senti umiliato. Piangeresti volentieri tra le sue braccia, vero? Lo sai che ti
ascolterebbe, che vorrebbe aiutarti… Ma lo sai che sarebbe da perdenti? Sei un
perdente Neji? Vuoi essere un perdente? No, Neji. Tu sei un vincente. Cacciala e
piangi da solo, in silenzio.”
-Nulla, Hiashi-sama… Non ha detto una parola…-
E se ne era andata… Pensando a lui, si interrogava ancora. Si interrogava su
quello strano tono, quel “Vattene” che si sarebbe adattato meglio ad un’Hinata
Hyuuga che a un Neji Hyuuga. E poi, chissà perché aveva iniziato a tremare
leggermente, quando l’aveva toccato… era Neji quello in diritto di tremare, non
lei! Ma tanto lo sapeva bene, si era proprio presa una bella sbandata. Ed era
stato con questi pensieri che Tenten si era scontrata con
Shikamaru.
-Tenten-san! Come stai? E come sta Neji?- Aveva il volto un po’
arrossato, forse aveva camminato velocemente… -Mi hanno detto che si è
svegliato… Stanno tutti venendo qua… Accidenti, sono stanchissimo, non sai
quanto ho corso…-.
Tenten aveva sorriso. Shikamaru sapeva correre?
-Sì… si
è svegliato, ma ha ancora un po’ di febbre e trema tantissimo… E’ debole… non
riesce neppure a stare seduto, ma Tsunade-sama dice che una volta che si è
svegliato il pericolo peggiore è passato…-.
-Che Jutsu orribile… Ma perché
l’hanno fatto?- Shikamaru sembrava davvero sconcertato, sarebbe morto piuttosto
di ammetterlo, ma anche lui si era preoccupato per Neji… In fondo, tutti erano
angosciati per la salute del loro amico…
Da lontano Tenten aveva intravisto
Kiba e Shino, e aveva guardato male Shikamaru.
-Ma loro lo sanno?- Shikamaru
aveva annuito e aveva spiegato:
-Era una cosa top-secret, quindi tutti i
Chunnin e i Jonin ne sono al corrente… e di conseguenza tutte le loro famiglie…
sembra che al villaggio l’unica che non sa nulla sia Hinata…-.
-Quando lo
scoprirà si sentirà esclusa…-
Shikamaru aveva nuovamente annuito. Non aveva
fretta di andare a trovare Neji, aveva intuito dalla faccia di Tenten che
qualcosa non andava, e aveva pensato che forse era il caso di lasciare Neji da
solo ancora un po’… sapeva che era molto orgoglioso.
-Tsunade-sama e
Hiashi-sama dicono che Hinata-san non deve sapere nulla…- Tenten lo aveva
guardato, poi, senza spiegazione, aveva sentito le lacrime salirle agli occhi,
e, non volendo che Shikamaru la vedesse piangere, l’aveva liquidato con una
scusa ed era corsa a casa.
Una volta arrivata, si era
gettata sul letto, e aveva iniziato a piangere senza alcun ritegno, abbracciata
al suo cuscino.
Ecco, spero che non vi abbia fatto schifo. In caso fosse così, accetterò consigli, critiche e qualunque altra cosa a braccia aperte: siate pure crudeli, può solo farmi bene! Se invece vi è piaciuta... Meglio così!
Saluti da rolly too! :)