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Autore: Jazz Hyaenidae    13/01/2013    0 recensioni
Salve a tutti, questo è il mio primo esperimento fantascientifico chiamato Venera.
La trama si sviluppa intorno ad un progetto spaziale chiamato Venus Express 10, il quale si prepone l'obiettivo di rendere totalmente agibile il pianeta Venere. Dal momento che, da alcuni miei lettori, è stato definito come un racconto destinato ad apparire la cosiddetta "solita solfa" fantascientifica,ci tengo a chiarire che quello che troverete dopo è più inerente all'introspezione dei miei personaggi piuttosto che allo sviluppo ostentato di una tramata alla Stephen King. Il futuro per ora può essere visto solo con un'allucinazione, come tale vado a descriverla motivandovela con il cyberspazio, con intromissioni cerebrali, abbattimenti di firewell, bambole vudù, pirati interattivi. La vita su Venere è assai difficile sia dal punto di vista economico che fisiologico. Strane creature vi regnano, personaggi eccentrici e scienziati corrotti, il tutto surrogato ad un'alienazione totale da parte dei miei protagonisti.
I personaggi principali che posso anticipare sono :
-il dottor Kevin Russel, atipico scienziato inventore della tecno-biosfera
-Virginia Collen psicologa esperta in criminologia e sensibilità emotiva degli androidi
-l'agente Andrew Carter investigatore segreto
-Elizabeth Wesley un'androide molto sofisticata alla quale è stata riconosciuta una "anima"
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO VIII- Nell'Abisso

CAPITOLO VIII

Nell'abisso. 



(Ultimo capitolo)


A bordo del sottomarino erano presenti il Capitano Fisher,  gli assistenti Kewell e Oberdan e il dottor Taylor.
Inizialmente Fisher chiese a Kewell della mancata presenza della Wesley ma non ottenne delucidazioni al riguardo, nel suo sguardo una palese nota di rassegnazione.  
-Quel cyborg poteva esserci solo di intralcio...- Disse di punto in bianco il dottor Taylor.
- Perché dice questo? Lei non conosce l'ufficiale Wesley... prima di questa maledetta missione ha avuto una carriera impeccabile. In queste spedizioni qui, quando le cose iniziano a mettersi male sin dall'inizio, non c'è modo per nessuno di poter porre rimedio.
-Va bene, va bene... anziché lamentarsi Capitano, dia una mano ad i suoi uomini a togliersi le mute e lasci a me il dovere di analizzare i polimetallici che hanno raccolto dal fondale. Metteremo la parola fine a queste ricerche in meno di due ore.  

Kewell e Oberdan stavano ad osservare la scena in silenzio con ancora indosso le mute da immersione e le maschere in testa a tirare indietro i capelli. Due facce stanche e ormai poco suscettibili ai comportamenti svogliati e frettolosi del dottor Taylor. Il tale aveva destato non pochi dubbi nel Capitano, qualcosa era andato storto, bisognava capire cosa.
Tuttavia Oberdan si lasciò sfuggire delle parole in tutta franchezza ma con l'attenzione di non alzar troppo la voce.
-Per quanto complessato  fosse Russel,era molto meglio di questo incapace qua...
Taylor sentì anche se fece finta di niente,  chiuse la porta dietro di se in un locale grande quanto la toilette di un vagone treno di seconda classe.
-Potremmo lasciarlo qua. - Disse Kewell al capitano Fisher.
-Abbandonare lo scienziato scorbutico?Ottima idea. - Rispose Oberdan continuando: -Lasciamolo in questi fondali... chi vuoi che spenda tempo e denaro per trovare il corpo di un irascibile come lui?
-Smettetela di dire boiate. - Ne uscì il capitano. - È stata fatta fuori troppa gente per questa missione e non posso di certo dire che ne sia valsa la pena. Torneremo a casa senza risultati, di questo ne sono convinto.  
Oberdan che intanto elaborava i dati di una sonda piantata nel fondale ribatté:
- Quel Taylor sa qualcosa... anzi, sa proprio tutto. Arriva lui, da solo, immediatamente dopo l'eliminazione di Jarchesson e Russel, per mano di chi ancora non lo sappiamo ma potete scommetterci che quel Taylor sa.
- Abbassa la voce.- Ordinò il capitano. -Se ci sente rischiamo anche di non tornare a casa.

In quel momento però Taylor era già alle loro spalle ed aveva sentito ancora una volta. Si avvicinò faccia a faccia al Capitano.
-E no caro Fisher, se lei crede di far ritorno a casa si sbaglia di grosso.
- Cosa intende dire?- Chiese preoccupato il Capitano.
Taylor tirò fuori dalla sua giacca una pistola laser.
-Intendo che il giovane Oberdan aveva visto bene. Io so... ed ora che ho anche la certezza che in questi fondali marini vi è quel che Luther Blissett stava cercando. Il mio lavoro è finito.
- Lei è un grandissimo bastardo! - Esclamò Kewell.
-No, io sono l'uomo più fortunato della galassia in questo momento.  
Intanto Oberdan se la rideva, poi volle intervenire.
-Adesso che è tanto potente, SIGNOR BLISSETT...mi dica due cose...Cosa stava cercando nel fondale del Geon?
Lo scienziato rise istericamente facendo cadere per terra il suo mascherino elettronico. Ebbene, cambiò volto, cambiò espressione, cambiò faccia e sembrò cambiare personalità. Il Capitano e Kewell si guardarono in faccia terrorizzati.
- Cosa cercavo? Beh... avete smascherato la mia identità, ora posso anche dirvelo. La presenza di un'attività idrotermica, controlli che date ancora le nostre scarse possibilità materiali, noi della Blisset non potevamo portare a termine da soli. Non senza la conoscenza dei dottori Jarchesson e Russel.
-Che però avete voluto togliere di mezzo, dico bene?
- Dovesse esistere una distinzione tra bene e male, io non ho timore di rappresentarne la seconda parte della mela, quella marcia forse, quella con il verme e che provoca male allo stomaco. Di sicuro Jarchesson e Russel non sono il bene, né tutti voi, gente comune... non potete di certo essere il bene. Il progresso è già di per se indirizzato verso il fondo, verso l'oblio... verso la distruzione, la dannazione. Ciò non vi dà sicurezza? Dico....il fatto di dover morire prima o poi, di dover essere annientati o dalla morte o dal progresso, cosa cambia? Nulla... ed io, io posso rendere abitabile questo pianeta per lucrarci sopra ma non avrò mai ciò che desidero: l'immortalità. Se voi poteste aiutarmi, io vi risparmierei la vita e vi garantisco che lo farei poiché mantengo sempre la promesse... ma in questo caso, miei cari Kewell ed Oberdan, dovrete crepare qui. Fisher! Lei sopravviverà almeno sino a che non mi avrà ricondotto in superficie.-

Fisher gettò una mano sulla spalla di Kewell, lo guardò dritto negli occhi. Disse:
-Un capitano non abbandona mai il proprio equipaggio. Riguardo a te, lurido farabutto, non pensarci nemmeno!!! Non sarò io a condurti in superficie. Il Venus Express, finisce qui, in questi fondali dispersi. La tua fottutissima attività idrotermica verranno a ricercarla altri tuoi scienziati se ne avranno voglia, se sopravviveranno a questa carneficina che metti in scena ogni giorno. Verme schifoso, puoi solo sognarti che io ti aiuti ancora...non lo farei neanche sotto tortura.

A queste parole seguì uno sparo, l'arma da fuoco impugnata da Taylor trafisse Kewell che crollò per terra inerme.
-Io faccio sul serio capitano...
-Se è per questo Mr Blissett... anche io!!!-  
E da una tasca tirò il suo coltello da pesca e gli si gettò contro, riuscì a ferirlo solo ad un braccio. Blissett indietreggiò sogghignando, la vista del sangue gli aveva dato in testa, ora emetteva strani vagiti e grugnii.

-Bene bene, qui i gatti cacciano gli artigli... vorrà dire che ucciderò lei Capitano...al posto del ragazzo. Vero giovane? Vero che vuoi vivere al posto del tuo Capitano.
-Io non l'ho mai guidato un sottomarino e anche se lo sapessi fare preferirei morire qui.
-Dove te lo hanno insegnato tutto questo alto valore? Sei un ingegnere, ti ho scelto io per la missione... io ho scelto tutti voi affinché portaste avanti la mia ricerca. Conosco tutto ciò che ti riguarda Oberdan... nessuno ha segreti quando lavora per me. Se proprio non vorrai farlo guiderò io stesso. Chi fa da se fa per tre non è vero?- Emise un altro vagito e sputò del liquido schiumoso per terra. -Vi ammazzerò entrambi.-
E sparò un secondo colpo di pistola ferendo ad una gamba il giovane assistente mentre Fisher si lanciò in avanti ancora una volta, questa volta cercando di toglierli l'arma dalla mano. Caddero per terra e si rotolarono l'uno sopra l'altro, divennero stremati dal duello fisico fino a strozzarsi vicendevolmente con le loro stesse braccia.

Oberdan si appiattì con la parete del sottomarino, perdeva molto sangue e farneticava parole senza senso.
"E' un incubo... sto solo sognando!" Pensò il ragazzo ed invece no, era tutto vero.
Il giovane calcolò la distanza che vi era tra lui e l'unica via di fuga, diede uno sguardo in alto, su una parete attrezzata vi era una accetta di emergenza: troppo distanti entrambe.  Non ce l'avrebbe fatta, allora provò con quelle poche forze che si sentiva addosso di alzarsi e intervenire nella lotta tra Blissett ed il Capitano.
Quando riuscì ad arrivare ai due, partì un colpo di pistola: immediatamente i due si scollarono l'uno dall'altro.
-Capitano, sta bene?- Domandò Oberdan. Non ricevette risposta, il Capitano era stato colpito in pieno stomaco dal colpo di pistola.

-E adesso...- Disse Blissett. - A noi due.
-Figlio di puttana!- Gli urlò Oberdan. L'altro se la rise e gli puntò la pistola dritta in faccia.
Intanto gli attimi continuavano a scorrere e più quel tempo scorreva più Oberdan non avvertiva il sangue scorrere lungo il proprio corpo. Stava già rassegnandosi al peggio quando venne travolto da un'ondata d'acqua: lo sportellone principale del sottomarino era stato aperto dall'esterno. Un altro personaggio sarebbe entrato da lì a poco.


Underwater.
Chiese ad un dio qualsiasi se le avesse risparmiato la vita. Non ebbe risposta perché sentiva che l'acqua le entrava da tutte le parti, la sua struttura cibernetica non le permetteva comunque di respirare sott'acqua.
"Cosa ci faccio qui? Come ci sono arrivata?"
Una sensazione vicina alla morte e poi una processione di fantasmi davanti a lei, fantasmi immaginari, fantasmi del suo passato, il tutto nel fondo marino che non le si presentava con chiarezza: tutto molto buio lì.
"Ho una paura cane, cos'è? Che sia la morte questo? Avrei preferito volare che prendere tutta quest'acqua, avrei voluto andarmene con gli uccelli anziché vedere un substrato di un pianeta del cazzo come questo. Ma aspetta...cos'è quella cosa lì? Il sommergibile del Venus? Ma che diamine..."

Ed una musica in sottofondo: La Romanesca di Liszt.
Un impatto brusco, piuttosto doloroso anche per i suoi muscoli e le sua ossa. Sbatté contro un portello, lo forzò, diede due colpi nei polmoni fatti di un tessuto anatomico. Rimanevano ancora poche risorse, il cervello non le faceva capire più nulla.
Dentro il piccolo sommergibile Oberdan sentì prima i colpi e dopo venne inondato dall'acqua che proveniva dalla camera di sicurezza. Il Cyborg pensò rapidamente che qualcosa poteva esser successo, che potesse succedere e si tuffò in avanti colpendo al volto Luther Blissett che cadde a terra. Oberdan chiuse la stanza di intersezione, lo fece con una manovra brusca.
-E tu come ci sei arrivata? Qui.- Disse Blissett rialzandosi.
La Wesley non rispose, guardò i due cadaveri. Era zuppa fradicia, confusa, frastornata e avrebbe voluto sapere all'istante, in quegli istanti chi o cosa le stava chiedendo di fare quel gesto. Ed era inoltre arrivata troppo tardi, troppo tardi per non farsi prendere da quell'angoscia, quella disperazione di non aver potuto salvare le due vite.  
Intanto quel qualcuno chiedeva quel qualcosa, un ultimo sforzo.
-Un ultimo sforzo signorina Smith. Così chiedono le entità di queste pianure desertiche. Vogliono che lei combatta... che lei vinca il loro male. Quel male come dicevo al qui presente giovanotto, sono io. Io sono il demonio , io sono il Dio, il padrone, sono persino la scienza e l'invenzione, la creazione,la distruzione. Sono l'aria che respirate... e adesso... tu puoi uccidermi? Perché se tu potessi, forse io te ne sarei anche grato... chissà, forse sì, potrebbe... ma tu comunque provaci, vediamo.  
- No.- Disse l'ufficiale.
- È stata la tua compagnia a volermi come una donna soldato e adesso se permetti... mi rifiuto di versare altro sangue. Non so come e per mano di chi, ma non ho più la sonda che mi lega ad una società. Sono un cane sciolto ormai e forse chi mi ha mandato qui voleva che io me ne rendessi conto da me.
-Quella setta di eretici maledetti... non so che stregoneria abbiano potuto architettare ma avrei dovuto sterminarli anni fa.-

-Le scimmie?
-Proprio loro.

Pronunciò parole di sconforto il vecchio Luther, che poi nell'aspetto, anche senza mascherino, poi tanto vecchio non sembrava. Lo legarono e tornarono in superficie con il sommergibile. Sulla spiaggia, in riva al mare, aspettava una ragazza che sembrava una sirena, era Crisma.
-Crisma e tu come mai qui? - Chiese la Wesley.
-Non lo so...- Rispose confusa la ragazza. -Ero nel villaggio delle Scimmie... le Scimmie Spaziali e poi... ero morta e ancora dopo...io non so.
La Wesley si fece una grossa risata.
-Ok vorrà dire che mi racconterai tutto facendoci una bella bevuta. - La prese sottobraccio e la aiutò ad alzarsi da terra. Nel frattempo Oberdan teneva Blissett legato come una bestia ed ogni tanto lo prendeva a calci senza motivo.
-Sarai processato... e forse messo al rogo, vecchio! Ora cammina però e non  mi far perdere la pazienza... su su, avanti!- Ripeteva Oberdan dando luogo a tutte le sue vene da caporalmaggiore.

-Credi in Dio?-Chiese Crisma all'ufficiale.
-In Dio no, credo nella vita... e credimi è qualcosa di immenso ed irreale. È irreale forse più di Dio e della morte... ci sono luoghi e posti paralleli a questi che oggi tocchiamo. Ho visto lunghe processioni di gente andarsene... chissà dove, chissà per quale motivo. Crisma replicò.
-Ed Andrew? Era con me prima che...

-Prima che...? Qui non c'è l'agente Carter.
-Prima che io mi lasciassi cadere per terra. Prima di morire, era in una stanza con me.
-Secondo me devi esserti fatta qualcosa di pesante.
-La senti anche tu questa musica Elizabeth?

L'ufficiale la guarda sempre più basita.
-Penso che tu debba tornartene a casa ragazzina. Siamo tutti un po' provati da questa faccenda.
Da lontano intanto arrivava la dottoressa Virginia Callen.
-Ei! Ei! Dove state andando senza di me!?
-Dottoressa, quasi ci dimenticavamo di lei.- Disse sarcasticamente la Wesly.
-So che ti saresti liberata volentieri di me Elizabeth. Cosa diamine è successo lì sotto? Ho provato a contattarvi più volte?
-Non lo so.- Rispose la Wesley indicando con lo sguardo Luther Blissett e Oberdan.
-Fisher e Kewell?
-Morti.
-Morti?
-Fatti fuori da dottor Tylor o meglio... Luther Blissett qui presente.
-Ma...
-Dottoressa, sono stanca. La missione finisce qui.

A quel punto il cyborg prese una sua direzione lungo la spiaggia e si separò dagli altri.
Camminò a lungo e si lasciò dietro quelle sagome e le vide sempre più piccole voltandosi di tanto in tanto.
-Non ho più nessuna sonda in testa pensò.
I capelli lunghi sino alla spalla le accarezzavano il viso e le si arrestava una ciocca sulla bocca. Iniziò a vedere cose che avrebbe già sentito sue. Non erano più processioni di morti ma bensì processioni di vivi. Gente del suo passato, vide tutti e vide lei stessa dormire in un letto. Samantha.
-Samantha sveglia, è un nuovo giorno... -Disse una ragazza dai capelli biondo cenere.
-Lasciami stare Annie, voglio solo dormire un altro po'.
-Non è possibile che io ti lasci dormire. Devo darti una notizia sensazionale...
-Dammela in fretta e poi chiudi quella finestra, entra troppa luce.
-Abbiamo trovato una cura per la tua malattia...

Samantha si liberò dalle coperte e le spalancò gli occhi, le spalancò quasi le braccia e l'avrebbe stretta forte al suo petto. Oh, se l'avrebbe fatto, sentiva risuonare quel pianoforte dentro di sé. La romanesca di Litsz. Annie allora le si gettò tra le braccia, Pianse comossa e così fece anche la sorella.
Pianse anche la Wesley su quella spiaggia, di amarezza e di profondo dolore. Ora sapeva.
Ora sapeva di quell'intervento, di un cervello rimasto in vita per dare vita ad un cyborg. Un corpo nuovo ed una vita cancellata.
Perché tutto questo?” si domandò Elizabeth. La conoscenza porta alla sofferenza così come dopo la morte non può che esserci la riesumazione o il nulla.
Il nulla sarebbe stato meglio. Ostinata voglia maledetta che ha l'uomo. Questa voglia di vivere tramite il ricordo.”






FINE


Ringraziamenti:


Allora, la storia finalmente è completata anche se credo che la riscriverò capitolo per capitolo chissà quante altre volte. Per aver svolto un lavoro pienamente di notte e “a gratis” direi che va più che bene, no? Sì un finale carente di spiegazioni e che lascia alcune cose in sospeso ma per questo ho due validi motivi.

1 un sequel

2 non mi andava di essere pomposo o perdermi in capitoli di azione.

Non ho ancora corretto questo ultimo capitolo perché una volta gettato non posso rileggermelo subito xD ma so che mi verrà incontro come sempre Selene K a segnalarmi le correzioni.

Sono le 6.17, non ho dormito una ceppa neanche questa notte, quindi è bene che io mi sbrighi a fare questi ringraziamenti!


-A Selene K.

Perché è una grande! XD (Basterebbe solamente questo)

Mi seguiva già da Cieli rossi sull'Europa e poi ha preso Venera dall'inizio alla fine. Beh, un'esperta di generi, di film e di musica...mi ha fatto piacere nonché onore ricevere la sua attenzione dall'inizio sino alla fine. Cos'altro aggiungere? Ah sì, è anche un gran pezzo di gnocca!

Donna completa.

-Misfit.

Da me ribattezzata “la Grangia”. Dovevo ringraziarla per qualcosa ma l'ho scordato. Cazzo!


-CerealSoup.

Perché mi è stata molto vicino nei mesi in cui ho scritto la maggior parte dei capitoli. Ho immaginato Crisma come il suo volto.


-Ellealamer.

Il mio piccolo tesoro Caterina. Non potrei non citarla dopo che mi ha portato avanti quasi tutto Cieli Rossi sull'Europa.



-A b c


Perché non lo conosco, non ci ho mai parlato ma ho letto che è alle scuole medie, è un cazzo di supergenio ma ha deciso di drogarsi sin da ora. Bravo Matteo, spacchi di brutto, a presto :)


-Power Lolly.

MA STIAMO SCHERZANDO? Mi ha recensito “La fine del personaggio decadente”, è il mio idolo!

   
 
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