Libri > Le Cronache di Narnia
Segui la storia  |       
Autore: pIcCoLaKaGoMe92    14/01/2013    1 recensioni
Tutto ciò che Susan desidera è una vita all'insegna della normalità, ma a quanto pare il destino ha in serbo tutt'altro per lei. Dal testo : "«Non capisco cosa ti costi ammettere che ha qualcosa a che fare con il nostro passato. E’ così ovvio! Potremo essere delle principesse e per la tua voglia di normalità non lo sapremo mai!» «Suvvia Lucy non esagerare…va bene galoppare con la fantasia ma essere delle principesse!»" (Una rivisitazione in stile Narnia della fiaba di Biancaneve). PeterxSusan.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Susan e Caspian si erano incamminati subito verso il cottage anche se la ragazza nutriva ancora forti dubbi sullo stato di sobrietà del, come diceva lui, principe. Avevano parlato per tutto il tragitto e non le era dispiaciuto per niente. Pensò infatti che era proprio un peccato che un bel ragazzo come lui si rovinasse la vita già a quell’età con il bere. Poi però ripensò ai vestiti e all’anello e non poté fare a meno di pensare che forse non era proprio uno squilibrato … poi come un fulmine a ciel sereno la realtà dei fatti la sconvolse. Stava portando un uomo, armato, un potenziale ubriacone folle a casa sua. Era tutto così dannatamente illogico! Ma poi si girò a guardarlo e si ritrovò due occhi che la fissavano dolcemente con riguardo. Arrossì furiosamente e capì che probabilmente durante la sua epifania doveva aver fatto delle facce piuttosto assurde. Le piaceva il modo il cui lui la guardava, era diverso dal modo in cui la guardavano i ragazzi del villaggio.

Arrivati al cottage Susan fece cenno di stare in silenzio ed entrarono. Appena entrati però Susan notò una figura senza dubbio maschile muoversi nella sala. Con un cenno di rimanere dov’era a Caspian si avvicinò al salone. Era senza dubbio un ladro. Per Aslan quella notte era infinita! Si avvicinò alla figura di schiena e con un movimento fulmineo si portò dietro il presunto bandito gli mise l’arco al collo e lo spinse a terra tenendolo ben fermo con un ginocchio puntato nella schiena.

«Questo è solo un umile cottage non troverai niente di prezioso qui!» disse Susan ignorando il fatto che sia lei che Lucy avessero al collo un qualcosa che avrebbe risolto i debiti di un intero paese.

Il ladro si agito «No!Non sono un ladro per la miseria!Sono un Re!»

Susan quasi gli scoppiò a ridere in faccia quando sentì passi affrettati giù per le scale e di colpo la sala era diventata affollata e luminosa. Gli attimi che seguirono furono tutto un susseguirsi di nomi e frasi senza senso.

«Susan!» dissero Lillandil, Trumpkin e Lucy insieme.

«Edmund!» dissero Peter e Caspian.

«Caspian!?» disse Peter guardando l’amico sorpreso.

«Peter!Che bello rivedervi!» aveva risposto abbracciandolo.

«Voi due vi conoscete? Come hai fatto ad entrare in casa nostra?» aveva detto Lillandil guardando curiosa il principe Telmarino.

«Si può sapere perché vado a lavorare un giorno e il cottage si affolla di contadini ubriaconi?!» aveva sbraitato Susan.

«Biancaneve?!» aveva detto Peter ritirandosi dall’abbraccio dell’amico e guardando Susan.

Tutti si zittirono e lo guardarono perplessi.

«Cioè … emh … hai della bianca neve sul mantello! Nevica? Deve fare senza dubbio un freddo cane accidenti! » aveva balbettato per cercare di salvarsi dalla figuraccia appena fatta.

Ma Edmund intervenne a salvare la situazione “come sempre” aveva pensato.

«Emh … mi dispiace interrompere questo interessantissimo scambio di battute, ma dico così per dire eh, non potremo rimandare le presentazioni e i convenevoli a quando non avrò più un ginocchio nella spina dorsale e un arco alla gola?!»

Ci fu un oh generale. Susan si affrettò ad alzarsi dal povero Re e lo aiutò a mettersi in piedi chiedendogli scusa. Tutti gli altri si limitarono a prendere posto mentre Trumpkin metteva su un po’ di latte caldo per tutti.

«Quindi… voi siete davvero i nostri Re?» aveva finalmente parlato Susan indicando Edmund e Peter.

I due si guardarono. erano imbacuccati di vestiti. Il problema era che erano vestiti da donna.

«Bè sì…» riuscì a balbettare Peter. Il Re Supremo non aveva smesso di fissarla da quando si era seduta di fronte a lui e questo la imbarazzava parecchio. Anche perché aveva un altro paio di occhi puntati su di sé. Quelli di Caspian.

«Li abbiamo incontrati io e Lil mentre andavamo a raccogliere la legna! Erano tutti nudi appesi ad un albero e così li abbiamo aiutati! Mentre stavamo andando al cottage ci hanno chiesto se sapevamo indicargli la strada per la casa di Trumpkin ed eccoci qui! Sono venuti per noi Su! Ve lo avevo detto che sarebbero arrivati!» Lucy era entusiasta. Con i Re lì, addirittura tre anche se uno non lo era ancora ufficialmente tutto sarebbe andato bene. Era molto più di quello che poteva sperare. Avrebbero risolto tutti i problemi e sua sorella non si sarebbe più dovuta affaticare così tanto e sarebbero state sempre insieme!

Susan li osservava sconvolta. Alla fine era arrivati davvero. «Quindi siete venuti per fare qualcosa con la Strega Bianca?»

«Esattamente. Ci dispiace molto per il ritardo, abbiamo ricevuto un’infinità di lettere da parte della popolazione e visto che Trumpkin è quello più vicino al confine con Ettinsmoor… »

«Era l’ultimo che avremo controllato prima di partire per le Terre del freddo infinito ed andare direttamente dalla Regina Jadis.» concluse Edmund per Peter.

«Ed in tutto questo tu chi sei?» chiese Lillandil con occhi che luccicavano rivolti al Principe Telmarino. Da quello sguardo Susan, Lucy e Trumpkin capirono pienamente che il bel giovane doveva aver fatto colpo sulla stella.

«Io sono Caspian, principe di Telmar. Sono venuto con i Re di Narnia per aiutare. Penso che la Regina Jadis sia molto più pericolosa di quello che la gente crede … e sono dell’idea che bisogna fare qualcosa e subito! Così sono partito insieme a loro, ma stamattina mentre sistemavano le cose per il viaggio dopo esserci accampati io sono andato a cercare del cibo, ma quando sono tornato all’accampamento non c’era più niente, solo segni di lotta. Così li ho cercati per tutto il giorno quando sono incappato in un gruppo di nani briganti senza dubbio al servizio della strega. Ho notato che avevano con loro le cose di Ed e Peter così li ho attaccati senza pensare. Sarei stato ridotto in mutande anche io se Susan non fosse intervenuta e mi avesse salvato. » spiegò il Principe guardando con gratitudine verso Susan. Lucy invece alle ultime parole si preoccupò gettandosi su sua sorella «Ti sei fatta male Su?»

La ragazza sorrise e scherzosamente le rispose «Tranquilla Lucy quei nani non valevano nemmeno una delle mie frecce!»

Edmund, Peter e Caspian abbassarono lo sguardo imbarazzati e Susan capendo subito la gaffe fatta si affrettò ad aggiungere «Anche se devo ammettere che erano piuttosto forti e poi sicuramente dovevano essere stanchi dalla lunga giornata di combattimenti» .

Lucy e Lillandil sorrisero all’imbarazzo di Susan. Non capitava spesso che lei non sapesse cosa dire o fare.

Il nano si affrettò a portare le tazze di latte fumanti in tavola che tutti accettarono volentieri desiderosi di scaldarsi.

Visto che la conversazione era arrivata ad un punto morto si affrettò ad aggiungere «Quando vorreste ripartire Vostre Maestà?»

Peter rise «Oh Trumpkin, per l’amore del cielo, ci conosci da quando eravamo piccoli chiamaci pure per nome!»

Edmund e Caspian annuirono in assenso anche se quest’ultimo non aveva mai conosciuto il nano.

Edmund poi riprese il discorso «Penso che partiremo domani mattina … siamo venuti qui per accertarci che stessi bene … in più … non vorremo disturbare più del dovuto ecco …»

«Oh, ma voi non disturbate affatto!» alle parole di Lucy i tre reali sorrisero grati.

«Bhe io dico, se domani dobbiamo partire ci converrà andare a dormire no?» Lillandil si era alzata mentre parlava e lanciò uno sguardo alla sorella per vederne la reazione.

Come si immaginava non fu delle migliori.

«Pardon… Tu dove vorresti andare?»

«Oggi pomeriggio io e Lucy abbiamo deciso che saremo andate con loro a Ettisnmoor.»

Susan la fissò incredula. Sapeva che non stava mentendo, una decisione del genere era proprio da Lillandil e Lucy.

Si alzò dalla sedia e guardò la sorella stella con aria di sfida. Lucy alzò gli occhi al cielo in vista di una nuova litigata delle sorelle.

«Non te lo permetterò. Questo non è un gioco Lillandil. » Susan era mortalmente seria.

La stella la guardò sprezzante «Lo so benissimo! Ma non hai alcun potere su di me!io faccio ciò che voglio!»

Trumpkin intervenne «Su ragazze non davanti agli ospiti… non è educato… »

Le due lo zittirono con uno sguardo e Susan parlò di nuovo «Non puoi fare quello che vuoi! Siamo una famiglia dannazione! Lucy ha solo sedici anni e tu non credere di essere tanto più grande di lei Una bambina di due anni avrebbe più sale in zucca di te!»

«Non capisco quale sia il tuo problema Susan!-urlò esasperata- insomma non capisci? E’ l’avventura che avevo sempre cercato! E per voi è l’occasione di scoprire di più sul vostro passato!»

«Io non voglio scoprire niente sul mio passato! Voglio solo vivere nella normalità! Normalità, pace, serenità! E’ molto da chiedere?!» i presenti le fissavano sconvolte e Lucy era ormai prossima alle lacrime; odiava vederle litigare.

«Tu e la tua stupida normalità potete rimanere qui! Non ho mai detto che dovevi venire anche tu!» disse acida la stella.

«Oh non potrò niente su di te Lillandil, ma sta pur certa che Lucy non verrà mai!»

A questa affermazione però Lucy si sentì tirata in causa. «Hey! Non comandi nemmeno me se è per questo!» poi allo sguardo triste e sconvolto che attraversò gli occhi della sorella aggiunse più dolce «Susan ti prego … so che è pericoloso, ma sappiamo difenderci! Ti prego … non vuoi scoprire anche tu da dove veniamo? Il perché di tutti questi incubi? » le lacrime ormai scorrevano libere sulle guancie della sua sorellina. Susan che non sopportava vederla piangere fece l’unica cosa che le venne in mente. Andarsene.

Prese il mantello e uscì come un fulmine di casa ignorando i loro richiami. Sapeva che stava facendo la figura della bambina, che aveva urlato davanti a sconosciuti che per di più erano i Re e che il giorno dopo avrebbe faticato a guardarli negli occhi, ma per il momento tutto ciò che voleva era uscire.

Quando si accorse di aver camminato fino al suo posto preferito del bosco spazzolò via un po’ di neve dal tronco steso a terra a mo’ di panchina e ci si sedette. Quella zona era in assoluto il suo rifugio. In quel punto gli alberi erano più radi ed era come se formassero una finestra sul cielo. Quella notte però era nuvoloso e le stelle non si vedevano molto bene.

Susan tirò fuori il suo medaglione e lo osservò tracciandone le intagliature dei petali con le punte delle dita.

Ripensò a quello che era appena successo e a ciò che aveva detto Lucy. Tempo fa Trumpkin le aveva rivelato che un tempo Ettinsmoor era famosa per i gioielli e i monili e che sicuramente lì avrebbero trovato qualcuno che poteva dirgli da dove venissero quei due ciondoli.

Sapeva che Lucy era ossessionata da quegli incubi e dallo scoprire da dove venissero. Si sentiva come in una favola e pensava di poter scoprire alla fine di essere una principessa di un regno lontano.

Susan invece con la sua natura pratica e logica sapeva che più probabilmente erano semplicemente due orfane cadute nel fiume o peggio ancora abbandonate di proposito.

Non nutriva alcuna speranza di trovare i suoi genitori perché probabilmente chiunque essi fossero e se mai fossero ancora vivi, non volevano ritrovarle.

Quello che Susan non voleva ammettere era che in cuor suo anche lei ogni tanto sperava che le idee di Lucy fossero vere e anche lei infondo desiderava conoscere i suoi genitori biologici. Ma poi la Susan logica ritornava e si dava mentalmente della stupida per aver anche solo pensato che quelle fantasie potessero diventare realtà.

Era così presa dalle sue riflessioni che non si era accorta di una figura che si avvicinava. Fu solo quando questa parlò che si riscosse dai suoi pensieri e si girò spaventata.

«Eri qui allora! Sai Lucy era tremendamente preoccupata e ho pensato di venirti a cercare …»

La ragazza riconobbe la voce come quella del Re Supremo e quando entrò nel suo campo visivo ne ebbe la conferma. Ripensando a ciò che era accaduto prima sentì la vergogna crescere e le guance si imporporarono. Distolse subito lo sguardo e disse timida «Mi dispiace … sai di solito non siamo così … o meglio lo siamo, ma cerchiamo di non farlo davanti a sconosciuti … specialmente se questi sono Re…»

Peter le sorrise rassicurante «Tranquilla non devi scusarti di niente … siete una famiglia e nelle famiglie è normale litigare»

Susan fece un sorriso di circostanza e si limitò a stare in silenzio. Peter le si sedette accanto e dopo qualche minuto di silenzio disse «Sai io ti capisco molto bene.»

Lo guardò interrogativa e lui aggiunse «Sì, sai intendo con Lucy e Lillandil. Ho avuto anche io questi problemi con Edmund quando morì nostro padre. Lui era estremamente cocciuto e non faceva mai quello che gli dicevo anche se sapeva che lo facevo per il suo stesso bene.»

Susan annuì non sicura di quello che doveva dire. Poi guardò di sottecchi il Re e decise di aprirsi «E’ che io non so più cosa fare con loro! Insomma ogni giorno si cacciano in un guaio diverso … vorrei solo vederle al sicuro! Questa missione non è uno scherzo, voglio dire la gente muore!»

Peter annuì. « Hai ragione. Anche io ero contrario che loro venissero con noi. Non sono cose adatte a ragazze e non perché le ragazze non sono in grado di combattere, ma perché è una situazione pericolosa anche per noi che abbiamo ricevuto un addestramento. »

Susan lo guardò speranzosa «Quindi non le farai venire?»

«Bè ho provato a dire di no ma tua sorella Lillandil non mi ha nemmeno sentito … e poi ho sentito tutti quei discorsi di Lucy sul trovare i suoi veri genitori… sai credo che lei ci creda veramente»

Susan sbuffò «Lucy crede in tante cose. Dal momento in cui crede anche in Aslan e Babbo Natale non vedo come non dovrebbe credere di essere la principessa perduta di Ettinsmoor!»

«La principessa perduta di Ettinsmoor?» Peter la fissò curioso.

«Bhe magari non di Ettinsmoor ogni tanto tira fuori un nuovo regno … ieri pensava che venissimo da un regno perduto aldilà dei confini conosciuti- sbuffò ironicamente- la verità è che siamo solo due orfane senza memoria trovate in un fiume. »

«Senza memoria?» Susan cominciava a trovare irritante che il Re ripetesse tutte le parole con cui terminava la frase come se davvero credesse a quelle sciocchezze.

«Sì, Trumpkin ci ha trovato nel Grande Fiume incastrate nella sua rete da pesca. Io avevo sette anni e Lucy tre e penso di aver battuto la testa trascinata dalla corrente del fiume perché non ricordo niente degli anni precedenti al ritrovamento. Lucy era troppo piccola ed era comunque sconvolta quindi non ricorda niente nemmeno lei.» si girò a guardare Peter che aveva uno sguardo a dir poco sconvolto; si sporse in avanti per controllare che stesse bene ma il medaglione le scivolò dalle mani in cui l’aveva tenuto nascosto tutto il tempo da quando il Re era comparso alle sue spalle.

Peter spalancò gli occhi «Quello dove lo hai preso?»

Susan spaventata lo riprese subito. «Non è come pensi! Io e Lucy lo abbiamo al collo da quando siamo state ritrovate!»

Il Re Supremo la guardò con talmente tanta intensità da farla arrossire fino alla punta dei capelli. Susan non sapeva come reagire e Peter ripresosi dallo shock del medaglione le chiese cambiando discorso «Così non credi in Aslan?»

La ragazzo lo fissò stralunata per il cambio repentino di discorso e dalla faccia di lui capì che probabilmente avrebbe voluto sapere di più, ma aveva paura di sembrare inopportuno così si affrettò a rispondere

«Non è che proprio non ci credo … è più un “ se esiste non ha niente ha che fare con me” non credo di essergli molto simpatica insomma»

Peter fece un risolino «Lo credono in molti.- si alzò e le tese la mano- ma forse devi solo scoprire cosa ha di bello in serbo per te.»

Susan lo fissò. Il cielo si era aperto rivelando la luna. La sua luce faceva risplendere i capelli d’oro del ragazzo. In tutto quel quadro aveva un aspetto magnifico . Arrossì un po’ a quel pensiero, poi accettò la mano e si incamminarono in silenzio.

Erano quasi giunti al cottage quando Susan gli rivolse di nuovo la parola «Peter … volevo chiederti …- il Re si voltò a guardarla incuriosito- si insomma come hai fatto con Edmund alla fine?»

Lui sorrise dolcemente e Susan pensò che era bellissimo «Alla fine ho capito che anche io stavo sbagliando. Non ero l’unico a sentire la mancanza di nostro padre e cercare di sostituirlo era inutile. Non era di uno che si credesse suo padre che Edmund aveva bisogno, ma di un fratello. Con i miei modi di fare lo stavo solo allontanando. »

* * *


Nel letto Susan si rigirava e rigirava pensando al Re Supremo. Non era affatto come se lo aspettava o come Lillandil lo descriveva, impegnato nei balli e a scegliere quale mantello di broccato coordinare con le scarpe. Era un ragazzo che era dovuto crescere troppo in fretta con un regno sulle spalle da governare a soli otto anni e un fratello scapestrato a cui badare. Era incredibilmente solo. Era proprio come lei.

Non capiva come poteva aver dubitato che quel Re li salvasse. Lui li avrebbe sicuramente protetti. Peter l’avrebbe sempre salvata. E con questo ultimo pensiero che non riuscì a spiegarsi, si addormentò.

* * *


«Andiamo Lucy vuoi muoverti? Si parte all’avventura!» Lillandil era super emozionata. I preparativi erano tutti pronti e sarebbero partiti di lì a poco. Anche Trumpkin aveva deciso di andare con loro nonostante non fosse sicuro di lasciare Susan da solo.

Lucy diede un ultimo sguardo alle porta della camera di Susan. Era sicura che fosse sveglia con tutto il rumore che stava facendo la stella per i preparativi. Dopo la litigata di ieri sera era rientrata a tarda notte con Peter, ma non si erano parlate. Sperava che almeno l’avrebbe salutata prima di partire, ma a quanto pare era ancora arrabbiata.

La piccola sospirò e si preparò per uscire di casa. Anche Peter che la guardava da lontano sospirò, evidentemente Susan non aveva capito il suo discorso di ieri sera. Il ragazzo prese per mano Lucy e le rivolse un sorriso incoraggiante; anche se la conosceva da poco si sentiva un po’ come un fratello maggiore per lei.

Appena usciti di casa però si ritrovarono davanti una visione che non si aspettavano. Susan era davanti a loro avvolta nel suo mantello con arco e frecce sulle spalle. Li guardò curiosa.

«Bhe cosa volete aspettare? Che faccia mezzogiorno? »

Peter sorrise e Lucy le corse incontro stritolandola in un abbraccio con le lacrime agli occhi. Susan la strinse forte di rimando.
Br>«Verrai con noi quindi?» aveva detto Lillandil con un espressione che poteva sembrare quasi di sollievo. Perché anche se non lo avrebbe mai ammesso anche lei soffriva quando litigava con la sorella.

Susan annuì. «Nonostante tutto siamo una famiglia e per quanto continui a non approvare l’idea … verrò con voi. E poi ammettiamolo … voi due sareste perse senza di me!»
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: pIcCoLaKaGoMe92