Libri > Una serie di sfortunati eventi
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Autore: NellieLestrangeLovett    14/01/2013    2 recensioni
Vi è mai capitato di dovervi trasferire in un paese lontano, magari dall’altra parte dell’oceano, solo nella speranza di poter scampare ad un pessimo attore che cerca continuamente di impadronirsi del vostro patrimonio grazie ad una serie di malvagi piani che comprendono sempre un diverso travestimento, e che voi siete riusciti a fermare solo grazie alle vostre abilità di inventori, lettori o… beh, morditori?
Violet, Klaus e Sunny sono costretti a trasferirsi a Londra, in Fleet Street, per sfuggire al Conte Olaf ed incontrare la loro nuova tutrice... riusciranno finalmente ad avere una vista felice o dovranno incappare in un'altra serie di sfortunati eventi?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus Baudelaire, Sunny Baudelaire, Violet Baudelaire
Note: AU, Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

“Eccomi qui” disse la signora Lovett tornando in salotto, dove i bambini erano ancora seduti a guardarsi intorno disorientati. “Pensavo che una buona tazza di tè fosse l’ideale dopo il lungo viaggio che avete fatto”.
“Grazie” rispose Violet anche a nome dei suoi fratelli. 
“Non ringraziarmi, cara. Sono io che devo ringraziare voi”. I tre la guardarono senza capire. “Vedete io sono vedova, che significa che mio marito…” 
“Sappiamo cosa significa ‘vedova’” la interruppe Klaus. Ovviamente sapete tutti che non è carino interrompere una persona quando parla, ma il secondo dei Baudelaire si infervorava (parola che qui vuol dire “innervosiva finendo per interrompere la signora Lovett e risultare così maleducato”) subito se gli adulti cercavano di spiegargli il significato di una parola che lui, da grande lettore, già conosceva. 
Nellie lo guardò per un attimo interdetta, ma riprese la sua spiegazione: “Io e mio marito non potevamo avere figli, ma adesso grazie a voi posso finalmente avere una famiglia”. 
Violet sorrise amaramente. Nessuno dei loro tutori, eccetto forse zio Monty, li aveva mai considerati parte della famiglia. Prese un sorso di tè dalla sua tazza, era buonissimo, non ne assaggiava più uno così buono (in effetti era da parecchio tempo che non mangiava qualcosa che le piacesse davvero, tra le zuppe di cetriolo freddo di zia Josephine, la gomma da masticare alla Segheria Ciocco Fortunato, il ripugnante cibo della mensa della Prufrock Prep e… beh potrei continuare all’infinito, ma non vorrei che foste presi da un improvviso attacco di vomito) da quando Casa Baudelaire era finita in cenere e fumo, con i loro genitori dentro. 
“Il signor Poe mi ha scritto” proseguì la signora Lovett diventando improvvisamente seria “Di quell’orribile conte… come si chiamava…?” 
“Olaf!” esclamò Sunny, il nome di quel losco individuo era, me ne rammarico, una delle poche parole sensate che la bambina aveva imparato. 
“Sì! Ecco!” disse la fornaia battendosi una mano sulla fronte, come si fa normalmente quando ci si ricorda- o ci viene ricordata, come in questo caso- una cosa all’improvviso “Olaf! Ecco, mi ha scritto di lui e non dovete assolutamente preoccuparvi, qui non vi troverà mai”. 
Rivolse ai Baudelaire un sorriso, anche se questi non si sentirono per niente rassicurati. Ovunque erano andati, ovunque si erano nascosti e avevano sperato, il Conte li aveva sempre scovati e con i suoi malvagi piani li aveva avuti sempre quasi in pugno. 
“Mi ha anche parlato dei vostri gusti, sapete”. Evidentemente Nellie era tornata a riferirsi al banchiere. “Mi ha scritto che tu, Violet, sei una grande inventrice e pensavo che potresti darmi una mano a riparare il tritacarne che si trova giù nella stanza del forno, si è rotto qualche settimana fa e non so più davvero come fare… Klaus, mi dispiace tanto di non avere tanti libri interessanti, ma sentiti libero di prenderne quanti ne vuoi e quando vuoi”.
Gli occhi del secondo dei fratelli erano già incollati alla piccola libreria in legno davanti ai suoi occhi. 
“E in quanto a te, Sunny, potrai mordere tutto ciò che vuoi, purché tu non rompa niente”. 
“Yeppiii!” esultò allegramente la bebè. 
“E voi due più grandi potrete anche darmi una mano all’emporio, potrei insegnarvi a preparare i pasticci di carne” 
“Jubra” parlò di nuovo la minore dei Baudelaire, che voleva dire ‘Posso aiutarti anch’io, zia Nell, ho anche fatto la segretaria per il Vicepreside Nero quando ero alla Prufrock Prep!’
Tuttavia la signora Lovett sembrò non capire e si rimise in piedi, appoggiando la sua tazza di tè sul tavolino di fronte a lei. “Vi mostro la vostra stanza, vi va? Mi dispiace che dobbiate dividerla in tre… ma sono riuscita a recuperare anche una culla per Sunny”. 
I tre ragazzi si alzarono a loro volta, per niente intenzionati a lamentarsi. Alla Segheria Ciocco Fortunato avevano dovuto dividere un letto a castello in tre, e a casa di Olaf addirittura un solo materasso ammuffito, avere un letto- o una culla- a testa sembrava quasi un lusso. 
Come primo giorno a Londra, con la loro nuova tutrice, in effetti le cose non sembravano andare affatto male. Ecco, se volete che ci sia un lieto fine a questa storia vi conviene smettere adesso di leggere perché mi duole molto dirlo ma le sfortune di Sunny, Violet e Klaus Baudelaire non erano ancora iniziate. 

Ed ecco qui il capitolo 2, scritto cercando sempre di accostarmi il più possibile allo stile di Lemony Snicket ;) Beh, fatemi sapere che cosa ne pensate allora! Ah giusto, nel caso qualcuno stesse seguendo la mia altra ff, "Public Affairs" voglio annunciare che stasera (o al più tardi domani) pubblicherò il capitolo 21! 
  
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