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Autore: etoile_96    13/01/2013    4 recensioni
Harry: «Come vorrei che fossi davvero tu» sussurra, come se mi sentisse, come se sapesse che lo sto abbracciando «So che è solo la mia immaginazione, non è possibile che tu ora sia qui, ma è come se ti sentissi, ti sento accanto a me, in questo momento mi sembra quasi di sentire il tuo profumo.» mormora, chiudendo gli occhi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Been dreaming about you a lot.


Sono qui, seduta su una sedia che comincia ad essere terribilmente scomoda.
Fuori è ancora buio, saranno sì e no le due del mattino.
Sono qui, seduta, e penso.
Mille domande si affollano nella mia mente, domande che mi sono ripetuta all’infinito, domande che continuo a ripetermi, domande senza risposta.
Chi sono? O forse dovrei dire, cosa sono?
Che ci faccio ancora qui?
Dove dovrei andare?
Non si dice forse che gli angeli debbano andare in paradiso?
Sempre che io sia un angelo.
E allora si torna al punto di partenza: cosa sono?
Domande senza una risposta, domande che riescono solo a rendermi più confusa.
Domande che mi ripeto per ore. Ormai passo tutte le notti così.
Tutto quello che so, è che non sono più quella di una volta. Non più, dopo quel giorno.
I miei pensieri vengono interrotti da un rumore, il mio sguardo si sposta velocemente verso il suo letto, quello che una volta era il nostro letto. Si sta svegliando. Guardo l’ora sulla sua sveglia, ormai è giorno.
Torno a posare il mio sguardo su di lui: è ancora nel dormiveglia, si rigira nel letto, assonnato. Poi, quel gesto che lo riporta improvvisamente alla realtà, rendendolo completamente sveglio: mi cerca di fianco a lui, senza trovarmi. Sorrido tristemente, non perderà mai quest’abitudine. Fa così tutte le mattine. Lui nel frattempo si è svegliato del tutto e si è seduto, la schiena appoggiata al muro. Fissa quella parte del letto, la mia, lasciata vuota. Mi alzo lentamente dalla sedia, mi avvicino di qualche passo.
Io: «Buongiorno, amore» sussurro, triste, anche se so che non potrà sentirmi.
Lui dopo un po’ distoglie lo sguardo dalla mia parte del letto, per poi guardare fisso davanti a sé. Mi avvicino ancora, andando a sedermi accanto a lui. Lui fissa il vuoto, i suoi occhi sono spenti, non ci vedo più la luce che avevano una volta. Non ci vedo più la sua allegria, il suo modo di essere. Il suo volto è segnato dalla stanchezza, ha le occhiaie, non è più lui. Si passa una mano tra i capelli, sospirando. Quanto amavo i suoi capelli, così morbidi, quanta cura ci metteva nel sistemarli con la lacca, ottenendo quell’effetto spettinato che a me piaceva tanto e quanto mi piaceva scompigliarglieli tutti una volta che aveva finito il suo accurato lavoro. Ridevo come una matta, mentre lui mi guardava malissimo e poi mi inseguiva, facendomi il solletico. Mi mancano quei momenti.
Vedo i suoi occhi diventare lucidi, sta pensando a me, lo so. Ormai è così tutte le mattine. Chiude gli occhi e appoggia la testa al muro, sospirando.
Harry: «Mi manchi.» sussurra, la voce spezzata.
Io:«Anche tu mi manchi.» rispondo, anche se non serve a niente.
Rimane immobile per qualche secondo, poi lentamente si alza, e si dirige verso il bagno, per prepararsi.
Io mi alzo dal letto e mi guardo intorno. È tutto come un mese fa, quando ancora eravamo felici, prima che tutto cambiasse. Guardo la mia foto insieme a lui, è ancora sul suo comodino. Siamo abbracciati, e ridiamo. Lui mi guarda, i suoi occhi brillano. È da tanto, troppo, che non lo vedo così. Mi sposto lentamente verso la scrivania, dove ci sono montagne di spartiti. Non li tocca più da una vita, poi vedo la sua chitarra in un angolo della stanza, e la sfioro con la mano. È troppo tempo che non la suona, ormai è un mese che non sfiora quelle corde. Da quel giorno, non ha più suonato, non l’ho più sentito cantare. Una volta la musica era la cosa che lo rendeva più felice, adesso nemmeno quella riesce a farlo stare bene. E non mi piace vederlo così, vorrei che trovasse un modo per distrarsi, un modo per tornare a vivere. Deve andare avanti, senza di me. Non può passare così il resto dei suoi giorni, non lo sopporterei.
All’improvviso la porta della camera si apre, mi volto. Eccolo, è appena uscito dalla doccia. Ha gli occhi rossi e gonfi. Si veste velocemente, indossa un paio di jeans scuri e la sua camicia nera. Quando è pronto, si ferma per un attimo in mezzo alla stanza, pensieroso. Ancora qualche lacrima solca il suo viso, non fa niente per scacciarle. Mi avvicino a lui, non l’ho mai visto piangere tanto quanto in questo mese. Anzi, prima di quel giorno non l’avevo mai visto piangere.
Io: «Non piangere, ti prego.»
Gli sfioro una guancia con la mano, sento la sua pelle rabbrividire al mio tocco. Chiude gli occhi per un istante, come se potesse percepire la mia presenza. Poi mi allontano, e nel frattempo il suo cellulare squilla. Lo prende e legge il nome sul display: Louis. Si asciuga velocemente le lacrime.
Harry: «Pronto?» risponde, cercando di assumere un tono di voce normale.
Sento la voce del suo migliore amico provenire dal suo cellulare.
Louis: «Harry, sono io. Paul si chiedeva se oggi puoi venire alle prove.»
Harry: «Oggi non posso, ho una cosa importante da fare. Mi dispiace»
Louis: «Non fa niente, allora ci sentiamo, ciao» dice Louis, riattaccando.
Anche Harry riattacca, rimettendosi il cellulare in tasca. Si siede sul letto, prendendosi la testa tra le mani.
Lo guardo. Ormai è un mese che salta le prove, un mese che si inventa scuse per non andare. Non potrà andare avanti così per sempre, no. Non posso permettere che butti all’aria il suo sogno in questo modo.
Ma oggi ha un motivo valido per non andare alle prove…

***

Eccoci qui. Siamo arrivati. Lo seguo lentamente mente entra in questo posto che mi mette i brividi, e che mette i brividi anche a lui. In una mano ha un mazzo di fiori, nell’altra la chitarra. Quanto tempo che non lo vedevo prendere in mano quello strumento che tanto gli appartiene.
Cammino al suo fianco, lui mantiene lo sguardo basso. Solo quando arriviamo alza lo sguardo, per rivolgerlo a quella lastra di marmo che tanto odia, che lo fa star male. Quella lastra di marmo con scritto il mio nome, con la mia foto, con la mia data di nascita e la mia data di morte. Risale esattamente a un mese fa.
Sospira, vedo i suoi occhi tornare lucidi. Ma caccia indietro le lacrime.
Harry: «Ciao» sussurra.
Poggia i fiori, e si siede a terra, la chitarra di fianco a lui. Mi siedo anch’io.
Rimane qualche istante il silenzio, poi torna a parlare.
Harry: «Sai, mi sento stupido a dire la verità. Qui, a parlare al vuoto.» dice, le sue labbra si aprono in un sorriso triste.
Sorrido a mia volta, guardandolo. Poi riprende a parlare.
Harry: «È già passato un mese.» sussurra, la sua voce trema «Mi manchi tanto amore, non sai quanto.»
Come vorrei poter gridare che io sono ancora qui, anche se lui non può vedermi. Come vorrei potergli dire che io ci sono sempre, non lo lascerò mai.
Poggio una mano sul suo braccio. Lo sento rabbrividire, come stamattina, come ogni volta che lo sfioro.
Harry: «Io non so se mi senti, ma io voglio che tu lo sappia. Non smetto mai di pensarti, mai. È come se tu fossi ancora qui con me. Non so spiegarlo.» prende un attimo fiato e si guarda il braccio, dove io tengo ancora la mia mano «Anche in questo momento, per me è come se tu fossi qui, seduta accanto a me. Come se non te ne fossi mai andata veramente»
Le lacrime ricominciano a cadere dai suoi occhi, ma stavolta non prova a fermarle. Si sfoga, sfoga tutta la sua tristezza, tutta la sua rabbia.
Harry: «Io, io ti amavo. Ti amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Più della musica, più di tutto il resto. Eri tutto per me. E poi c’è stato quello stupido incidente, che ti ha portata via da me»
Chiude le mani a pugno, stringendo talmente tanto da fare diventare le nocche completamente bianche. Le lacrime continuano a scendere, tutta la rabbia che aveva tenuto dentro in questo mese la sfoga ora.
Harry: «Volevo stare solo con te. Volevo te, e nessun’altra. Io, io ti volevo sposare, piccola. Volevo passare il resto della mia vita con te»
Le lacrime tornano a scendere velocemente, trema. Rimango senza fiato: non lo avrei mai immaginato. Piango anch’io adesso. Lui voleva sposarmi. Quante volte avevo immaginato quel momento, in cui mi avrebbe chiesto di passare la mia vita insieme a lui? Senza pensarci, gli getto le braccia al collo, stringendolo forte. Rabbrividisce, molto più del solito. Non ero mai andata oltre lo sfiorarlo con una mano, non è abituato a questo contatto. Appoggio il viso sulla sua spalla, piango.
Harry: «Come vorrei che fossi davvero tu» sussurra, come se mi sentisse, come se sapesse che lo sto abbracciando «So che è solo la mia immaginazione, non è possibile che tu ora sia qui, ma è come se ti sentissi, ti sento accanto a me, in questo momento mi sembra quasi di sentire il tuo profumo.» mormora, chiudendo gli occhi.
Io:«Ma io sono qui, Harry, sono io! Sono qui di fianco a te! Come vorrei tornare indietro nel tempo, tornare a quando eravamo ancora felici.»
So che è tutto inutile, so che lui non può sentirmi, ma non riesco a fare a meno di dirglielo.
 
 
Rimane in silenzio per un po’, piange. Poi, quando riesce a calmarsi, ricomincia a parlare.
Harry «Ora che non sei più qui, sono cambiato. Ho abbandonato tutto,  anche la musica. So che non avrei dovuto, la cosa che ti rendeva più felice era sentirmi suonare e so di averti delusa smettendo di farlo. È un mese che non vado alle prove, un mese che non vedo più  Louis e gli altri, un mese che parlo a malapena con mia sorella. Loro cercano di darmi tempo, sanno che sono rimasto distrutto dopo che te ne sei andata, ma io non sto facendo niente per reagire. E so che tu non vorresti. Ma oggi, oggi, per la prima volta, ho ripreso in mano la chitarra. L’ho portata qui, perché voglio suonarti una canzone. La tua preferita, ti va?» domanda, accennando un sorriso, anche se sa che non gli potrò rispondere.
Io: «Certo che mi va!» sorrido, mentre lui prende la chitarra.
Harry: «È un po’ che non suono, ma vedremo se riuscirò a far venire qualcosa di decente, ok?» ride, triste, per  poi sfiorare lentamente quelle corde.
All’inizio esita, ma poi si scioglie: è come se non avesse mai smesso di suonare la chitarra. Canta quella canzone che tanto adoro, la mia canzone preferita: Little Things. Lo ascolto con un sorriso, mi mancava sentirlo suonare. Quando finisce, ha gli occhi lucidi, come me del resto. Rimane qualche istante in silenzio, pensando a cosa dire.
Harry: «Mi manchi tanto piccola mia, ricordati che ti amo, e ti amerò per sempre» sussurra, mentre le lacrime tornano a scendere lungo le sue guance.
Io: «Ti amo anch’io» rispondo, con la voce spezzata.
Si alza lentamente, e mentre si volta vede qualcuno. Mi giro a mia volta: Niall è qui, poco lontano da noi. È sempre stato il mio migliore amico, ero molto legata a lui.
Niall: «Sapevo che ti avrei trovato qui» dice il biondo, con un sorriso triste.
Harry: «Già» risponde, asciugandosi velocemente le lacrime, che però non vogliono smettere di scendere; si guardano per qualche istante, poi Harry cede, non riesce più a trattenersi «Mi manca, Niall troppo!»
Niall: «Manca anche a me, manca a tutti noi» risponde, abbracciandolo.
Lui finisce di sfogarsi, aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino. Era troppo che soffriva da solo. Anche Niall si lascia scappare qualche lacrima. Rimangono così per un po’, io sorrido: erano molto rari, se non praticamente inesistenti, i momenti in cui li vedevo così uniti. Anche se sapere che ora stanno così per me, non mi rende affatto contenta.
Poi Niall lentamente si allontana, prendendo l’amico  per le spalle.
Niall: «Dai, adesso basta piangere. Sai che lei non vorrebbe vederti così. Anche se lei non c’è più, sarà sempre qui con noi. Rimarrà sempre viva, qui» dice, indicando il cuore del moro.
Lui annuisce, con un sorriso. Io abbraccio Niall, mi manca un amico come lui. Sa sempre quali sono le parole giuste. Anche lui, proprio come succede a Harry ogni volta, rabbrividisce. Guarda per un po’ l’amico.
Niall: «Harry non so, non ti è mai capitato di sentirti come se lei ti toccasse, come se si trovasse proprio accanto a te?» domanda, con un sorriso.
Harry: «Sì, capita anche a te?»Il biondo annuisce.
Niall: «Sì,anche in questo momento» risponde, sorridendo.
Harry: «Credevo fosse solo la mia immaginazione, credevo che fosse solo perché sentivo la sua mancanza, e avevo bisogno di averla accanto a me» sussurra.
Niall: «Non possiamo dirlo con certezza,ma io sento che lei è sempre insieme a noi» si interrompe per un po’, rimanendo a guardare Harry; poi guarda la chitarra «Allora, tornerai a cantare?» Il moro annuisce.
Harry: «Sì. Lo farò per lei. So che non vorrebbe che abbandonassi tutto questo, e io non voglio deluderla»
Niall: «È la decisione giusta» annuisce, con un sorriso.


***

Sono di nuovo qui, seduta sulla solita sedia. Le domande sono sempre quelle.
Cosa sono?
Un angelo? O magari un fantasma?
Non potrò mai dirlo.
Che ci faccio ancora qui?
Dove dovrei andare?
Non posso saperlo. Magari un giorno lo scoprirò. Magari passerò il resto della mia vita qui, insieme a Harry. Staremo a vedere.
Ma ora finalmente sono felice. Sono felice, perché Lui è riuscito ad andare avanti. Ha ricominciato a cantare insieme agli altri, ad andare alle prove, a comporre musica. Riesce a sorridere di nuovo, le occhiaie sono scomparse, nei suoi occhi è tornata la luce di sempre. È tornato ad essere il ragazzo di cui ero sempre stata innamorata.
All’improvviso sento che si sta muovendo, e lo guardo. Si sta svegliando. Non ha ancora perso l’abitudine di cercarmi con la mano, infatti lo fa anche stamattina. Quando si ricorda che io non ci posso essere, guarda il mio posto con un sorriso triste.
Io: «Buongiorno amore mio.» sussurro, come tutte le mattine ormai.
Rimane fermo per qualche istante, poi si alza e va a prepararsi. Lo aspetto in camera, seduta sulla sedia. Quando torna, lui si ferma per un attimo a guardare la nostra foto insieme, quella sul suo comodino.
Harry: «Mi manchi tanto piccola.» dice, malinconico.
Ogni tanto si fa ancora prendere dalla tristezza, ma è normale.
Io: «Anche tu mi manchi…»
Mi alzo, e lo stringo a me. I brividi di sempre attraversano il suo corpo.
Harry «Sei davvero tu?» sussurra, chiudendo gli occhi per un istante.
Io: «Sì!» rispondo, anche se lui non può sentirmi.
Continuo a tenerlo stretto a me, guardandolo negli occhi, non mi importa se lui non può vedermi.
Harry: «Spero tanto che sia davvero tu, magari sono pazzo e parlo da solo, ma se sei davvero tu, ti amo» sussurra, con un sorriso.
Io: «Ti amo anch’io.» sussurro «Un giorno ci rincontreremo, ma fino ad allora, non ti lascerò mai solo. Promesso» dico, consapevole del fatto che comunque lui non può sentirmi.
All’improvviso qualcuno suona al campanello, e Harry va ad aprire. Lo seguo. Zayn appare sulla porta.
Zayn: «Sono venuto a prenderti per andare alle prove, ci eravamo messi d’accordo.»
Harry lo fa entrare, e vanno in camera del moro. Zayn si siede sul letto, mentre Harry finisce di prepararsi. Io mi siedo sulla solita sedia.
Zayn: «Come mai così felice?» domanda, vedendo il sorriso enorme sul viso del migliore amico.
Harry si infila una maglietta, e poi lo guarda.
Harry: «Perché…»
Non sa come spiegarlo, non sa cosa dire.
Zayn: «Ti è parso di nuovo di sentire Federica? » intuisce , con un sorriso.
Harry: «Già. Non prendermi per pazzo, ma era come se lei fosse accanto a me»
Zayn lo guarda per un po’.
Zayn: «Sai, ti credo. Certo, è una cosa strana, ma a pensarci, io non ho mai visto due persone che si amavano tanto quanto te e Fede. A quanto pare il vostro amore era così forse da superare qualsiasi cosa» dice, con un sorriso.
L’ho sempre detto io che Zayn era una persona speciale, e in questo momento anche Harry lo sta pensando, me lo sento.
Harry: «Già, può essere. Non lo sapremo mai» risponde, con un sorriso.
Io invece lo so, e Zayn ha ragione: il nostro amore ha superato qualsiasi cosa, perfino il fatto che io non ci sia più.
Zayn: «Dai, adesso andiamo alle prove, o ci daranno per dispersi!» ride.
Harry: «Ottima idea,arrivo subito» risponde, il moro mentre il esce.
Harry rimane in piedi per un attimo in mezzo alla stanza, esitante, poi parla.
Harry:«Piccola, se sei veramente tu,sappi solo che ti amo, e ti amerò per sempre» sussurra, con un sorriso.
Io: «Ti amo anch’io. Per sempre» rispondo.
Sapendo che non può avermi sentita, sfioro la sua mano con la mia. Sorride, per poi raggiungere l’amico. Io lo seguo.
Per il momento mi va bene così, solo piccoli contatti. L’importante è che lui stia bene. Arriverà il momento in cui torneremo insieme e fino ad allora, non lo lascerò mai solo.



 
CIAAAAO GENTE, E' LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO UNA ONE SHOT, SPERO CHE VI PIACCIA.
VOGLIO AVERE TANTE RECENSIONI DAAAAAAAAAAAAAAAAAI c': 
  
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