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Autore: Shiren    02/08/2007    1 recensioni
Fa ancora male. Ancora male ricordare che lei era la sua migliore amica. La sua migliore amica dalla prima superiore. Da tre anni ormai. E ora non più. Ora lui si sente solo. Tabby gli riempiva le giornate, con il suo sorriso, con i suoi colori. Ora la sua vita è in bianco e nero e si sente perso. Perché l’ha persa. Per un bacio. Un bacio sincero. Un bacio d’amore. Amore represso, nascosto, celato, per troppo tempo. E Fabri a dirle che era ubriaco. Ma non era vero e Tabby lo sapeva. Lei non voleva Paolo. Lei da Paolo voleva solo un’amicizia. Bella, grande, forte…ma pur sempre un’amicizia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova giornata ha inizio. Tabby prende il suo cellulare. Compone un numero.
“Fabri?”
“Puoi venire a prendermi? Ti prego” piange. E Fabri non può dirle di no.
Pochi minuti dopo Tabby esce di casa sentendo il clacson di Fabri, ancora con gli occhi rossi, le lacrime che le hanno bagnato il viso. Tabby apre la portiera e si getta tra le braccia del suo amico.
“Fabri, cosa ho fatto?!”
“Sh…Tabby, tranquilla…si sistemerà tutto”
Vanno a scuola e si fermano lì davanti senza scendere. Poi arriva un’altra macchina, un’Alfa Romeo 147. Scende Paolo e con lui Dany. Daniela. La ragazza della discoteca. Si abbracciano e si baciano. Tabby si gira dall’altra parte, non vuole guardare.
Però, quando Dany riparte, esce all’improvviso dall’auto di Fabri correndo verso Paolo.
“Chi è quella?!” gli urla contro.
“Tabby, ma cosa…?” Paolo è sconcertato. Guarda l’amico che gli sta venendo incontro.
“Sai benissimo di cosa parlo! Perché Paolo? Perché cazzo?!”
Ormai stanno guardando tutti. Spettacolo mattutino che non era stato programmato. Recita improvvisata di sentimenti veri.
Paolo realizza e se ne frega della gente che guarda. E in quel momento se ne frega anche della ragazza che ha davanti.
“Perché Tabby?! Chieditelo tu il perché ora! Cosa dovevo fare io quattro mesi fa?! E tu, tu che te ne fregavi di me ora mi vieni a chiedere il perché?! Ma vai a farti fottere Tabby! Ora a ME non frega nulla di TE!”
Quante parole che diciamo quando siamo arrabbiati. Parole che non pensiamo veramente. O meglio che pensiamo solo in quel momento. Sappiamo in realtà che non è vero. Ma non possiamo tornare indietro a cancellare ciò che abbiamo detto. O fatto.
Nessuno dei due è in torto, come nessuno dei due ha ragione. Perché si compensano. Hanno fatto degli sbagli. Irrimediabili, si, ma li hanno fatti entrambi. Tabby a rifiutare il suo amore pur ricambiandolo. Paolo a dire frasi crudeli, cattive…che fanno male. E a Tabby fanno male. Tanto, troppo. Una cosa di cui è convinto Paolo, però, è che se lo merita. Che lui è stato male e ora lei paga per quanto lui ha sofferto.

Ricordi. Ricordi vaghi. A tratti più nitidi. Ricordi di momenti vissuti.
Belli, brutti, pazzi, strani…
E lei è lì. Bellissima, come sempre la vede lui. Ma quella sera di più. Non sa perché, ma è più bella ancora. Forse ha bevuto, forse è solo ubriaco d’amore. Per lei. Lei, lei e basta.
Ed ora è stanco di aspettare, così le si avvicina, l’abbraccia, l’accarezza.
E infine le ruba quel bacio. Inaspettato, casto, pieno di sentimenti che lei però non riesce a cogliere. Perché è cieca. Cieca di fronte all’amore.
“Paolo ma sei scemo?!” urla per farsi sentire sopra la musica, o semplicemente perché è veramente arrabbiata.
E Paolo non risponde. Perché non ne ha la forza. Non ne ha il coraggio. Perché Fabri, il suo migliore amico, lo ferma.
“Tabby, ha bevuto troppo stasera, non so che gli è preso…scusalo, domani neanche si ricor…”
“No Fabri non cercare di scusarlo! Mi ha baciato, l’avrei sentito se era ubriaco! Invece non è vero, eh Paolo? Sei più che sobrio! Scordati di parlarmi ancora! Hai rovinato tutto! Tutto! Tre anni di amicizia gettati al vento…”
“Tabby, no…aspetta” la prega Paolo.
“Aspettare cosa?! Non voglio più sentirti Paolo, basta!”
Esce. Chiama la madre. Si fa venire a prendere. Ed è vero. Ora è finita. Quell’amicizia è davvero finita.

“Bardo” chiama la prof. Ma lei niente. Non sente. La prof la richiama alzando un poco la voce. Nulla. Alcuni compagni ridono. Paolo si gira e la guarda.
“Bardo!!” urla la prof a quel punto.
Tabby si riscuote all’improvviso.
“Oh, mi scusi”
“Sempre mi scusi, mi scusi…ma che avete in questi giorni lei e Valli eh? Necessita così tanto sforzo ricordarvi di portare la testa?!”
Tabby abbassa lo sguardo.
“Comunque, stavo finendo di spiegare che…”
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
“Ecco, niente, ho finito…” sospira scoraggiata la prof, mentre la classe si dirige in modo per niente silenzioso verso la porta.
“Bardo che fa? Non esce a fare l’intervallo?”
“Come? Ah, si…”
“Ma che ha? Seriamente, mi sta preoccupando…”
“Niente prof, sul serio, niente…ho solo un po’ la testa fra le nuvole…o come dice lei, l’ho lasciata a casa…”.
  
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