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Autore: Dolly88    13/01/2013    0 recensioni
"Erano quasi tre mesi che non uscivo di casa, e non sapevo neanche io come ero giunta a questo punto..."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza


Erano quasi tre mesi che non uscivo di casa, e non sapevo neanche io come ero giunta a questo punto.
Solo fino a qualche mese prima, ero una ragazza molto attiva, alla quale piaceva uscire in ogni occasione e godere di ogni momento del giorno; in realtà il cambiamento era stato graduale, solo che non me ne ero accorta, come al solito. Inizialmente trovavo mille scuse, dicendo che dovevo studiare per degli esami che dovevo recuperare, ma la verità era che non avevo voglia di vedere nessuno, dopo la rottura improvvisa, con il mio ragazzo storico. Gli amici vecchi e nuovi, chissà perché, esigevano spiegazioni, cosa che in tutta sincerità, non mi andava per niente di fare. Ecco perché mi nascondevo dietro la vecchia e sempre utile scusa del “devo studiare per un esame”, quando in realtà dovevo dare solo la tesi, e con questo stato d'animo, era l'ultima cosa che mi interessava. Mi ritrovai così, a stare sempre più tempo da sola nella mia stanza, cercando di riordinare i miei pensieri, per capire cosa realmente fosse successo, e sicché  la situazione era tutt'altro che difficile, in ben poco tempo riuscii a metabolizzare il giusto e naturale epilogo; ma a quel punto però, mi ero già accorta che stare con gli altri non mi interessava poi tanto, e che preferivo di gran lunga un'unica compagnia: la mia.

Pian piano divenni sempre più pigra, e iniziai ad avere orari sempre più sregolati, tanto è vero che non distinguevo più la notte dal giorno, e francamente non mi importava poi tanto. Il ragazzo al quale avevo affidato la mia anima e il mio cuore, mi aveva brutalmente tradita, e non senza una ragione particolare, ma perché gli era capitato di innamorarsi di questa tipa che aveva conosciuto su una chat, e come diceva lui, era uno di quegli amori che non si possono fermare, era come un fuoco che divampava e che non gli lasciava scampo... in una parola... inevitabile. Niente da discutere su questo, se lo diceva lui dopotutto, chi ero io per contraddirlo? Nonostante questo però, gli sarei stata grata se almeno avesse trovato il coraggio di confessarmelo lui stesso, invece di farmelo  casualmente scoprire grazie a messaggini cifrati che si scambiavano su facebook. Seriamente non ho mai capito bene cosa fosse successo prima del mio ritiro spirituale, perché non mi spiegavo come mai un ragazzo calmo e posato come lui, terribilmente razionale e serio, tanto da risultare persino noioso a tratti, ma dannatamente rassicurante e caloroso, potesse essere così vergognosamente espansivo e smielato, su un network dove ti osservano tutti. Ma la cosa che mi faceva più sorridere, era il fatto che un ragazzo maturo e affidabile come lui, non avesse trovato il coraggio di parlarmene chiaramente di questo suo grande amore. Anche la nostra rottura quindi, fu inevitabile.

No che io avessi particolare interesse a continuare una storia con lui, dopo aver scoperto un lato del suo carattere terribilmente smidollato e ridicolo, ma diciamo anche che non mi lasciò molte altre speranze. Quando chiesi spiegazioni mi disse seccamente che era dispiaciuto che l'avevo saputo così, e che avrebbe preferito dirmelo lui stesso, che me lo doveva dopo 5 anni insieme, e che non avrebbe mai voluto tradirmi, ma la situazione gli era sfuggita di mano, e adesso lui era innamorato... terribilmente innamorato, di un amore che con me, a quanto pare, non aveva mai conosciuto. In quel momento avrei voluto piangere tutte le mie lacrime, e non solo perché mi aveva tradita, ma soprattutto perché mi sentii terribilmente inadeguata e sola, tutte le mie certezze erano andate in frantumi... e ciò che è peggio, è che i miei sentimenti non vennero minimamente messi in conto. Come se tutto ciò non mi riguardasse, come se non mi potesse toccare minimamente. Quindi mi congedai con molta naturalezza e feci per andarmene; mentre mi dirigevo verso la porta, con una sensazione di oppressione sul petto, e gli occhi annebbiati di lacrime, la sua voce mi fermò. Era triste e sconsolata, e mi disse semplici e poche parole, che mi fecero venire voglia di non aver mai vissuto quella storia. Mai mi ero sentita così, neanche un attimo prima, quando mi aveva confessato tutto, e avevo capito di averlo perso per sempre. Mi disse: “Non ti sforzare, lo so bene che stai soffrendo. Nonostante non siamo mai stati molto espansivi, tra noi le parole non sono mai servite. L'ho sempre sentito sai, il tuo amore. Lo sento anche ora. So che stai soffrendo come un cane, come quando tuo padre vi ha abbandonato per un'altra donna, eppure non hai versato una lacrima. Non fare così, piangi amore...”. Non so precisamente che cosa si aspettava che facessi dopo queste sue parole, ma la mia reazione fu spontanea. Un sorriso amaro mi si stampò in viso, e con delicatezza mi girai verso di lui, lo guardai e gli dissi “Grazie per il tempo che mi hai regalato, ma credo che fondamentalmente non ne sia valsa la pena, se tu sai tutto questo eppure non è stato abbastanza, credo che avrò ben poco da rimpiangere.” e finalmente me ne andai.

Arrivata a casa però, volevo solo sprofondare nel mio lettino, sentire musica depressiva e piangere finalmente. Questo è quello che feci, ma non bastò, anche perché iniziò il giro di telefonate degli amici che volevano sapere. Fu allora che iniziai ad inventare scuse, per non vedere nessuno e per poter rimuginare a 360° su ciò che era accaduto. Devo ammettere che fu utile, perché dopo il primo periodo che passai a non fare altro, presto mi stancai dell'argomento, e presi a pensare a mille altre cose più utili. Peccato però che nel frattempo mi aveva assalito una pigrizia fisica e mentale a cui mi ero presto abituata, e che quindi la voglia di incontrare gli altri e di uscire era praticamente nulla. Fu allora che mi resi conto che dovevo trovarmi un hobby, ma quale? Cosa poteva spingermi ad uscire da quella cameretta dove non c'era niente di interessante da fare, se non studiare o trafficare con un PC dal quale fuggivo dopo il misfatto? Il destino mi diede la risposta nel modo più bizzarro che potessi immaginare.

Decisi di andare a fumare una sigaretta fuori al balcone della mia stanza, quando notai che la finestra del palazzo di fronte al mio era praticamente spalancata. Fu allora che li vidi. Vidi un ragazzo terribilmente bello, che un tempo mi guardava con uno sguardo incantato, che non avevo mai incrociato più del necessario per non alimentare strane idee, essendo lui il migliore amico di sempre del mio ormai ex ragazzo, ma che ahimè, aveva sempre fatto fantasticare in qualche modo la mia mente più del dovuto, e una ragazza bellissima e biondissima, che sembrava proprio... la tipa di cui si era perdutamente innamorato il mio bel fidanzato! Non so dire bene come, ma dinnanzi a me si aprì un mondo, e un sorriso beffardo si disegnò sul mio viso. Lui era alla finestra, a torso nudo, e cercava una sigaretta che doveva aver appoggiato precedentemente sul davanzale, mentre lei doveva essere appena uscita dal bagno perché si era rimessa già in tiro. I ragazzi sembravano due amanti dopo l'intimità e infatti a ben ricordarmi, il palazzo dinnanzi al mio era proprio un albergo... ad ore!  Fu una rivelazione, perché infatti il miglior amico del mio ex doveva portare la sua amante, nonché nuovo amore del suo caro amico, proprio nell'albergo di fronte casa mia? Era troppo pensare che volesse dimostrarmi qualcosa? E il fatto che quella finestra fosse praticamente spalancata, e che lui si era sporto per qualche motivo non significava forse che voleva farsi vedere? Oppure tutto ciò era solamente un caso, ed era solo la mia mente a fantasticare su cose che non esistevano? Qualsiasi che era la risposta, una cosa era sicura. Adesso si che avevo voglia di uscire da quella stanza.

  
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