The
Little Mermaid.
Parte
1.
Chiude
la cerniera dello zaino con un sorriso soddisfatto, guardandosi intorno
nella
sua stanza alla ricerca di qualcosa che potrebbe essersi dimenticato;
è un
disastro come al solito, con vestiti gettati ovunque e pacchetti vuoti
di
patatine, risalenti all'ultima volta che Niall e Liam sono venuti a
stare da
lui per il weekend, abbandonati sul pavimento e sulla scrivania. Sua
madre l'ha
rimproverato più di una volta per il disordine, ma Louis non
ha mai mosso un
dito per rimediare: la sua stanza a lui piace così
com'è, e non ha mai permesso
a nessuno di entrarci per mettere tutto a posto, nemmeno alle cameriere
quando
era piccolo, perché è sempre stato esageratamente
geloso delle proprie cose.
Recupera
il portafoglio e il cellulare da sotto le lenzuola del suo letto
sfatto, infila
entrambi nelle tasche dei pantaloni, e prima di uscire dalla camera si
guarda
allo specchio; ridacchia pensando all'espressione sospettosa sul viso
di suo
padre quando gli ha detto che avrebbe passato la notte da Liam, ha
sicuramente
capito che era l'ennesima balla, ma non è un suo problema:
dopotutto è stato
lui a proibirgli di essere se stesso alla luce del sole, la scelta di
farlo
mentendogli è una semplice conseguenza del suo divieto. Si
sistema il ciuffo
sulla fronte con un sorriso malizioso a piegargli le labbra, poi mette
lo zaino
in spalla ed esce dalla sua camera premurandosi di chiudere la porta a
chiave;
ha scoperto quasi per caso che le sue sorelle hanno la brutta abitudine
di
entrarci quando lui non c'è, per fare chissà che
cosa, e ha dovuto prendere
provvedimenti.
La
villa in cui abitano è davvero troppo grande, perfino per
una famiglia di sette
persone come la sua, e quella continua ostentazione della loro
ricchezza a
volte gli fa schifo: la prima volta che ha portato Niall a casa con
lui, ha
visto negli occhi blu del suo migliore amico un senso di inadeguatezza
che l'ha
fatto sentire in colpa per ore. Con quel ricordo amaro nella mente,
entra nel
salotto per salutare la sua famiglia: le gemelle gli corrono subito
incontro e
si aggrappano ad entrambe le sue gambe come due piccoli koala,
facendolo
sorridere mentre accarezza le loro teste, dopo aver posato a terra lo
zaino con
i vestiti che indosserà non appena sarà a casa di
Liam.
– Sto
uscendo, – annuncia quando le sue sorelline allentano la loro
presa,
avvicinandosi al divano per schioccare un bacio sulla fronte di Fizzy e
scompigliare i capelli a Lottie, sedute vicine e intente a spettegolare
come
loro solito; si sporge oltre la spalliera per dare un bacio anche alla
madre,
poi guarda dritto negli occhi di suo padre e sorride, – non
telefonatemi a meno
che non sia necessario, ok? Detesto quando interrompete le mie serate
con i
ragazzi per sapere solo se sto bene.
– Non
credo che sia una buona idea, – bofonchia Liam, come ogni
volta, mentre sono in
coda per entrare nel locale che Niall ha suggerito per quella notte;
è sempre
lui a tentare di dissuadere gli altri due, senza mai riuscirci, e anche
questa
volta Louis si volta verso di lui e ride della sua espressione
tentennante.
–
Nessuno ti costringe, Li, – lo punzecchia, mentre Niall
ridacchia e cinge le
spalle di Liam con un braccio, baciandogli con tenerezza una guancia,
– se hai
paura, lo sai, puoi rimanere a casa.
Il
ragazzo sbuffa, arrossendo un poco e mettendo su un broncio adorabile
che fa
ridere il più grande.
– Non
posso lasciarvi soli, combinereste qualche disastro come l'ultima
volta, –
ribatte, incrociando le braccia sul petto; se non sapesse che Liam ha
davvero
paura che possano fare qualcosa e ficcarsi nei guai, Louis riderebbe
dei suoi
tentativi sempre uguali di trattenerli, perché sembra
davvero che abbia
studiato a memoria un copione.
–
Allora sei costretto a venire con noi, – ribatte Niall con un
sorriso,
stringendolo in un abbraccio e posando le labbra sulle sue per uno dei
loro
soliti baci affettuosi e al limite del melenso; Louis ridacchia,
guardando il
modo in cui Liam si rilassa quasi istantaneamente al contatto della
bocca di
Niall sulla propria, e una mano va a sistemare ancora una volta il
ciuffo di
capelli sopra la fronte, quasi come se fosse un tic nervoso; la fila
comincia
finalmente a scorrere, e dopo un'altra manciata di minuti sono dentro
il
locale.
Louis
ha sempre pensato che tra Niall e Liam potesse, dovesse,
esserci
qualcosa di più; ma Niall, con la sua solita
sincerità disarmante, ha negato
più di una volta la possibilità di una relazione
tra di loro diversa da quella
attuale. Liam è etero fino al midollo, dice sempre
ridacchiando, e i baci che
di tanto in tanto si scambiano sono dettati da un amore completamente
fraterno;
si conoscono da quando erano nella culla, aggiunge ogni volta, sarebbe
strano
pensare di poter voler qualcosa di più da una persona che
per lui rappresenta
un secondo fratello. E Louis, pur volendo, non insiste mai; se Niall
gli dice
una cosa, è sicuramente la verità; non
è mai stato capace di mentire, non a lui
almeno, e le poche volte che ha tentato di farlo, come quando ha
cercato di
nascondere la cotta che aveva nei suoi confronti, il suo corpo l'ha
tradito: le
sue guance diventano sempre rosse quando dice una bugia, e i suoi occhi
guardano ovunque tranne che verso quelli della persona con cui sta
parlando.
È
seduto al banco del bar da qualche minuto, Louis, e non riesce a
smettere di
osservarli mentre ballano insieme, ridendo e scherzando tra di loro
mentre le
mani accarezzano le spalle e i fianchi; ha bevuto abbastanza da non
sentirsi in
colpa nel riportare alla mente i momenti in cui le mani di Niall erano
sul suo
corpo, sotto i vestiti, e la sua bocca accarezzava con dolcezza tutta
la pelle
che riusciva a raggiungere mentre era steso sul letto accanto a lui;
avevano
quindici e diciassette anni, ed era la sua prima volta. Louis si era
sentito
strano mentre rubava la verginità al suo migliore amico, e
gli occhi di Niall
erano sgranati e acquosi nel momento in cui era entrato nel suo corpo
con tutta
la cura e la calma del mondo; Louis aveva riso della sua espressione
scioccata
e un po' imbarazzata quando era venuto senza alcun preavviso tra i loro
corpi
allacciati, ma l'aveva baciato con dolcezza per fargli capire che
andava tutto
bene, che non c'era niente di cui preoccuparsi, prima di riprendere a
spingere
nel suo corpo e raggiungere a sua volta l'orgasmo.
– Va
tutto bene, Lou? – è proprio la voce di Niall a
riportarlo alla realtà,
sovrastando il volume della musica, e Louis non può fare
altro che ridere e
annuire, allungando le braccia per avvolgerle intorno al suo torace e
tirarselo
più vicino; il ragazzo sorride divertito, chinandosi appena
per abbracciarlo a
sua volta ed appoggiare il volto nell'incavo tra il suo collo e la
spalla.
–
Pensavo a quando siamo stati a letto insieme, – mormora Louis
in tono
cospiratorio, direttamente nel suo orecchio, la risata che torna ad
affiorare
alle sue labbra mentre gli accarezza schiena; Niall è
sicuramente arrossito,
sente il calore della sua guancia contro il collo, ma sa che sta
sorridendo:
non hanno mai avuto problemi a parlare tra di loro di ciò
che è successo quella
volta, sono sempre stati abbastanza tranquilli a riguardo. La
risata di
Niall, infatti, accompagna la sua pochi secondi dopo.
– Per
questo sei sull'attenti? – domanda il ragazzo, posando un
bacio leggero sulla
sua spalla prima di sciogliere l'abbraccio e guardarlo con palese
divertimento nelle
iridi blu. Louis guarda verso il basso, sorpreso dalle sue parole, e
ride
ancora più forte quando vede il rigonfiamento nel cavallo
dei propri pantaloni;
dovrebbe essere imbarazzato e cercare di nascondere l'evidenza come
farebbe una
persona normale, ma tutto ciò che riesce a fare è
chiedersi come possa non
essersene accorto prima.
– Uh,
probabile, – ammette senza problemi, un sorriso ancora
più ampio sul volto, –
eri eccitante mentre cercavi di scusarti per essermi venuto addosso
dopo
nemmeno cinque minuti.
–
Coglione, – lo apostrofa Niall, ridendo e dandogli uno
schiaffo divertito sulla
spalla, prima che anche Liam li raggiunga con un'espressione
interrogativa sul
viso; Louis sbuffa, un brillio allegro negli occhi chiari, e scende
dallo
sgabello su cui è seduto con un balzo.
–
Vado a cercare qualcuno disposto a rimediare a questa, –
spiega, ridendo e
accennando con il capo all'erezione che i suoi pantaloni troppo stretti
non
camuffano nemmeno un po'; Liam arrossisce, perché pur
essendo abituato alla schiettezza
di Louis certe cose ancora lo mettono tremendamente in imbarazzo, e si
volta in
fretta verso Niall, che ridacchia gongolante.
–
Sesso sicuro, Lou! – grida quello, un secondo prima che il
suo migliore amico
venga inghiottito nella calca di ragazzi e ragazze che ballano sulla
musica
troppo alta.
Louis
sente gli sguardi un po' nervosi che Liam gli riserva con la coda
dell'occhio,
mentre sta stravaccato sul sedile passeggero della piccola auto di
seconda mano
che i Payne hanno comprato al figlio dopo che ha superato l'esame per
la
patente; Niall si è appisolato sui sedili posteriori non
appena sono saliti in
macchina, il suo respiro pesante e regolare riempie l'abitacolo, e Liam
guida
in silenzio per le strade ancora trafficate della città,
diretto a casa sua.
– Se
vuoi dirmi qualcosa dovresti farlo, – borbotta Louis
all'ennesimo sguardo,
staccando il viso dal finestrino e voltandosi direttamente verso di
lui, – le
tue continue occhiate sono fastidiose.
Liam
si morde l'interno della guancia con le sopracciglia appena aggrottate.
–
Dovresti smetterla, Lou, – mormora, fermandosi a un semaforo
rosso e
fronteggiandolo, – di bere così tanto, di scoparti
sconosciuti nei bagni, di
ridurti in questo stato pietoso usando me e Niall come coperture con i
tuoi genitori,
– continua, alzando la voce e gettando subito un'occhiata ai
sedili posteriori
per controllare che l'altro ragazzo stia ancora dormendo.
La
risata di Louis è bassa e amara, irritata, e i suoi occhi
azzurri sono troppo
freddi quando li riporta in quelli castani dell'amico, le labbra
piegate in una
smorfia che potrebbe lontanamente ricordare un sorriso, i denti piccoli
e
bianchi scoperti; Liam rabbrividisce d'istinto, e stringe
più forte il volante.
–
E poi? – ribatte, con una voce così spenta che
Liam si pente di aver intavolato
il discorso; non sa cosa si prova ad essere costretto a nascondersi,
non l'ha
mai saputo e ne è felice, ma le cose stanno diventando
troppo pesanti e
soffocanti, non riesce più a tenersele dentro. –
Dovrei fare quello che vuole
mio padre, cercarmi una ragazza di buona famiglia, portarmela
all'altare, fare
tanti figli ed essere infelice per tutta la vita? Questa è
l'unica libertà che
mi è concessa, Li, non giudicarmi se voglio viverla.
– Non
ti sto giudicando, non potrei mai farlo, – mormora subito
l'altro, un po' sulla
difensiva ma comunque sincero, allungando una mano per sfiorare quella
dell'altro abbandonata sul sedile, – ho solo paura; vedo
quando stai male ogni
volta, vedo che non sei felice, Lou. Io... scusa, davvero, non volevo
peggiorare la situazione, è che sono preoccupato per te,
– distoglie ancora una
volta lo sguardo, puntando gli occhi sul semaforo e mordendosi ancora
più forte
l'interno della guancia, fino a sentire il sapore del sangue sulla
lingua.
Louis
non risponde e volta di nuovo il capo verso il finestrino, e Liam
vorrebbe
tornare indietro nel tempo per evitare quella discussione; e se avesse
rovinato
tutto, con quelle parole? Louis non vuole la pietà di
nessuno, né la
compassione; avrebbe dovuto tenere a freno la lingua, probabilmente non
vorrà
neppure parlargli ancora, adesso. Il semaforo diventa verde, e un
secondo prima
che riparta Liam sente la mano dell'altro ragazzo posarsi sulla sua
gamba,
vicino al ginocchio.
– Non
preoccuparti per me, Li, – la sua voce è un
bisbiglio quasi inudibile, ma per
Liam è come tornare a respirare dopo essere stato in apnea
per minuti interi, –
starò bene, prima o poi.
Salve,
bellezze! Irene ed io non abbiamo abbandonato questa avventura/follia,
non vi
preoccupate. :D
Questa è la prima parte del nostro lavoro sulla Sirenetta,
scritta da me (sono
Roberta, lol), che ha deciso per conto proprio di diventare una long;
non so
ancora con esattezza quanti capitoli avrà, ne prevedo circa
una decina più uno
bonus che sto progettando, e sarà aggiornata una volta a
settimana, la
domenica, salvo imprevisti di qualche genere. Nel caso qualcosa ci/mi
impedisca
di pubblicare un capitolo, lo faremo/farò comunque il prima
possibile.
Btw,
questo capitolo è una specie di introduzione
all’AU che abbiamo immaginato,
come avrete capito, e più avanti succederanno un sacco di
casini perché, oh, l’avete
visto La Sirenetta della Disney, almeno una volta nella vita, no? ;)
Speriamo
vi sia piaciuta, ci aggiorniamo domenica prossima! ♥