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Autore: llAmortentia    13/01/2013    1 recensioni
Seth prese un sasso piatto dalla sabbia dove eravamo,scaldati dal caldo sole di luglio,e lo lanciò nel fiume di la Push facendolo saltare gioioso tra le calme acque che si increspavano leggermente.
Il ragazzo mi lanciò un'occhiata non troppo convinta,ma dopo pochi istanti ritornò con lo sguardo su quella vasta distesa azzurra.
-"Non sto scappando da quello che sono, Seth. Vorrei solo prendere una pausa" presi un respiro e quell'inspiegabile senso di soffocamento si fece sentire,di nuovo.
-"Sai,da me,da tutte queste sfighe,da quest'immortalità. Vorrei essere normale,per un po'. Non dover sapere niente di tutto questo" continuai sconsolata abbassando la testa.
-"Allora andiamocene" propose lui d'un tratto. "Io e te,una meta sperduta. Non importa dove,ma saremo lontano da qui".
Continuai a setacciare la sabbia dalla mano sinistra a quella destra e sorrisi sognante ancora a testa bassa.
-"Emily" mi chiamò dolcemente,dopo qualche minuto di silenzio e mi alzò il viso delicatamente,mettendo il mio sguardo in parallelo al suo "saresti disposta a prenderti una pausa e affidarti totalmente a me?" i suoi occhi brillavano con un progetto gradevole in testa.
-"Si,lo voglio" annuii sorridendogli.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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 -CAPITOLO 6-


La macchina rallentò e Seth spense il motore. Nel suo volto potevo leggere un misto di emozioni tra cui spiccavano ansia e dispiacere. La casa di Sam era tranquillamente al suo posto, mentre io ero agitatamente nel posto sbagliato. Durante il viaggio gli avevo raccontato cos'era accaduto,ne avevamo discusso e lui indignato mi aveva dato ragione.

-”Sono tanto nei guai con Jake?” chiesi guardando fuori dal finestrino.
-”Un po'” mi accarezzò la mano per attenuare la sua risposta.
-”Non puoi venire dentro con me?” gli volsi uno sguardo supplichevole.
Se fosse stato al mio fianco,per lo meno,Jake non mi avrebbe fatto a pezzi.
-”Temo di no. Tuo padre mi ha dato l'ordine” enfatizzò su quella parola “di andare a riprendere la moto” abbassò la testa mortificato.
-”Dovrò cavarmela da sola,perfetto” alzai gli occhi al cielo e scesi dalla macchina con molta energia,troppa forse poiché Seth ci restò dentro immobile.

Forse si era offeso,forse era solo preoccupato per me. Me ne importava poco in quel momento,mi aveva lasciata sola. Cosa diavolo pretendeva?
Mi incamminai verso il patibolo d'esecuzione,mentre dentro il mio corpo nessun organo voleva stare fermo. Gridavano tutti 'scappa!',ma come scappare da quello che avevo fatto? Mi sarei procurata solo altri guai.
Bussai timorosa alla porta prima di entrare.

-”Sam? Emily?” li chiamai ma nessuno rispose.

'Brutto segno Emily,brutto segno.' pensai mordendomi il labbro inferiore.

Avanzai incerta verso il salotto dove appena entrata vidi una folla radunata che mi aspettava con ansia. Sam,Emily,mamma,papà,e alcuni dei miei 'fratelli' lupi erano seduti sul divano,con occhi di rimprovero.
Mia madre non appena notò la mia mascella gonfia e livida sgranò gli occhi preoccupata e si addolcì leggermente. Abbassai lo sguardo intimidita e dispiaciuta. Jake si alzò per venirmi incontro,ma si fermò per ammirare fuori dalla finestra e scrutare il vuoto. Della sua espressione,che intravidi a mala pena,non riuscivo a prevedere niente,era duro,di pietra,un muro indecifrabile. Era la mia fine.

-”Mi ha chiamato la scuola” iniziò duro.
-”Lo so” risposi con un filo di voce
-”Ti rendi conto di quanto sia grave,Emily Sarah Black” pronunciò il mio nome per intero “un comportamento del genere?” si voltò verso di me distogliendo lo sguardo dal bosco lontano.
-”Si ma..”
-”Sei una Black,ricordatelo bene. I Black non sono bulletti della scuola che vanno in giro a fare risse” iniziò a scaldarsi.
Feci per dire qualcosa ma le parole non mi uscirono,ero pietrificata dalla paura e dal disgusto. Cosa aveva raccontato quell'idiota del preside? A cosa aveva creduto mio padre? Alla menzogna?
-”Emily quello che hai fatto è stato molto stupido e azzardato” mi rimproverò Renesmee con un pizzico di dolcezza nella voce. “Perchè l'hai fatto? Non ti abbiamo insegnato che alzare le mani non serve a niente?”
-”Mamma io,io non volevo. Mi ha insultato e io non ci ho visto più” misi le mani trai capelli mentre anche io cercavo di trovare una spiegazione al mio gesto di ribellione nei riguardi di Jason Dixon.
-”Sei una discendente di Ephriam Black,arrivi a la Push e infanghi il suo nome? Hai idea di quante generazioni ci siano state prima di te,prima di me? Non ti permetterò di rovinare tutto.”

Iniziò con la solita ramanzina,quella imparata a memoria sul 'manuale dei perfetti genitori',quella che non riesci a scampare indipendentemente dalla tua età. Dovevo mantenere la calma o avrei dato ragione al sig. Wilson. Perchè non mi davano retta?

-”Posso parlare?” chiesi scocciata dalla voce di mio padre.
-”No” rispose secco “sei in punizione per un mese”
-”Cosa?!” mi avvicinai a lui.

Un flashback mi colpì. Era la stessa cosa che avevo detto al preside! Il mio corpo iniziava a pizzicarmi e tenere a freno la lingua diventava sempre più un'impresa eroica.
In casa non volava una mosca; Solo il mio respiro affannato e quegli degli altri,sembravano regnare senza limiti.

-”Hai capito bene” puntualizzò e incrociò le braccia in segno di autorità.
-”Papà quello mi ha dato dell'ibrido! Mi ha detto che sono una traditrice del mio sangue” mi giustificai alzando la voce,ma Jake non voleva ascoltarmi.
-”Non uscirai per un mese,non vedrai Seth per un mese” iniziò con un elenco,come se lo avesse imparato a memoria.
-”Perchè devo pagare io le conseguenze se è stato quello stupido ammasso di pulci a iniziare? Pensi che io mi diverta a far scambiare la mia faccia per una bistecca?!” gli urlai addosso allo stremo.

La mia faccia iniziò a cambiare colore e a scaldarsi. Le vene del mio volto sembravano scoppiare,le potevo sentire ingrossarsi sempre di più dallo sforzo.
Jake si girò e non ci pensò due volte prima di colpire con una manata lo stesso lato 'scassato' dall'altro lupo.
Mi ritrovai di nuovo a terra con la testa che girava terribilmente dal doppio dolore. Perchè oggi ce l'avevano tutti con la mia mandibola? Non c'era scritto 'colpitemi,tanto non sento nulla!'
Sentii,in quella poca lucidità mentale che mi era rimasta,mi madre trattenere il respiro e scattare velocemente verso di me per proteggermi.

-”Avevi promesso che non l'avresti fatto!” urlò indignata guardando Jacob con gli occhi lucidi.

Papà ci osservava,tremante senza trovare una parola.
Lo immobilizzai con lo sguardo e sostenni le sue occhiate,carbonizzandolo.

-”Andiamo a prendere del ghiaccio,vieni” mamma mi aiutò ad alzarmi.

Con la guancia che pulsava dal dolore lanciai un'ultima occhiata all'uomo che mi aveva creata,maledicendo il giorno in cui aveva progettato una mezza di niente.

'Grazie per avermi ascoltato e difeso' gli rinfacciai mentalmente.
Mamma agitata mi trascinò in cucina,da dove non uscii fino a quando non si fu accertata che la mia mascella non fosse rotta.

  
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