Jak II: Epilogo
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ak aprì lentamente gli
occhi.
La luce della luna si
rifletteva sull’acqua inquinata di Heaven City, di
qualche metro sotto di lui che era seduto su uno dei tanti ponti presenti al
porto della città, poco affollati vista l’ora. I profondi
occhi blu erano fissi sul medaglione datogli dal suo alter ego del passato, se stesso quando aveva sei o sette anni circa.
Era ironico, essere sbalzati
nel futuro per poi trovare se stesso da bambino.
Così come lo era faticare
tanto per tornare al proprio mondo, pulito e perfetto, quando invece ci si rende conto che quello oscuro e corrotto è invece la propria
casa.
La mente di Jak era affollata da mille pensieri, sarebbe senza dubbio
voluto tornare a casa: lunghe distese incontaminate di erba,
acque fresche e pulite dove fare il bagno…
Ma non era questo, il destino dell’eroe, e lo accettò,
lo doveva accettare. E doveva accettare anche quel suo lato oscuro, il Dark Jak, una bestia insaziabile di eco
oscuro che non tardava ad uscire ogni qual volta quella strana sostanza
sorresse eccessivamente nelle sue vene e che da poco aveva imparato a
governare.
Intento, dall’interno del Naughty Ottsel, Daxter stava ingurgitando una quantità smodata di sostanze
alcoliche, raccontando storie “leggermente” gonfiate riguardo la sconfitta di Kor nel nido delle
testa di metallo.
-Eravamo lì…- Disse l’ottsel con fare ebbro -… c’erano una cinquantina di teste
di metallo a destra… almeno un centinaio a sinistra… e quel
GIGANTESCO mostro…- indicò la testa di Kor,
appesa come ornamento sopra la porta del locale alla cui soglia c’era Keira che osservava fuori con aria un po’ malinconica.
-Oohhh… il mio piccolo eroe arancione…- Disse Tess, grattando dolcemente la testolina di daxter che era straiato a pancia in giù sul bancone, Pecker a qualche metro di distanza, stava sorseggiando un
drink e, alle parole di Dax, incrocio le ali
variopinte e sbuffò.
-... poi noi tirammo fuori
l’artiglieria e… ratattatatata..- l’ottsel impugnò una mitragliatrice invisibile e fece fuoco a
destra e a manca nel locale, mimando una faccia arrabbiata - …e poi pezzi di
teste di metallo OVUNQUE-
-Tutte balle…!- disse secco
la mezza scimmia – … tu sarai rimasto a sporcare la spalla di Jak facendotela addosso!-
-Vuoi un'altra ripassata,
pennuto!?- Disse l’ottsel,
alzandosi un po’ barcollante.
-Fatti sotto, topo
arancione!-
I due ingaggiarono una lotta
a colpi di zampe e di ali, Sig,
Samos, Ashely e Torn guardarono distrattamente la lite, più interessati
alle loro ordinazioni che all’incontro.
Tess scosse leggermente il capo con aria rassegnata –Vado a prendere del ghiaccio… ce ne sarà bisogno…- disse la
biondina, avviandosi verso il bancone quando ad un tratto la sua attenzione fu
catturata da Keira, il giovane genio della meccanica
dai capelli blu, che continuava ad osservare oltre la soglia della porta.
Appena la barmaid si accosto al tecnico capì
subito cosa attirasse la sua attenzione, dalla porta del Naughty
Ottsel era ben visibile il porto, così come visibile
era Jak, ancora seduto sul ponte a contemplare l’ultimo
dono del piccolo.
-Perché non vai da lui…?- chiese Tess,
poggiando una mano sulla spalla della ragazza, che diventò rossa di poco a
poco.
Daxter, che con la destra teneva il capo di Pecker che lo stava caricando, e con la sinistra caricava lui un pugno diretto al pennuto, voltò gli occhioni neri verso le due ragazze che iniziavano a parlare
a bassa voce, tanto che con la musica ad alto volume e il traffico della città,
non che gli insulti che la mezza scimmia gli rifilava, l’ottsel
non poteva sentire nulla di ciò che le due stavano dicendo. L’attenzione di lui fu però brutalmente interrotta da una
violenta zampata che Pecker rifilò Daxter in pieno petto, facendolo cadere a terra.
-Banzaiii!!!- Disse la mezza scimmia, mettendosi in una tipica
posa da kung fu, l’ottsel
si alzò un po’ barcollante da terra, ignorando completamente il rivale ma
cercando con lo sguardo spaesato la porta del locale –Che c’è? Te la fai sotto?
Sono qui!...- disse la voce nasale di Pecker.
-Chiudi quella fogna…!-
disse Daxter, vedendo ora la porta completamente
deserta, se non fosse per Tess
che si stava dirigendo al bancone. L’ottsel corse
rapidamente fuori dal locale, seguito da un Pecker abbastanza confuso dal suo atteggiamento. Appena arrivati fuori i due poterono vedere Keira attraversare il ponte sul quale stava seduto Jak, e non tardarono a dirigersi verso di loro, il primo
per propria intenzione, il secondo semplicemente incuriosito.
-Ciao…- Disse la donna meccanico, dirigendosi verso il rinnegato dai
lunghi capelli biondi e versi, e fermandosi ad un metro da lui con le mani
giunte dietro la schiena, sul volto angelico solo un flebile sorriso.
-…- Jak
si voltò verso la ragazza, ricambiando il suo sorriso -…Ciao…- disse, prima di legarsi
il medaglione al collo, la ragazza abbassò lo sguardo sull’oggetto, per poi
andare a sedere anche lei sul ponte, a mezzo metro circa da Jak,
accavallando le gambe, lo sguardo si alzò verso la luna che gli rischiarò il
viso come fosse un faro.
-Bella vista, uh?- formulò
la ragazza, Jak spostò gli occhi verso di lei, poi
alzò anche lui il mento per mirare il cielo notturno che faceva da cupola a
quella città.
Miriadi di stelle
illuminavano le tenebre della notte, affiancate dal voluminoso satellite, non
coperto dalle solite nuvole o dai fumi tossici emanati dalla città, il biondo non
aveva molto da dire alla sua amica, ma nonostante ciò, Keira
non sembrava annoiarsi dello stare lì in sua presenza, seppure in quel silenzio
imbarazzante.
-Senti, Keira…- Disse
Jak voltandosi di scatto verso la ragazza.
-Io…- dissero i due in coro,
sovrapponendo le voci.
I due si bloccarono
di colpo, un po’ imbarazzati -…Prima te…No, tu…- continuarono a dire i
due, aumentando ancor di più l’imbarazzo provato.
Jak, però, afferrò il coraggio a due mani e posò la sua
sul dorso di quella di Keira, che spalancò
leggermente gli occhi mentre le sue labbra si
distanziarono appena, il suo corpo e la sua mente erano in un piacevole torpore
datogli dall’estasi di quel delicato tocco, il cui tepore si stava lentamente
trasmettendo per tutto il corpo.
-Grazie… per aver riparato
quella macchina spazio-temporale e… per aver portato il me-bambino indietro nel
tempo…- disse Jak, spostando
gli occhi blu sui piedi di Keira, risalendo poi lungo
le esili gambe, osservando i suoi piccoli seni e alzò quindi lo sguardo negli
occhi color del mare.
-…A me…- rispose lei
-…dispiace per… esserti stata ostile ma… io… ero…- il
meccanico non riusciva a dirlo, non prima di un lungo respiro -…quando ho visto
te e Ashely insieme… io…- non terminò quella frase, Jak posò la sua mano sul volto di Keira,
accarezzandolo lievemente, l’ombra che proiettava la sua mano copriva
parzialmente il viso della ragazza, lei era la luna, lui era il sole.
I visi dei due si
avvicinavano sempre di più. Meno era lunga la distanza, più i cuori dei due
battevano più forte mentre loro socchiudevano gli
occhi, pronti ad esprimere fisicamente il loro amore, nulla poteva disturbarli,
e nulla poteva fermarli, il traffico e lo smog non esistevano nel piccolo
spazio che il loro amore aveva creato.
-BUUUH!- Una voce nasale
dall’alto timbro esplose nel mezzo del loro bacio, facendo destare i due dal
loro sogno, facendoli aprire di scatto gli occhi che vedevano da una distanza decisamente ravvicinata il volto peloso di Daxter, facendoli sobbalzare indietro.
Keira perse l’equilibrio e rischiò di cadere, ma Jak con un rapido scatto l’afferrò per il petto
stringendola a se per impedirle di bagnarsi. –Ehehe…
ti dai da fare Jak?- la voce di Daxter
continuava con tono canzoniero
e non proprio sobrio mentre Jak e Keira
tornarono a guardarsi a vicenda, adesso molto impacciati.
-Credo…- disse la ragazza
dai capelli blu, staccandosi da Jak e alzandosi -…che
sia meglio che torni nel locale… ci vediamo li…-
-Ah… si, sisi
ci vediamo lì…- disse Jak, ancora imbarazzato
mentre osservò la ragazza andare via. Le lunghe orecchie dall’aspetto elfico dell’eroe si abbassarono, accennando un aria malinconica.
-Bahhh, donnee…- mormorò Daxter, dando un leggero colpetto al braccio dell’amico. –
chi le capisce…-
Jak sbuffò, lievemente seccato –Dax,
a volte mi chiedo se tu lo fai apposta…-
-Uhhh?- chiese spaesato l’ottsel,
mentre Pecker, dietro di lui, scuoteva il capo con un espressione rassegnata. Alcuni fuochi d’artificio
esplosero nel cielo, attirando l’attenzione dei tre. –Tuuuutto
è bene quel che finisce bene…- continuò Daxter.
-Finito?- disse Jak poco credulo –non credo, no…- affermò, poggiando il
gomito sinistro sul ginocchio e la testa sul proprio pugno.
-Uhm… dici?...
bah…- Daxter fece spallucce – su, andiamo al Naughty Ottsel… qualsiasi cosa
verrà dopo l’affronteremo insieme, vero Jak..?-
chiese porgendo il pugno chiuso all’amico, che sorrise.
-Si, insieme…- afferma,
portando il pugno chiuso contro quello dell’amico,
decisamente più piccolo, quindi si alzò e si diresse verso il locale.
Daxter e Pecker, da dietro,
guardarono Jak avviarsi verso il locale.
-Ah, faccia da scimmia…?-
disse il primo, facendo voltare l’altro.
Un pugno arrivò diretto allo
stomaco del pennuto, facendolo piegare in due.
-Questo è per prima…!-
-Maledetto…!-
L’ennesima lotta fra Daxter e Pecker stava per
consumarsi all’alba della nuova che si presumeva essere libera
da testa di metallo.