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Autore: Robene    13/01/2013    1 recensioni
– E poi? (...) Dovrei fare quello che vuole mio padre, cercarmi una ragazza di buona famiglia, portarmela all'altare, fare tanti figli ed essere infelice per tutta la vita?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney's and Tales.'
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The Little Mermaid.

 

 

Parte 1.

 

Chiude la cerniera dello zaino con un sorriso soddisfatto, guardandosi intorno nella sua stanza alla ricerca di qualcosa che potrebbe essersi dimenticato; è un disastro come al solito, con vestiti gettati ovunque e pacchetti vuoti di patatine, risalenti all'ultima volta che Niall e Liam sono venuti a stare da lui per il weekend, abbandonati sul pavimento e sulla scrivania. Sua madre l'ha rimproverato più di una volta per il disordine, ma Louis non ha mai mosso un dito per rimediare: la sua stanza a lui piace così com'è, e non ha mai permesso a nessuno di entrarci per mettere tutto a posto, nemmeno alle cameriere quando era piccolo, perché è sempre stato esageratamente geloso delle proprie cose.
Recupera il portafoglio e il cellulare da sotto le lenzuola del suo letto sfatto, infila entrambi nelle tasche dei pantaloni, e prima di uscire dalla camera si guarda allo specchio; ridacchia pensando all'espressione sospettosa sul viso di suo padre quando gli ha detto che avrebbe passato la notte da Liam, ha sicuramente capito che era l'ennesima balla, ma non è un suo problema: dopotutto è stato lui a proibirgli di essere se stesso alla luce del sole, la scelta di farlo mentendogli è una semplice conseguenza del suo divieto. Si sistema il ciuffo sulla fronte con un sorriso malizioso a piegargli le labbra, poi mette lo zaino in spalla ed esce dalla sua camera premurandosi di chiudere la porta a chiave; ha scoperto quasi per caso che le sue sorelle hanno la brutta abitudine di entrarci quando lui non c'è, per fare chissà che cosa, e ha dovuto prendere provvedimenti.
La villa in cui abitano è davvero troppo grande, perfino per una famiglia di sette persone come la sua, e quella continua ostentazione della loro ricchezza a volte gli fa schifo: la prima volta che ha portato Niall a casa con lui, ha visto negli occhi blu del suo migliore amico un senso di inadeguatezza che l'ha fatto sentire in colpa per ore. Con quel ricordo amaro nella mente, entra nel salotto per salutare la sua famiglia: le gemelle gli corrono subito incontro e si aggrappano ad entrambe le sue gambe come due piccoli koala, facendolo sorridere mentre accarezza le loro teste, dopo aver posato a terra lo zaino con i vestiti che indosserà non appena sarà a casa di Liam.
– Sto uscendo, – annuncia quando le sue sorelline allentano la loro presa, avvicinandosi al divano per schioccare un bacio sulla fronte di Fizzy e scompigliare i capelli a Lottie, sedute vicine e intente a spettegolare come loro solito; si sporge oltre la spalliera per dare un bacio anche alla madre, poi guarda dritto negli occhi di suo padre e sorride, – non telefonatemi a meno che non sia necessario, ok? Detesto quando interrompete le mie serate con i ragazzi per sapere solo se sto bene.

 

– Non credo che sia una buona idea, – bofonchia Liam, come ogni volta, mentre sono in coda per entrare nel locale che Niall ha suggerito per quella notte; è sempre lui a tentare di dissuadere gli altri due, senza mai riuscirci, e anche questa volta Louis si volta verso di lui e ride della sua espressione tentennante.
– Nessuno ti costringe, Li, – lo punzecchia, mentre Niall ridacchia e cinge le spalle di Liam con un braccio, baciandogli con tenerezza una guancia, – se hai paura, lo sai, puoi rimanere a casa.
Il ragazzo sbuffa, arrossendo un poco e mettendo su un broncio adorabile che fa ridere il più grande.
– Non posso lasciarvi soli, combinereste qualche disastro come l'ultima volta, – ribatte, incrociando le braccia sul petto; se non sapesse che Liam ha davvero paura che possano fare qualcosa e ficcarsi nei guai, Louis riderebbe dei suoi tentativi sempre uguali di trattenerli, perché sembra davvero che abbia studiato a memoria un copione.
– Allora sei costretto a venire con noi, – ribatte Niall con un sorriso, stringendolo in un abbraccio e posando le labbra sulle sue per uno dei loro soliti baci affettuosi e al limite del melenso; Louis ridacchia, guardando il modo in cui Liam si rilassa quasi istantaneamente al contatto della bocca di Niall sulla propria, e una mano va a sistemare ancora una volta il ciuffo di capelli sopra la fronte, quasi come se fosse un tic nervoso; la fila comincia finalmente a scorrere, e dopo un'altra manciata di minuti sono dentro il locale.

 

Louis ha sempre pensato che tra Niall e Liam potesse, dovesse, esserci qualcosa di più; ma Niall, con la sua solita sincerità disarmante, ha negato più di una volta la possibilità di una relazione tra di loro diversa da quella attuale. Liam è etero fino al midollo, dice sempre ridacchiando, e i baci che di tanto in tanto si scambiano sono dettati da un amore completamente fraterno; si conoscono da quando erano nella culla, aggiunge ogni volta, sarebbe strano pensare di poter voler qualcosa di più da una persona che per lui rappresenta un secondo fratello. E Louis, pur volendo, non insiste mai; se Niall gli dice una cosa, è sicuramente la verità; non è mai stato capace di mentire, non a lui almeno, e le poche volte che ha tentato di farlo, come quando ha cercato di nascondere la cotta che aveva nei suoi confronti, il suo corpo l'ha tradito: le sue guance diventano sempre rosse quando dice una bugia, e i suoi occhi guardano ovunque tranne che verso quelli della persona con cui sta parlando.
È seduto al banco del bar da qualche minuto, Louis, e non riesce a smettere di osservarli mentre ballano insieme, ridendo e scherzando tra di loro mentre le mani accarezzano le spalle e i fianchi; ha bevuto abbastanza da non sentirsi in colpa nel riportare alla mente i momenti in cui le mani di Niall erano sul suo corpo, sotto i vestiti, e la sua bocca accarezzava con dolcezza tutta la pelle che riusciva a raggiungere mentre era steso sul letto accanto a lui; avevano quindici e diciassette anni, ed era la sua prima volta. Louis si era sentito strano mentre rubava la verginità al suo migliore amico, e gli occhi di Niall erano sgranati e acquosi nel momento in cui era entrato nel suo corpo con tutta la cura e la calma del mondo; Louis aveva riso della sua espressione scioccata e un po' imbarazzata quando era venuto senza alcun preavviso tra i loro corpi allacciati, ma l'aveva baciato con dolcezza per fargli capire che andava tutto bene, che non c'era niente di cui preoccuparsi, prima di riprendere a spingere nel suo corpo e raggiungere a sua volta l'orgasmo.
– Va tutto bene, Lou? – è proprio la voce di Niall a riportarlo alla realtà, sovrastando il volume della musica, e Louis non può fare altro che ridere e annuire, allungando le braccia per avvolgerle intorno al suo torace e tirarselo più vicino; il ragazzo sorride divertito, chinandosi appena per abbracciarlo a sua volta ed appoggiare il volto nell'incavo tra il suo collo e la spalla.
– Pensavo a quando siamo stati a letto insieme, – mormora Louis in tono cospiratorio, direttamente nel suo orecchio, la risata che torna ad affiorare alle sue labbra mentre gli accarezza schiena; Niall è sicuramente arrossito, sente il calore della sua guancia contro il collo, ma sa che sta sorridendo: non hanno mai avuto problemi a parlare tra di loro di ciò che è successo quella volta, sono sempre stati abbastanza tranquilli a riguardo. La risata di Niall, infatti, accompagna la sua pochi secondi dopo.
– Per questo sei sull'attenti? – domanda il ragazzo, posando un bacio leggero sulla sua spalla prima di sciogliere l'abbraccio e guardarlo con palese divertimento nelle iridi blu. Louis guarda verso il basso, sorpreso dalle sue parole, e ride ancora più forte quando vede il rigonfiamento nel cavallo dei propri pantaloni; dovrebbe essere imbarazzato e cercare di nascondere l'evidenza come farebbe una persona normale, ma tutto ciò che riesce a fare è chiedersi come possa non essersene accorto prima.
– Uh, probabile, – ammette senza problemi, un sorriso ancora più ampio sul volto, – eri eccitante mentre cercavi di scusarti per essermi venuto addosso dopo nemmeno cinque minuti.
– Coglione, – lo apostrofa Niall, ridendo e dandogli uno schiaffo divertito sulla spalla, prima che anche Liam li raggiunga con un'espressione interrogativa sul viso; Louis sbuffa, un brillio allegro negli occhi chiari, e scende dallo sgabello su cui è seduto con un balzo.
– Vado a cercare qualcuno disposto a rimediare a questa, – spiega, ridendo e accennando con il capo all'erezione che i suoi pantaloni troppo stretti non camuffano nemmeno un po'; Liam arrossisce, perché pur essendo abituato alla schiettezza di Louis certe cose ancora lo mettono tremendamente in imbarazzo, e si volta in fretta verso Niall, che ridacchia gongolante.
– Sesso sicuro, Lou! – grida quello, un secondo prima che il suo migliore amico venga inghiottito nella calca di ragazzi e ragazze che ballano sulla musica troppo alta.

 

Louis sente gli sguardi un po' nervosi che Liam gli riserva con la coda dell'occhio, mentre sta stravaccato sul sedile passeggero della piccola auto di seconda mano che i Payne hanno comprato al figlio dopo che ha superato l'esame per la patente; Niall si è appisolato sui sedili posteriori non appena sono saliti in macchina, il suo respiro pesante e regolare riempie l'abitacolo, e Liam guida in silenzio per le strade ancora trafficate della città, diretto a casa sua.
– Se vuoi dirmi qualcosa dovresti farlo, – borbotta Louis all'ennesimo sguardo, staccando il viso dal finestrino e voltandosi direttamente verso di lui, – le tue continue occhiate sono fastidiose.
Liam si morde l'interno della guancia con le sopracciglia appena aggrottate.
– Dovresti smetterla, Lou, – mormora, fermandosi a un semaforo rosso e fronteggiandolo, – di bere così tanto, di scoparti sconosciuti nei bagni, di ridurti in questo stato pietoso usando me e Niall come coperture con i tuoi genitori, – continua, alzando la voce e gettando subito un'occhiata ai sedili posteriori per controllare che l'altro ragazzo stia ancora dormendo.
La risata di Louis è bassa e amara, irritata, e i suoi occhi azzurri sono troppo freddi quando li riporta in quelli castani dell'amico, le labbra piegate in una smorfia che potrebbe lontanamente ricordare un sorriso, i denti piccoli e bianchi scoperti; Liam rabbrividisce d'istinto, e stringe più forte il volante.

– E poi? – ribatte, con una voce così spenta che Liam si pente di aver intavolato il discorso; non sa cosa si prova ad essere costretto a nascondersi, non l'ha mai saputo e ne è felice, ma le cose stanno diventando troppo pesanti e soffocanti, non riesce più a tenersele dentro. – Dovrei fare quello che vuole mio padre, cercarmi una ragazza di buona famiglia, portarmela all'altare, fare tanti figli ed essere infelice per tutta la vita? Questa è l'unica libertà che mi è concessa, Li, non giudicarmi se voglio viverla.
– Non ti sto giudicando, non potrei mai farlo, – mormora subito l'altro, un po' sulla difensiva ma comunque sincero, allungando una mano per sfiorare quella dell'altro abbandonata sul sedile, – ho solo paura; vedo quando stai male ogni volta, vedo che non sei felice, Lou. Io... scusa, davvero, non volevo peggiorare la situazione, è che sono preoccupato per te, – distoglie ancora una volta lo sguardo, puntando gli occhi sul semaforo e mordendosi ancora più forte l'interno della guancia, fino a sentire il sapore del sangue sulla lingua.
Louis non risponde e volta di nuovo il capo verso il finestrino, e Liam vorrebbe tornare indietro nel tempo per evitare quella discussione; e se avesse rovinato tutto, con quelle parole? Louis non vuole la pietà di nessuno, né la compassione; avrebbe dovuto tenere a freno la lingua, probabilmente non vorrà neppure parlargli ancora, adesso. Il semaforo diventa verde, e un secondo prima che riparta Liam sente la mano dell'altro ragazzo posarsi sulla sua gamba, vicino al ginocchio.
– Non preoccuparti per me, Li, – la sua voce è un bisbiglio quasi inudibile, ma per Liam è come tornare a respirare dopo essere stato in apnea per minuti interi, – starò bene, prima o poi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve, bellezze! Irene ed io non abbiamo abbandonato questa avventura/follia, non vi preoccupate. :D
Questa è la prima parte del nostro lavoro sulla Sirenetta, scritta da me (sono Roberta, lol), che ha deciso per conto proprio di diventare una long; non so ancora con esattezza quanti capitoli avrà, ne prevedo circa una decina più uno bonus che sto progettando, e sarà aggiornata una volta a settimana, la domenica, salvo imprevisti di qualche genere. Nel caso qualcosa ci/mi impedisca di pubblicare un capitolo, lo faremo/farò comunque il prima possibile.
Btw, questo capitolo è una specie di introduzione all’AU che abbiamo immaginato, come avrete capito, e più avanti succederanno un sacco di casini perché, oh, l’avete visto La Sirenetta della Disney, almeno una volta nella vita, no? ;)
Speriamo vi sia piaciuta, ci aggiorniamo domenica prossima!

   
 
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