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Autore: Harella    14/01/2013    2 recensioni
La storia di Raven incomincia nel 1753, il 21 settembre,
quando per la prima volta vide la luce.
I suoi genitori e i suoi due fratelli maggiori le hanno sempre detto,
che quel giorno,
il ghiaccio che copre il laghetto in giardino per più di sei mesi l'anno,
si sciolse dopo il suo arrivo sulla terra.
Da quel giorno, tutti i nobili del nord America contarono sulla forza, sullo spirito,
sul potere di quella giovane vampira dai capellli blu.
Nonostante fosse figlia di un vampiro ex umano e della regina dei sanguepuro d'America,
tra pochi secoli verrà obbligata ad ereditare il potere del casato e a sposare suo fratello maggiore Igor,
il giovane sanguepuro dagli occhi zaffiro.
Portroppo i due non sono assolutamente daccordo col matrimonio programmato,
lui desidera passare la sua vita immerso negli studi,
mentre lei sono ormai cent'anni che lavora come hunter e sogna di stare nell'associazione per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mission
 
 
 
 
06 03 1843
 
 
Ci mettemmo subito in viaggio verso la nostra prima vera vittima.
 
All'epoca Spandau non era considerabile la provincia che è tuttora, si presentava più come un paese di campagna immerso nei campi, 
 
anche se effettivamente a quelle temperature non molto favorevoli l'agricoltura non era praticata, al contrario si scorgevano capi di bestiame in ogni dove. 
 
In quel luogo la notte non era semplice da affrontare ed i pericoli per la gente erano ovunque, 
 
si barricavano nelle casette di legno subito dopo il suono delle campane delle ore 17.
 
La prima notte la passammo in una locanda, Luca era alla finestra che dava verso l'esterno, 
 
sulla campagna coperta di brina argentea scintillante come la lama della spada del moro, seminascosta dalla giacca di pelle riflettendo la luce lunare .
 
I suoi occhi verde smeraldo, erano lucidi e le sue gote arrossate venivano rigate dalle lacrime,
 
che cercava di nascondere il più possibile tra riccioluti capelli.
 
         << Sa Miss Hiska, forse non è ancora pronto ad affrontare uno di quei mostri >> mi disse Ivan mentre affilava la sua sciabola
 
         << Forse nessuno lo è davvero, chi può dirlo forse tornerete a casa sola, infondo voi non morite facilmente >> 
 
Alludendo al mio essere vampira mi riportò alla mente il giorno della riunione, 
 
come quel giorno avrei potuto perdere qualcuno, ma questa volta io potevo ribaltare la situazione,
 
non ero in balia delle decisioni altrui e non avrei permesso a nessuno di far male ai miei amici.
 
Il castano mi si avvicino facendo scivolare la sedia al mio fianco, mi fissò per un tempo tremendamente lungo con quei due brillantissimi occhi grigi,
 
la situazione si faceva insostenibile.
 
          << Sei sicura di voler vedere un tuo simile in quello stato pietoso? infondo sei solo una bambina è giusto tu abbia paura >>
 
          << Non credo tu mi possa definire bambina, ormai ho superato il mezzo secolo abbondantemente,
 
            direi che sono ingrado di prendere delle decisioni da sola>> distolsi lo sguardo e lo posai sulle fiamme,
 
già quelle traballanti forme che si contorcevano scoppiettando si levavano dal focolare dinnanzi a noi, quel vigore mi faceva amare la vita.
 
          << Hiska hai paura? >> replicò lui rubandomi l'attenzione 
 
          << Chi non ne avrebbe, non mi hanno nemmeno lasciato portare armi. 
 
             In più se dovessi essere scoperta dal consiglio degli anziani ad usare i miei poteri senza la presenza di uno dei miei fratelli sangue puro,
 
             arrecherei gravi problemi a tutto il casato >> Ripresi fiato sfoderando il sorriso più finto che avevo e continuai 
 
         << Comunque adesso sono un hunter a tutti gli effetti, d'ora in poi prenderò il nome di Ohak, in onore di mio padre >>
 
         << Allora dovremmo dire che sei una delle nuove leggende miss Ohak, non si è mai vista una nobile mezzo sangue figlia di hunter>>
 
         << Si forse hai ragione >> Conclusi voltandomi nuovamente verso il fuoco.
 
Dopo una ventina di minuti eravamo tutti pronti, uscimmo dalla locanda in alta uniforme con i cappucci delle lunghe giacche a coprirci il volto.
 
Nessuno proferì parola fino all'arrivo nella piccola piazza centrale, 
 
illuminata parzialmente dalla luna che sbucava dalle nuvole e dalle poche luminarie ad olio appese agli edifici circostanti.
 
Lì avvertì una presenza spaventevole ed un leggero odore di sangue che aleggiava nella gelida brezza,
 
Probabilmente anche i due ragazzi alle mie spalle l'avevano avvertito e già impugnavano le loro armi.
 
Per farlo uscire allo scoperto presi un coltello da caccia, che tenevo nascosto ai miei insegnanti nell'anfibio destro 
 
e mi feci un piccolo taglio sulla mano.
 
Appena la goccia indaco cadde a terra un giovane ex-umano si mostrò, correva goffamente e in modo scoordinato ci si scagliò contro senza indugi.
 
prima dell'impatto creai una barriera sollevando le piastrelle che adornavano il piazzale, 
 
sulla quale si scontrò e rintontito cadde a terra urlando acutamente, atrocemente le mie orecchie finissime vennero tramortite da quello sprezzante rumore.
 
Aveva lunghe unghie affilate come lame e gli occhi piccoli, inquietanti e rossi trasudavano di orribili pensieri di morte, 
 
la sua forza forse non era molta ma certo per dei giovani apprendisti era temibile.
 
Si rialzò scuotendo la testa e ci venne nuovamente contro, questa volta camminando lentamente.
 
        << Voi, come osate minacciare la vita di una regina la pagerete cara! >> disse con una temibile voce metallica. 
 
Eravamo tutti in posizione, pronti ad attaccare, sentivo i nostri cuori battere forte dalla paura, 
 
la pressione sanguigna dei miei alleati mi distraeva dalla preda che barcollando si avvicinava. 
 
Ivan si lanciò all'attacco sguainando la lucente sciabola non voleva che quell'essere avanzzasse nel discorso distrandomi dal mio obbiettivo principale,
 
mietere esistenza, il ragazzo gridò per darsi coraggio durante un affondo purtroppo non andato a buon fine.
 
Luca immediatamente gli si avvicinò dal lato colpendolo sulla spalla con il lucente stocco, il livello E si ritrasse con un lungo balzo all'indietro, 
 
tenendosi stretto nell'artigliuta mano l'arto sanguinante, i suoi occhi divenirono sempre più rossi.
 
Appena i due hunter tornarono nelle loro posizioni di partenza il vampiro riprese la carica,
 
con i miei poteri scagliai via i miei compagni così che non potessero essere colpiti, non dovevano esserci altre perdite oltre che quella dell'orrida creatura.
 
Ero l'unica scoperta, a quel punto il gioco era tutto in mano mia, appena mi fu a pochi metri, 
 
si preparò a sfoderare una terribile artigliata dritta al centro del mio minuto busto, andata a vuoto per pochissimo, 
 
infatti riuscì in quel minimo tempo a teletrasportarmi alle sue spalle.
 
Estrassi il coltello e glielo inculcai nel collo, il sangue zampillò e poi scizzò ovunque come un fiume in cascata, gli recisi la trachea e l'arteria giugulare, 
 
ma lui ostinato non si trasformò in polvere, forse perchè la mia arma non era antivampiro, forse non ero in grado di uccidere un mio simile.
 
       << Dannato muori! Orrida creatura! >> urlai in lacrime
 
Luca mi si avvicinò a passi lenti, estraendo nuovamente la sua spada dal bianco fodero,
 
la impugnò con entrambe le mani e trafisse brutalmente la schiena del livello E, si incenerì senza fiatare come quando era arrivato.
 
I suoi occhi erano infuocati dalla rabbia e parevano rossi quasi quanto i miei, mi mise una mano sugli occhi asciugandomi le lacrime, 
 
si voltò e le uniche parole che fu in grado di pronunciare furono:
 
            << Missione terminata, torniamo a scuola >>
 
Ivan rimase fermo a fissare quel cumulo di polvere, fece il segno della croce e invocò una preghiera alla madre morta anni prima, 
 
durante una missione esattamente come la nostra.
 
Il successivo giorno tornammo al collegio dove ci attendevano anche gli altri quattro gruppi, dei quali alcuni componenti gravemente feriti.
 
Il professor Gallagan era alla cattedra affiancato dal preside, in quella stanza più uota da solito, 
 
i loro volti perennemente seri erano stranamente coperti da gioiosi e soddisfatti sorrisi.
 
        << Siete tutti passati, questo gruppo non mi ha mai deluso, come sempre siete i migliori. 
 
           I miei complimenti >> Il preside incominciò a parlare, battendo due volte le mani per darci ordine di riposo 
 
        << Da questo momento, siete tutti diventati Hunter effettivi e vi verranno affidate delle missioni e una lista nera, 
 
           ovviamente per i primi tempi non caccerete in solitaria, ma verrete accoppiati ai vostri maestri originali o ai vostri compagni di corso, 
 
           sappiate che il collegio non lo lascerete fino alla fine di questi prossimi due anni se non per volere 
           
           dell'associazione stessa >> disse Gallagan dondolandosi sulla scricchiolante sedia
 
        << Padre qui c'è qualcosa che non va nel modo giusto, sento un odore che non mi piace affatto >>
 
        << No Ivan non è nulla. Ragazzi, questo è l'odore di un vampiro un po diverso dai soliti >>
 
        << Vampiro qui? >> chiese un ragazzo dal fondo della classe
 
        << Un altro finto hunter? >> mormorò un'altro
 
        << Voi due calmini non affilate le armi, i sangue puro non si toccano >> Gallagan incrociò le braccia dietro la testa 
 
e si riappoggiò al muro dietro le sue spalle, già prevedeva lo scompiglio che si sarebbe creato alla parola sangue puro. 
 
Infatti il professore aveva ragione, i ragazzi incominciarono ad agitarsi, i loro volti alterati immaginavano quella creatura, 
 
dalla maggior parte vista solo nei libri, come una bestia assetata di sangue con la passione di stroncare vite umane per divertimento, 
 
per non considerare quei ragazzi che erano rimasti vittime di Livello A, dove avevano anche perso parenti o addirittura gli stessi genitori e fratelli.
 
Lo scompiglio iniziale divenne caos, una vera e propria anarchia di voci, 
 
ed improvvisamente il portone ligneo si apri accompagnato dal rumore metallico delle armi degli studenti.
 
Il sangue puro entrò, alto e bello portava con fierezza l'aura luminosa e trionfante di un nobile nordico.
 
La pelle bianchissima e i lunghi capelli corvini scintillanti gli incorniciavano il viso angelico e con quell'espressione enigmatica che tanto lo caratterizza, 
 
dietro di lui, una bambina di circa tre anni anch’essa mora con gli occhi blu e lucidi come il mare teneva la giacca del sangue puro stretta nella piccola mano.
 
Li riconobbi subito nonostante fossero entrambi cresciuti moltissimo, in quei 18 anni di lontananza da casa dove potevo solo vederli una o due volte all'anno.
 
Mentre i miei compagni schiacciati contro la parete di fondo erano tremanti ed impauriti pintando le armi dritte verso il ragazzo, 
 
io non aspettavo altro che quel momento
 
         << Igor, Nobile fratello mio >> gli corsi in contro e gli saltai fra le braccia, sotto gli occhi increduli dei miei compagni.
 
         << Nobile Hiska è un onore ospitare vostra sorella nella mia scuola >> esclamò il presidente chinando il capo 
 
e trascinandosi dietro anche il biondo prof che si faceva bellamente i fatti suoi, daltronde per un hunter non è cosa normale inchinarsi di fronte ad un vampiro.
 
        << Sono io a dovervi ringraziare di averla protetta, sia dagli Hunter che hanno compreso la sua situazione, che dal consiglio degli anziani >>
 
        << Mio nonno doveva la vita a vostro padre, il suo maestro, io mi sono sdebitato da parte sua e ne sono fiero >>
 
        << Tutto merito dell'orgoglio nel corso dei miei anni ho visto molti hunter orgogliosi e fieri, 
 
           ma voi, voi siete il primo che rispetta davvero l'onore della propria famiglia. Allora è degna la mia bimba potrà diventare una cacciatrice? >>
 
        << Assolutamente si, forse sarà anche più forte di vostro padre, anzi lo sarà sicuramente >> sorrise l'altro incrociando le braccia 
 
ed abbandonando il suo pesante corpo sulla sedia della cattedra
 
        << E...Per la questione del Corvo cosa facciamo? >> Ribattè Igor a voce bassa e tremendamente cupa
 
        << Corvo? Nobile fratello non starai parlando di "Lei" >>
 
        << Dolce Corvina lo sai che non possiamo farci molto, 
 
           ma gli hunter potranno sigillare i tuoi poteri e contenere leggermente la tua forza >>
 
        << Alla fine di questi due anni ti faremo un marchio magico, ma ora non pensateci. 
 
           Avete tre giorni di congedo per stare con i vostri familiari, ora vada >>
 
Portai la mano destra al petto, come era in uso a quei tempi salutare i soldati di alto rango e mi congedai.
 
Il tempo che passai con Igor fu impagabile e finalmente conobbi la piccola Lorain per quello che era diventata,
 
una così dolce bambina gioiosa, felice e giocosa, l'avevo lasciata in America quando aveva solo un anno 
 
ed in quei lunghissimi 18 anni l'avevo vista solo di sfuggita.
 
Era così bella con le guance rosa e gli occhi zaffiro, piccola ed elegante come una bambola di porcellana finissima,
 
la sua voce nonostante fosse acuta per la giovane età, poteva paragonarsi a quella di un usignolo.
 
Quel giorno mi fu anche raccontato di tutte le vicende accadute durante la mia assenza, di mio padre e di Dakos, 
 
dei nobili che volevano assolutamente conoscermi e della mia mamma che avrebbe dato alla luce un altro fratellino o sorellina,
 
del quale io avrei avuto l'onore di nominare scelsi Isabella come la nonna e la madre da parte di mio padre.
 
Tre giorni dopo ripartirono ed io tornai al collegio, spesso l'associaziona mi spediva delle lettere di esecuzione, così venivo mandata a caccia con Andrea.
 
Così i mesi scorrevano e le stagioni si intercambiavano l'una con l'altra, inesorabilmente i miei amici divenivano adulti e io non dimostravo più di 10 anni,
 
la nostra forza era aumentata esponenzialmente e pian piano riuscivo a controllare le convulsioni dovute alla presenza di lei.
 
 
 
 
 
23 07 1845
 
 
Ricordo del giorno che Ivan e Luca entrarono nella mia camera, stavo difronte allo specchio e pettinavo i miei lunghi capelli blu intenso,
 
mentre ancora ero in camicia da notte.
 
       << Raven, cara Raven, sembri così piccola e indifesa >> Luca sbuffò e mi comparve alle spalle rubandomi di mano la spazzola
 
       << Non si bussa più? Non avete considerato che sarei potuta essere nuda? >> mi voltai rabbiosamente
 
       << Non saresti stata neanche un po affascinante quindi non ci saremmo scandalizzati, sei solo una bambina >> ridacchiò Ivan
 
       << Bastardi, è così che ci si comporta con una ragazza!? >> li guardai con occhi di fuoco,
 
ma parve che loro non furono molto colpiti, anzi scoppiarono a ridere peggio che prima.
 
       << Raven siamo seri, sei sicura di star bene? oggi verrai mandata a Vienna sei agitata? >> Mi chiese Ivan sedendosi sul letto
 
       << Ovvio che sono preoccupata, a nessuno piacerebbe una situazione del genere, 
 
          ma per la mia salvezza e per la salvezza del mio popolo sono disposta a fere di tutto, e poi non penso mi tortureranno, 
   
          verrò solo marchiata magicamente nulla più nulla meno. Spero >>
 
       << Non ci vedo chiaro sapete, ho un britto presentimento >> il moro mi si avvicinò posandomi una mano sulla testa 
 
e preso un nastro rosso poggiato sul comò, legò la moltitudine di riccioli ribelli.
 
       << Mi mancherete ragazzi, mi mancherete tantissimo davvero >> mi alzai e li strinsi forte a me, 
 
pensai che non li avrei più rivisti e la cosa mi rattristava a livelli improponibili,
 
probabilmente i miei cari amici non avrebbero raggiunto il secolo nuovo,
 
mentre io sarei vissuta secoli, millenni forse anche più.
 
L'eternità desiderata da tanti umani non è divertente né piacevole, anzi, il dolore che provoca anche solo l'idea di vedere i miei cari morire, 
 
è incommensurabile. 
 
Solo in momenti come questi, riesco a capire perfettamente il motivo della scelta di mia madre, nel trasformare mio padre.
 
Essere vampiri fa schifo. 
 
 
 
******
 
 
 
In una notte del 1600 circa, mentre la peste dilaniava le vite di moltissimi innocenti,
 
Liam Ohak, che all'epoca era un hunter, conobbe la sangue puro Ella del casato Hiska.
 
Accadde sulle rive del Tamigi, a Londra in una notte di caccia, sotto il cielo autunnale coperto da nuvole violacee,
 
Il corteo di appestati e flagellanti era passato di li da poco tempo e ancora si potevano udire le urla e i canti macabri.
  
Liam era stato mandato in quel maledetto incrocio per uccidere un servitore della famiglia Hiska, 
 
un giovane canadese finito sulla lista nera dell'hunter per sospetti atti di vampirismo nei confronti di un gruppo di anglicani appestati.
 
Liam si trovava lì da ore ormai, era convinto che quel mostro sarebbe passato per raggiungere la bella villa dove la nobile famiglia era ospitata.
 
stava per perdere la pazienza, il cielo si era ulteriormente oscurato e la pioggia cadeva fitta.
 
 
 
Verso le 8 e 25 pm...
 
All'incrocio di quelle due vie raramente percorse nelle ore notturne, il servitore si avviava verso la villa in questione
 
        << Vi stavo aspettando >>
 
Sotto l'unico lampione ad olio acceso, i lunghi e bagnati capelli blu del giovane brillavano oscurandogli il volto.
 
        << immaginavo che un giorno sarebbe finita in questo modo >> Sorrise l'altro
 
        << Voi hunter, che brutta razza >> il vampiro portò la mano sinistra fra i rossi ricci
 
        << Bando ai convenevoli, non ho tempo da perdere >> 
 
Liam gli saltò al collo puntandogli contro un pugnale per finirlo il prima possibile, non era prudente stare così a contatto con le zone contagiate
 
        << Hei, Voi cosa state facendo al mio servitore!? >> una donna, dal fondo della via comparve, 
 
nel silenzio la sua voce acuta di fanciulla, rimbombava contro le pareti delle abitazioni abbandonate o barricate, 
 
così da distogliere l'attenzione dell'hunter dalla sua preda che divincolandosi si rialzò.
 
Liam si voltò per scoprire chi fosse il suo interlocutore, era una ragazza bellissima, con lunghi capelli corvini raccolti in trecce terminanti con anelli dorati, 
 
la carnagione candida e occhi blu gli ricordavano una fanciulla vista su un libro, sulle miniature vi una nobile principessa durante la guerra, 
 
le sue labbra tinte di rosa erano socchiuse con una smorfia seccata ma determinata
 
       << Sto parlando con voi, mi sentite!? >> Ella replicò sempre più iraconda quasi perdendo la pazienza 
 
e incrociò le braccia sbuffando. Liam era incantato da tale bellezza e determinazione tanto da restare immobile.
 
Sentiva per quel vampiro una cosa che non aveva mai provato, e per qualche secondo, stette senza proferire parola
 
       << Chiedo scusa nobile sangue puro, ma il vostro servitore è sulla lista nera, non posso trasgredire gli ordini vi chiedo dunque di allontanarvi, 
 
          non vorrete assistere a tale spettacolo >>
 
      << No! >>  rispose Ella seccata 
 
      << Lui è mio! non ha fatto nulla di male, quindi me lo porto via! Tu vieni qui andiamocene! >>
 
      << No, non posso lasciarlo andare via, voi dovete comprendere, 
 
        l'associazione lo accusa per tentati atti di vampirismo nei confronti di un numeroso gruppo di uomini e di una bambina, 
 
        è una follia rilasciarlo!>>
 
     << Non credo lui si sia neanche mai immaginato di fare una cosa del genere! 
 
        quindi voi dovete rilasciarlo! >> la Corvina si avvicinò all'hunter in tono di sfida 
 
e per osservare il suo volto nascosto sotto la frangia che quasi copriva entrambi gli occhi.
 
I loro sguardi si unirono in una danza di emozioni, si compresero in un istante, lui lasciò andare l'ostaggio per dirigersi verso la nobile,
 
Anch’essa sentiva un calore crescere dal profondo del suo cuore.
 
Erano a pochi metri l'uno dall'altra quando Liam cadde pesantemente sulle ginocchia riversando gli occhi color nocciola,
 
la mora si abbassò prendendolo al volo notando che la peste lo aveva contagiato,
 
il periodo di incubazione probabilmente era passato da giorni e i sintomi erano visibili anche a occhio nudo.
 
Ella lo strinse a se, non conosceva nulla di quell'hunter nemmeno il suo nome, ma qualcosa forse una voce dall'interno del suo cuore, 
 
le suggeriva di proteggerlo e di portarlo via con se.
 
La fanciulla ormai sull'orlo di una crisi di nervi si teletrasportò nella villa portandosi Liam calorosamente abbracciato a lei,
 
        << Resisti ti prego! Resisti! >> urlò Ella in lacrime trascinando il giovane su un letto
 
        << Quale sia il vostro nome ancora non mi è chiaro >> chiese lui mezzo svenuto
 
        << Ella, il mio nome è Ella >>
 
        << Io sono Liam Ohak piacere >> sussurrò faticosamente
 
        << No! No! Non chiudere gli occhi ti prego non farlo, non puoi lasciarmi adesso! Non puoi! >>
 
        << Principessa voi siete speciale, non sò in cosa, ma lo siete certamente >>
 
Alla mora si strinse il cuore, non capiva più nulla, quell'uomo non lo aveva mai incontrato prima, perché sentiva di doverlo salvare a tutti i costi? 
 
Fatto sta che come il giovane hunter rilassò i muscoli e si lasciò a peso morto, sconfitto dal male interiore e dalla vita che pian piano lo abbandonava,
 
Ella sempre più disperata e confusa lo morse avidamente cercando in tutti i modi di salvarlo, trasformandolo in un essere mostruoso così simile a lei.
 
Il suo sangue scorreva caldo tingendo la sua veste di macchie vermiglie, la bella piangeva sempre più innamorata e disperata.
 
Ogni giorno passava da quella stanza nella quale il ragazzo dormiva da settimane, gli portava dei fiori lilla dal profumo caldo e invadente,
 
controllandogli il battito e tenendo sotto controllo la lunga guarigione di quel corpo tumefatto dalla perfida malattia.
 
Dopo due mesi dal loro incontro Liam si svegliò dal coma, vedeva sfuocato, non capiva dove si trovasse.
 
Era spaventato e sentiva forte il suono dei cuori pulsare, la testa gli scoppiava, gli odori che lo circondavano erano amplificati miliardi di volte.
 
I suoi occhi un tempo nocciola si erano fatti rosso scarlatto, alla vista di una figura poco riconoscibile assopita su di un divanetto al fianco del suo letto.
 
Sperava quello fosse un sogno o l'inferno, come poteva sentire quella voglia di sangue essendo un hunter e non un vampiro?



Ciao a tutti,
chiedo venia per il ritardo avrei dovuto aggiornare ieri ma non ho avuto tempo anche perché questo capitolo è stato aggiustato in due giorni ed è stato traumatico. Va beh comunque questa mattina ho finito tutto, il non andare a scuola serve  a qualcosa.

P.s Cara Fede mi dispiace di non aver avuto il tempo di spiegare la storia dei 32 anni, la colpa comunque è del nostro amico Conte, spiegherò tutto prossimamente. Scusa se oggi ti ho abbandonata a scuola ma non posso uscire di casa, perchè i miei capelli hanno perso colore e sono diventata tutta blu, viso e mani comprese, sembro la ragazza camaleonte di x-man XD Sorry
  
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