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Autore: f9v5    13/01/2013    3 recensioni
(Crossover Inazuma Eleven-Sonic, ma solo per la presenza di un personaggio; prequel del videogioco "Shadow the hedgehog")
La sua squadra, la potente Night Star, sconfitta da quei mocciosetti?
Ancora non riusciva a capacitarsene, quel che era peggio era che non avrebbe neanche potuto vendicarsi; ancora poche settimane e sarebbe ritornato in un altro sonno millenario, al suo nuovo risveglio di quegli impiccioni non sarebbe rimasta neanche la polvere.
E quindi, eccolo lì a sbraitare e imprecare, lanciando maledizioni a vanvera, sperando, tra l’altro inutilmente, che ciò l’avrebbe fatto sentire meglio.
-Vuoi la vendetta?! C’è un modo per ottenerla!-
Nota: ci sono delle coppie su cui sono fermamente saldo, altre invece no, quindi lascerò a voi lettori(ammesso che c'è ne saranno) la scelta.
Cosa preferite?
1) Aki x Kazuya o Rika x Kazuya(deciso)
2)Yuuya x Haruna o Yuuki x Haruna (deciso)
Ok, non ho altro da aggiungere, buona lettura a tutti!
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il regno di Notturnia, un luogo che non aveva niente da invidiare all’inferno che tutti conosciamo, considerando che tutto ciò che lo caratterizzava non poteva essere descritto da un aggettivo che fosse diverso da infernale.
Un’immensa grotta scavata fin nelle profondità della Terra, talmente oscura che, se qualcuno avesse mai dovuto entrarci, avrebbe raccontato sicuramente di un luogo orribile, spaventoso a tal punto da prendere immediatamente il primo posto come “il luogo più spaventoso in cui io sia mai stato!”
Non ci sarebbe stato assolutamente nulla da ridire su questo, se la cosa si fosse venuta a sapere; d’altronde, pochi sono coloro che hanno davvero avuto il coraggio di scendere in quell’abisso di pura malvagità, ancor meno sono coloro che sono tornati.
Eppure, non molto tempo prima, qualcuno c’era riuscito!
-WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!- un urlo profondo e oscuro squarciò l’opprimente quiete di quel luogo, come ad intimare ad inopportuni visitatori di stare alla larga da lì.
La gigantesca quanto potente figura del sovrano del regno oscuro si alzò possente, ergendosi da un profondo abisso, dal quale, tuttavia, si poteva vedere solo il busto di quell’essere, tanto era alto.
La sua rabbia era incommensurabile e anche giustificabile, dal suo punto di vista.
Aveva dovuto aspettare mille anni, prima di potersi risvegliare, tutto quello di cui aveva bisogno era un sacrificio umano; a quel punto il suo potere sarebbe stato ripristinato al completo, avrebbe portato l’oscurità sul mondo, avrebbe dominato incontrastato.
E invece com’era andata?!
Il suo glorioso momento mandato completamente a puttane da un gruppo di ragazzini che tiravano calci ad un pallone.
La sua squadra, la potente Night Star, sconfitta da quei mocciosetti?
Ancora non riusciva a capacitarsene, quel che era peggio era che non avrebbe neanche potuto vendicarsi; ancora poche settimane e sarebbe ritornato in un altro sonno millenario, al suo nuovo risveglio di quegli impiccioni non sarebbe rimasta neanche la polvere.
E quindi, eccolo lì a sbraitare e imprecare, lanciando maledizioni a vanvera, sperando, tra l’altro inutilmente, che ciò l’avrebbe fatto sentire meglio.
-Come avete potuto fallire? COME AVETE OSATO FALLIRE?!- non trovò sfogo migliore del suo fedele servitore Desuta, in piedi su una colonna di roccia davanti a lui.
-Sono…sono veramente costernato, mio signore. Non immaginavo che quegli insulsi umani fossero tanti forti.- cercò di giustificarsi il ragazzo, ma il sovrano demoniaco non se ne faceva niente delle sue scuse.
-Non me ne fotte niente delle tue giustificazioni, Desuta. Degli insulsi umani dici che erano?! Allora spiegami perché siete stati sconfitti, spiegami perché il male non sta divagando sulla terra, spiegami perché siamo ancora segregati in questa grotta invece che essere la fuori a distruggere e dominare! SPIEGAMELO DESUTA!- tuonò furente il demone, scuotendo le profondità di Notturnia fin nelle viscere.
Il ragazzo, arrogante e sicuro quando aveva giocato contro la Inazuma era ora piegato in ginocchio, in uno sguardo di completa sottomissione che nascondeva un perfettamente comprensibile timore.
Sapeva che il suo padrone avrebbe potuto distruggerlo in qualunque istante; certo, non aveva recuperato appieno i poteri a causa del suo fallimento, ma non gli ci voleva niente di più che uno schiocco di dita e lui sarebbe precipitato negli abissi infernali, in cui la sua anima avrebbe marcito per l’eternità; era la punizione che meritava per aver deluso il suo signore.
Desuta cominciò anche a sudare freddo, quando sentì lo sguardo del suo sovrano puntato su di lui; era pronto ad affrontare le conseguenze del suo gesto, se il suo padrone lo avesse ritenuto necessario.
-Alzati in piedi, Desuta!- il ragazzo obbedì prontamente.
-Non posso negare di essere a dir poco deluso da ciò che è successo, quindi ti darò l’opportunità di lavare il disonore che ti ha infangato. Come ben sai, io tra breve rientrerò in un sonno profondo; fino al mio risveglio, do ordine che tu e la tua squadra vi alleniate. Ma non mi basta che diventiate più forti, pretendo che diventiate invincibili! Se c’è una lezione che dobbiamo imparare da questa sconfitta è che ci sarà sempre qualcuno che tenterà di ostacolare i nostri propositi. Ma la prossima volta saremo pronti! Confido in te, Desuta, un secondo fallimento non sarà tollerato.-
Il ragazzo riprese un po’ di colore in volto -La ringrazio, mio signore, non sprecherò la seconda opportunità che mi ha dato!- assicurò il ragazzo in nero, che tuttavia non riuscì a esimersi dall’esprimere un particolare dettaglio che lo infastidiva notevolmente.
-Quello che mi da il tormento, mio signore, è che tra mille anni quegli impiastri che ci hanno messo i bastoni tra le ruote non ci saranno più. Avrei tanto voluto l’occasione di vendicarmi, schiacciarli sotto la mia grande potenza e fargliela pagare per l’umiliazione che ci hanno inflitto!-
Il re di Notturnia grugnì in segno d’assenso.
-Su questo ti do ragione. Se potessimo vendicarci di loro, rientrerei nel mio sonno con una grande soddisfazione che renderebbe più sopportabile l’attesa.-
Sarebbe stato fantastico, non poteva negarlo: prendere quei mocciosi, uno ad uno, fargli assaporare i dolori più atroci, le torture più infernali che conosceva, si sarebbe beato delle loro urla di dolore, avrebbe goduto quando, ormai in fin di vita, lo avrebbero implorato, strisciando come vermi, di porre fine alle loro sofferenze.
-Vuoi la vendetta?! C’è un modo per ottenerla!-
Sia il demone sovrano che il suo servitore emisero un breve verso di sorpresa.
Chi aveva parlato? Chi aveva osato entrare nel loro regno?
-Chi sei? Fatti vedere!-
La misteriosa entità decise di obbedire all’ordine del gigantesco mostro; davanti agli occhi di Desuta e del suo signore apparve un piccolo essere che nessuno dei due aveva mai visto: un occhio munito di tentacoli che fluttuava in aria.
Senza dare a nessuno dei due il tempo di parlare, l’occhio indirizzò il suo sguardo verso l’alto, proiettando un immagine olografica.
Non appena l’immagine dell’essere si mostrò, Desuta sgranò gli occhi terrorizzato: quell’essere, chiunque egli fosse, emanava un potere immenso, quasi uguale, se non pari, a quello del suo signore.
Ma com’era possibile, si stava chiedendo, che qualcuno potesse possedere un tale potere demoniaco?
Quei tre occhi poi, che sembravano voler scrutare lui e il sovrano fin nei minimi dettagli, gli davano il voltastomaco, per un motivo a lui sconosciuto.
-Il sovrano di Notturnia. Avevo sentito delle leggende sul tuo conto. Finalmente posso incontrarti di persona; bè, si fa per dire, visto che questa è solo la mia proiezione.-
Al sovrano non piaceva quel tono calmo e apparentemente cordiale, ma rispose al medesimo modo.
-Sono onorato che tu volessi conoscermi, ma sembra che io parta svantaggiato; tu sai chi sono, io suo tuo conto sono completamente ignorante, invece.-
-Oh, perdona la mia mancanza di rispetto, potente sovrano. Il mio nome è Black Doom!- si presentò l’essere in tono educato e maligno.
-Il piacere è mio!- replicò il re con la stessa falsa cordialità.
Dopo alcuni istanti di silenzio, il sovrano riprese la parola.
-E dimmi, Black Doom, cosa ti ha spinto a venire qui da me, in questo luogo maledetto e dimenticato da tutti? Hai qualcosa da propormi forse?- chiese con malcelata curiosità.
-Ma certo, è appunto per questo che sono qui! Diciamo che io potrei aiutarti ad ottenere la vendetta che tanto brami! Ho visto quegli esseri inferiori, la loro sfrontatezza e stupidità che li ha spinti a intralciarti e impedire il risveglio totale della tua potenza.- quelle ultime parole furono più taglienti di un rasoio, il re di lo percepì chiaramente, quel segno di presa in giro.
Doom trovava divertente il fatto che fosse stato sconfitto, ma preferì non reagire alla sua provocazione; poteva essere un alleato valido, meglio non perderselo.
-Sono curioso di sentire la tua proposta.-
La tensione era ai massimi livelli; quella che, a una semplice vista, sembrava una normale discussione(per quanto possa essere normale sentir discutere due entità malvagie e gigantesche) era in realtà una complessa partita a scacchi tra due esperti giocatori.
Entrambi muovevano le pedine per cercare di mettersi sin dall’inizio in una posizione di vantaggio, al momento erano alla pari.
-E’ piuttosto semplice, in realtà: far sì che quegli umani si distruggano a vicenda. E prima che tu me lo chieda, ho già il modo per farlo, ma necessito del tuo aiuto.- ecco spiegato perché si trovava lì.
Il re lo fissava con sguardo indagatore facendogli segno di procedere.
-Vedi, ho visto che, dopo la prima sconfitta contro quei mocciosi, vi siete serviti del potere della pietra di Notturnia per assoggettare i giocatori del regno di Celestia; idea geniale, semplice ma geniale, se posso permettermi un parere; peccato i risultati non siano cambiati(aggiunse ancora una volta, con falso dispiacere). Ed ecco che entro in gioco io: con il mio potere sarò in grado di rendere ancor più efficace il potere della pietra di Notturnia, non solo potrai controllare chiunque tu voglia, potrai anche aumentare il suo potere, ottenendo così dei guerrieri invincibili e fedeli, marionette che non attenderanno altro che tu muova i loro fili.-
Se Black Doom avesse avuto la bocca, avrebbe rivolto un ghigno di rimando al sovrano di Notturnia, il quale era rimasto davvero colpito dal progetto del suo neo-alleato.
Certo, far si che quegli impiastri si distruggessero da soli, ma sotto il suo volere, sarebbe stata una soddisfazione doppia per lui.
Ma il sovrano non era stupido; nessuno ti propone patti del genere senza sapere di poterci guadagnare a sua volta.
-Un’idea davvero interessante, non c’è che dire. Ma cosa ti sta spingendo a farlo, a te cosa ne verrebbe da un eventuale riuscita di questo piano?-
-Sei sveglio, sovrano; in effetti, ho tanto da guadagnarci quanto te. Tra alcuni mesi, la mia cometa, la Black Comet, entrerà nell’orbita terrestre. Sai, penso che la Terra sia un bel pianeta, tutto sommato, quindi ho pensato “perché non conquistarlo?”. Ma, ovviamente, i terrestri, per quanto deboli e patetici, cercheranno sicuramente di opporsi! Qualcuno potrebbe sempre creare dei grattacapi, quindi, sai com’è, preferisco estirpare le erbacce ancor prima che diventino tali!-
Ora che Black Doom aveva esposto il suo disegno sorse il problema: entrambi volevano il dominio sul mondo, quando, tra mille anni, il re si sarebbe risvegliato, sarebbe scattata una guerra apocalittica.
E non era da escludere che ne uscissero entrambi male…insomma morti!
-E sentiamo, cosa pensi che accadrà tra mille anni? Di certo non me ne starò in disparte mentre tu ti divertirai e dubito che tu non l’abbia pensato.- chiese il re con una leggera nota di disapprovazione.
-Mille anni passano più lentamente di quanto credi, sovrano! Ogni cosa a suo tempo, non trovi?-
E lì, in quel regno infernale e maledetto, dove la puzza di zolfo infestava l’aria, due esseri maligni, dotati di una forza che sarebbe bastata a far tremare l’universo, sancirono un tacito accordo di reciproca collaborazione.
Nessuno dei due aveva piena fiducia nell’altro, ma fin quando i rispettivi obbiettivi non si sarebbero intralciati, nessuno dei due avrebbe avuto troppo da ridire.
-Allora, Black Doom, come pensi di cominciare?- il re fu così “gentile” da lasciargli la prima mossa, il tre occhi colse la palla al balzo.
-Purtroppo la mia cometa è troppo distante dal pianeta affinché io possa teletrasportarmici e tu non puoi uscire da qui. Come quindi puoi dedurre, nessuno dei due può agire direttamente. Ma so già chi potrà farlo per noi! Per quanto la cosa ti disgusterà, non che io ne sia entusiasta, avremo bisogno dell’aiuto di un umano.-
E fu lì che il sovrano di Notturnia non ci vide più!
-COME OSI PROPORMI UNA COSA DEL GENERE? PENSI DAVVERO CHE MI METTERO’ NELLE MANI DI UNO CHE APPARTIENE ALLA RAZZA CHE MI HA COSTRETTO QUAGGIU’?!-
Tuttavia, Black Doom riuscì a farlo ragionare -Ascolta, come ti ho già detto, neanche a me piace l’idea di affidare ad un umano lo svolgimento del piano; ne avrei tranquillamente fatto a meno, ma è l’unico modo perché entrambi, come ti ho già detto, siamo impossibilitati, ciascuno per i suoi motivi. Vuoi la tua vendetta oppure no?-
Era ovvio che quella fosse una domanda retorica, a cui il sovrano non diede neanche peso.
-D’accordo Doom, facciamo a modo tuo. Chi sarebbe l’umano?- a questa domanda, però, l’interessato sviò il discorso.
-Al momento non è importante, ti rivelerò la sua identità al momento opportuno! Nelle prossime ore dovremo concentrare le nostre  energie solo e soltanto per potenziare la pietra di Notturnia. Una volta che il processo sarà completo, faremo in modo che il nostro “alleato” entri in possesso di un frammento della pietra.-
-A questo ci penserà Desuta, sarà il tuo modo per riscattarti; dico bene, schiavo?- e lì si rivolse nuovamente al ragazzo.
Per tutto il lasso di tempo in cui il suo signore aveva conversato con il loro ospite, Desuta era rimasto in religioso silenzio, chiedendosi cosa ci faceva lui in mezzo a quei due mostri, lui che non era lontanamente paragonabile a loro sotto nessun aspetto.
Alla domanda del suo sovrano non riuscì nemmeno a parlare, limitandosi ad un cenno d’assenso seguito da un inchino.
-Bene, ora lasciaci soli!- a quell’ordine, il ragazzo svanì in una nube nera.
Una volta soli, partì un’intensa sfida di sguardi tra i due alleati-nemici.
Probabilmente una sfida a chi avrebbe ceduto prima, ma entrambi preferirono lasciar perdere al momento e pronunciarono in contemporanea.
-COMINCIAMO!-
Era il primo passo, il primo passo che lì avrebbe portati ai loro obbiettivi: il primo avrebbe ottenuto la tanto agognata vendetta, il secondo avrebbe cominciato a spianarsi la strada per la futura invasione.
I loro avversari non sarebbero riusciti a fermarli…in nessun modo!
 
 
 
  
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