Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _Pikadis_    13/01/2013    2 recensioni
Ho lo stomaco a pezzi, la testa che scoppia e una tremenda voglia di prendermi un sonnifero.
Il mio appartamento è completamente sottosopra, manco se l’uragano Katrina avesse deciso di trasferirsi da me.
Io sono una specie di fagotto umano rannicchiato sul divano in posizione fetale, che va avanti a pane e acqua, momentaneamente incapace di rispondere a stimoli esterni.
A meno che Harry non decida di venire a darmi fastidio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho lo stomaco a pezzi, la testa che scoppia e una tremenda voglia di prendermi un sonnifero.
Il mio appartamento è completamente sottosopra, da tre giorni, manco se l’uragano Katrina avesse deciso di trasferirsi da me.
Io sono una specie di fagotto umano rannicchiato sul divano in posizione fetale, che da tre giorni va avanti a pane e acqua, momentaneamente incapace di rispondere a stimoli esterni. Aspetta. C’è un ronzio, qualcosa di estremamente lontano, che appartiene ad un’altra realtà, forse è un angelo che sta venendo a prendermi…no, è il campanello. Chi è quel pazzo che osa avvicinarsi alla mia porta quando io sono ridotta così, eh? Che vada a farsi un giro alle Bahamas, io da qui non mi muovo! Può suonare anche tutta la mattinata, fare un break a pranzo, tornare per tutto il pomeriggio, fare un secondo break per cena e poi tornare e ripetere tutto da capo, ma io da qui non mi alzo!
Sta ancora suonando. Ok, ha vinto, ma solo per questa volta! Malferma sulle gambe, raggiungo la porta e la apro.
-Cassie ma che ti è successo? Sembri una profuga scampata ad un naufragio e messa sotto da una camion appena sbarcata!- Dovevo aspettarmelo, è quel deficiente di Harry che viene a darmi fastidio.
-Potrei vomitarti addosso, quindi non ti rispondo, sai, gli altri inquilini potrebbero vedermi e pensare che io sia poco educata.- rientro in casa e mi riappallottolo sul divano
-Cosa è successo qui?- urla scandalizzato, una volta che è entrato.
-Non urlare, diamine!- bofonchio.
-Va bene, non urlo, ma hai visto com’è ridotto il tuo appartamento? È un porcile! Non hai più quindici anni, Cassie, i party hard a base di caramelle e schifezze varie non te li puoi permettere più!
-Non è vero!- scatto, provocandomi una fitta alla testa-Io sono ancora giovane e…- Harry, prendendomi per le spalle, mi fa sdraiare di nuovo.
-Andiamo bene, a vent’anni ha già le crisi di mezz’età, quando ne avrà cinquanta, che farà?- sospira divertito, sistemandomi meglio la coperta e mettendomi un cuscino dietro la testa.
-Ringrazia che ho  fatto indigestione, altrimenti…-mi poggia un dito sulla bocca.
-Ascolta: io ora ti misuro la febbre e poi sistemo un po’ qui, ok?-annuisco- Tu, però, da brava bambina, non farai storie e cercherai di dormire, me lo prometti?- mi fissa con quei suoi occhi tranquilli e, per un momento, mi sembra di dimenticare le fitte allo stomaco e la voglia di buttar fuori anche l’anima.
-Prometto.- mi accoccolo sul cuscino,  chiudo gli occhi e lui mi sistema la coperta fin sotto il mento.


Il sogno che sto facendo è qualcosa di straordinario. Sono distesa su morbide nuvole che volano su un mare immenso…
-Cassie? Cassie ti vuoi svegliare?- oggi Harry ha deciso di essere particolarmente fastidioso.
-No, tornatene alle Bahamas e restaci!- cerco di girarmi dall’altra parte, ma sento il vuoto sotto di me. Apro gli occhi e mi ritrovo in braccio a Harry, davanti alla posta del bagno.
-Che diamine ci faccio a un metro da terra?- urlo isterica. Ho paura delle altezze, anche se minuscole, anche se abito al quinto piano. Mi aggrappo spasmodicamente al collo di Harry.
-Stai calma, oppure mi strozzi!-dice lui ridendo.
-E tu mettimi giù!- sento un tonfo e poi i miei piedi toccano il soffice tappeto del bagno.
-Puoi lasciarmi, ora.- mi sussurra all’orecchio. Mi stacco e mi guardo intorno, come se non fossi mai stata mai nel mio adorato bagno. In fondo, negli ultimi giorni, la sola vista di un lavandino mi faceva venire i conati quindi, effettivamente, è da un po’ che non ci entro.
-Perché mi hai portata qui?-noto con piacere che l’aria è tiepida, deve aver acceso i termosifoni.
-Sono tre giorni che non tocchi acqua e sapone, vero?-sembra la reincarnazione di mia mamma, quando da piccola mi fingevo malata per saltare la scuola e poltrire nel letto.
-Da cosa lo hai capito?-mi arrendo molto facilmente quando sono malata.
-Lasciamo stare, guarda…qui c’è un cambio di biancheria, un pigiama e l’aria è calda; lavati anche i capelli!-sparisce dietro la porta, lasciandomi sola e a bocca aperta. Mi ci vuole un po’ a capire cosa mi ha fatto, più o meno quando sento la serratura scattare, chiudendomi dentro.
-Mi stai costringendo a lavarmi?-chiedo scandalizzata.
-Sì!-ridacchia lui da fuori-Quando hai finito chiamami!- sono sgomenta, giuro. Mi appoggio al lavandino e mi guardo allo specchio: grandi occhi neri cerchiati da occhiaie, capelli che sembrano appena usciti da un frullatore con del pesto dentro e la bocca impastata e screpolata. Sembro uno zombie-emo. Sì, una doccia mi serve sul serio.


Ora sì che mi sento meglio! Certo, la nausea non è passata, ma penso di aver recuperato abbastanza energie per vendicarmi di Harry. E poi ho anche un aspetto un po’ più presentabile, ora che i miei ricci scuri sono tornati al loro posto, la vecchia felpa felpata ha lasciato il posto ad un comodo pigiamone di paile e profumo di limone invece che di zucchero marcio. Quattro colpi alla porta mi fanno sussultare.
-Hai finito di tirarti a lucido?-chiede allegramente la mia zecca personale.
-Sì.- faccio per avvicinarmi alla porta, ma quel decerebrato la apre di scatto me la sbatte dritta in fronte, facendomi cadere all’indietro, col sedere per terra.
-Oddio, ti ho fatto male?- si china su di me, preoccupato.
-No, hai fatto avverare il mio sogno segreto di farmi sbattere la porta del bagno in fronte!- mi massaggio la fronte, in fondo la botta non era tanto forte. Ma, giustamente, siccome Harry non ha abbastanza materia grigia per capirlo, mi solleva di peso.
-Cavolo, Harry! Le gambe ce l’ho, posso camminare! E poi sai benissimo quanto mi facciano paura le altezze!- dico stringendomi di nuovo al suo collo.
-Sei malata, ti ho fatto male, devo evitare di farti camminare per aggravare la situazione.- dice solenne. Mi deposita sul divano dov’ero prima e noto che tutta la casa è in ordine, pulita e profumata.
-Come hai fatto?- chiedo meravigliata.
-Non potevo certo lasciarti in un caos del genere. Mi sono messo d’impegno e ho cercato di dare un aspetto decente a questo appartamento!- allarga le braccia e poi mi rimbocca le coperte, sistemandomi anche un paio di cuscini dietro la schiena. Una volta che mi ha sistemato per bene, sparisce in cucina, per poi  tornare con un vassoio in mano.
-Mi hai preparato anche il pranzo?- sperando che non siano le solite cose precotte che ci sono nella mia credenza.
-Dovere.- mi sorride e mi poggia il vassoio sulle ginocchia: pastina in brodo di pollo. Non è un pranzo da re, ma quando hai lo stomaco ridotto come il mio è un toccasana. Mi accende anche il televisore, su Mtv Music.
-Vuoi farti imboccare?-chiede, vedendo che non ho ancora toccato il piatto.
-Non ti preoccupare, ci riesco ancora a mangiare da sola!- comincio a mandar giù qualche boccone, si siede affianco a me, sul pavimento.



Ormai sono le quattro del pomeriggio, io mi sento decisamente meglio e Harry sta dormendo.
Circa un’ora fa si è accoccolato con la testa sulle mie gambe ed è crollato.
Gli sto accarezzando i capelli proprio ora.
Ormai i miei progetti di vendetta sono svaniti e nemmeno avevo voglia di attuarli. Lui mi ha ‘salvata’, mi ha aiutata e curata.
Mi ha sopportata, ha compiuto il suo dovere con dolcezza e non solo perché doveva, ma perché voleva.
Mi ha amata nelle piccole cose.  
Perché lui è il mio angelo custode, in fondo.

Pika's time
Questa OS è basata su un'esperienza vissuta realmente, nel senso che ho davvero avuto mal di stomado per tre giorni.
Volevo semplicemente essere dolce fino al diabete, ma non credo di esserci riuscita pienamente.
Spero che vi sia piaciuta e, se vi va, lasciatemi un commentino, anche piccolo piccolo, non vi preoccupare!
Alla prossima!


  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _Pikadis_