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Autore: Pandora86    13/01/2013    8 recensioni
È in corso il torneo interscolastico. Lo Shohoku ha appena battuto lo Shoyo guadagnandosi l’accesso alle finali. Tutti sappiamo come andranno a finire le partite, ma… come si evolveranno le relazioni tra i giocatori?? Cosa pensa Kaede Rukawa di Hanamichi Sakuragi?? E quali segreti nasconde Hanamichi Sakuragi dietro la sua perenne ilarità??
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo arrivati all’ultimo capitolo di questa prima parte della fic.
Grazie a tutte voi che avete letto, commentato e a chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Grazie a tutti, senza di voi questa storia non sarebbe arrivata fin qui.
Ci vediamo a fine capitolo per le note e per le informazioni riguardo la pubblicazione della seconda parte.
Scusate, come al solito, se ci saranno degli errori, io leggo e rileggo ma qualcosa sfugge sempre.
Buona lettura!
 

Capitolo 49. Il tuo vero volto – Parte due.
 

Era tardo pomeriggio e Rukawa era pigramente adagiato sul divano del suo salotto.

Aveva gli occhi chiusi e, all’apparenza, poteva sembrare che stesse dormendo.

In realtà, era sveglio come non mai e aveva ancora in corpo tutta l’adrenalina dovuta all’allenamento.

Il giorno dopo sarebbero partiti per i campionati nazionali ma non era questo il pensiero di Rukawa in quel momento.

Ripensava agli allenamenti del pomeriggio e alle sorprese che aveva riservato loro il suo do’hao.

Perché Rukawa, tutto si sarebbe aspettato tranne quello.

Ripercorse la giornata con la mente.

Erano andati in palestra ad allenarsi e lui, come al solito, era arrivato per primo.

In quei giorni, aveva avuto pochi contatti con Hanamichi che sembrava su un altro pianeta.

Anche quel giorno, in effetti, Hanamichi era con la testa altrove.

Più di una volta, aveva interrotto gli allenamenti dichiarando di voler giocare, e quando non li interrompeva, si estraniava, beccandosi pallonate in pieno volto.

Rukawa lo osservava con un cipiglio scuro chiedendosi cosa mai potesse frullare nella mente del do’hao.

Non aveva ancora saputo in che cosa erano consistiti i suoi allenamenti e si domandava perché Sakuragi volesse mantenere tutto quel mistero intorno a questo fatto.

Sapeva che erano andati più che bene, lo vedeva dall’aria soddisfatta del numero dieci.

Ma non pensava che, nei giorni di assenza della squadra, Hanamichi avesse compiuto l’ennesimo miracolo.

Continuò a ripercorrere con la mente il pomeriggio appena trascorso.

A un certo punto, erano apparsi sulla soglia della palestra tre giocatori dello Shoyo accompagnati da una riserva del Ryonan.

Avevano fatto loro gli auguri per l’imminente partenza ai campionati e poi a Hanamichi era venuta un’altra delle sue brillanti idee: una partita di allenamento contro di loro.

Erano solo in tre ma la riserva del Ryonan aveva dichiarato di poter provvedere agli altri due giocatori con un paio di telefonate.

Li avevano poi raggiunti Uozumi e un altro giocatore del Ryonan e, in men che non si dica, avevano cominciato a giocare.

Hanamichi all’inizio, con suo sommo dispiacere, era rimasto in panchina.

La partita era stata accesa da subito ma aveva toccato picchi d’incredibile rivalità quando avevano fatto la loro comparsa in campo Sendoh e Fukuda.

Tutti si erano resi conto di avere di fronte una squadra fortissima, composta da due registi eccezionali: Sendoh e Fushima.

Dopo un po’ di rodaggio iniziale, la squadra assortita aveva iniziato a fare delle giocate incredibili e presto lo Shohoku si era trovato in svantaggio.

Fino a che Sakuragi, con uno stratagemma,  aveva fatto il suo ingresso in campo.

Inventandosi che Kogure si era fatto male in un’ipotetica caduta, era entrato al posto suo.

E, in quel momento, erano iniziati i guai.

Se lo Shohoku era in svantaggio di poco, dopo l’ingresso di Sakuragi, la differenza punti era aumentata.

Almeno, era stato questo il pensiero di Rukawa e della squadra in generale.

Hanamichi si perdeva nei passaggi più elementari e si ostinava a provare a tirare da fuori area.

Oramai, a Rukawa era chiaro cosa avesse fatto in quella settimana.

Peccato che, essendo un principiante, Rukawa aveva capito anche che non sarebbe bastato qualche tiro d’allenamento per fare di lui una minaccia.

Di certo Anzai gli aveva spiegato come tirare ma, in una sola settimana, il numero undici era certo che Sakuragi non avesse potuto combinare granché.

Era questo che pensava e non gli si poteva neanche dare torto viste le incredibili figuracce che Sakuragi aveva regalato loro nei primi momenti di gioco.

Prima fra tutte, quando aveva provato a tirare, mandando la palla sugli spalti.

Era stato quello il momento in cui Rukawa aveva avuto la certezza che gli allenamenti di
Sakuragi avessero avuto come argomento principale i tiri da fuori.

In ogni caso, le figuracce erano continuate.

Sakuragi aveva addirittura realizzato un tiro con la testa, facendo spanciare tutti dalle risate.

Chi non rideva, lo guardava allibito.

Chi non lo guardava allibito, si disperava, e questo era il caso della sua armata che piagnucolava afflitta, blaterando qualcosa riguardante una settimana di lavoro andata persa.

Solo la babbuina esultava ma per Rukawa non faceva numero perché, da tempo, dubitava dell’effettiva sanità mentale della ragazza.

Nonostante ciò, Sakuragi continuava a ostinarsi e sembrava interessato solo a tirare per mettere in mostra la sua presunta preparazione.

Preparazioni di cui, a questo punto, Rukawa dubitava fortemente.

Era stato allora che Akagi era intervenuto spiegandogli che il suo compito era di prendere i rimbalzi e, finalmente, Hanamichi aveva iniziato a fare qualcosa di buono per la partita.

Era ora! Aveva pensato stizzito Rukawa che, a quel punto, poteva dedicarsi esclusivamente a battere Sendoh.

Non aveva, infatti, dimenticato le parole del signor Anzai che, durante quella partita gli erano ronzate spesso in testa.

Ragion per cui doveva concentrarsi solo ed esclusivamente a battere il numero sette del Ryonan.

Non aveva intenzione di perdere, né quella partita né altre.

A fine allenamento poi avrebbe parlato con il do’hao, cercando di capire che diavolo gli passasse per la testa.

Poi era avvenuto l’incredibile: Hanamichi aveva tirato in sospensione.

“Sarà questo il tiro dell’allenamento di cui parlava?” aveva domandato allibito il play maker.

“Ma che ne so! Magari è stato un colpo di fortuna!” aveva risposto Mitsui.

“Un super colpo di fortuna!” non era riuscito a trattenersi Rukawa.

Ma, come avevano capito tutti, non era stato un colpo di fortuna.

Infatti, Sakuragi aveva reso chiaro a tutti che era diventato un tiratore completo segnando ancora, dopo un bellissimo passaggio in aria di Miyagi.

Ora era evidente a tutti; Hanamichi aveva imparato a tirare in una sola settimana.

Anzai non gli aveva solo insegnato la postura o le basi per la posizione di tiro ma addirittura la tecnica completa del tiro da fuori area che, come aveva dimostrato poi in seguito,
Hanamichi aveva compreso a pieno.

Il tutto, in una sola settimana.

E Rukawa aveva incominciato a ricredersi ancora di più.

Sapeva che Hanamichi aveva del talento però, quello che aveva realizzato nella settimana trascorsa, aveva dell’incredibile.

Quello che aveva provato, guardando Hanamichi in perfetta posizione di tiro, era stata adrenalina pura.

L’eccitazione che aveva provato non era quantificabile.

La partita incominciava ad andare in loro favore finalmente e Fukuda era dovuto uscire perché, con un Sakuragi che tirava da fuori, la sua difesa era cadente.

Era stato allora che Hanamichi aveva avuto la sua prima grande vittoria: era riuscito a battere Fukuda.

Ma, la cosa incredibile era come in un giorno solo e in una sola partita Hanamichi avesse sbaragliato tutti.

Perché, quando aveva stoppato Sendoh, che era compito suo marcare, Rukawa non aveva potuto fare altro che guardarlo correre in contropiede e mettere a segno una delle sue fenomenali schiacciate.

Era stato allora che Hanamichi aveva avuto la sua seconda vittoria: aveva battuto Sendoh e di conseguenza, anche lui, perché non era riuscito a fermare il contropiede del numero sette del Ryonan.

Ancora una volta, Hanamichi era stato l’uomo chiave della squadra.

Aveva segnato i due punti che avevano portato in vantaggio la squadra allo scadere del tempo.

Rukawa aveva osservato gli altri corrergli incontro ed esultare con lui, festeggiando la vittoria, ed era rimasto in disparte con il cuore in subbuglio gonfio di emozioni, tutte rivolte verso il suo do’hao.

Orgoglio, amore, affetto, soddisfazione. Tutte sensazioni che aveva provato nello stesso momento.

Queste e molte altre, tale da creare un mix impossibile da definire.

E ora, nella tranquillità della sua casa, le sentiva ancora vibrare dentro.

Tutta la gelosia provata verso Hanamichi nel momento in cui l’aveva visto con Haruko in palestra, tutta la mancanza per l’improvvisa separazione, erano svanite.

Anche se il do’hao non era con lui in quel momento, lo sentiva vicino come non mai.

Tutto, grazie ai suoi miracoli e al suo immenso talento.

Ora, Sakuragi era diventato un giocatore completo. Gli mancava l’esperienza ma poco contava; l’avrebbe acquisita insieme a lui.

Perché Rukawa non si sarebbe fatto battere. Si sarebbero allenati insieme.

Avrebbero giocato insieme.

Finalmente, sulla stessa lunghezza d’onda.

Proprio perché immerso in questi pensieri non si accorse del suono del campanello.

Andò ad aprire svogliatamente chiedendosi chi mai potesse prendersi la briga di fargli visita.

Tutto si aspettava, tranne la persona che si trovò dinanzi.

“Tu?”
 

                                   ………………………………………………..

 

Yhoei metteva un po’ d’ordine nel suo armadio, rovistando fra il suo personale disordine e quello aggiunto del suo migliore amico.

Il giorno dopo, Hanamichi sarebbe partito per i campionati nazionali e lui, con un po’ di fortuna, insieme all’armata magari sarebbe riuscito a mettere da parte qualche soldo per andare a fare il tifo.

Gli ultimi risparmi guadagnati non erano molti se considerava le spese delle riparazioni del suo motorino, danneggiatosi proprio al ritorno da lavoro mentre scansava un gatto.

Comunque, lui era ottimista. Con il lavoretto alla spiaggia che aveva insieme all’armata forse, qualche partita, avrebbe potuto vederla.

Magari, pensò ironico, qualche altro tifone sarebbe venuto in suo aiuto.

Era stato proprio grazie a quel fenomeno atmosferico che aveva quasi recuperato le spese del motorino.

I due proprietari degli stabilimenti sulla spiaggia avevano offerto loro un guadagno extra se li avessero aiutati a mantenere in piedi le loro baracche durante la notte di cattivo tempo.

Ripensò a quella notte con un sorriso; in fondo, si era divertito un mondo.

Guardò l’armadio sconsolato. Sarebbe stata dura preparare la borsa a Hanamichi visto il disordine.

D’altro canto, era sicuro che, se non avesse provveduto lui, Hanamichi avrebbe raggiunto il luogo dei campionati senza neanche la divisa probabilmente.

Di conseguenza, toccava a lui preparargli la borsa ma, la cosa, non gli dispiaceva.

Era stata una settimana impegnativa, ripagata ampiamente dalle soddisfazioni che Hanamichi aveva avuto nel pomeriggio.

Con uno stratagemma del tutto casuale (la presenza di tre giocatori dello Shoyo in palestra) era, infatti, riuscito a far vedere a tutti quanto aveva imparato.

Era normale che dopo volesse stare un po’ con la sua volpe, Yhoei se lo aspettava.

Non appena arrivato a casa, infatti, aveva espresso il desiderio di raggiungere Rukawa e ovviamente lui, in qualità di suo fidato braccio destro, migliore amico ecc… ecc…, lo aveva
esortato ad andare, raccomandandogli solo di passare a salutarlo prima della fatidica partenza.

Mito era, infatti, sicuro che Hanamichi non sarebbe tornato tanto presto.

Tuttavia, anche lui aveva un grande lavoro da fare, perciò si era messo a lavoro fischiettando allegramente e pensando che finalmente anche la tempesta più brutta della vita di Hanamichi era passata.

Anche se, visti quei due, di certo i teatrini comici e gli equivoci non sarebbero mai mancati.
 

                                 ………………………………………………..
 

Se Sakuragi avesse saputo quello che lo aspettava, forse avrebbe riconsiderato l’idea di andare a trovare il suo, ormai, ragazzo.

Tutto aveva pensato, e conoscendo la kitsune di cose strampalate ne aveva pensate molte, tranne quella di avere un pugno, una volta entrato in casa e aver detto qualche innocente frase.

Perché erano innocenti; su questo non aveva alcun dubbio, pensava massaggiandosi lo stomaco e guardando in cagnesco l’altro.

In fondo, lo aveva solo aggiornato a grandi linee della sua settimana e delle sue decisioni.

Forse era stato un po’ troppo striminzito e frettoloso nel parlare ma comunque, le cose erano tante e, per una persona esagitata come lui, era improponibile che uscisse fuori un racconto
calmo e coerente.

Eppure tutto filava, pensava con ostinazione massaggiandosi lo stomaco, trovando impeccabili le sue mosse e i suoi ragionamenti.

A quanto pareva invece, per Rukawa, non era così.

Anche se Hanamichi dubitava che avesse sentito il resto giacché il pugno era partito
immediatamente dopo che aveva nominato le sue uscite con Haruko.

Che cacchio! Non gli aveva fatto spiegare un bel niente.

“Vuoi rogne Rukawa?” domandò velenoso visto che l’altro continuava a guardarlo fisso.

“No!” esclamò secco l’altro. “Ora mi sento meglio!”

“Eh?” domandò Hanamichi esibendosi in tutta la sua perplessità.

“Argomento chiuso!” continuò il numero undici.

“Ma se lo rifai, ti ammazzo!” concluse, andando a sedersi con noncuranza.

Hanamichi capì immediatamente cosa voleva dire.

Non voleva che fra lui e Rukawa ci fossero ombre perciò provò, ancora una volta, o forse per la prima volta con una discreta coerenza, a spiegare le sue ragioni.

“È comunque una persona importante per me, Kaede!” cominciò, andando a sedersi accanto a lui e chiamandolo per nome con dolcezza.

“Lo so!” lo stupì l’altro.

“Intendo provare a dichiararti” concluse facendosi più vicino a Hanamichi che, a sua volta, sorrise di rimando.

Rukawa, infatti, aveva perfettamente capito i motivi dell’altro.

E, se non giustificava la prima uscita con la ragazza, trovava logica la seconda.

Hanamichi era una persona allegra, aperta e solare; socievole di natura insomma, al contrario di lui.

A Hanamichi piaceva avere amici ed era legato alla ragazza.

Rukawa sapeva che Sakuragi tendeva a legarsi molto alle persone e di conseguenza, da un lato era contento che sorella del capitano fosse sua amica.

In fondo, rimaneva comunque innamoratissima della super matricola, quindi, finché Hanamichi era suo, non vedeva il problema.

Certo, un po’ di gelosia, anzi molta in verità, c’era sempre, ma era rivolta di più verso gli eventuali amici maschi (viste le tendenze di Hanamichi) che verso la ragazza.

Motivo per cui, l’argomento era chiuso.

Non intendeva privare Hanamichi delle persone che gli stavano intorno, purché questi rimanesse suo.

Fu per questo che si fece sempre più vicino alla bocca dell’altro.

Gli era mancato e, visto che Sakuragi era andato a trovarlo di sua spontanea volontà, non scacciò la tentazione di avere un contatto più intimo con lui.

“Sei stato bravo” gli sussurrò a un soffio di labbra, riferendosi alla partita del pomeriggio e osservando l’altro sgranare gli occhi per lo stupore.

“Ai campionati nazionali, faremo grandi cose!” dichiarò con il tono di una grande e solenne promessa.

Promessa che Hanamichi ci tenne a rimarcare prontamente.

Era la prima volta che Rukawa gli faceva un complimento, riferito al basket, così intenso e questo, insieme alla vicinanza dell’altro, bastò a scaldargli il cuore e a desiderare una vicinanza sempre più immediata con il numero undici.

“Contaci kitsune!” sussurrò, prima di lasciarsi travolgere dalle labbra di Rukawa.

Ora non c’era più bisogno di parole.

In fondo, tra loro che avevano comunicato per lo più a pugni e insulti, non ce ne era mai stato bisogno.

Si spogliarono con intensità, toccandosi impetuosi.

Si baciarono con voracità, mai sazi delle labbra dell’altro.

Gesti vecchi come il mondo, eppure sempre nuovi per loro, carichi ogni volta di un’emozione diversa e sempre più grande.

Entrambi sentivano di avere bisogno di quel contatto. Entrambi sentivano che non ne avrebbero più potuto fare a meno.

Fu un ritrovarsi dopo tempo, con una nuova speranza per il futuro.

Fu  un accarezzarsi dolce, dopo un periodo di attesa.

Fu  un amarsi con rispetto, dopo essersi cercati a lungo.

Fu questo ma, al contempo, molto altro ancora.

L’indomani, sarebbero partiti per i campionati nazionali ma al momento, mentre si toccavano scoprendo i loro corpi con la stessa intensità della prima volta, nessuno dei due ci pensava.

Al momento, erano solo due giovani innamorati, non il teppista e la super matricola di ghiaccio.

Solo due ragazzi con un grande sogno nel cassetto. Solo due ragazzi con un brillante avvenire.

Le difficoltà ci sarebbero state.

Di certo, i campionati sarebbero stati più difficili del previsto.

Di certo, il futuro avrebbe riservato loro sorprese che neanche immaginavano.

Ma, in quel momento, mentre si baciavano con ardore, non aveva importanza.

Niente aveva importanza.

Erano solo due giovani, in pace con se stessi, che osservavano dolcemente l’uno il volto dell’altro.

Senza più maschere e sotterfugi. Senza pagliacciate e spacconate.

Solo due volti che si mostravano l’uno all’altro.

I loro veri volti.
 

                                ………………………………………..
 

Yhoei osservò la schiena di Hanamichi farsi sempre più piccola fino a che non lo vide svoltare l’angolo.

Ovviamente, Hanamichi era in un ritardo immenso ma era certo che la squadra gli avrebbe perdonato questa piccola svista.

Di certo Akagi lo avrebbe accolto alla stazione con un sonoro pugno in testa.

Ayako, probabilmente, avrebbe dato aria al suo ventaglio.

Rukawa l’avrebbe accolto con un idiota in piena regola e Mitsui e Miyagi l’avrebbero preso in giro.

Kogure, dal canto suo, avrebbe cercato di calmare gli animi fin troppo infuocati già dalle prime ore mattutine.

Lui, invece, sarebbe rimasto per il momento a Kanagawa ma non aveva importanza.

Era certo che presto avrebbe raggiunto Hanamichi per andare a fare il tifo e, nel frattempo, lo lasciava in buone mani.

Hanamichi quella mattina era entrato di corsa abbracciandolo stretto.

In fondo, era la prima volta che prevedevano di stare separati per un periodo così lungo.

Ma a nessuno dei due importava in quel momento.

Erano intenzionati a vivere finalmente la vita attimo per attimo e Yhoei era sicuro che non avrebbe sentito la mancanza di Hanamichi.

Questo perché avrebbe conservato, fino a quando la squadra non fosse ritornata a Kanagawa,
il ricordo del volto di Hanamichi di quella mattina.

Un volto sereno, un volto gioioso e pieno di vita.

Un volto carico d’aspettativa per l’avvenire.

Un volto che, anche avendo a disposizione molte maschere, sceglie finalmente di mostrarsi per quello che è.

Il  suo vero volto.

E lui, Yhoei Mito, aveva mantenuto la sua promessa.
 
 
 

Fine prima parte.
 

Note:
 

Il capitolo è ambientato dalla puntata 97 alla puntata 101.

La prima parte della storia, tutta anime, si è conclusa.

Presto pubblicherò la seconda parte che prenderà interamente spunto dal manga e, probabilmente, ci sarà anche una terza parte che partirà dalla fine del manga e sarà tutta di mia invenzione.

Nel frattempo, visto che ho bisogno di ancora un po’ di tempo per finire di scrivere la seconda parte, domenica prossima pubblicherò una nuova fic intitolata “Il mare di notte”.

Non si collega assolutamente a questa ed è una fic molto leggera, di appena quattro capitoli.

Al termine di questa, pubblicherò la seconda parte de “Il tuo vero volto”.
 
Che altro dire… innanzitutto grazie a tutte voi che avete recensito e seguito la mia storia. Non vi cito perché, distratta come sono, rischierei di dimenticare qualcuno e non voglio.

GRAZIE MILLE! È  merito vostro se la storia è arrivata fino a qui.

Spero che vi sia piaciuta e che mi seguirete anche nella seconda parte.

Nel frattempo… vi saluto qui, sperando di ritrovarvi domenica prossima con la fic che farà da intramezzo fra la prima e la seconda parte di questa.

Un grande abbraccio e grazie ancora.

Pandora86
  
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