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Autore: _Her    12/01/2013    2 recensioni
Le maniche della mia maglia si alzarono, scoprendo i tagli che mi ero inflitta. Louis quando se ne accorse mi afferrò i polsi e mi guardò con un’aria sconcertata.
-E questi cosa sono?-
-Non ti riguardano!-
-Ovvio che mi riguardano!-
-Sono quello che tu hai provocato, sono il dolore che fino ad oggi ho represso, sono ciò che mi distrae dalla realtà, da te!- sputai quelle parole come se fossero veleno. Lui mi portò in camera e mi sbatté contro la porta che richiuse alle sue spalle.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Life is better without love.

Mi chiamo Abby Thompson, ho ottant’anni.

Sono qui per raccontarvi una storia, la mia storia.

È una storia che coinvolgerà voi, persone dall’animo fragile e gentile, e sì, anche voi, persone dal cuore duro e solitario. Scioglierà tutti i cuori di ghiaccio, e scalderà tutti i cuori che fremono di  passione.

Perché questa è una storia speciale.

È la storia dell’amore sbocciato tra me e Louis Tomlinson.


Sessant’anni prima.


I raggi di sole che trafelavano attraverso le tende della finestra mi svegliarono. Mi trovavo nel letto più comodo che avessi mai provato, il letto del mio ragazzo. Guardai l’ora che segnava la sveglia, le dieci e trenta. Mi voltai verso Louis. Si, era proprio Louis Tomlinson, degli One Direction. Stavamo insieme da un anno, ci eravamo conosciuti al primo loro concerto in Italia. Al solo ricordo della fortuna sfacciata che il giorno del concerto mi colpì, mi vengono i brividi. Già, non è da tutti i giorni poter salire sul palco dove la band più richiesta del momento sta suonando. Ancora oggi ricordo l’emozione che provai quando loro mi guardarono uno per uno negli occhi mentre cantavano. Dopo il concerto Louis fece di tutto per rincontrarmi, perché come dice lui, si era innamorato di me al primo sguardo. Un colpo di fulmine insomma. E questo valeva certamente anche per me.
Lo baciai delicatamente sulla fronte. –Ehi, ragazzaccio, svegliati..- sussurrai. Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile, prima di aprire i suoi due occhi color oceano e salutarmi con un bacio sulla punta del naso.
Si alzò a malavoglia, poi mi tirò a sé. Ora eravamo abbracciati, in ginocchio sul letto.
-Ehi, così mi consumi!- dissi scherzando. –Se non lo faccio io, chi lo deve fare!- disse lui fra una risata e l’altra. –Che facciamo oggi?- chiesi.
-Ecco..- iniziò lui con un tono abbastanza rammaricato –in teoria oggi avrei le prove, quindi avrei da fare..-
-Oh, certo.. non importa! Ci vedremo domani!-
-Veramente sono incastrato nel lavoro anche domani..-
-Oh, caspita.. allora si che non ci rivedremo prima della mia partenza..-
Eh, già! Tra un mese sarei ripartita per l’Italia. Ora stavamo a Londra, ma per me era una specie di vacanza dallo studio, visto che avevo ancora diciotto anni. E come si sa, le vacanze hanno poi una fine. Quindi non ero molto contenta di passare le giornate da sola, senza poterlo rivedere prima della fatidica data.
-Eddai, non dire così! Troveremo sicuramente un giorno da passare interamente insieme!-
-Tutte le volte lo dici, ma tutte le volte poi c’è sempre qualcosa che ti impedisce di farlo. Louis, tra un mese parto e non ci rivedremo più per.. tre mesi? Lo sai quanti sono tre mesi?-
-Si, lo so. Ma tu lo sai che io faccio l’impossibile per te, sempre. E lo farò anche stavolta.-
Quelle parole mi rassicurarono per il momento, ma quando lui se ne andò per andare a lavorare, le mie insicurezze tornarono a tormentarmi. E se non avessimo potuto più passare altro tempo insieme? Io non ce la facevo a stargli lontana per più di una settimana, figuriamoci tre mesi. 
Io l’amavo talmente tanto che avrei lasciato tutta la vita che avevo prima in Italia per trasferirmi ed abitare con lui. Ma ovviamente stavo pensando troppo in grande.
Passai la giornata con Alice, una delle mie migliori amiche, e quando tornai la sera, Louis non era ancora tornato. Ma nel cuore della notte, lo sentii venire a letto, e abbracciarmi da dietro. Dormimmo così, cullati l’uno dalle braccia dell’altra.
La mattina seguente mi alzai che lui non c’era già più. Così, stanca di starmene a oziare, decisi di andare a trovarlo a lavoro. Presi l’indirizzo della sala registrazione in cui stava naturalmente registrando qualche canzone, e uscii di casa nella speranza di poterci arrivare viva. Non conoscevo molto Londra e le sue strade, perciò ero un po’ nervosa. Ma quando ci arrivai, tutti gli sforzi vennero ripagati.
Ora mi trovavo davanti un edificio tappezzato di graffiti, entrai. Lo spazio era molto grande, ma quando sentii la voce di Louis, non avevo dubbi di quale stanza si trattasse. Andavo sicura, attraverso i numerosi corridoi colmi di altre sale. E finalmente lo trovai. Non lo salutai, perché non volevo disturbarlo. Mi godei ogni singola nota che usciva dalla sua bocca. Dopo pochi minuti finì. I suoi collaboratori si complimentarono con lui, che sembrò felice. Poi però, successe una cosa direi strana. Una ragazza bionda, e rifatta da capo a piedi, gli si avvicinò. Ci parlò per qualche secondo, ma dopo il suo viso si adagiò sul suo, dando un bacio al ragazzo. Il mio ragazzo. Quando Louis si staccò e mi vide sulla soglia della porta sbiancò in viso. Anche io non avevo un bel colorito. Una lacrima mi rigò il viso. Non sapevo cosa fare.  La prima cosa che mi venne in mente, fu quella di scappare, lasciandomi dietro le urla di Louis che chiamavano il mio nome. Sconvolta,  correvo e correvo, senza una precisa meta. Poi mi venne in mente Alice. Forse lei mi poteva dare una mano.
Mi presentai da lei con il mascara sciolto dalle lacrime che continuavano a sgorgare senza fermarsi.
-Tesoro ma cosa è successo?- chiese prima di abbracciarmi. –Mi serve un posto dove poter stare per un po’. Posso stare da te?- lei annuì, senza dire una parola. Le chiamate e i messaggi di Louis continuavano ad aumentare sullo schermo del mio telefono, ma io le ignoravo. Non avevo la forza di rispondergli. Non ora.
Naturalmente raccontai tutto ad Alice, che mi capì all’istante offrendomi sostegno morale, oltre ad una camera dove stare.
I giorni passavano, ed io restavo chiusa in camera a pensare dove avevo sbagliato per meritarmi un tradimento da parte sua. Ma le risposte non arrivavano, e con la tristezza arrivò anche il dolore. Una volta davanti allo specchio del bagno, presi una lametta, e mi tagliai. Fu un gesto automatico. Quel gesto, mi aiutava a scacciare per un po’ l’amarezza che provavo nei confronti del mio ex ragazzo. Non riuscivo nemmeno a pronunciare il suo nome. Naturalmente Alice se ne accorse, e provò a fermarmi. Ma si arrese anche lei. Ero un caso perso.
Poi un giorno, suonarono alla porta. Non c’era nessuno a casa oltre a me, così aprii io. Me lo ritrovai davanti. Louis Tomlinson in persona. Tentai di richiudere ma lui bloccò l’entrata con un piede, per poi spalancare la porta.
-Cosa vuoi ancora? Non ti basta aver spezzato il mio cuore?- urali in lacrime.
-Lasciami spiegare! Non è come pensi!-
-Ah si? E come dovrebbe essere?-
-è stata lei a baciarmi, non c’entro nulla!-
-E perché ti dovrei credere?- alzai le mani, e le sbattei con forza sul suo petto, per sfogare l’odio fino ad ora represso. Ma le maniche della mia maglia si alzarono, scoprendo i tagli che mi ero inflitta. Louis quando se ne accorse mi afferrò i polsi e mi guardò con un’aria sconcertata.
-E questi cosa sono?-
-Non ti riguardano!-
-Ovvio che mi riguardano!-
-Sono quello che tu hai provocato, sono il dolore che fino ad oggi ho represso, sono ciò che mi distrae dalla realtà, da te!- sputai quelle parole come se fossero veleno. Lui mi portò in camera e mi sbatté contro la porta che richiuse alle sue spalle.
-Perché l’hai fatto?- mi urlò.
-Perché mi fa stare bene.- risposi con un filo di voce.
-No, è qui che sbagli. Ciò che ti fa stare bene, sono io. Devo essere io.-
-E come, tradendomi? Complimenti Tomlinson, davvero bravo!-
-Abby, te lo giuro,- si avvicinò al mio viso, tenendomi per i fianchi –io non ti ho tradito. È tutta colpa di quella ragazza, io non c’entro niente. Ti chiedi il perché di queste parole? Perché io ti amo. Tu sei tutto per me, lo sarai sempre.-  alla fine della frase mi baciò. Fu un bacio passionale. Poi le sue mani esplorarono il mio corpo, posandomi sul letto a due piazze, e continuando a baciarmi. Mi spogliò in pochi secondi e mi investì di piacere. Quei momenti che sembrarono durare secoli, mi riportarono alla nostra prima volta insieme. Quell’attimo speciale della mia vita che ricorderò sempre.
Anche ora che sono diventata vecchia, e che porto con me questi ricordi scritti in modo indelebile nella mia mente, anche ora che lui sta insieme ad un’altra e ha dei figli. Perché in un mondo come quello di oggi, non c’è spazio per l’amore. C’è spazio solo per la carriera. È tutto un gioco di scelte, e chi fa quelle sbagliate, si ritrova a soffrire, in una vita piena di ingiustizie e dolore.



Rieccomi qui con un'altr One shot! Adoro scriverle! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Sciao belle!! <3
Elisa.
  
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