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Autore: Marty_marty_    14/01/2013    0 recensioni
La mia prima storia drammatica, se drammatica si può considerare...
Le campane suonano , non rintoccano le ore, suonano per ricordare ciò che verrà dimenticato...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come un caffè senza zucchero

 

Si dice che il tempo curi tutte le ferite,
ma nonostante siano passati degli anni,
le mie non hanno mai smesso di fare male.
--Monica Cannatella
da PensieriParole


Lei non c’era più. 
Questa semplice frase risuonò nella mia testa fino a farmi versare nuovamente le lacrime. 
Ero davanti alla sua tomba solitaria e semplice, da li guardava il mare era il suo posto preferito: una delle più alte colline della città, piena di vita, allegria, fiori e animali. 
Il suo esile corpo chiuso in una bara, sottoterra senza mai poter vedere la luce del sole o fingere di volare con il vento tra i capelli, divertendosi , correndo tra i boschi pieni di foglie che ,sotto al suo passaggio, scricchiolavano.
Perché nessuno si domandava dove era finita quella piccola ragazza? Perché nessuno soffriva? Perché tu non ci sei più? 
Il giorno dell’ultimo addio poche persone erano venute, come se cercassero di non ricordarti come se non fosse mai esistita, tentando di reprimere il dolore di vedere non più la gioia sul tuo volto, ma un pallore cadaverico, senza vita… 
Ma tu eri esistita! 
L’unica mia speranza che non fosse stato un sogno era quella tomba desolata. 
Non potevano dimenticarti! 
Tuche ti divertivi nelle cose più semplici, i tuoi capelli dorati che risplendevano sotto la luce della luna, il tuo modo di fare tutte le cose al meglio anche se poche ti riuscivano. 
Eri in grado di Amare. 
Nessuno mi capiva, tutti mi guardavano con pietà, come un agnello circondato da un branco di lupi, che non salverebbero perché sarebbe anche la loro morte, ma loro continuavano a scrutarmi, a guardarmi con diffidenza e sospetto, come se stessi per uccidere qualcuno, come se non si fidassero più di me, loro mi dicevano che sarebbe passata, che ti avrei dimenticato! Mi facevano arrabbiare, non ci hanno mai preso sul serio. 
Io non ti ho dimenticata. 
Dal primo giorno di autunno, quando il tuo cuore si è fermato, ad ora è passato quasi un anno, io non ti ho dimenticata. 
Un stagione triste l’autunno, tutto inizia piano piano a dormire, inizia ad addormentarsi come te in un sonno eterno, con lo spuntare della primavera tutto tornerà come prima, tutto tornerà a vivere, sentirei il profumo dei dolci appena sfornati alla mattina che saranno poi messi in vetrina, sentirei l’odore acuto del fumo dei camini… 
Una stagione triste l’autunno non credi? Triste come me in questo momento. 
Triste e uguale come il villaggio in questo istante. 
Tutti cercano di non ricordati, ma nessuno ride più con gioia, non riescono più a vivere senza di te, come se un pezzo di vita di tutte le persone sia morto con te. 
Che strana la vita, è amara come un caffè senza zucchero… Che stupida metafora, comunque eri tu quello zucchero che ci rendevi dolci e gioiosi… Senza di te il mondo non ha senso. 
I tuoi occhi, sempre pieni di allegria, illuminavano anche l’anima più oscura. 
Ridevi. 
Sempre, ridevi. 
Tutti, con grande allegria, si univano a te, tutti si divertivano, tutti ti volevano bene. 
Eppure nessuno ricordava, nessuno voleva ricordare. 
Eri un essere umano… Tu sei un essere umano e per noi uomini non c’è sofferenza più grande dall’essere dimenticati, abbandonati, sotto la nuda terra, chiusi in una bara di legno. 
I pensieri colmavano ancora la mia mente, i miei piedi iniziarono a camminare, correvano veloci giù da quella collina, verso il mare. 
Il mio cuore batte, ma ancora per poco, un giorno si fermerà e verrà dimenticato dalle menti delle persone. 
Ho deciso. 
Non voglio più soffrire, voglio rivedere i tuoi occhi, risentire la tua voca e il tuo profumo. 
Io non esisto senza di te… Io non sono più io. 
Avevo il fiatone quando arrivai alla scogliera, una delle tue preferite, da li guardavamo sempre il tramonto, a volte qualche onda troppo alta ci bagnava, io ridevo. 
Chiusi gli occhi e caddi… 
Dolore. 
Mi mancava il fiato. 
Stavo morendo… 
Il buio più nero mi avvolse. 
Ora, ascolta. 
Le campane suonano , non rintoccano le ore, suonano per ricordare ciò che verrà in seguito dimenticato. 
Adesso, se qualcuno sale su quella collina può trovare due tombe, che guardano il mare. 
Insieme. 

ANGOLO D'AUTRICE
Iniziamo con il precisare che io non sono Marty_Marty_ 
Mi chiamo Kiarry ed utilizzo il suo 
account per pubblicare le mie storie, sono troppo pigra per crearne uno mio.
Questa è la mia prima storia drammatica ed per certi punti di vista può sembrare strana, ad esempio non ho messo il nome dei personaggi, perchè ognuno può immaginarsi dei personaggi divverenti!
Detto questo, grazie per aver letto.
*Sosprira e va finalmente a guardarsi la Tv*
By Kiarry

  
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