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Autore: _AleAle_    14/01/2013    1 recensioni
Dopo il divorzio di Ron e Hermione, Rose ha subito un enorme cambiamento.
Da brillante studentessa è diventata una delle peggiori alunne di Hogwarts, di quelle che danno decine di grattacapi agli insegnanti.
Ma durante il suo ultimo anno dovrà necessariamente darsi una raddrizzata, se vuole dare un senso alla sua vita.
E' arrivato, per Rosie, il momento di crescere davvero.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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One chance to change


 

 

CAPITOLO I


L’aria che si respirava quell’anno, in quell’angolo preciso del binario 9 e ¾ di King’s Cross, avrebbe congelato persino le fiamme di un drago.

Tutti sapevano chi fossero, tutti conoscevano quella famiglia e tutti i presenti sulla banchina, nessuno escluso, si erano allontanati sentendo le urla delle due donne di casa.

Rose Weasley ed Hermione Granger.

Ron e Hugo, leggermente imbarazzati, ma soprattutto preoccupati che le due streghe venissero alle bacchette, avevano cercato invano di separarle, prima di ammettere quanto i loro sforzi fossero inutili e quanto quelle due non avessero la minima intenzione di lasciar perdere quella lite.

Hermione, rossa in viso e con gli occhi che dardeggiavano, urlava come se si trovassero nel salotto di casa, e non in presenza di altre centinaia di persone.

Di rimando Rose aveva gettato a terra la borsa e stava minacciando sua madre di non tornare a scuola, non le importava di essere già di fronte al treno, se lei non avesse finito di stressarla si sarebbe Smaterializzata in Romania.

“Non illuderti ragazzina, tuo zio Charlie non ti difenderà anche stavolta” le interruppe Ron iniziando a scaldarsi pure lui, ed Hermione alzò gli occhi al cielo con un’espressione di sollievo.

“Finalmente, grazie Ronald” sospirò.

Rose fece un sorrisetto strano, raccolse la borsa delle sue cose e se la mise in spalla, tirando fuori la bacchetta, gesto che per un attimo fece allarmare entrambi i genitori.

“Bene, molto bene” esclamò “a questo punto direi che forse ci rivedremo a giugno, non aspettatemi per Natale”.

Detto questo, ringraziando mentalmente Merlino e Morgana per essere già maggiorenne e quindi non dover chiedere aiuto, puntò la bacchetta sul baule.

Suo padre si avvicinò facendo per aiutarla, ma lei lo fulminò con uno sguardo che non ammetteva repliche.

Non voleva niente da quei due, men che meno il loro aiuto.

Quando la figlia maggiore si fu allontanata, Hermione abbracciò stretto Hugo per nascondere una lacrima.

“Bada a tua sorella” si raccomandò.

Il ragazzo storse il naso.

“Sarà difficile, con quella testaccia dura che si ritrova” rispose incrociando le braccia al petto.

“Ha bisogno di aiuto” tentò suo padre.

“Non è con me che ce l’ha” esclamò Hugo “ma con voi, e quindi per estensione con il mondo intero”.

La donna a quel punto non riuscì a trattenere un singhiozzo, guardando di sfuggita le cartelline che aveva messo in borsa per abbracciare il figlio.

“Voi dovreste cercare di capirla, invece non fate altro che darle addosso” continuò.

Ron guardò l’orologio, poi si schiarì la voce.

“Devo andare” disse imbarazzato “ti scriverò appena possibile Hughie”.

Il ragazzo fece un sorriso amaro, scuotendo la testa lentamente.

“Vedete cosa succede? Non riuscite nemmeno a stare a insieme per poco più di un paio d’ore” sbottò raccogliendo da terra la sacca con le sue cose più care “e quelli che ci rimettiamo siamo sempre noi”.

“Hugo aspetta!” esclamò Hermione afferrandolo per un braccio.

“Ci vediamo a Natale mamma” rispose quello, seguendo poi la folla di studenti che si accalcava per salire sul treno.

 

Rose salì sbuffando sull’Espresso per Hogwarts, con un’espressione arcigna stampata sul viso.

Era andato tutto male, sul binario.

Non aveva abbracciato sua madre come era certa che lei sperasse, non aveva salutato suo padre come lui si era aspettato.

Le sembravano ridicoli, a dir la verità.

Non capiva il motivo per cui dovessero ostinarsi a fingere di andare d’accordo, quando ormai avevano divorziato da quasi due anni.

Insomma, che senso aveva?

Lei aveva diciassette anni e Hugo quindici, erano perfettamente in grado di capire che i loro genitori non si amassero più, che le lunghe assenze di Ron per le missioni da Auror e le serate passate da Hermione a studiare i suoi dannati casi non avevano fatto altro che distruggere il loro matrimonio.

Quando i figli erano piccoli, l’uomo si era sempre occupato di questioni vicino casa, per non far accorgere i bambini della sua assenza, ma quando loro erano cresciuti aveva iniziato ad allontanarsi sempre di più, finchè non passavano mesi senza vedersi o sentirsi.

D’altra parte Hermione, quando i bambini avevano avuto rispettivamente otto e dieci anni, aveva iniziato a prendere sempre più casi da esaminare.

Non lo avevano fatto con cattiveria e sotto sotto, anche se non lo avrebbe mai ammesso, Rose ne era certa, ma a forza di cercare di evitarsi tra loro avevano finito per passare sempre meno tempo con i bambini, fino a che, ventuno dannatissimi mesi prima, erano arrivati alla soluzione più ovvia e giusta, il divorzio.

Ovviamente, avevano avuto la brillante idea di non dire nulla ai figli fino all’inizio delle vacanze estive quando, una volta arrivati a casa, i ragazzi si erano accorti che tutte le cose del padre erano svanite nel nulla.

Erano passate settimane in cui la ragazza oscillava tra la nostalgia e l’odio verso Ron, il genitore a cui era sempre stata più legata e che dal suo strambo punto di vista era quello con più colpe visto che scappava per mesi in chissà quale parte del mondo, poi era arrivato Hogwarts e tutto era cambiato.

Da brillante studentessa che era stata, Rosie si era trasformata in una sfaticata.

Non studiava più, si e no che presentava a lezione, rispondeva male agli insegnanti, passava più le serate che in punizione che quelle che in Sala Comune.

Un paio di volte aveva persino rischiato l’espulsione, passando ad Hogsmeade intere giornate scolastiche o tornando da una visitina alla Testa di Porco con i gemelli Scamandro completamente ubriaca.

Non che le importasse più qualcosa della scuola, ma sapeva di doverla terminare se voleva combinare qualcosa di utile nella sua vita.

Mentre cercava uno scompartimento libero, ripensò alle parole che di sua madre sulla banchina, e ai futili tentativi di suo padre di darle manforte.

Hermione, non sapendo ormai più come comportarsi con la sua ribelle figlia, le aveva chiesto per favore di impegnarsi un po’ di più nello studio, ma se proprio non le interessa di uscire da scuola con dei MAGO decenti, avrebbe potuto almeno portare un po’ più di rispetto agli insegnanti.

Ron aveva cercato di buttarla sul ridere, ma quando si era accorto che Rose non era proprio del suo stesso avviso aveva rinunciato.

Era a quel punto che la discussione era degenerata trasformandosi in un vero e proprio litigio, perché la donna sembrava ancora non essersi rassegnata al fatto che la figlia non aveva più alcuna intenzione di entrare all’Accademia Auror, cosa che aveva ripetuto fino alla nausea fino ai quindici anni.

Per qualche assurdo motivo, si era autoconvinta che fosse il lavoro del padre ad aver causato la distruzione della sua famiglia, quindi non aveva più alcun motivo per voler seguire quella strada.

Sospirò scocciata mentre richiudeva la porta dell’ennesimo scompartimento pieno.

Era stata l’ultima dei suoi cugini a salire sul treno, e si era diretta nella direzione opposta a quella che aveva visto prendere a Hugo.

Non voleva stare con loro, non aveva voglia di sopportare l’altezzosità da Serpeverde di Dominique, ne tantomeno la saccenza da Corvonero di Albus e Lily.

L’unico che era in grado di sostenere era suo fratello, ma solo perché, nonostante fosse probabilmente il Corvonero più intelligente della Torre, aveva la decenza di non ostentarlo.

Era figlio di Hermione Granger, questo si, ma non era il tipo da far sentire gli altri inferiori.

Trovò in uno scompartimento miracolosamente libero, tirando le tendine per scoraggiare chiunque avesse voluto entrare.

Si rilassò allungando i piedi sul sedile di fronte a lei, avrebbe tanto voluto dormire e dimenticarsi i volti della sua famiglia sul binario.

Non erano bastati quei due, tutto il clan Weasley si era presentato per salutare i ragazzi in partenza.

Addirittura Molly!

Forse speravano di riuscire a rimetterle un po’ di sale in zucca, ma avevano capito di aver toppato alla grande quando avevano visto la ragazza andare solo ad abbracciare sua nonna, salutando con un rapissimo cenno tutti gli altri.

Molly e i suoi zii non riuscivano a capire come potesse essersi trasformata da ragazzina sempre solare e allegra nella donna problematica di quel momento.

Era più che certa che ormai si aspettassero di tutto da lei, sicuramente avevano una visione completamente sbagliata e distorta di quella che era.

Ma a Rose fondamentalmente non importava.

Aveva ben dieci mesi davanti a lei, più di trecento giorni di pace e tranquillità in cui non avrebbe dovuto sopportare nessuno di loro.

Si stava assopendo quando la porta si aprì di botto, e lei si girò di scatto infuriata.

Una testa con stampato un sorrisetto strafottente fece capolino, seguite dal corpo di niente popo di meno che Scorpius Hyperion Malfoy, stronzo navigato ed emarginato della Casa di Grifondoro.

Senza nemmeno dirle ciao, il ragazzo entrò si sedette di fronte a lei, incrociando le braccia al petto e continuando a fissarla e ridacchiare senza aprire bocca.

“Lo scompartimento è occupato” sibilò Rose.

“Ci sei solo tu, mi sembra” ribattè quello guardandosi platealmente intorno.

“Malfoy, fuori” sbottò allora lei scattando in piedi.

Scorpius non se ne curò, anzi, allungò le gambe sul sedile di fronte e si portò le mani dietro la testa con l’espressione più beata del mondo.

“Il treno è già tutto occupato e io non ho la minima intenzione di farmi tutto il viaggio in piedi in corridoio, quindi frena i bollenti spiriti” rispose “tu ignori me ed io ignoro te, faremo finta di non essere compagni di casa da più di sei anni. Rilassati, Weasley”.

Rose dovette necessariamente tornare a sedersi con uno sguardo di fuoco.

Non aveva mai sopportato Malfoy, come buona parte della Torre di Grifondoro.

Da quanto ne sapeva, i suoi compagni di stanza prevalentemente lo ignoravano, rivolgendogli la parola solo quando non potevano proprio farne a meno.

Una volta aveva pensato che non doveva essere facile per lui, visto che subiva l’odio della gente per cose che erano state commesse quando lui non era nemmeno nato, ma questo fino al quarto anno, quando le aveva trasformato di nascosto i capelli in serpentelli, con un incantesimo così complicato da mandare in crisi addirittura l’infermiera della scuola, e l’aveva lasciata andare in giro così per tre giorni prima di borbottarle il controincantesimo durante Cura delle Creature Magiche e di rivelarle ridacchiando che era stato lui.

Ogni volta, ripensando all’imbarazzo di dover andare in giro con quei cosi in testa, che ovviamente dilaniavano qualunque cappello o foulard con cui tentava di coprirli, non riusciva a non pensare che forse si meritava la sua situazione.

Con il passare del tempo, aveva iniziato a chiedersi sempre più spesso come mai fosse stato Smistato a Grifondoro, quando sembrava perfetto per vivere nei sotterranei come tutti i suoi parenti.

Rose lo guardò con la coda dell’occhio, vedendolo che canticchiava con il solito sorrisetto sul viso.

Sembrava la persona più tranquilla del mondo, come se non sapesse che, di li a poche ore, sarebbe cominciato il suo personalissimo inferno scolastico.

Forse, sapendo di essere ormai all’ultimo anno, o più probabilmente contando sul fatto che il suo tormentatore personale, James Sirius Potter, era ormai sperduto tra le montagne della Romania con Charlie Weasley, sperava di passare dei mesi tranquilli.

L’unica cosa di cui doveva assolutamente dare atto a Scorpius era la pazienza, o meglio il menefreghismo, con cui sopportava gli insulti del cugino.

Nemmeno la vecchia Rose, quella che attaccava briga di rado, non avrebbe mai sopportato Jamie.

Anche lui si voltò in quell’istante esatto e si accorse che lei lo fissava, cosa che probabilmente non fece che accentuare la sua faccia da schiaffi.

Lei si voltò di scatto tornando a fissare insistentemente la campagna che scorreva intorno a loro, e seppe con certezza di essere arrossita.

“Sai, possiamo anche farle due parole. Non lo dirò a nessuno, promesso” la schernì lui ridacchiando.

Ancora una volta, Rose si stupì di come il ragazzo potesse scherzare sul suo status sociale.

 “Chi ti dice che io abbia voglia di chiacchierare con te?” rispose per le righe.

“Bè, dobbiamo passare parecchie ore insieme” le fece notare “vorrei evitare di morire di noia”.

Rosie mise su la sua migliore espressione strafottente.

“Non ho alcuna intenzione di parlare con te” sbottò “non vorrei ritrovarmi qualcosa di strano al posto dei capelli”.

Malfoy scoppiò a ridere di gusto, lasciando lei completamente senza parole.

“Ancora con questa storia?!” domandò divertito “Eddai, avevamo quattordici anni. Ero solo un bambino!”

“E ti pare una scusa?”

Scorpius scrollò le spalle tranquillo.

“Si, direi di si. Considerando tutto quello che tuo cugino mi ha combinato in questi anni credo proprio che il mio non si possa nemmeno definire scherzo”.

Rose si agitò ancora di più.

“In ogni caso, non ho alcuna voglia di chiacchierare con te”.

Scorpius sorrise e le si avvicinò pericolosamente, gesto che la fece indietreggiare con le guance rosse come un peperone.

“Come vuoi, Weasley” borbottò “fammelo sapere quando non ne potrei più del silenzio”.

Era ovvio, non bastava tutta la famiglia al gran completo, ci mancava anche questo rompiscatole di Malfoy.

Che bel inizio anno.

E rovistò nella borsa alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa, che le avrebbe impedito di rivolgere la parola a quell’idiota biondo.

Trovò miracolosamente una vecchia rivista Babbana tutta stropicciata, risalente addirittura all’inizio dell’estate, e iniziò a sfogliare le pagine senza guardarle davvero.

Sentiva lo sguardo dell’imbecille sulla nuca e non alzò lo sguardo fino a che non arrivò provvidenziale la Signora del Carrello.

“Qualcosa dal Carrello, cari?” domandò la vecchietta, con la frase che le sentiva ripetere fin dal primo viaggio verso Hogwarts.

Stava tirando fuori qualche moneta dal borsellino quando Scorpius scattò in piedi.

“Un po’ di tutto per entrambi!” esclamò, sempre con quel dannato sorrisetto.

Rose non capì cosa fosse successo finchè la strega, intascati i soldi del biondo, se ne andò.

“Ehi, volevo anche io qualcosa!” protestò alzandosi per seguire la donna, ma lui le bloccò la porta e le fece per alzare il braccio.

Senza smettere di guardarlo negli occhi Rosie portò la mano alla tasca posteriore dei jeans, dove c’era la bacchetta, quando l’idiota scoppiò a ridere per forse la centesima volta in poco più di due che si sopportavano.

“Mai avrei pensato di rischiare di essere maledetto per un’innocente Cioccorana” ridacchiò “era un’offerta di pace, la mia”.

La ragazza a quel punto abbassò gli occhi imbarazzata, vedendo che davvero l’altro teneva in mano la confezione di cioccolata.

“E’ per me?” chiese, e l’altro annuì.

“Te l’ho già detto, nessuno saprà che sei stata civile con me” le disse ancora.

Rose si sedette imbarazzata, fissandolo disgustata mentre scartava e metteva in bocca contemporaneamente quattro, quattro!, Bolle Bollenti.

“Questo non cambierà nulla” lo avvertì.

Il ragazzo alzò le spalle senza nemmeno darsi la pena di guardarla.

“E’ un inizio” biascicò con la bocca impastata dalle gomme.

E Rose, senza più niente da dire a quell’idiota che non avrebbe mai sopportato, aprì la sua Cioccorana.


***

 


Buonsalve a tutti!!! :)

Ecco qui la mia nuova idiozia letteraria ( :P ), dopo secoli in cui non ho scritto più niente per parecchi problemucci che me ne avevano fatto passare totalmente la voglia, ho ritrovato finalmente la mia passione.

Ho scritto questo primo capitolo di getto, quindi ditemi se secondo voi dovrei continuarlo o è meglio che lo abbandoni perchè è davvero una gran cavolata.

Oh, come al solito tutti i personaggi e i luoghi sono della Rowling, che sia benedetta, mentre la storia che proverò a scrivere è roba mia.

Spero vi piaccia :)

Baci baci,

Ale

  
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