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Autore: loveyouzayn    13/01/2013    3 recensioni
Kathlyn viene salvata in punto di morte da un vecchio amico, Zayn.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 The story of a person and her angel
Mi chiamo Kathlyn e adesso vivo a Londra ma non sono nata qui, la mia purtroppo infelice infanzia l'ho vissuta a Bradford. 
Come già detto prima non ho trascorso una bella infanzia. Sono cresciuta con mia madre e il suo compagno, mio padre non l'ho mai visto anzi sì una volta se ricordo bene dovevo avere sì e no undici anni. All'età di otto anni mia nonna morì anche se non risentì particolarmente della sua morte in quel momento dato che ero ancora una bambina ma con il tempo iniziai a sentirne la mancanza, pochi mesi dopo la scomparsa di mia nonna mia madre si trasferì a Londra per lavoro e io rimasì a Bradford con il mio 'patrigno'. 
Ancora oggi odio quei due tre anni che furono i più tristi e brutti della mia vita sino ad allora, ogni giorno l'assenza di mia madre causava un vuoto sempre più grande dentro di me. Un giorno che non ricordo anzi una sera quell'uomo che 'uomo' non si può chiamare approfitò di me.  Non l'ho mai detto a nessuno neanche a mia madre, tuttora quel orribile accaduto mi tormenta.
Quel periodo finì con il ritorno di mia madre ma io non ne fui particolarmente felice perché dovetti trasferirmi con lei a Londra, dovevo lasciare anche i pochi amici che ero riuscita a farmi.  Ci sarebbe stata una persona che mi sarebbe mancata più di tutti, non era proprio un mio amico, all'inizio frequentava la mia stessa scuola, ci avevo scambiato qualche parola ma un giorno si trasferì in un'altra scuola e non l'ho vidì più, mi ero innamorata dei suoi occhi, del suo fare da ragazzino innocente, del suo sorriso, della sua timidezza, tutto in lui mi piaceva. Zayn mi sarebbe mancato più di tutti.
Riuscii a farmi degli amici anche a Londra, una ragazza in particolare, Vicky, le volevo molto bene avrei fatto di tutto per lei. Intanto mia madre aveva lasciato quel uomo e io ne fui molto felice, l'avevo sempre odiato e anche lei con quella scelta si liberò di un grande peso. Se per mia madre era un bel periodo per me non lo era affatto, per una serie di avvenimenti successi a scuola Vicky tentò di buttarsi dalla finestra e poi altri inconvenienti rovinarono completamente il nostro rapporto. I suoi occhi erano sempre gli stessi ma quando fissavano i miei notavo un velo di odio nei miei confronti, non ho mai saputo perché un bel giorno decise di non parlarmi più come prima e io caddii in una leggera depressione dato che per me era unica e le volevo bene ma a lei non importava.
L'ultima pugnalata al cuore arrivò con la morte di mia madre, fu la goccia che fecce traboccare tutto. Avevo sempre avuto un rapporto a dir poco bellissimo con lei, sembravamo più amiche che madre e figlia. Lei era sempre stata l'unica mia raggione di vita, e ora era volata via.
Prima della sua morte ero una ragazza che nonostante soffrisse sorrideva sempre, amavo i colori, il sole, e la natura. Tutto ciò che era vivo mi faceva sorridere. Amavo vestirmi e truccarmi sempre con colori raggianti, allegri, forse per nascondere agli altri il dolore che sopportavo ogni giorno. 
Insieme all'addio a mia madre diedi addio anche all'allegria che accompagnava le mie giornate, mi truccavo di nero, mi vestivo di nero, la mia stanza era quasi tutta nera, avevo anche smesso di sorridere non avevo un motivo per farlo ero rimasta completamente sola.
Avevo iniziato ad uscire ogni sera andando nei locali, mi aiutava a dimenticare tutto il dolore che durante il giorno mi perseguitava, non mi importava se non mi faceva bene alla salute tanto non volevo vivere.
Tuttavia ancora non ero arrivata al punto di volermi togliere la vita, mia madre mi aveva chiesto di essere forte ed era l'unico motivo per il quale cercavo di andare avanti. Mi ero trovata un lavoro come modella, richiedevo sempre gli abiti scuri e per questo lavoro il sorriso non serviva quindi era perfetto. L'alcool era un bel amico ma non ne facevo mai la mia vita, bevevo ma mai troppo, restavo sempre in grado di reggermi in piedi. 
Una di quelle sere andai come sempre in un locale, ricordo bene che era un sabato di settembre, e quella volta non riuscii a trattenermi. La mattina ero andata a trovare la tomba di mia madre e avevo pianto tutto il giorno così mi lasciai andare. Tra tutti i volti che si muovevano in quella stanza mi sembrò di vedere il 'suo' viso ma era tardi e prima di riuscire a guardare meglio sentii una sensazione di vuoto e vidii il buio totale.
Mi risvegliai in una stanza completamente bianca e da subito capii che non mi trovavo nella mia stanza, notai attaccati al mio braccio vari tubi e uno schermo che mostrava i battiti del mio cuore forti come sempre a causa della mia tachicardia. Mi girai dall'altra parte della stanza e vidii una figura maschile dormire con la testa poggiata sulle braccia su una sedia poco più in là del mio letto. Mi soffermai a osservarlo ma non riuscivo a capire ne chi fosse ne perché si trovasse lì.
< Finalmente si è svegliata> annunciò un'infermiera entrando nella stanza 
< Lei è Kathlyn Steve, giusto> continuò l'infermiera aproppiandosi del mio braccio sinistro 
< Sì, ahi> dissi con un piccolo gemito di dolore
< Le chiamo il dottore> disse per poi scomparire dietro la porta
Intanto vidi il moro muoversi e stroppiciarsi leggermente gli occhi, quando i suoi occhi incontarono i miei mi immobilizai. Che cosa ci faceva lui a Londra e sopratutto perché si trovava nella mia stanza. 
< Adesso sta molto meglio, ha bevuto troppo ed è svenuta> disse il dottore prendendo una sedia e sedendosi accanto al mio letto
< Da quanti giorni sono qui?> chiesi
< Da una settimana> disse il dottore leggendo la scheda che aveva in mano
< La avverto non potrà più bere, il suo fegato non sta molto bene> continuò 
Io mi limitai a fare una smorfia. 
< Quando potrò tornare a casa?> chiesi poi
< Per questa sera deve rimanere qui, abbiamo altri esami da farle, domani sarà libera di ritornare a casa sua- disse alzandosi- ora si riposi> contiuò uscendo dalla stanza e facendo segno a Zayn di seguirlo
Rimasta sola presi dalla mia borsa uno specchio e la mia matita nera e mi aggiustai il viso. Notai Zayn guardarmi con una smorfia.
< Che guardi?> chiesi irritata
 Ero felice di rivederlo ma in tutti questi anni ero diventata abbastanza scontrosa, non amavo avere gente intorno che mi guardasse, ho sempre odiato essere al centro dell'attenzione.
< Sono felice anche io di rivederti> disse abbozando un sorriso e occupando il posto del dottore
< Perché si qui?> contiunuai a chiedere 
< Beh diciamo che sono stato l'unico a vedere che eri svenuta in quel locale e ti ho portata qui> 
< Grazie- dissi fissando un punto della stanza- che cosa ti ha detto il dottore?> continuai
< Mi ha chiesto chi ero e se coniscevo un tuo parente da chiamare>
< Mi sei mancato in tutti questi anni> 
< Anche tu Kathlyn>
Mi ricordai di mia madre, erano passati due anni dalla sua morte ma io soffrivo come il primo giorno. Parlai con Zayn a lungo delle nostre vite, e quando gli raccontai di mia madre mi abbracciò forte, era strano. Era ancora più strano scoprire che faceva parte di una band formata da ragazzi che oltretutto era anche molto famosa.
Passai la notte all'ospedale e il giorno dopo il dottore mi diede il permesso di ritornare a casa. Prima di lasciarmi andare il dottore vollé dirmi che se non fosse stato per Zayn sarei morta, quando mi aveva portata in ospedale ero entrata in coma. Zayn si offrì di accompagnarmi a casa e io accettai. 
Lo feci entrare per ringraziarlo e si spaventò a vedere la mia casa oscura. A vedere la sua faccia mi caddè addosso una grande tristezza, nenche a me piaceva il nero ma era come mi sentivo dentro, morta.
< Grazie> dissi molto più convinta della prima volta
< Allora dentro dentro sei ancora la Kathlyn solare di una volta> 
< No> 
< Avanti Kathlyn, quando mi guardi io nei tuoi occhi vedo ancora la ragazzina che ho conosciuto tempo fa> 
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a piangere, lui rimase con me a rasicurarmi. Per qualche settimana venne a trovarmi ogni giorno e mi accompagnava anche a trovare la tomba di mia madre.Uno di quei giorni mi promise che il giorno dopo sarebbe ritornato con una sorpresa. 
E così fece, il giorno dopo si presentò a casa mia con quattro suoi amici e una squadra di operai. Senza chiedere il permesso ordinò agli operai di dipingere le stanze, intanto mi fece conoscere i ragazzi che sembravano persone per bene. Tempo dopo quei quattro ragazzi divennero i miei migliori amici anche se non erano sempre presenti.
La mia casa non era più un mortorio anzi sprizzava allegria da ogni angolo. Con lui che era sempre presente quando poteva e anche gli altri decisi di riprendere i colori anche nella mia vita, come un tempo. 
 Avevo ritovato una ragione per vivere, ora vivevo per 'il mio angelo'. Vivevo per lui, Zayn, mi aveva salvato la vita e mi aveva aiutato superare la morte di mia madre. Non era il mio ragazzo, ma era il mio migliore amico e a me andava bene così perché comunque sapevo che per qualsiasi cosa potevo contare su di lui.  
 
Sì lo so questa storia fa schifo me lo dico da sola, ma ho deciso di scriverla perché mi sento un pò morta dentro quindi rispecchia il mio stato d'animo. 
Vorrei trovare qualche recensione e leggere quello che ne pensate. 
Scusate per possibili errori.
-loveyouzayn
   
 
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