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Autore: Ollieparawhore    13/01/2013    2 recensioni
*rullo di tamburi*
Questa è la mia prima fanfiction, non è un granchè, ma la mia fantasia scorrazza davvero ovunque e ho dovuto metterla su carta. Vi siete mai chiesti come mai hanno dato questo nome all'album? Beh questa è una mia visione su una possibile Tayley, nell'arco di periodo tra 'The final Riot!' e 'Brand New Eyes' . Spero vi piaccia :33 /Ol.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayley Williams, Taylor York
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The final episode.



-Josh's point of view-


Ero stufo. Davvero stufo marcio. Non ne potevo più. Mi passai una mano tra i capelli rigorosamente piastrati. Quella mattina mi svegliai con una Chicago piena di nebbia, che aveva raggiunto anche il mio cuore. Sbuffai.
La nostra situazione non era più sopportabile. Hayley era davvero come una sorella. E me ne stavo accorgendo troppo tardi. Sin dall’inizio, lo sapevo. Eppure avevo continuato a negarlo a me stesso. È che non avevo il coraggio e le palle, di dirle di no. E quel visino, di certo, non aiutava. Però mi stavo rendendo conto che vivevamo in una menzogna. Non reggevo più quel continuo senso d’ansia, angoscia, oppressione.
Poi c’era Jenna. Conosciuta così per caso. Diamine se era carina quella ragazza. Riusciva a farmi sentire rilassato, in pace con me stesso, cosa che non accadeva da tempo. Era una sensazione piacevole, lei era così affettuosa, ma ancora non riuscivo a sentirmi totalmente a mio agio, perché sapevo che Hayley era ancora qui. Io avevo il suo cuore in tasca, o perlomeno mi dava quest’impressione. Diedi un pugno lieve alla parete per tentare di sfogarmi. Non sapevo come uscirne, ma, in qualche modo avrei fatto.
Tentai di lasciare questi pensieri, e farli scivolare sotto ad una doccia fredda.
Un’evento troppo importante c’aspettava questa sera, ed una distrazione come quella non poteva far altro che nuocere, non potevo permettermela. Inoltre, dovevo spassarmela. Chicago, adoravo suonare lì. Solo in quei momenti mi rendevo conto di quanta gente colpivamo. Quanta gente ci seguiva. Quelle persone, erano la gioia dei miei occhi, mi rendevano fiero di ogni singola nota, canzone scritti. Era il mio lavoro, e mi piaceva.
 




S’accese un faro sopra di me. Cominciai a suonare la sequenza di note che dopo un bel po’ di lavoro ero contento di presentare. Ci eravamo scervellati per scrivere quell’intro. Entrava un membro alla volta, illuminato dal faro. Aprivamo con “Born for this”, che era la giusta canzone per farci caricare, per far cominciare il delirio.
 
 
 
“Allora signor Farro, che si dice?” si sedette a peso morto accanto a me.
“Sono distrutto cavolo, e pensare che tu te ne vai saltellando per il palco mentre io sto fermo a suonare, e tu ne esci così bene!”
“Beh, io sono ben allenata, già” mi regalò uno dei suoi sfavillanti sorrisi.
Come cominciare?
Le parole avevano deciso di farsi una passeggiata altrove, il mio cervello stava avendo un cortocircuito.
“Hay, dovrei parlarti.” I ragazzi fortunatamente stavano dormendo già da un po’.
“Si, non c’è problema” era un po’ perplessa, ma non sembrava preoccupata.
“Si tratta di noi.”
Sbiancò.
“Era da un po’ che tentavo di dirtelo, ma ho deciso di aspettare l’ultima serata, in modo che non ci fossero influenze negative durante il tour.” Deglutii pesantemente.
I suoi occhi mi stavano trafiggendo, bruciavano sulla mia stupida pelle. Mi morsi un labbro. Lei scostò i capelli dalla fronte, ci giocherellò nervosamente, impaziente di sentire cosa avessi da dirle.
“Ecco, il punto è che io non ce la faccio più.”
Cazzo, complimenti Josh, un'applauso per la tua sensibilità. Non ero decisamente fatto per queste cose.
“Ho conosciuto una ragazza e sono riuscito finalmente a rendermi conto che non posso più stare così. Con te. Non voglio ferirti ne nulla. Voglio essere sincero. Non lo sono stato per tutto questo tempo, nemmeno con me, doveva venir fuori, prima o poi. Mi dispiace.”
I suoi occhi si spensero, mi sembrò di vederla morire lì, in quell’istante. Vidi delle lacrime colmare i suoi vitrei occhi verdi, farsi largo tra le ciglia. Strinse i pugni. Voleva essere forte. Ebbene ci riuscì.
“Cosa sta a significare questo?” mi sbraitò in faccia.
"Mi dispiace. Tengo molto a te, ma finisce qui." Tentai di assumere un tono di voce rassicurante, ma non mi riuscì troppo bene.
"Ok, perfetto" quella frase mi giunse come un sussurro, che si evolse in un pungo allo stomaco. E fece male.
Mi voltò le spalle e si chiuse in bagno.
Mi guardai le mani. Tramavo come una fottuta foglia.
Mi sdraiai, accostai la tendina, e sperai che il sonno m’avrebbe preso il più presto possibile.

Mi sentivo una merda. Una schifosa merda.




Hola! Ebbene si, è così che è andata.
Il nostro Josh è un tipo imbranato, anche se non sembra.
E ora, cosa accadrà? (Dio mio,perchè faccio e scrivo queste Postfazioni/Epiloghi idioti?)
Devo smetterla di parlare da sola.
Spero vi sia piaciuto, recensite per farmi sapere se c'è qualcosa che non vi convince o come potrei migliorarmi!
Grazie per la considerazione, prometto di essere più soddisfacente nei prossimi capitoli C:
//Oliver.
P.S. Questo è un pò più lunghino rispetto agli altri, spero non risulti pesante, ma qui dovevo un pò introdurre Josh,
visto che in seguito agirà ben poco. Continuerò sempre con il punto di vista di Taylor, perchè a scrivere da un punto
di vista maschile mi trovo meglio(Lol,mi sento un'umo,voglio morire e rinascere con il pene) e non
riuscirei ad interpretare Hayley nel giusto modo.
Ora vi lascio sul serio Ahahhahahah, Buon proseguimento!

  
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