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Autore: perrypotter    12/01/2013    8 recensioni
Storia terza classificata al contest Padre e figlia indetto sul forum di EFP da Alice_Nekkina_Pattinson
Una giornata tipo nella vita di Edward che nelle vesti di neo papà si trova a dover gestire una quotidianità tanto normale quanto speciale vista la natura della sua piccola.
Un piccolo scorcio di vita per dimostrare che essere un vampiro assetato di sangue, anche se animale, non significa essere immune all’amore più puro.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Renesmee Cullen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Buonasera a tutti. In attesa di riuscire a completare il nuovo capitolo di Donna in incognito, che mi sta facendo impazzire, ho pensato di postare questa piccolissima OS su Edward e Renesmee.
Spero vi possa piacere.

Storia terza classificata al contest Padre e figlia indetto sul forum di EFP da Alice_Nekkina_Pattinson


Titolo storia: La mia adorabile streghetta
Raiting: verde
Protagonisti: Edward e Renesmee
Prompt: Scivolo



LA MIA ADORABILE STREGHETTA

È ormai da più di un’ora che continuo a farla scendere incessantemente da questo scivolo e lei non sembra minimamente intenzionata a voler smettere.
Non che io avverta la stanchezza, sia chiaro, temo solo che alla fine, la mia piccola, crolli sfinita senza avere nemmeno la forza di mangiare.
«Nessie, cosa ne pensi se andiamo a vedere cosa ti ha preparato oggi la nonna?»
«Ancora un pochino, papi, ti prego.»
Mi fa una buffissima smorfietta che mi fa sciogliere all’istante e lo sa bene la furbetta.
Mi impongo di ignorare il suo tono supplicante e vestire i panni del padre intransigente.
«No, tesoro, è ora di cena e dopo si va a nanna.»
Se Bella tornando si rendesse conto che ho lasciato che la bambina saltasse la cena mi scuoierebbe vivo prima di rendermi, come sempre, l’uomo più felice dell’intero creato.
«Non potremmo andare a caccia? Potremmo chiamare Jacob, mi potrebbe accompagnare lui.»
Reprimo un ringhio tra l’infastidito e il frustrato. Mi chiedo se formulerà mai una frase senza inserire all’interno il suo nome.
Ritorno velocemente col pensiero alla solita discussione escludendo quello più “fastidioso”. Lei non ama il cibo umano, ma è necessario che si nutra anche di quello, in modo che possa integrarsi totalmente con loro quando sarà il momento.
«Tesoro, sai quali sono gli accordi: oggi è il giorno del cibo umano. Nonna Esme avrà sicuramente preparato, per la sua nipotina adorata, qualcosa di squisito.»
A mala pena riesco a frenare una smorfia di disgusto all’idea delle prelibatezze che mia madre avrà preparato per Nessie.
Se potessi le darei tutta la mia solidarietà, ma ha ragione Bella. È necessario che si abitui sin da subito.
Dopo ancora qualche tremula protesta, si convince a mangiare spazzolando sino all’ultima briciola. Alla faccia del non volere il cibo umano!
«Adesso possiamo tornare a giocare con lo scivolo?»
Mi guarda negli occhi, i suoi luccicanti di aspettativa e il labbretto tremulo.
Gesù! E pensare che ho sempre creduto che Bella fosse una creatura pericolosa. Questa piccola streghetta ha imparato sin troppo presto come rigirarmi a suo piacimento.
«Ness…»
«Renesmee, è ora di andare a letto. Dai un bacio ai nonni e andiamo a casa.»
Per mia fortuna, mia moglie arriva in tempo a togliermi da un capitombolo certo.
La piccola emette un piccolo sospiro di rassegnazione. Sa che con sua madre non c’è discussione.
«Sì, mami.»
Strascica un po’ i piedini mentre si avvicina ai nonni, li bacia dolcemente lasciando che entrambi la stringano tra le loro braccia, poi si volta verso me porgendomi la manina.
La stringo leggermente, con l’altra afferro la mano di Bella, salutiamo tutti e ci avviamo a casa nostra.
Bella fa il bagnetto alla piccola, la aiuta a mettere il pigiamino, anche se potrebbe farlo da sola, e la porta a letto.
A questo punto tocca a me. Ho io il privilegio di raccontarle la favola della buona notte.
Mi siedo accanto al suo letto volgendo lo sguardo alla libreria più che fornita di mia figlia.
«Allora, sai già cosa vuoi sentire oggi o vuoi che scegliamo insieme?»
Subito i suoi occhietti brillano di aspettativa e io so già che dovrò soccombere per l’ennesima volta.
«Mi racconti la storia del vampiro senz’anima e l’umana dagli occhi di cioccolato?»
Lo sapevo, quello sguardo non mente.
«Nessie, l’hai sentita già cento volte.»
«Papà, ho solo ottantasette giorni…»
«Sì, ma il sabato e la domenica, spesso, hai voluto sentirla due volte.»
È incredibile, non si stanca mai di sentire la storia di come io e sua madre ci siamo innamorati.
«Papino… ti prego, ti prego, ti prego.»
L’ho già detto, questa non è una bambina, è una streghetta. Può convincerti a fare qualsiasi cosa con quello sguardo e io non posso fare altro che cedere.
Sospiro rassegnato come ha fatto lei poco fa e mi accingo a raccontarle per l’ennesima volta la storia che tanto ama quando sento fuori dalla stanza la risatina trattenuta di mia moglie.
Certo non posso aspettarmi il suo aiuto. Lei fa la parte della madre tutta d’un pezzo, ma la verità è che si farebbe strappare gli arti uno ad uno e poi farsi dare fuoco senza alcun ripensamento per questo piccolo diamante che ci è stato donato e noi tutti come lei.
Quando la storia giunge al termine con la nascita della bambina dei due protagonisti, non riesce a trattenere un rumoroso sbadiglio.
Mi avvicino per lasciarle un piccolo bacio sulla fronte, lei mi butta le braccia al collo stringendomi con tutte le sue forze.
«Ti voglio bene, papà.»
E come sempre, il mio cuore morto ha un sussulto.
«Anch’ io, amore mio. Io e la mamma ti amiamo più della nostra vita.»
Mi avvicino alla porta quando ormai i suoi occhi sono quasi completamente chiusi.
«Papino?»
«Sì, amore?»
«Domani mi faccio accompagnare dal mio Jacob a giocare con lo scivolo.»
Non riesco a trattenere un basso ringhio.
«Magari vi accompagno, ok?»
«Certo, papi. A domani.»
«A domani piccola, sogni d’oro.»
Chiudo piano la porta della stanza trovandomi davanti mia moglie.
«Non ti abituerai mai all’idea, vero?»
«Cerco di tenere lontano il pensiero finché posso.»
Si avvicina lenta e sensuale come sempre, allaccia le sue braccia al mio collo come ha fatto poco prima la mia bambina, solo che in questo momento la mia reazione è nettamente differente.
«Vediamo se riesco a distrarti per un po’», mi sussurra all’orecchio.
Non ho alcun dubbio che riuscirà a distrarmi… e domani ci sarò anche io a quel maledetto scivolo.

*****
Ringrazio chiunque abbia letto e, se c’è qualcuno che legge l’altra mia storia in corso, spero di riuscire a postare presto.
Patrizia

  
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