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Autore: allegretto    13/01/2013    3 recensioni
Descrizione particolareggiata su cosa accade sul set di Supernatural in una qualsiasi giornata di lavoro, attraverso i Pov (punti di vista) delle persone che svolgono il proprio lavoro. Solo che questo non è proprio normale come giorno, bensì è il ritorno all'attività di Jensen dopo l'annuncio del suo fidanzamento e di tutte le sue implicazioni sulla sua vita, su quella di Jared e sulle altre persone che gravitano attorno ai due attori principali del cast. (versione riveduta e corretta di una storia precedentemente pubblicata sotto il titolo di 'Il sentiero della felicità')
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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JENSEN E JARED'S POV

 

 

“Perchè gridavi al telefono?”, chiede Jared, comparendo sulla cima della scaletta che divide la zona giorno da quella notte del trailer.

“Dovresti essere sdraiato al buio, Jared!”, lo sgrida tranquillamente Jensen, semi-sdraiato sul divano, intento a memorizzare parti del copione.

“Se tu urli, io non posso dormire!”, ribatte Jared, sedendosi accanto a Jensen.

E' tutto scarmigliato. La camicia fuori dai pantaloni. I capelli, arruffati, sudati, appiccicati alla fronte. Gli occhi irritati. Troppo pianto e un'infinita tristezza hanno avvolto come un sudario il giovane in quella giornata così complicata. Sembrano passati giorni invece che ore da quando è uscito a correre con i suoi cani quella mattina.

Ha ancora voglia di piangere ma sa che così peggiorerà solo la situazione. Deve essere più forte, più duro di fronte a tutte queste difficoltà.

“Vai a sdraiarti, Jay!” esclama, Jensen, alzando gli occhi dal suo copione. “Hai bisogno di riposarti. Domani mattina hai bisogno di essere fresco in modo da girare in fretta le ultime scene e tornare a casa”, aggiunge poi allungando una mano sulla gamba di Jared.

Il ragazzo più giovane trae conforto dal tocco del più anziano. Sa che l'altro ha ragione ma non riesce proprio a stare a letto. Non può lasciar vagare la mente, perchè i suoi pensieri in quel momento sono tutti tristi e incontrollabili.

E' riuscito a convincere Jensen a trascorrere almeno il giorno del Ringraziamento con lui a Dallas ma per fare ciò, entrambi hanno dovuto mentire alle rispettive fidanzate, famiglie e amici. E il suo essere così puro e immacolato non riesce a sopportare tale peso. Anche se Jensen gli continua a dire che sarà la prima di una lunga serie di volte che dovranno mentire per poter stare insieme.

“Cosa rimurgini? Sento chiaro il rumore delle rotelle che girano nella tua testa”, esclama Jensen, alzandosi in piedi. “Vai a letto. Tra un po' arrivo”, aggiunge poi aprendo il mini frigo in dotazione nel loro trailer. “Vuoi un po' di latte caldo?”, gli chiede, estraendo il cartone del latte.

Jared annuisce ma non si muove.

“Devo studiare le battute”, mormora.

“Tanto se lo fai ora, domani non ti ricordi nulla. Lo facciamo domani mattina insieme”, ribatte Jensen, posizionando una tazza ricolma di latte nel microonde. Digita sulla tastiera il tempo di cottura e l'intensità e dà avvio al procedimento. Poi apre la giara che contiene i biscotti alle noci fatti da sua mamma e ne prende un paio. Uno se lo mette in bocca e l'altro lo tende a Jared che lo prende controvoglia.

“Da quando non ti vanno i miei biscotti?”, chiede Jensen, stupito.

“Da quando la mia vita è un disastro...”, sussurra Jared, depresso.

“L'ho sempre detto che tu sei la donna nella nostra relazione. Ti fai fregare dalle emozioni”, esclama Jensen, estraendo la tazza dal microonde e inserendone un'altra dentro.

“Tu hai le ovaie finte nel cervello...”, aggiunge, poi, versando due cucchiai ricolmi di zucchero nella tazza, e infine, rimescolandola, la porge a Jared che l'afferra ma a causa del manico bollente, rovescia una parte del contenuto addosso e il restante a terra.

“Gesù!”, sbotta all'improvviso, alzandosi in piedi. “Io non ho le ovaie, poi!”, aggiunge, posando la tazza sul tavolino e cercando di saltare la macchia di latte sparsa sul pavimento. “E poi, non sono emotivo. Solo passionale...prendo tutto con il sentimento”, afferma, mentre cerca di pulire.

Jensen, appoggiato al tavolino, lo guarda con un'espressione a metà tra lo scettico e l'intenerito.

“E' la stessa cosa....”, mormora l'attore più anziano, scrollando la testa.

“E poi senti da che pulpito viene la predica, Jensen! Chi, ieri sera, era in una valle di lacrime?”, replica Jared, risedendosi sul divano.

“Un punto a tuo favore, Jay”, ammette Jensen “Hai ragione, siamo entrambi emotivi e facili alle lacrime”, aggiunge, poi, sedendosi accanto a Jared.

“Non so se riuscirò ad andare avanti in questo modo. Mentire, nascondermi, fingere, sono tutti verbi che non fanno parte del mio Io”, esclama, dopo un po' Jared.

“Si, lo so. Cosa vuoi fare allora? Negare i tuoi veri sentimenti e vivere una vita di finzione completa?”, sbotta Jensen, dopo aver finito di bere il suo latte.

“Vedi, sia in un caso che nell'altro, dovrai fingere e negare i tuoi veri sentimenti!”, continua Jensen.

Jared annuisce ma non proferisce parola. Sente salirgli alla gola il bisogno impellente di piangere.

“Se ti fai venire un'altra crisi isterica, ti prendo a calci e ti butto di fuori!”, esclama Jensen, che si è accorto che gli occhi dell'altro si sono riempiti di lacrime. “Così, almeno, qui sul set sapranno la verità e non dovremo fingere!”, continua sullo stesso tono, a metà tra l'adirato e il divertito.

“Giusto. Secondo te, se la sono data?”, chiede Jared, tirando scon il naso ed esternando un'espressione da bambino incompreso.

“Credo che solo uno che sia contemporaneamente cieco, sordo e muto non abbia capito, Jay?”, dice Jensen, sopsirando. “Misha ci ha visti, Ricordi?”, aggiunge, poi, arrossendo al ricordo.

“Già Avrebbe potuto dire qualcosa e invece è stato zitto e si è comportato come niente fosse...”, risponde Jared, soffiandosi il naso con un fazzoletto di carta, passatogli da Jensen.

Improvvisamente il trillo del telefono li fa sussultare entrambi.

“Se è Genevieve che rompe, me la mangio!”, minaccia Jensen, afferrando il ricevitore.

“Pronto!”, esclama poi, con un tono di voce degno di Lucifero.

“Jensen? Sono Phil. Siete svegli?”, chiede il regista con un tono incerto, sentendo l'intonazione della voce dell'attore.

“Si, Phil. Qualche problema?”, chiede Jensen, preoccupato.

“Volevo chiedervi, se ve la sentite di tornare qui sul set e girare una scena che dovremmo fare domani sera. Se viene bene, finiamo domani mattina quelle di oggi e così siete liberi fino a lunedì pomeriggio. OK?” spiega Sgriccia, accodiscendente.

“Per me va bene. Jared sta meglio ma non credo sappia le battute della scena notturna”

“Se non va tanto lontano dai concetti della trama, Kripke dice che può inventarsi le battute”, dichiara il regista.

Jensen assimila quello che dice l'interlocutore e inizia a montargli dentro una rabbia incredibile.

“Alla faccia del cambiamento, Sgriccia. Ci hai maltrattato tutto il giorno con 'sta storia e adesso te ne vieni fuori tutto conciliante?”, chiede Jensen, furioso.

Il silenzio si propaga lungo la linea. Jensen sente il respiro un po' affannoso del regista, come se cercasse di calmarsi. Un brivido percorre la schiena dell'attore più anziano.

“Abbiamo parlato fra di noi e capito che c'è qualcosa che non va tra di voi e vorremmo aiutarvi. E' troppo importante che si instauri di nuovo quella tranquillità che c'era prima. Tutta la tensione di oggi è frutto del vostro atteggiamento...”, spiega Sgriccia. Il suo tono è cauto, come se stesse camminando in un campo minato.

“Phil, cosa vuoi da noi?”, chiede Jensen di getto, capendo che questa richiesta di normalità ha un prezzo da pagare.

“La verità, Jensen, la pura e semplice vertià!”, risponde il regista che poi aggiunge: “Avete dieci minuti, poi vi voglio qui sul set, sia se accettate, sia se vi rifiutate di filmare la scena. Ok?”

“Va bene. Ci saremo!”, ammette Jensen, sospirando.

Jared capisce dall'espressione di Jensen e dal modo in cui tiene la cornetta che il tenore della telefonata è da 'giorno del giudizio'.

“Che vuole Sgriccia, ora?”, chiede, poi, incerto, vedendo l'altro immobile accanto al mobiletto dove c'è il telefono.

“Vuole che giriamo ora la scena notturna di domani”, risponde, rimanendo fermo e dando le spalle all'attore più giovane.

“E...?”, chiede Jared, comprendendo che c'è molto di più.

Jensen non risponde.

Jared si alza in piedi e si avvicina a lui. Sente la tensione che emana quel corpo così forte e muscoloso. Lo abbraccia e mettendogli la testa sulla spalla sinistra, mormora: “Cosa c'è, Jensen?”

L'altro si rilassa un po', sentendo quel calore familiare, l'odore di dopobarba così colmo di ricordi e il tono di voce carico di emozioni.

“Allora? Cosa vuole, oltre a questo?”, chiede, poi.

“Vuole che siamo sinceri con lui e gli diciamo cosa non va fra noi due!”, dichiara, finalmente.

Jared scoppia a ridere improvvisamente. La sua classica risata, forte, rumorosa, carica di felicità.

“Ahahah, semmai cosa c'è di troppo fra noi due!”

Jensen appoggia la testa all'indietro contro il torace di Jared e si lascia andare del tutto.

“Già!”, esclama. “E se lo faremo, tu potrai andare 'a braccio' e io tornare al mio scambio di opinioni con il regista di turno”

“Bè, gli possiamo dire che questa situazione del fidanzamento ci ha un po' esaurito e che faremo del nostro meglio per stare un po' più calmi sul set”, dice Jared, manovrando Jensen in modo da averlo con il viso davanti a sé.

Jensen ha lo sguardo spaventato e i lineamenti tesi. Sa che prima o poi la notizia trapelerà e la sua carriera, la sua vita cambierà radicalmente.

“Non so se impedirà la divulgazione della notizia ma potremmo, per adesso, dare questa versione”, esclama Jensen, sedendosi su una sedia per indossare gli scarponi del costume di scena.

Arrivare sul set con tutti gli occhi degli astanti puntati addosso non è tranquillizzante, soprattutto quando sai che devi dare una spiegazione sul proprio atteggiamento.

Jared è considerato il mattacchione del cast, quello sempre sorridente e pronto alla battuta e allo scherzo. Viene considerato un ragazzo forte e deciso. In quel momento, invece, si sta maledendo da solo, perchè sa che in fondo è tutt'altro: indeciso, debole e insofferente ai cambiamenti.

Jensen, sempre serio, taciturno e professionale sul lavoro, è quello che viene considerato colui che pondera ogni decisione, valutando ogni pro e contro ma con questo non significa che sia un uomo bilanciato. Tutt'altro. Se lo si toglie dalla sua routine, diventa anche lui fragile ed esitante. E la sua quotidianità, negli ultimi quattro anni e mezzo è stata quella di vivere accanto a Jared.

Jared trae la sua forza da Jensen e quest'ultimo fa altrettanto. Il loro compromesso, ovvero sposare due donne, permetterebbe a loro di continuare questo sodalizio senza troppo sforzo. Ma non è scevro da problemi o comunque qualcosa dovrà essere sacrificato.

Jared teme per suo padre, uomo anziano e malato; Jensen per la sua immagine e carriera: sanno entrambi che se non argineranno le voci, la valanga, prima o poi, si abbatterà su di loro.

Come due scolaretti, scoperti a rubare dalla stanza del maestro, si accingono a scusarsi davanti a tutta la scolaresca, radunata per la bisogna.

“Allora, avete qualcosa da dire a vostra discolpa?”, chiede, Sgriccia, seduto sulla sua enorme sedia da regista. Più che un preside alterato, sembra San Pietro il giorno del Giudizio Universale.

Entrambi i 'colpevoli' abbassano lo sguardo e iniziano a strisciare i piedi avanti e indietro, nervosamente. Jared suda in abbondanza, nonostante i due gradi di temperatura esterna.

Se non direttamente chiamato in causa, Jensen difficilmente parla. La sua timidezza gli fa serrare la gola ed è per questo motivo che quando sono insieme è Jared che parla sempre.

Si guardano di sottecchi. Qualcuno deve dire qualcosa.

'Di certo non possiamo rispondere a Sgriccia per telepatia', pensa Jensen.

“Sappiamo che questa situazione del fidanzamento vi ha stressato negli ultimi tempi, ma vorremmo capire se c'è dell'altro fra voi due. Il vostro atteggiamento è ambiguo...”, li incalza Sgriccia, e dal suo tono si intuisce che possa intendere quella verità così duramente celata.

Jensen tira su la testa di scatto e guarda il regista. Sa che con quell'atteggiamento si è fregato da solo ma ha colto una punta di realtà nota solo a loro due.

Sgriccia gli appare come un gatto che ha appena scoperto dove si trova il topo e anche il modo per stanarlo e mangiarselo.

Jensen deglutisce a vuoto, poi si gira a guardare Jared, il quale ha gli occhi sbarrati. Ha capito anche lui. Uno dei motivi di successo della serie televisiva Supernatural è la potenza espressiva dei due protagonisti quando si guardano. Non è artefatta. Loro due usano per davvero la telepatia. Quello che viene percepito da entrambi è la necessità impellente di dover ammettere qualcosa oppure la loro carriera è finita.

“Ti possiamo parlare in privato, Phil?”, chiede, all'improvviso Jensen, facendo sobbalzare Jared.

“Quello che viene detto sul set è coperto dal segreto professionale. Perciò, per contratto, niente trapelerà da queste mura”, risponde Phil, sornione.

“Lo so, ma possiamo parlare comunque a quattr'occhi?”, chiede, con insistenza, l'attore.

“Si, certo, non c'è problema. Andiamo a prendere un caffè”, concede il mastodontico regista.

“Dave, dieci minuti e torniamo”, aggiunge, poi, rivolto al suo aiuto-regista, scortando i due attori verso la zona ristoro.

Giunti nei pressi della gorgogliante caffettiera elettrica e prima ancora che uno dei due possa parlare, Sgriccia sbotta: “Vi ho visto nel vicolo oggi pomeriggio e il vostro gesto era significativo...direi inequivocabile”

Jensen e Jared accusano il colpo.

Il primo sbianca e si appoggia a uno scaffale di metallo per non cadere; Jared si siede di schianto su una sedia di plastica che cigola vertiginosamente.

“Che vuoi fare ora?”, gracchia Jensen, cercando di non soffocare dall'ansia.

“Io? Niente!”, esclama, candidamente il regista, versandosi una generosa dose di caffè fumante in una tazza. “Il solo fatto che non mi chiediate nulla, mi fa capire che ho colto nel segno, anche se c'era ben poco da fantasticare...”

“Dicci cosa vuoi e te la daremo”, esclama Jared, esalando un sospiro di rassegnazione.

Sgriccia lo guarda esterefatto.

“Avete capito male. Non sono un ricattatore e, sinceramente, mi offende il pensiero che abbiate potuto pensarlo”, replica, alterato, sbattendo poi la tazza sul bancone del self-service.

“Io voglio solo fare il mio lavoro in tranquillità e senza queste scocciature e se voi due siete gay, bisessuali o etero in confusione, a me non interessa. Perciò trovate il modo per andare avanti senza scene drammatiche di gelosia, oppure qui si chiude bottega!”, dichiara, con enfasi, il regista.

Il silenzio si dilata a dismisura nell'area catering. Sgriccia asciuga il caffè schizzato fuori dalla tazza con un tovagliolo. Jensen e Jared, muti e pallidi, rimangono nella loro posizione ma entrambi stanno cercando una via d'uscita.

Jensen sa che quella sarebbe una notizia assai ghiotta nel mondo dello spettacolo. Chi ne fosse in possesso, farebbe soldi a palate nel rivenderla ai giornali. E' consapevole, però, che Sgriccia è un brav'uomo, ma anche uno dei produttori della serie e non farebbe mai nulla che possa mettere in pericolo quel giocattolo. La sua reputazione ne risentirebbe molto.

“Scusaci. Hai ragione, ma siamo disperati. Cosa ci consigli di fare, Phil?”, chiede Jared, sull'orlo delle lacrime.

Phil lo guarda e vede l'immensa infelicità in quel ragazzo statuario. Mai si sarebbe aspettato che fosse così fragile.

“Intanto vorrei che non ti mettessi a piangere un'altra volta. Non credo che Jensen riuscirebbe a calmarti in tempo per girare le scene in programma...”, risponde il regista, allungando un dolcetto al cioccolato al giovane, nella speranza che possa calmarlo un po'. “La cosa più sensata da fare è quella di informare tutti i vostri colleghi e i responsabili dello staff della vostra...umpf...alchimia, in modo che anche loro possano comprendere il vostro stato d'animo e possano proteggervi dall'esterno. Con Kripke abbiamo deciso che, assieme agli altri produttori, potremmo stilare un documento vincolante da far firmare a tutti sulla non divulgazione di notizie su voi due, pena l'allontanamento dal set e referenze negative con il rischio di non trovare più lavoro in ambito cinematografico. Inoltre Clif potrebbe diventare il vostro portavoce ufficiale e fare un po' di lavoro di spionaggio sulla rete e stroncare ogni voce sul nascere. Un avvocato e un pubblicista potrebbero lavorare alla vostra immagine e su un futuro meno arduo”, spiega Sgriccia, rasserenandosi man mano che delinea il suo piano.

Jared ascolta rapito quelle parole mentre Jensen assimila le proposte con lentezza come se le stesse digerendo. Sono di semplice comprensione e di facile lettura ma lui non ci ha mai pensato Lui ha stampato nella sua mente solo scenari apocalittici, tipo loro due sbattuti in prima pagina su ogni giornale scandalistico della nazione e forse del mondo intero.

Jared si sente sollevato come se un enorme macigno si sia spostato dal suo torace improvvisamente. Quella è una via di uscita, anche se comporta una certa dose di coraggio dover ammettere davanti a tutti, la loro relazione così duramente celata in tutti quegli anni.

Sgriccia è conscio dei loro pensieri. I loro visi tirati, gli sguardi persi nel vuoto e il loro armeggiare uno con le dita l'orlo della giacca e l'altro della camicia, danno ampiamente l'impressione dellla loro lotta interiore. Lascia passare altri cinque minuti, mentre finisce di bere il caffè, ormai freddo.

“Siamo d'accordo, allora?”, chiede, infine, passando accanto a Jensen a mettendogli una mano sul braccio.

Quello annuisce lentamente anche se sta ancora pensandoci, poi alza il viso verso Jared e vedendo il suo sospiro di sollievo, risponde: “Va bene, Phil. Faremo come dici tu”

“Ottimo. Andiamo allora a girare questa scena”, esclama il mastodontico regista con tono gioioso.

Jensen e Jared si accodano al loro capo e la loro andatura assomiglia più a quella dei condannati a morte. Il loro pensiero è fisso sul come dire ai loro colleghi e amici la loro condizione. Per tutti quegli anni avevano mantenuto il segreto e ora...

“Ah bene. Avete finito la vostra riunione 'segreta'? Qui ci stiamo congelando i gioielli di famiglia!”, esclama, saltellando, Misha Collins.

“Che poi, tanto segreta non è...in pratica credo lo sapessero anche i bulloni che voi due siete una coppia...”, aggiunge Jim Beaver, sfregandosi le mani nel tentativo di riscaldarle.

“Bè, io ho solo visto un bacio di sfuggita...ma poteva essere una scena ipotetica per una puntata Destiel...sai, dove Cass si ingelosisce e deve rapire Dean per sottrarlo alle sgrinfie del fratello...”

“COLLINS! Non hai nient'altro da fare?”, tuona Sgriccia, rivolto all'attore che interpreta l'angelo Castiel.

“Capo, avrei da girare alcune scene....”, replica coraggiosamente Misha.

Jensen e Jared sono immobili. Faticano a respirare e sembrano che debbano svenire da un momento all'altro. Si rendono conto che tutti sanno. Infatti i tecnici continuano il loro lavoro come se niente fosse, sorridono alle battute di Misha e Jim come se le facessero tutti i giorni. Quindi nessun proclama o annuncio è richiesto da parte loro.

“Jared, nel copione abbiamo sottolineato le parti che devi assolutamente dire. Le altre puoi inventartele e gli altri ti seguiranno”, dice Dave, l'aiuto-regista, consegnando all'attore più giovane un fascio di fogli.

“Ah, ok. Tanto rumore per nulla, allora”, replica Jared, ridendo, sollevato.

“Peccato sia già morto Shakespeare. Ne avrebbe tratto una commedia di successo dalle vostre vite”, afferma Jim Beaver, mentre si siede sulla sedia rotelle per interpretare il suo personaggio.

“Uh, si te lo immagini....'un sogno di una notte di mezza estate...in un bosco Jensen e Jared, inseguiti da un angelo....”, borbotta estasiato Misha.

“Adesso l'angelo lo uccido così non rompe più...”, esclama Sgriccia, fulminando con lo sguardo l'attore dagli occhi azzurri, prima di prorompere nell'agognata parola: “Azione!”

 

Angolo di Allegretto

 

Ringrazio tutti quelli che hanno aspettato pazientemente la conclusione di questa storia e quelli che hanno commentato in passato e coloro che lo faranno in futuro. Avendo notato che il capitolo dedicato al punto di vista di Misha Collins è stato il più letto dopo quello di Jensen, ho inserito in questo ultimo alcune battute del nostro 'angelo'. Sono quasi certa che pronuncerebbe proprio queste frasi...

Grazie mille! A presto!

 

  
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