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Autore: 1984    13/01/2013    3 recensioni
Dal testo:
''Avvertì un orribile formicolio dietro la nuca, si voltò e si accorse con orrore che Andrea non era più accanto a lei. Il cielo era sempre più scuro e le onde che prima erano basse e calme si stavano pian piano alzando. Il vento soffiava, le onde crescevano e Edith tremava. Non riusciva ad alzarsi e gli scogli erano ormai diventati scivolosi a causa dell’infrangersi delle onde: urlò, ma non c’era nessuno disposta ad ascoltarla. Cielo e mare si unirono in un orribile colore blu notte, non c’erano stelle, non c’era luna. C’era solo lei che tremava avvolta nell’asciugamano. Le rocce vennero inghiottite dall’oscurità e, quando si accorse che quell’oscurità non era naturale e che la parte di scoglio inghiottito era scomparsa, era ormai troppo tardi''
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

PROLOGO

 




 
«Bambola di pezza».
Edith, distesa sul letto, sussurrò quelle parole ancora una volta. Parole che le facevano male. Che la facevano soffrire nel profondo.
Parole urlatele contro da una persona molto importante.
Troppo, ma adesso avrebbe dovuto dimenticarla.
Doveva dimenticarlo.
Lui, il suo ragazzo. Il suo ex-ragazzo. Occhi color cielo, lo chiamava. Lo amava, lo amava con tutto il cuore ed era per questo che le faceva così male. Le faceva male la sua assenza. Le faceva male il fatto che lei lo avesse trovato a letto con la sua migliore amica.
La sua ex - migliore amica. E le faceva male anche questo.
Così impugnò il coltello che aveva vicino al gomito. Il coltello che usava assieme a suo padre per incidere il legno. Erano anni che non lo tirava più fuori. Dopo la morte di suo padre, lo aveva chiuso in un cassetto e aveva detto addio assieme a sua madre alla campagna in cui abitava per trasferirsi in città. Odiava qual posto, non ci si era mai abituata.
«Sei una solo bambola di pezza», sussurrò mentre affondava il coltello nella carne e si incideva il primo taglio.
 
La lama fredda come il ghiaccio penetrò nella pelle morbida del suo avambraccio con molta, troppa facilità. Edith si sforzò di non andare troppo a fondo.
Una lacrima solitaria le solcò la guancia destra. Il sangue iniziò a colare sul pavimento. Buttò a terra il coltello e chiuse gli occhi. Lei non era un’autolesionista.
Lo stava diventando?
Guardò la goccioline scendere dal suo braccio. Immaginò che quelle gocce di sangue fossero lacrime. Il suo corpo stava piangendo al pari degli occhi.
Si sentì vuota. Il dolore pulsante al braccio era l’unica sensazione che il suo corpo provava.
Quando smise di piangere la sua mente formulò un altro pensiero: tagliati.
Tagliati, tagliati, tagliati.
Si allungò fino a toccare il pavimento con un dito.
Il coltello giaceva solo e insanguinato vicino a un libro sgualcito.
Avrebbe potuto riafferrarlo e sfregiarsi ancora, ma poi pensò a suo padre.
Alla sua voglia di vivere.
Di sorridere.
Non ce la fece ad andare avanti.
Prese in coltello. Il sangue era ancora fresco, ma pian piano si stava asciugando.
La lama rifletté in modo impreciso e frammentato la sua immagine: capelli scompigliati e due occhi rossi iniettati di odio.
La bambola di pezza si stava scucendo con le sue stesse mani.
Richiuse gli occhi, ignorando il dolore pulsante, e si addormentò. 
   
 
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