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Autore: LadyAgnesFreiheit    14/01/2013    1 recensioni
- Sai, un antico mito di Platone narra che in principio i primi esseri viventi erano ermafroditi, bisessuali e non avevano bisogno di nessuno se non di se stessi. Il loro amore era talmente forte da impaurire anche gli dei, quindi Zeus decise di dividere gli esseri umani in due parti e di condannarli a cercare la loro metà, per sempre.-, sussurrò facendo un ennessimo tiro dalla sua sigaretta.
- Conosco questa storia.-, deglutì lei.
- Conosci la morale?-, la guardò.
- Ti prego, non dirmelo!-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La hall del Grand’ Hotel dove si sarebbe tenuta la festa di commemorazione del Magazine era gremita di gente che si affrettava ad addobbarla come meglio poteva. Eveline, sui suoi onnipresenti tacchi dodici dirigeva il lavoro sbraitando a destra e a manca qualora ce ne fosse bisogno.
Doveva essere tutto maledettamente perfetto, dai fiori alle modelle, dagli addobbi natalizi ad ogni singola bevanda. Entrò nel camerino dove le make up artist stavano preparando le modelle e controllò ognuno di esse  in ogni minimo particolare.
Sospirò buttandosi su un divanetto, lasciando che la sua make up artist di fiducia, Natasha, le curasse il trucco. << Sono esausta!>>, mormorò.
<< Dovresti rilassarti, tesoro! Nessuno, neanche Angela, ha mai realizzato una festa così esclusiva!>>, mormorò la ragazza intenta nel suo lavoro.
<< Sì. Ma manca solo un’ora e… io ho ancora tanto da fare.>>, borbottò la bionda.
<< Qualcosa tipo?!>>.
<< Eveline!>>, Kathrin entrò velocemente nel camerino e incrociò le braccia al petto. << La tua amichetta psicologa chiede di te! Dio mio, perché te la porti sempre dietro?>>.
<< Kathrin, non strillare e falla entrare!>>, mormorò la bionda tenendo gli occhi chiusi. << Natasha, occupati anche di lei.>>
Col suo passo svelto Ariel affiancò Kathrin. << Dico sono tre ore che chiedo di incontrarti! Chiedo la luna per caso?>>, strillò isterica buttandosi su una poltroncina.
<< Ariel, unico amore della mia vita, stellina mia, ho i nervi a pezzi, ti sarei grata se smettessi di urlare!>>, mormorò.
<< Scusa…>>, borbottò rilassandosi. << Hai parlato con Thomas?>>.
<< No.>>, Eveline si alzò e delle costumiste la aiutarono ad indossare il suo abito blu notte. << Non l’ho ancora visto!>>.
<< Beh, cercalo!>>, sussurrò la mora rilassandosi al tocco leggero della truccatrice. << E’ arrivata parecchia gente lì fuori. Oh, hey! Quando me lo presenterai? Com’è fatto?>>, fece una risata maliziosa.
<< Oh Ariel!>>, rise lei uscendo dal camerino.
Quale capo redattrice sarebbe mai arrivata tre ore in anticipo alla festa in onore del proprio successo? Quale capo redattrice non si sarebbe fatta il red carpet prima di entrare nella hall? Quale capo redattrice non si sarebbe lasciata fotografare dai tanti fotografi lì fuori?
Era ben consapevole di essere un bel po’ fuori dal comune, come era ben consapevole che ben presto avrebbe dovuto iniziare ad abituarsi ai voli istantanei per New York, ai flash dei fotografi, agli impegni che le spettavano.
Salutò con grazia molti volti noti nel campo della moda e molte persone che si fermavano ben volentieri a farle i complimenti per il nuovo incarico. Allungò il collo un paio di volte cercando con lo sguardo fra i fotografi, ma nessuno sembrava assomigliare minimamente a Tom.
Si avvicinò all’uscita e una scia di flash l’accecarono.
Dio, s’inizia, pensò.
Sorrise fra la folla e salutò molti dei suoi collaboratori, poi con grazia scese le scale e, guardando Potsdamenplatz  illuminata, scorse finalmente il viso di Tom che si sottoponeva alle interviste di un noto programma tedesco sulla moda.
Rimase incantata a guardarlo: i suoi corn erano sciolti sulle spalle, indossava un pantalone gessato nero, la giacca dello stesso tessuto dei pantaloni, la cravatta era annodata lenta sul collo e il primo bottone della camicia bianca era lasciato sbottonato lasciando intravedere le clavicole e un po’ di petto.
Boccheggiò ed andò verso di lui che cortesemente stava salutando il giornalista.
Si ritrovò faccia a faccia con lui, il cuore che le rimbombava nel petto.
Aveva voglia di abbracciarlo.
Aveva voglia di sussurrargli che era bellissimo.
Aveva voglia di baciarlo.
Aveva voglia di dirgli che quell’outfit lo valorizzava tantissimo.
Aveva voglia di urlargli che si era…
Deglutì guardando il sorriso splendente di Tom...
…Fottutamente…
… Ed i suoi splendidi occhi posarsi su di lei, percorrere il suo corpo ammirandola.
…innamorata di lui.
Fu la voce di Tom a riportarla sulla Terra.<< Eveline…>>, sussurrò con un tono pacato e sorpreso.
<< Ciao, Tom…>>, disse  lei guardandolo fisso negli occhi. << Vorrei…. Vorrei parlarti.>>.
Tom la ammirò ancora dalla testa ai piedi con le labbra socchiuse. << Sei  splendida!>>.
Eveline sgranò gli occhi e vergognosamente li posò sul pavimento fissandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. << Grazie mille…. Anche tu stai bene!>>.
Tom la guardò insistentemente. << Anche io devo parlarti. Andiamo dentro, saremo più tranquilli.>>, sussurrò e le porse il braccio.
Eveline lo guardò senza dire niente e posò la mano nell’incavo del suo gomito salendo le scale, lasciando che tutti quei flash le abbagliassero la vista. Di tanto in tanto sorrideva cortesemente e Tom con lei.
Arrivati all’interno della Hall, Tom guardò tutto con interesse. << Che meraviglia!>>.
<< Grazie….>>, sussurrò la bionda conducendo Tom verso i divanetti di velluto rosso che aveva fatto posizionare vicino il grande albero di Natale, isolati rispetto alla postazione dove avveniva la festa. << Tom… ho bisogno di chiarire con te.>>.
Tom posò lo sguardo sul suo ed annuì. << Sono qui.>>.
La bionda prese un respirone e lo guardò. << Non so come sia potuto accadere quel che è successo. Mi chiedo se sono stata troppo invadente, o avvenente. Non so cos’ha potuto scatenare quel bacio, e me ne vergogno tanto…. Tu… tu non puoi …>>.
Tom la interruppe prendendole il viso e posò per la seconda volta le labbra sulle sue, le schioccò tanti piccoli baci a stampo e poi si staccò appena. << Ti vergogni ora?>>, sussurrò sulle sue labbra.
Eveline sentì le gambe e le mani tremare e rimase immobile fra le sue braccia. << Tom….>>.
<< Sssh.>>, sussurrò ancora lui e posò ancora le labbra su quelle della bionda, le umettò le labbra con la lingua lasciando che lei le schiudesse, così potette approfondire quel bacio sentendo il viso della ragazza scaldarsi sempre di più. Era arrossita. Eveline si rilassò finalmente e lasciò che la sua lingua giocasse con quella di Tom, sfiorasse le sue labbra e umettasse appena quel labret.
Ma che stavano facendo?
<< Tom..>>,mugugnò staccandosi ancora da lui. << Tu sei…>>.
<< Sì.>>, annuì lui posando la fronte sulla sua tenendo gli occhi socchiusi. << Lo sono. E sono uno stupido a non essermene reso conto prima.>>.
La ragazza si allontanò appena da lui sgranando gli occhi. << Co… cosa?>>.
Tom alzò lo sguardo sul suo e i suoi occhi si posarono sui suoi, cercando di farle intuire quel che stava per dire. << Mi sono innamorato di te, Eveline.>>, sussurrò.
La bionda sgranò gli occhi che presto s’inumidirono. << Non è possibile… tu…>>.
<< Sono innamorato di te, Eveline; sogno te,  penso a te, voglio te, amo te. E sono io che mi vergogno, se ieri son dovuto scappare così.>>.
<< Tom tu sei fidanzato!>>, si lasciò sfuggire lei.
Tom la guardò a lungo senza capire. << Cosa?!>>.
<< Fidanzato, innamorato di un’altra persona!>>, gesticolò lei. << Che per di più….>>, lo guardò. << E’ un ragazzo!>>.
<< COSA?!>>, Tom sgranò di più gli occhi.
<< Bill! Chi è Bill?>>, Eveline stava letteralmente dando i numeri.
Tom la guardò a lungo e poi scoppiò a ridere. << Ma… Eveline, posso spiegarti!>>.
<< NO! È solo una cotta quella per me Tomi…>>, si lamentò, lasciandosi sfuggire quel nomignolo tanto dolce. << Tu sei innamorato di lui! Sarà la novità o qualcosa! Insomma non so!>>.
<< Ma posso spiegare….>>.
<< Se vuoi ti posso far analizzare dalla mia amica Ariel! È bravissima e ti farà capire che…>>.
<< Se magari mi ascoltassi….>>.
<< No, no, no! Non devi vergognarti Tom…>>.
<< Eveline, non mi vergogno!>>, rise ancora lui.
<< Tom.>>, portò le mani sul viso. << Anche io mi…>>, sospirò. << Anche io mi sono innamorata di te….>>, issò gli occhi nei suoi. << Ma tu sei….>>.
<< No che non lo sono!>>.
<< Ma Bill!>>.
<< Bill è…>>.
<< Tomi!>>, Bill apparve davanti a loro a loro con un cocktail in mano. << Che succede?>>.
Eveline guardò il ragazzo davanti a lei allibita, poi posò lo sguardo su Tom, poi di nuovo sul ragazzo alto, nel suo nuovo completo Chanel. Poi il suo sguardo si posò sulla collanina a forma di Yin appesa al collo di quel ragazzo tanto bello quanto misterioso. << Lui è Bill!>>.
Tom rise e si alzò affiancando il gemello e gli cinse la vita. << Bill, lei è Eveline…>>.
La ragazza posò lo sguardo sugli occhi di Tom e poi lo spostò su quelli di Bill. Nonostante fossero truccati, erano identici. Così come il naso, le labbra, il collo. Tutto. Spalancò la bocca.
<< Eveline, ti presento il mio fratello gemello, Bill.>>.
<< Ciao!>>, Bill rise e le porse la mano.
Eveline li guardava sconvolta. << Oh mio Dio che imbarazzo!>>, sussurrò posandosi le mani sul viso e poi si alzò stringendo la mano al ragazzo. << Sono così mortificata!>>.
Tom rise ancora e prese la mano ad Eveline. << Allora? Sei ancora innamorata di me?>>, sussurrò.
La bionda lo guardò a lungo e Bill sorrise allontanandosi lentamente.
<< Più della mia stessa vita!>>, sussurrò vicina alla sue labbra, per poi posarle ancora sulle sue.
 
Ariel, dopo aver indossato il suo vestito di tulle nero, uscì dal camerino insieme a Kathrin che irrequietamente cercava Eveline.
<< Ma dove si sarà cacciata?! Dio, fra poco inizierà la sfilata di Natale e lei avrebbe già dovuto incontrare tutti gli stilisti!>>, strillò prendendo da un vassoio un cocktail.
Ariel rise e prese uno stuzzichino. << Oh, calma! Se non è qui vuol dire che starà facendo qualcosa di più importante…>>, ammiccò verso la rossa.
<< Cosa c’è di più importante del lavoro?!>>, girò gli occhi lei.
<< Katherine….>>, iniziò lei.
<< Kathrin.>>, la fulminò.
<< Okay, Kathrin, rilassati! Vado a cercarla e la porto da te mh?>>, sorrise lei. << E mangia qualcosa, stai scomparendo.>>, le sorrise ancora e si allontanò.
Kathrin fece per ribattere, ma, non trovando nessuna scusa, si arrese e prese uno stuzzichino.
Ariel si guardò attorno salutando di tanto in tanto qualche collega dell’amica che conosceva, prese un cocktail e andò verso le scale, ammirando il red carpet occupato da fotografi e giornalisti, capi di case di moda e noti stilisti. Sorrise dolcemente e chinò il capo: se solo avesse seguito il suo sogno….
Tornò dentro a capo chino e bevve un sorso dal suo bicchiere di cristallo. Si ritrovò a pensare a pochi anni prima, quando, dopo aver conseguito l’Abitur di fine Gymnasium, decise di non proseguire con il corso di alta moda che l’avrebbe sicuramente portata al successo.
<< Ariel stai scherzando?>>, strillò una donna con i capelli biondi  raccolti in uno chignon.
<< No mamma, non voglio continuare.>>, sussurrò la ragazza giocando con i capelli.
<< Oh Philip, la stai sentendo tua figlia?!>>, urlò verso l’uomo che era seduto in poltrona.
<< Linda cara, è grande, può fare quel che vuole!>>.
<< Ariel! Abbiamo investito tre anni per poter pagare anche questo corso, ed ora, a solo due esami dal diploma, tu ti tiri indietro??>>, strillò verso la figlia.
<< Non riuscirò mai a diventare una stilista, mamma. Non… sono così brava.>>, sussurrò la ragazza accoccolandosi al petto del ragazzo biondo.
<< Oh Alex, dì qualcosa!>>.
<< Che dovrei dirle? È una sua decisione, può fare quel che vuole.>>, alzò le spalle lui.
<< Ma tu sei un modello, dovresti incoraggiarla!>>.
<< Non tutti hanno la mia fortuna.>>, tagliò corto lui.
Ariel lo indicò guardando la madre, come per far vedere che il suo discorso non faceva una piega.
<< Oh, Eveline!>>, la donna si voltò verso la ragazza bionda seduta accanto all’amica.
<< Ci ho provato anche io, Linda, non vuole saperne nulla.>>, alzò le spalle.
La donna espirò rassegnata. << Okay! Cosa hai in mente adesso?>>.
<< Vorrei andare all’università e diventare psicologa.>>, abbassò il viso lei e Alex annuì guardandola.
<< Secondo me è la cosa giusta!>>.
<< Secondo me dovrebbe seguire i suoi sogni!>>, ribatté  Eveline.
<< Secondo me dovresti farti i fatti tuoi!>>.
<< La smettete? Decido io della mia vita.>>, li guardò Ariel.
<< Ma..>>.
<< No, Eveline… ormai ho deciso.>>, sussurrò Ariel poco convinta. << Mi dispiace, mamma.>>.
Ariel sapeva bene che non era quello che voleva davvero, ma il troppo amore per Alex la portò a fare quella scelta. Secondo lui non sarebbe riuscita ad affermarsi nel campo della moda, secondo lui una certezza era meglio di un sogno.
Espirò nervosa ed alzò lo sguardo cercando Eveline nella folla.
Aguzzò appena la vista guardando fisso davanti a sé: Non è possibile, si disse.
Un ragazzo alto e moro era ad una decina di metri da lei e le dava le spalle, i capelli erano cotonati e corvini, le spalle ben impostate e il corpo era magro e fasciato da uno smoking nero e lucido.
Il cuore prese a batterle velocemente e si voltò di scatto quasi con la paura di scoprire chi fosse davvero quel ragazzo, quasi con la paura di confermare quel che aveva pensato.
Era un’ossessione, si disse bevendo il suo drink.
Si voltò di nuovo e guardò verso quello stesso punto, ma il moretto sembrava essersi volatilizzato.
<< Okay Ariel, hai le allucinazioni, avrai bevuto un po’ troppo! Ora levatelo dalla testa.>>, mormorò a sé stessa, prima che una mano si posasse sulla sua spalla.
<< Ariel?!>>.
Sussultò e si voltò di scatto voltandosi. << Evy!>>.
<< Tutto bene?>>, chiese inarcando il sopracciglio.
<< Mmh….>>, la mora non potette fare a meno di notare che la mano della sua amica era intrecciata con quella di un ragazzo. Alzò lo sguardo verso di lui e lo guardò fisso.
Quei fottuti occhi.
<< Oh!>>, si portò una mano alla labbra sorpresa.
Mille domande le frullavano nella mente in quel momento e sentiva la testa pesante e le guance arrossate.
Kaulitz? Cosa ci faceva lì? Perché era mano nella mano con Eveline? Cosa aveva fatto ai capelli? Perché Eveline non si era dichiarata a Thomas? Dov’era finito il suo trucco?!
<< Ariel lui è…>>.
<< Cosa ci fa qui?!>>, si lasciò sfuggire la mora. << Mi perseguita!>>.
Tom di canto suo inarcò il sopracciglio. << Mi scusi?>>.
<< E tu Evy?! Dov’è Tom?>>, guardò la ragazza perplessa e poi tornò ad osservare Tom. << Cos’ha fatto ai suoi capelli? Ed il trucco?! Dio, non le basta ossessionarmi all’università?!>>.
<< Ariel, tesoro, credo che tu sia un po’ confusa! Lui è…>>.
Ariel sospirò, << Eveline, so chi è! Lui è Bill Kaulitz! Lo seguo all’università!>>.
<< In realtà… io sono Tom Kaulitz.>>, rise dolcemente lui e le porse la mano.  << Si sarà sicuramente confusa con mio fratello gemello!>>.
Ariel sgranò gli occhi e fissò insistentemente il viso del moro. << Fratello gemello…>>, sussurrò osservando ogni minimo particolare: il septum era scomparso, come anche il piercing al sopracciglio, il viso era più tondo e le labbra leggermente più carnose. << Oh!>>, sgranò gli occhi e gli strinse la mano.
Eveline rise e li guardò. << Quindi, conosci anche tu suo fratello!>>.
Ariel annuì e deglutì: allora non era un’allucinazione, Bill era davvero lì.
<< Quindi tu sei la famosa Ariel Neumann? Bill mi ha parlato molto di te.>>, ammiccò il ragazzo. << Sono sorpreso, non pensavo che potessi essere proprio tu. La migliore amica della donna di cui sono innamorato è anche…>>, si schiarì la voce. << …la professoressa che segue mio fratello.>>.
<< ….Della donna che ami?>>, sgranò gli occhi lei e guardò Eveline. << EVY!>>, si buttò fra le sue braccia e la strinse fortissimo. << Oh Evy, Evy, Evy!>>.
La bionda sorrise felice e strinse fra le braccia l’amica. << Sì, tesoro!>>.
<< Quindi non è né fidanzato, né gay, né sposato?>>.
Tom rise. << Decisamente no. Solo molto protettivo nei confronti di mio fratello.>>.
Ariel sorrise e lo guardò. << Questo spiega molte cose.>>.
Eveline la guardò a lungo negli occhi. << Non mi avevi mai parlato di Bill.>>.
Ariel arrossì violentemente. << Beh, sai… non ti parlo mai di… di nessun mio studente… e... Bill…>>, tossì. << KAULITZ, è esattamente come…>>, deglutì. << Come tutti  gli altri, sì.>>, abbassò lo sguardo sul pavimento. Sapeva perfettamente che Eveline avrebbe letto nei suoi occhi che non era vera neanche una parola che stava pronunciando. Lo sapeva benissimo. Eveline conosceva di lei ogni minimo gesto ed in quel momento-ne era sicura- aveva capito perfettamente che Bill non era come tutti gli altri, tutt’altro.
E l’arrivo di quest’ultimo ne fu la prova schiacciante.
<< Oh Bill, eccoti qui!>>, Tom tirò il fratello a sé. << Guarda chi c’è qui.>>, ammiccò verso di lui.
Bill di canto suo sgranò gli occhi e sentì le gambe molli guardando la donna che aveva di fronte, tanto da doversi appoggiare al fratello stringendogli la vita. << Oh!>>.
Ariel alzò di scatto lo sguardo verso di lui e lo guardò in silenzio, il cuore le arrivò in gola e le guance si colorarono ulteriormente. Poi posò lo sguardo su Tom, poi su Eveline e poi di nuovo su Bill.
<< Kaulitz…>>, sussurrò con le labbra secche.
<< Signorina Neumann.>>, deglutì lui.
Eveline guardò Tom negli occhi e gli sorrise. << Noi andiamo ad incontrare gli stilisti… ci si vede dopo.>>.
Prese per mano Tom e si allontanò con lui verso un gruppo di stilisti.
<< Io… non sapevo che lei fosse il fratello di Thomas Kaulitz…>>, sussurrò lei guardando in basso.
<< Non avrebbe cambiato nulla saperlo o meno.>>, sussurrò lui freddo osservandola.
<< Già…>>, sussurrò. << E’… strano vederla in un contesto che non sia l’università.>>.
<< Possiamo darci del tu per stasera?>>, sussurrò lui abbassando vergognosamente la voce.
Ariel sgranò gli occhi e li posò sui suoi. << Certo… Bill.>>.
Bill si schiarì la voce e passeggiò per la sala affiancandola. << Allora… è grazie ad Eveline se sei nel campo della moda?>>.
<< Oh, non lo sono.>>, sorrise appena lei. << Purtroppo.>>.
<< Davvero?!>>, la guardò lui sedendosi su un divanetto. << Avrei scommesso tutto che fossi anche tu una stilista che Chanel sta per lanciare!>>.
<< Mi dispiace deludere le tue aspettative, Bill.>>, sorrise. << Mi fa strano darti del tu.>>.
<< Anche a me.>>, annuì lui. << Di solito non lo dai a tutti gli altri, non è così?>>, la fissò negli occhi provocatorio.
Ariel sgranò gli occhi e sostenne il suo sguardo. << In effetti no.>>.
<< Eppure sono esattamente come tutti gli altri.>>.
<< In questo momento sei un po’… beh, diverso. La situazione è diversa.>>.
<< Quindi sono un po’ più avanti rispetto ai miei colleghi.>>.
<< Non vederla in questo modo, Bill. È la situazione che ci permette di vederci da un’altra prospettiva.>>.
<< Non sarà una casualità, bensì una fatalità.>>, abbassò di poco il tono della voce il ragazzo.
Ariel arrossì e lo fisso a lungo, prima che le luci si abbassassero e un uomo annunciasse la sfilata. << Forse è meglio andare.>>, sussurrò.
<< Non mi hai risposto…>>.
Ariel si alzò e sospirò. << Bill, la sfilata!>>, indicò il palco con la testa e si affrettò a raggiungere Eveline e Tom in prima fila.
<< Io so che non sono come tutti gli altri per te, Ariel.>>, sussurrò quasi a se stesso il moro, prima di alzarsi e raggiungere i tre ragazzi.
   
 
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