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Autore: Keikasama    03/08/2007    3 recensioni
.. Dopo pochi minuti, il volto minuto di Vaan mi arrivò davanti agli occhi senza preavviso, spaventandomi: l'istinto di percuoterlo con un sonoro pugno mi è stato naturale. - Ouch! - Si tastò il naso, accertandosi di non sanguinare. Mi scusai più e più volte, fino a che non vidi dietro di lui due figure conosciute. Mi alzai dalla mia postazione per abbracciarli, dando la precedenza al primo della coppia. Feci cadere il mio Gladius, probabilmente posizionato male nella custodia, stringendo forte il corpo di quell'uomo che tanto avevo desiderato di rivedere. Tremavo, ero in procinto di piangere.
Pairing: Penelo x Balthier.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Balthier
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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TOWA NI ~for eternity~


« Promettimelo, non lasciarmi mai. »
« Non c'é bisogno di prometterlo: rimarrò con te per l'eternità, qualsiasi cosa accada. »
« Ma tu e Fran ... Il vostro viaggio per Dalmasca ... »
« Ti prometto che tra otto, esatti, mesi tornerò. Tu aspettami, aspettami, e potremo finalmente rimanere insieme. »
« Per l'eternità. »
« Per l'eternità, te lo giuro. »



- Penelo! Penelo! - Col suo solito, irresistibile, affanno fanciullesco, Vaan mi corse incontro con un sacchetto in mano; non sembrava per niente vuoto. Il mio primo pensiero andò subito a quanti Guil aveva trafugato agli Imperiali quella volta. Mi preparai a cantargli una sonora ramanzina, quando tirò fuori dal contenitore di cuoio una brillante gemma dai riflessi cobalti, intagliata poligonalmente, al cui interno risplendeva una fonte di smeraldina luce. Rimasi un attimo perplessa, inizialmente, notando su di essa un'incisione riguardante la sottoscritta. - Spero che questa Negalite Artificiale ti sia ancora di aiuto; non hai da preoccuparti, è disinnescata! - E sotto, decorato con spumeggianti nastri d'inchiostro, una firma: Larsa Solidor. - Che pensiero gentile, vero? - Sorrisi verso Vaan, che intanto mi faceva segno di aspettare. - A ... Aspettami qui, non ti muovere. - Corse via, balbettando nel suo simpatico modo di conversare, ed aspettai, seduta su una panchina della Città Alta di Rabanastre, davanti a Oggetti Migelo: il proprietario, un Bangaa dai lineamenti azzurri, aveva incaricato me e Kytes di sostare sull'uscio nel caso fossero entrati dei clienti. Non un'anima, in quel giorno, e quindi seguii le istruzioni di Vaan per ingannare il tempo. Migelo era fuori per fare non so cosa, senza di lui non avremmo comunque potuto vendere nessuna mercanzia. Dopo pochi minuti, il volto minuto di Vaan mi arrivò davanti agli occhi senza preavviso, spaventandomi: l'istinto di percuoterlo con un sonoro pugno mi è stato naturale. - Ouch! - Si tastò il naso, accertandosi di non sanguinare. Mi scusai più e più volte, fino a che non vidi dietro di lui due figure conosciute. Mi alzai dalla mia postazione per abbracciarli, dando la precedenza al primo della coppia. Feci cadere il mio Gladius, probabilmente posizionato male nella custodia, stringendo forte il corpo di quell'uomo che tanto avevo desiderato di rivedere. Tremavo, ero in procinto di piangere. - Mica sono tornato dalla guerra. - Ascoltando la sua voce, ancora una volta, quel suono tono vocale così cristallino quanto sarcastico, sempre con la risposta pronta. Poggiai il capo sulla di lui spalla destra, tenendo a freno le lacrime colme di gioia. - Ciao, Penelo. - Mi carezzò la nuca con le labbra, forse ricordando il sentore di vaniglia di cui erano impregnati i miei capelli, stringendomi a sua volta. Sentivo in lontananza i decisi passi di un paio di tacchi, accompagnati dal flebile suono di calzari d'acciaio; riconobbi la camminata di Fran allontanarsi assieme a Vaan, velocemente. - Ciao Balthier ... - Biascicai, avvinghiandomi a lui, tastando il morbido materiale di cui era composta la sua giubba dorata, tentando di non demordere e piangere come una bambina, cercando invano di lasciarlo e dargli fiato. - Penelo, piangi. - Le sue parole, di nuovo, mi fecero salire alla mente i ricordi dei viaggi in Aeronave, delle notte insonni passate insieme, quando avevo timore delle maestose bestie a cui andavamo incontro e lui mi rassicurava, quando lo abbracciavo, facendogli promettere di non lasciarmi mai, quando mi coccolava tra le sue calde spire, quando mi baciava con passione, scoprendo ogni minimo particolare del mio corpo, amandomi. - Se devi piangere per me, piangi. - Mi abbandonai al bagnare la di lui camicia con le mie lacrime, digrignando i denti, singhiozzando, stringendo i miei piccoli palmi a quelli di Balthier, bagnandogli un poco il collo. - Io ... Ti ... - Mi alzò il mento, guardandomi negli occhi: riuscivo a specchiare nelle sue iridi castane il mio volto lacrimante - Non lo dire. - Un movimento veloce, il suo, degno di un avanzato fuciliere del proprio calibro. Si portò a poche dita dal mio naso, socchiudendo le labbra, avvicinandomi a sé, sillabando silenziosamente le mie parole interrotte - Ti amo. - Mi erano oramai asciugate, le mie guance, ma quella voce, ancora quella voce che mi faceva ogni volta sospirare e arrossire col suo dolce tono protettore, mi fece cadere nel tranello della gioia di piangere, di nuovo. Abbassai lo sguardo, tentando di nascondere le lacrime, ma venì di nuovo indotta a guardare negli occhi colui che amavo più di ogni cosa al mondo. - Balthier ... - E ricordando ciò che con lui avevo passato, ciò che noi due avevamo passato, insieme, ciò che aveva compiuto, caddi tra le sue braccia, coccolata dal calore delle proprie labbra, abbracciandolo, sì, abbracciandolo ancora.

  
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