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Autore: nals    13/01/2013    1 recensioni
E' solo un modo per tirarsi fuori, evitare che si spacchi come le mani d'inverno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salamandre.
 

 

 Va' al diavolo.

 
 
“Spegni. Spegni quella merda.” Dice Vì, premendosi le mani sulle orecchie.
E tu pensi ‘merda sarai tu’, distogliendo lo sguardo perché non ti va. Non ti va di starci male.
Alzi il volume, lei dorme.
Ma forse non dorme, cioè, non dorme per davvero.
È solo un modo per tirarsi fuori, evitare che si spacchi come le mani d’inverno.
È solo un modo per difendersi. E non sentirsi più.
Si ricopre di crema, come le mani d’inverno, dormendo.
È una grande stronza lei, ti hanno insegnato. Lei, lei la vita.
Tu annuisci, ma fino a prova contraria, questa vita qui non l’hai mai conosciuta davvero.
‘Bastarda,’ sussurra sempre Vì quando l’abbracci e vorresti urlarle che probabilmente l'unica vera bastarda sia lei. Lei che ti stringe troppo forte.
 
“Spegnila, cazzo.”
Ma tu non spegni nulla, osservi le lenzuola tendersi al suo accartocciarsi.
Si fa piccola piccola, Vì, quando fa male. È piccola piccola, Vì, perché fa male sempre.
Lo ricordi bene quel giorno. Quando ti prese per il collo e ti ficcò di testa nello schermo di quel computer decrepito che dovreste cambiare da anni.
“PERCHÈ ?” ha detto. E ha urlato tanto forte che ti si sono tappate le orecchie e poi, poi non ci hai capito più niente. Non hai sentito sbattere nulla; la porta si è rotta, però.
C’erano il nero e il giallo a due dita dalla faccia e una grossa scritta in grassetto.
“Perché io no?” Intendeva questo Vì. Ma lei non sa parlare chiaro. Devi saperci leggerle attraverso.
“Perché io no?”
Perché qualcuno ha deciso così, hai pensato tu, ma non le hai mai detto niente.
 
“Spegni, per favore.”
Tu non l’ascolti e apri la finestra. Pensi che Vì prenda tutto troppo sul serio.
 
 
“SPEGNI QUELLA RADIO, IDIOTA!”
‘Va’ al diavolo’, dici e lei non parla più. Ti guarda come non ti ha mai guardato e la radio urla e la sua voce somiglia tanto a quella della Nina che il tipo del supermercato ascolta a palla a tutte le ore del giorno. Sbaglia sempre i conti.
“Bastava dimenticare di averlo, Vì. Bastava fingere che non esistesse,” dici e vai via. Così.
Lei continua a guardarti come non ti ha mai guardato, mentre decidi che non ti stavi sbagliando. Si tratta proprio della Nina che il tipo del supermercato ascolta a tutte le ore del giorno. Qualche volta piange.
La porta vorresti sbatterla, ma è rotta già.
 
 
 
“Il cuore nuovo della salamandra.”
Era questa la scritta in grassetto in mezzo a tutto il giallo-nero sullo schermo del vostro computer decrepito, quel giorno.
Le salamandre non sanno cosa significhi, non sanno come sia avere il vuoto tra le costole; il loro, di cuore, sa rigenerarsi.
Tu pensi che siano tutte cretinate e che quei rettili appariscenti, che alla fine non sai se siano rettili davvero, non ci guadagnino poi molto.
Per rigenerarsi il cuore dovrà pur frantumarsi, no? Il male lo sentiranno sempre.
Sorridi. Lo dirai a Vì una volta a casa.
Vì, che si fa piccola quando fa male. Vì, che è così piccola perché fa male sempre.
 
 
Le insegnerai a non averne bisogno, le hai detto riaccendendo la radio. In cambio le hai chiesto di tenere la Stronza fuori da casa vostra.
Ha accettato, sorridendo.

E tu sei felice, davvero. La radio non si spegne più.

 
   
 
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