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Autore: Esperia Jepsen    14/01/2013    2 recensioni
“ Chi mi assicura che non lo farai di nuovo?”
[...]
“Lo so che non ti sono stato accanto, okay? So che ho sbagliato. So che tu da sola non ce la fai e che non ti senti amata da me, ma ti posso assicurare che io ti amo più della mia stessa vita. Ti amo dal tempo del nostro primo vero appuntamento e tu lo hai sempre saputo, mentre io ci ho messo cinque mesi per riuscire a dirtelo. Amo anche Charlie, quell'adorabile bambina che ha tanto di entrambi.
[...] Non ti permetterò di abbandonarmi. Non ti permetterò di lasciare tutto quello che abbiamo costruito insieme.”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want to spend the rest of my life with you.

 





It makes your lips
 so kissable

And your kiss
Unmissable
Your fingertips
So touchable
And your eyes
Irresistible 

One Direction-Irrestistible

 





 
 
 
 
“Dove stiamo andando, mamma?” Mi chiese quella meraviglia di mia figlia, Charlie.
Non le risposi, continuando a sistemare la valigia.
Mio marito sarebbe dovuto arrivare tra qualche giorno dopo il suo tour in America, ma io ero stanca di essere sempre messa da parte per il suo dannato lavoro. Era il suo sogno, va bene, ma ora aveva una famiglia. Ora aveva una moglie e una figlia dolcissima che lo amavano alla follia e non poteva trattarci in questo modo, dimenticandosi addirittura del compleanno di Charlie, avvenuto qualche giorno fa, e cavarsela con un semplice “mi dispiace”. No, non volevo che mia figlia sopportasse tutto ciò. Io per loro avevo rinunciato a tutto: famiglia, amici, danza. Mi ero trasferita qui a Londra convinta che con lui avrei vissuto una di quelle favole che si raccontavano nei libri, come una perfetta ventiduenne può immaginare, ma tutto è cambiato dopo tre anni di matrimonio.
Avevo conosciuto Harry Styles quattro anni prima, il 27 gennaio del 2012, quando in un locale lui mi aveva visto ballare con delle amiche. Si era avvicinato e flirtando un po’, mi aveva chiesto di andare a prendere un drink da qualche altra parte. Così parlando del più e del meno, ci scambiammo i numeri di telefono. La nostra relazione andava avanti con dei semplici messaggi e delle telefonate davvero dolcissime. Era bastato questo per farmi cadere ai suoi piedi. Erano bastate quattro semplici uscite per andare a letto insieme. Erano bastati cinque mesi per dirci il nostro primo ‘ti amo’. Poi un giorno mi accorsi di avere un ritardo. La paura si era impossessata di me a tal punto che cominciai ad evitare Harry. Lui mi cercava, mi chiamava, chiedeva di me alle mie amiche, ma ero sparita da ogni possibile giro.
Paura.
Paura di dover rinunciare a tutto.
Paura di rimanere da sola.
Paura che potesse finire quella magia che sin da piccola avevo sognato.
Quando poi decisi di uscire dal dubbio, mi ritrovai faccia a faccia con Harry che stava fuori casa mia con delle occhiaie incredibili e le braccia incrociate al petto.
Mi stava lanciando uno sguardo indecifrabile.
Mi ero avvicinata a lui timorosa e gli avevo chiesto scusa per essere sparita.
Lui non mi rispose, ed io provai a dire qualche altra cosa per farmi perdonare, ma le parole mi erano morte in gola. Ero scoppiata a piangere davanti ai suoi occhi, quasi urlando che forse ero incinta. Lui fece cadere le braccia ai suoi fianchi, guardandomi con occhi quasi spalancati. Dopo cinque minuti di completo silenzio interrotto dai miei singhiozzi, lui mi abbracciò sussurrandomi che sarebbe andato tutto bene. Mi aveva preso per mano e insieme eravamo andati a comprare il test di gravidanza. Quando risultò positivo mi venne quasi di svenire. Lui mi aveva sorretto e mi aveva riportato a casa, stendendosi con me sul letto e dicendomi cose così dolci e rassicuranti che in quel momento non mi preoccupai di nulla. Mi dimenticai tutto, tranne il mio amore per lui. Gli sussurrai un flebile ti amo che lui ricambiò con dolce bacio.
Il giorno dopo avevamo parlato di quello che avremmo dovuto fare.
Gli avevo detto che non avrei mai abortito e lui concordava con la mia decisione, ma i problemi ora erano due: tenerlo o farlo adottare?
Avevamo deciso di lasciar stare e di continuare con le nostre vite finché la situazione non sarebbe diventata troppo evidente.
Così i primi mesi andarono perfettamente, ma dopo il quarto mese, dopo aver scoperto che quella che portavo in grembo era una meravigliosa bambina, avevamo deciso di dirlo agli altri degli One Direction e ai loro menager. La reazione era come quella che sospettavamo: sguardi sbalorditi e bocche spalancate. Paul, l'uomo che li accompagnava in giro per il mondo, ci cominciò a dire che non potevamo tenerla perché avrebbe compromesso il futuro della band, ma Harry si era opposto con insistenza. Il quel modo mi aveva fatto capire il suo desiderio di tenere con noi la bambina e questo non fece altro che riempirmi di gioia. I ragazzi ci erano rimasti accanto così come le loro rispettive ragazze che mi davano un grande aiuto quando gli One Direction erano in tour o cose simili.
Poi l’8 novembre dello stesso anno mi chiese di sposarlo.
Era tutto perfetto.
Però la mia vita si era ridotta a quello di aspettarlo, stare insieme qualche giorno e poi rimanere di nuovo sola.
Mi aveva promesso che mi sarebbe stato accanto sempre, ma non lo stava facendo. Erano passati tre anni dal matrimonio e dalla nascita della piccola ed io già sentivo tutto il mondo cadermi addosso.
Avevo bisogno di un vero aiuto.
Perciò avevo deciso di andare per qualche tempo da mia madre, a Madrid.
Finii di preparare tutto l’occorrente e me ne andai dopo aver lasciato una lettera ad Harry in cui avevo scritto i motivi della mia decisione.
  
 
Dopo tre giorni, come mi aspettavo, arrivarono le chiamate di Harry, quelle di Louis con cui avevo molto legato.
Alla fine gli risposi:
-Perché l’hai fatto, Carmen?
Mi disse Harry piangendo.
-Perché mi hai lasciata sola. Perché mi avevi promesso che mi saresti stato accanto, ma non l’hai fatto. Mi avevi detto che il tuo lavoro non si sarebbe intromesso tra noi, ma così è stato! Ci hai messo da parte. Ho ventidue anni, Harry. Da sola non ce la faccio!
Gli urlai piangendo anch’io.
Il silenzio che seguì era pieno di tristezza.
-Io ti amo, Harry. Ti amo più di quanto avessi potuto immaginare. Tu forse prima provavi lo stesso per me, ma ora non è così. Ci vedi come un passatempo. Io questo non lo posso permettere. Per il bene di Charlie.
-Non puoi dire che non ti amo. Non puoi dire questo!
Sbraitò lui.
Attaccai senza pensarci.
Non ce la facevo a sopportare tutto questo.
Come potevo dire addio all’uomo che amavo?
Non potevo, ma poi guardai mia figlia che avevo fatto addormentare poco prima di rispondere.
Non volevo che anche lei come me soffrisse per la mancanza del padre che prometteva di starle accanto.
Non l’avrei permesso.
Mi stesi vicino a lei e mi addormentai.
 

Passarono altri tre giorni e mia madre mi aveva aiutato con mia figlia, insegnandole anche qualche parola. Era una scena molto divertente: mia madre, con quei tratti così simili ai miei, che giocava con le costruzioni o con le bambole che Charlie tanto amava.
Quanto mi era mancata mia madre in quegli anni?
“Mamma.” La chiamai in spagnolo, la mia lingua madre.
“Che succede tesoro?” si avvicinò a me, guardandomi negli occhi.
“Ho fatto bene secondo te?”
“Tesoro mio, questo lo sai solo tu.” Mi abbracciò. “Quel ragazzo tu lo ami troppo per abbandonarlo, ma se hai fatto quello che hai fatto, devi aver per forza avuto una buona ragione, altrimenti non avresti mai rinunciato al tuo amore da favola.” Si allontanò un po’ da me e sfiorò il mio naso con il suo.
“Su, ora portiamo Charlie in giro per Madrid.”
Prese mia figlia in braccio e poi insieme uscimmo.


Ormai stavo in quella casa da due settimane ed Harry non si era più fatto sentire. Aveva rinunciato?
“Tesoro?” Mi chiamò mia madre dal piano di sotto.
Scesi le scale e la raggiunsi in cucina.
Stava osservando qualcosa fuori dalla finestra.
“Cosa c’è?” Le chiesi, spegnendo il fuoco sotto le pentole.
“C’è un ragazzo qui fuori che sta osservando questa casa con insistenza e ho paura che sia quel ladro che mi derubò qualche tempo fa.”
“Sei stata derubata e non me l’hai mai detto?” La raggiunsi e cercai di identificare quel ragazzo, ma stava dopo il cancello ed era impossibile vederlo.
Lasciai perdere e convinsi mia madre ad andare a preparare qualcosa da mangiare, mentre io andavo a chiamare mia figlia


La sera dopo sentì dei rumori provenire dalla finestra.
Mi alzai di soprassalto, rimanendo in silenzio, mentre quei rumori aumentavano sempre di più.
Presi la prima cosa che mi capitò tra le mani e non appena qualcuno entrò nella mia stanza, cominciai a riempirlo di botte.
Questo accese la lampada sul mio comodino e allora riuscì a vedere in faccia a quel ragazzo che aveva fatto preoccupare mia madre.
“Che ci fai tu qui, Harry?”
Aveva dei pantaloni chiari sgualciti ed una maglietta bianca semplice che faceva risaltare i suoi muscoli; i capelli erano spettinati, mentre i suoi occhi così irresistibili erano solcati da profonde occhiaie. Dal suo sguardo si vedeva perfettamente il dolore che stava provando e mi sentì profondalmente in colpa. Le sue labbra erano curvate in un semplice sorriso che riuscì a togliermi il fiato.
Rimani concentrata, Carmen!
“Sono venuto a riprendere ciò che è mio.” Disse avvicinandosi a me.
Feci per chiamare mia madre, ma lui posò la mano sulla mia bocca.
“Carmen, ascoltami prima e dopo me ne andrò, va bene?”
Annuì.
“Mi ero preparato tutto un discorso da farti, ma…” Sospirò. “Ce la posso fare.”
Fece un respiro profondo e poi mi disse: “lo so che non ti sono stato accanto, okay? So che ho sbagliato. So che tu da sola non ce la fai e che non ti senti amata da me, ma ti posso assicurare che io ti amo più della mia stessa vita. Ti amo dal tempo del nostro primo vero appuntamento e tu lo hai sempre saputo, mentre io ci ho messo cinque mesi per riuscire a dirtelo. Amo anche Charlie, quell’adorabile bambina che ha tanto di entrambi. Mentre tu non ci sei, molti dicono che è stato uno sbaglio e non puoi immaginare le liti che nascono, perché lei non è stata un errore: lei è stata il frutto del nostro amore.
Forse è vero il fatto che è successo troppo presto, che siamo stati troppo giovani per sposarci, ma non m’importa.. Quella di Charlie è stato solo uno dei tanti motivi per cui l’ho fatto. Io ti amo, Carmen. Non ti permetterò di abbandonarmi. Non ti permetterò di lasciare tutto quello che abbiamo costruito insieme.” Cercò di avvicinare il suo viso al mio, ma io mi spostai di nuovo.
“Harry, ti prego.” Gli posai la mano su quelle soffici labbra che tanto bramavo. “Non tentarmi, ti prego.”
Vidi la sua collera attraversargli gli occhi. “Perché? Tu mi ami, io ti amo. Perché Devi fare cosi?” Disse su tutte le furie, tenendomi ancora stretta a lui.
 “Chi mi assicura che una volta tornate a casa tu non ci lasci di nuovo sole?”
“E’ il mio lavoro!”
“Non sto dando la colpa al tuo lavoro, ma al fatto che se lì, in America, avete qualche giorno libero, tu lo vai a passare con le ballerine, invece di tornare da me e da tua figlia che ogni santissimo giorno mi chiede quando torni ed io non so che rispondere!” Mi scappa una lacrima. “Non sai quanto sia frustrante il fatto che da sola debba vederla crescere.” Me ne scappò un’altra. “Ti sei perso tua figlia ballare al suo compleanno, ti sei perso quando ha rubato il barattolo di cioccolata per poi nascondersi in bagno, dicendomi che doveva solo fare pipì.” Sorrisi dolcemente a quella scena che mi si parò subito davanti agli occhi. Poi ritornai in me.
“ Chi mi assicura che non lo farai di nuovo?” Le lacrime stavano scendendo copiose sulle mie guance contro la mia volontà: “Non permetterò che un ragazzo faccia questo a mia figlia. So che significa essere abbandonate dal proprio padre e non ti permetterò di fare lo stesso con lei.”
Mi asciugò la guancia con la mano.
Quel contatto mi era mancato.
Prese le mie mani, le baciò entrambe e le portò dietro al suo collo, poggiando poi il suo viso al mio, fronte contro fronte, occhi negli occhi.
“Tu una volta mi dicesti che niente nella vita è certo, che tutto prima o poi crolla, ferendo le persone che credevano in quella certezza. Beh, quello che ti posso dire ora è che farò di tutto per non deluderti, per non perderti e che io ti amo. Ti amo da quando apro gli occhi fin quando li richiudo per riaddormentarmi e sognarti. Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich.” Sorrisi a quel ricordo. “Ti amo quando ti viene quella ruga sulle sopracciglia quando pensi troppo o non riesci a fare qualcosa. Mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sulle mie camicie, e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. Voglio passare il resto della mia vita con te, Carmen, e farò di tutto per far sì che questo di realizzi.”
Mi alzai sulle punte, cercando di arrivare alla sua altezza e lo baciai.
Lui ricambiò quel bacio con passione, come se la mia mancanza gli avesse causato astinenza. La sua lingua cercava la mia quasi disperatamente, mentre le sue mani stringevano forte i miei fianchi.
Mi allontanai cercando di recuperare fiato.
“Mi sei mancata.” Mi disse quasi in un sussurro.
“Anche tu, Harry.”























Sono qui con una nuova OS che spero possa piacervi!
Ci ho messo tanto a scriverla e mi sono anche impegnata più del solito. 
Forse perchè mi vedo tantissimo in Carmen? Probabile.
Chi di voi non si è mai sentito solo a tal punto da voler scappare? E soprattutto chi vi ama tanto da raggiungervi e aiutarvi? Io per il momento non ho trovato ancora nessuno che sia in grado di farlo. 

Okay, Esperia, basta con questi discorsi che non servono a niente, anche perchè nessuno leggerà questa cagata!
Quanto è dolce la mia coscienza, vero?
Anyway, ho parlato tanto. 
Fatevi sapere se vi è piaciuta questa storia :33

   
 
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