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Autore: Tinkerbell91    03/08/2007    1 recensioni
"Le emozioni che amavo e a cui innalzavo inni sono evaporate nell'aria, sbiadite nel tempo. C'è solo rabbia, e insofferenza, e voglia di gridare, e impossibilità di farlo."
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La coscienza dell'essere perduto

...Rabbia si infrange sulla riva di finta indifferenza, indurendo i lineamenti, dilaniando l'anima...
In me c'è solo la voglia di scappare, di cavalcare al galoppo attraverso spazi infiniti, di assaporare la dolcezza della libertà e l'aroma pungente del vivere selvaggio.
Lascio la stanza, lascio il computer, la pagina aperta su una delle mie valvole di sfogo. Mio padre, duro di voce e di sguardo, mi ha chiesto di uscire, deve spostare degli oggetti, ha bisogno di spazio. Anch'io.
La rabbia monta dentro di me per il tono di questa richiesta (tono astioso, tono teso, tono innaturale), si agita, turbina, si fonde, sconquassa, squarcia, brucia. Non voglio lasciare la mia oasi nemmeno per qualche minuto.
Ho paura. Ho paura perché ho capito. Io ho perso la capacità di provare emozioni e sentimenti. È grave, e lo so. Sono attorcigliata su me stessa, arbusto d'edera, egoista e meschina. Ecco il perché di questa rabbia. O forse è proprio per colpa della rabbia se sono così. Lei mi possiede sempre più di frequente, caldo il suo abbraccio, forti le parole. Convince, convince, è subdola, mi trasfigura in una persona che non sono io. Non ero io. Sono io.
E cerco le emozioni, e non le trovo. Mi rinchiudo in una prigione di cristallo, costruita con le corde di altri cuori, che battono, e battono, e battono, e io anelo a quel battito, sperando di assorbirlo, di farlo mio, e sigillo la porta della mia dolce prigione, e leggo, e continuo a leggere. I libri sono la mia prigione e i miei carcerieri, mi ammaliano, ho fame di loro, ho fame del calore della mano che li ha scritti. Prigioniera, sì, ma è lì che sono libera.
La mia vita è vuota e ora che me ne sono resa conto ho paura. Non sento la lontananza degli amici, non sento la mancanza del mio ragazzo, non sento nostalgia della casa che ho lasciato, non sento curiosità per quella nuova in cui sono. Niente emozioni, solo dati di fatto, scrollate di spalle, rabbia.
Le emozioni che amavo e a cui innalzavo inni sono evaporate nell'aria, sbiadite nel tempo.
C'è solo rabbia, e insofferenza, e voglia di gridare, e impossibilità di farlo.
Io non sento di vivere, osservo come spettatrice lontana la mia vita scorrere tra le dita bianche del tempo come sabbia, scivolare via, la giovinezza si allontana, un passo dopo l'altro, lenta e costante.
Mi guardo allo specchio. Il riflesso non mi piace, ma non riesco a distogliere lo sguardo. Non sono soddisfatta di come sono, ma al tempo stesso so che un giorno rimpiangerò ciò che ora disprezzo. Ma non riesco a gustare l'attimo fuggente. Troppi “ma” nella mia vita...
Sono giovane, il mio viso è senza rughe, ma se solo lo specchio mostrasse l'anima e non il corpo, sarei vecchia e deforme. Vecchia, ma non saggia. Solo stanca e stufa. Voglio, ma non so cosa. Forse solo libertà, libertà di non rispettare le regole, libertà di scegliere io le regole. Forse altro, non lo so. Non so più niente, ormai.
E mi sento vuota, e ho paura, e come al solito, penso a me.

  
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