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Autore: fedfaith_    15/01/2013    1 recensioni
Abbiamo parlato della storia di Niall e Faith, ma siamo pronti a scoprire come tutto ebbe inizio? Come gli sguardi di Ethan fossero di disprezzo? Cosa portò a Faith ad essere quello che poi sarebbe diventata?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era uno dei soliti giorni, dove tutto si ripeteva con grande precisione e noia: sveglia alle 7, prepararsi di fretta e furia, trangugiare un pezzo di biscotto e infine correre verso scuola. Misi su le cuffie e iniziai a correre, come al mio solito. La scuola, per mia grande fortuna, distava solo un paio di isolati da casa mia. Ecco la mia vita, sempre in ritardo, cercando invano di riprendere il tempo perso e godermi con tranquillità il presente. No, ma questo era una cosa impossibile per me; al dire dei miei professori 'Faith Harvey non sarebbe stata puntuale, nemmeno se ci fosse stata una svendita di gelato Lindt.' Molto simpatici come sempre. Che ci posso fare, ho 16 anni, vado alle superiori e ho ancora tutta una vita davanti per arrivare puntuale. I grandi, a parer mio, hanno scordato cosa significa vivere con spensieratezza la vita. Meno male che ci sono le mie amiche, che riescono ad accettarmi per quella che sono: ovvero una ritardataria incallita. Girai l'angolo, e finalmente arrivai. Una volta entrata dal cancello, le trovai li ad aspettarmi come sempre: Rachel, Emily, Ellie ed Ashley. Il mondo sembra migliore quando sono con loro, e come se il tempo rallentasse la sua corsa quasi mi volesse concedere la possibilità di passare del tempo di qualità almeno un pò nella vita. 'Buongiorno girls' dissi con tranquillità, anche se avevo ancora il fiatone per la solita corsa mattutina. 'Buondi, sempre in ritardo tu eh?' chiese Rachel, la puntuale del gruppo. 'Solito problema, la sveglia ha suonato tardi' dissi con tono ironico, sapevo che ogni volta era sempre colpa mia: la notte andavo a dormire tardi e l'indomani mi svegliavo sempre più tardi sentendo mia madre che sbraitava dalla cucina - Faith muoviti o farai tardi!-. 'Metterla prima no vero?' disse Ashley scoppiando a ridere, lei sembrava l'unica all'interno del gruppo che cercasse sempre di farmi ridere, e di tirarmi su di morale, sempre. 'uhm, me lo scordo sempre!' dissi con estrema sincerità, suscitando la risata collettiva da parte di tutte. Suonò la campanella che, con il suo suono riluttante, ci costrinse ad entrare. la giornata, come sempre, passò velocemente, tanto da farmi sentire ogni volta come se stessi perdendo qualcosa di importante, qualche passaggio essenziale della mia vita. Finalmente arrivò il momento che preferivo della giornata: la pausa pranzo. ci sedemmo al solito tavolo, discutemmo delle ore appena trascorse come sempre, infatti per mia fortuna eravamo capitate tutte nella stessa classe, quindi condividevamo quasi tutte le ore insieme, e nel frattempo io mangiavo tranquillamente. 'ma sei davvero un pozzo senza fondo' disse rachel scoppiando a ridere. 'beh, ho fame, stamattina non ho mangiato!' dissi masticando l'ultimo boccone del mio secondo panino. era vero, a fame non mi batteva nessuno, e a giudicare da come mi guardavano a scuola, tutti si chiedevano sempre dove cavolo mettessi tutti quei panini. una volta finito, tornammo in classe e aspettammo con impazienza il suono dell'ultima campanella della giornata, che segnava non solo la fine delle ore scolastiche, ma anche l'inizio del nostro passatempo preferito: cantare e suonare con la nostra band. eravamo noi, sole ragazze che suonavamo peggio dei queen e dei green day messi insieme, eravamo davvero scatenate. non per niente ci chiamavamo 'the crazy diamonds': rachel con la sua fantastica voce cantava, ellie era alla batteria, ash suonava il basso e con me facevamo le coriste, emily suonava la pianola e io la mitica chitarra elettrica. Mi aveva insegnato papà a suonare, e devo dire che me la cavavo piuttosto bene. Finalmente la campanella suonò e io con le ragazze ci catapultammo letteralmente nella sala prove. io correvo più delle altre, non era solo l'impazienza di dover suonare, diciamo che avevo un mio secondo fine. 'ahahha chissà perchè corre Faith, vero ash?' chiese rachel iniziando a ridere a crepapelle. 'ahahha infatti, chissà perchè! sarà per etch-ethan?' disse ash facendo finta di starnutire, prima di iniziare a ridere. 'ah ah ah che spiritose, muovetevi che sennò c'è lo perdiamo. cioè li perdiamo, cioè vabbe mi avete capita!' dissi diventando rossissima, solo loro riuscivano a farmi cadere la faccia a terra. una volta arrivate, entrammo ed eccolo li, il mio secondo scopo. Si chiamava ethan: alto, pelle color ambra, capelli color cioccolato scompigliati in una acconciatura molto free, occhi grandi color verde smeraldo, sorriso smaliante, simpatico, attraente, fisico da paura, e dulcis in fundo era anche il chitarrista della band più conosciuta a scuola. 4 anni di fila avevano vinto allo spettacolo di cabaret organizzato dalla scuola, e ogni anno io sbavavo sempre di più. era un tipo molto eloquace, divertente e simpatico, con i suoi amici . peccato che ogni volta che mi vedesse, sembrava che gli stesse per salire il pranzo su dall'esofago, diventava acido e antipatico di colpo. lo guardai di sottecchi, come ormai facevo da tanto, troppo tempo, avevo provato di tutto, ma niente sembrava poterlo avvicinare. finirono di suonare 'american idiot' dei green day, sembravano davvero loro, anche le movenze erano identiche. una volta finito, si diedero tutti il cinque, prima di voltarsi verso di noi, guardarci con sguardo sconsolato e iniziare a ridere. riassettarono le loro cose, e io non persi tempo per provarci, almeno un ultima volta con ethan, cacchio quanto era bello. 'hey, davvero fantastica la canzone, siete davvero identici ai green day. ma mi sa che quest'anno avrete pane per i vostri denti alla serata cabaret. noi abbiamo già il nostro asso nella manica.' dissi con tono piuttosto convinto. alzò lo sguardo, prima di fissarmi con quei due smeraldi dritta in viso, e la reazione fu istantanea, diventai rossissima. 'non ne sarei così sicuro, sai siamo i campioni da ben 4 anni, cosa avreste di così speciale che noi non abbiamo?' disse con tono spavaldo, cacchio era insopportabile, ma allo stesso tempo affascinava in una maniera indescrivibile. 'beh, abbiamo un asso nella manica come già ti ho detto. e comunque mai dire mai, tutto può succedere!' dissi con tono di sfida, dovevo essere forte, o avrei rischiato di saltargli addosso. 'ahha piccola, povera ingenua. beh, staremo a vedere la scommessa è lanciata, ciao harvey!' disse dandomi un buffetto sulla guancia prima di dirigersi dal resto del suo gruppo. Piccola a me?! cazzo ci sbagliavamo se era vero, nemmeno un anno. uscirono e si richiusero la porta dietro le spalle, e alla fine io crollai. 'mi ha toccato una guancia, però cacchio avete visto, non serve niente. nemmeno se lo stuzzico reagisce' dissi sconsolata, era da tempo che sentivo sempre una strana sensazione quando lo guardavo, e non riuscivo a togliermelo dalla testa. 'questo è il problema!' disse rachel indicando la mia felpa larga. 'il mio abbigliamento? ma che cazzo dovrei fare, venire a scuola con i vestitini e i tacchi? dai, non esagerare!' dissi un pò seccata, odiavo cambiare per qualcuno, se ethan si fosse mai dovuto innamorare di me, sarei dovuta piacergli prima in quel modo e in caso dopo tutta acconciata. 'hai ragione, ma sai anche l'abbigliamento giusto fa la sua parte' disse continuando ad insistere, era simpatica ma quando si metteva a picchio su certe cose dava davvero fastidio. 'già, poi tu gli dai troppe attenzioni. deve essere lui a cercati, fai l'indifferente e fai l'acida. sai come corrono quando hanno una difficile sotto le grinfie?' disse ellie con tono amorevole. 'ha ragione, fallo penare faith, vedrai come ti correrà dietro!' disse emily con tono deciso. 'e sennò mandalo a fanculo, chi se ne fotte. sei una bella ragazza faith, non ti accanire con lui.' disse ash a conclusione di quel discorso. 'ok, avete ragione, magari dovrei fare un pò l'indifferente. comunque adesso bando alla ciance e diamoci da fare con la musica. and 1,2. 1,2,3,4!' scandii il tempo prima di far partire ellie con il nostro pezzo per la serata: 'my sharona' dei the knack, un classico del rock ma anche piuttosto difficile. nessuno l'aveva mai fatto, ma noi ci lavoravamo su da 1 anno, quindi avremmo sicuramente spaccato allo spettacolo. arrivò il mio momento: l'assolo della chitarra elettrica. li non pensai più a niente, la musica mi faceva sempre questo effetto, riusciva a spazzarmi via tutto. continuammo a provare diverse volte, tutte le parti per essere sicure di fare tutto alla perfezione e una volta finito tornammo a casa. i giorni successivi passarono tutti alla stessa maniera, scuola, gruppo, casa, letto per poi ricominciare. iniziai ad allontanarmi da ethan, e a quanto sembrava la cosa iniziò a non andargli tanto a genio, visto che ogni volta, durante l'ora di matematica mi fissava sempre, e casualmente cambiarono i turni con il gruppo spostandosi dopo di noi. finalmente arrivò il giorno del debutto, eravamo a dir poco eccitate e spaventate, avevamo provato fino allo stremo delle forze, ma alla fine sapevamo quella canzone meglio dei the knack stessi. la sera, prima di andare a scuola, ci sistemammo tutte da me. i miei genitori erano sempre felici di ospitare tutte le mie amiche, le consideravano come delle loro figlie, e anche mia sorella vick le adorava. scegliemmo con cura i vestiti, le acconciature e il trucco. peccato, che le mie amiche avevano piani completamente diversi per la sottoscritta: infatti, anzicchè uscirmi un vestitino piuttosto casual come quelli che indossavano loro, pensarono di sistemarmi con un vestitino attillato bianco con la scollatura a cuore, scarpe stile trampoli e capelli tutti ondulati tenuti da un paio di treccine al centro stile hippie. 'ehm, siamo un gruppo rock, non sto mica andando al concorso miss liceo' dissi sarcastica, odiavo vedermi così diversa. 'maddai, anche noi abbiamo il vestitino vedi!' disse ellie cercando di farmi ricredere, peccato che i loro vestiti erano mooolto più casual del mio. 'si, ma non è come il mio!' dissi puntualizzando, non mi si addiceva proprio quel look. 'non ci credo le avete fatto indossare il vestito della mia cresima? ragazze siete mitiche, dai che stasera farai colpo' disse vick entrando, come sempre, senza bussare. 'si, peccato che io mi stia andando a cambiare, quindi non durerà' dissi con tono saccente. 'non osare!' mi ammonirono tutte, possibile che nessuno volesse aiutarmi, erano tutte coalizzate tra di loro. ' ma almeno un coprispalle lo posso indossare? mi sento in imbarazzo con questa scollatura vistosa che ho!' dissi arrossendo, era vero, metteva in mostra fin troppo. 'oh come ti lagni sempre! tieni metti su questo' disse rachel spazientita, era un osso duro ma io la battevo alla grande, però sotto sotto ci volevamo un gran bene. 'grazie, adesso ci siamo!' dissi felice, ora andava meglio. finimmo di prepararci, uscimmo e ci dirigemmo tutti verso scuola. dire che mi fissavano tutti era dire poco, del resto erano abituati alla faith in maglia larga, canotta sotto, jeans e superga. nessuno immaginava che potessi indossare mai un abito, di quel tipo per giunta. 'e ricorda, se ethan viene, trattalo di merda, capito?' disse ellie sistemandomi i capelli, prima di mettermi nelle mani di Ash la quale se ne intendeva più di tutte. 'sei davvero bellissima, ora sii te stessa e fregatene di quello che pensano gli altri e ethan. suona come non mai Faith' mi sussurrò all'orecchio prima di abbracciarmi. ecco perchè era quella che adoravo di più la dentro, perchè sapeva sempre come mi sentivo, e mi incoraggiava sempre senza mai chiedermi cosa fosse successo. 'grazie tesoro, ti voglio bene. dai adesso andiamo a spaccare il culo a tutti!' dissi urlando, e le ragazze con me. eravamo cariche, eravamo pronte, le avevo spronate fino allo sfinimento per fare quella canzone alla perfezione e adesso mancava davvero poco, mancava poco al nostro primo debutto. si esibirono loro, i belong's si facevano chiamare, ma noi li conoscevamo come i grandi, si perchè lo erano sotto tutti i punti di vista. la performance fu impeccabile, nessun errore, nessuna sbavatura, e la folla come anche la giuria era letteralmente in delirio. si presero un pò di applausi prima di scendere dal palco, passarono tutti di fronte a noi. 'buona fortuna, ne avrete proprio di bisogno!' disse il capo della band, Jake, a tutte noi, era un tipo stile sonoilpiùfigoetuttemicadonoaipiedi e sinceramente mi stava su una certa parte. le ragazze mi avevano nascosta, volevano che fossi una sorpresa vera e propria per tutti, persino per ethan. infatti mi cercò subito con lo sguardo, ma non riuscì a trovarmi per mia fortuna. 'non c'è ne sarà di bisogno, grazie lo stesso' dissi da dietro rachel, con tono acido. 'ahah non ne sarei sicuro, jepsen.' disse jake, credendo che fosse stata davvero rachel a parlare. risi a bassa voce, prima di essere fulminata da uno dei suoi sguardi color ghiaccio. 'sai che ti odio!?' mi chiese con fare minatorio. 'ahah lo so!' dissi ancora ridendo, tanto che alla fine anche lei fu costretta a ridere. ci annunciarono, e salimmo sul palco, salii per ultima, proprio come mi era stato ordinato, e improvvisamente calò il silenzio nella stanza. che nessuno mi avesse riconosciuto? beh, lo speravo fortemente, visto che mi sentii in imbarazzo. ellie iniziò con la batteria, poi seguì ash con il basso e infine io con la chitarra. tutti capirono che pezzo era, e iniziarono a dimenarsi come pazzi, sia i vecchi che i giovani cantavano insieme a noi a tempo di musica. ethan con il suo gruppo ci scrutava dal basso, anzi Mi scrutava dal basso, cercai di non guardarlo e di non dargli tanta importanza. arrivò il momento dell'assolo, arrivò il mio momento. sgombrai la mente, feci piazza pulita, ed ecco un assolo perfetto. notai ethan con la bocca spalancata, non credeva che fossi così brava, ben ti sta signor sonoilpiùbravodellascuola. finimmo di suonare, tutti si alzarono in piedi, una vera e propria standing innovation. eravamo elettrizzate, eravamo riuscite nel nostro intento a lasciare un emozione a tutte quelle persone. scendemmo dal palco, e subito i belong's vennero a complimentarsi con noi 'caspita, finalmente abbiamo trovato qualcuno che ci ha tenuto testa. siete state bravissime, davvero!' disse jake con il suo solito sguardo da cacciatore, non per niente era il capitano della squadra di football. 'già, sono d'accordo con te jake, poi il tuo assolo Harvey, pura poesia' disse guardandomi dritta negli occhi. cosa?! si stava complimentando con me, mi stava parlando?! decisi di rimanere impassibile, l'avrei fatto penare un tantino, proprio come aveva fatto lui. 'grazie, lo so sono un mito.' dissi con tono saccente, volevo vedere fino a che punto si sarebbe spinto. 'no, dico sul serio. io non faccio mai complimenti sulla tecnica, e tu ne avevi tanta eri perfetta. ho sbagliato a giudicarti così su due piedi e mi dispiace. comunque mi piacerebbe parlarne di più con te, che ne dici se qualche volta usciamo e parliamo un pò della nostra passione in comune?' disse con tono da conquistatore, non dovevo vacillare. 'uhm non lo so, sai sono piuttosto impegnata. bisogna prendere l'appuntamento' dissi con tono pungente, prima di girare i tacchi e andarmene. sentii che mi veniva letteralmente dietro, sentii il cuore accelerare, avrei resistito. 'aspetta, dai!' disse prima di prendermi per il polso e girarmi affinchè lo guardassi in faccia. 'che c'è?' chiesi sconvolta, cosa voleva. ora perchè non gli gironzolavo più intorno, pensava di potermi avere come nulla fosse? beh si sbagliava. 'dai, sul serio. mi piacerebbe conoscerti meglio, sono sincero.' disse con voce bassa e seducente, guardandomi dritto negli occhi. 'ehm non lo so, sai come è tu non mi hai mai degnato di uno sguardo, e non capisco perchè adesso hai cambiato improvvisamente idea, quindi fatti un bel esamino di coscienza e poi magari ne riparliamo.' dissi con tono tranquillo, era tutto ciò che pensavo. 'non getterò la spugna facilmente, harvey, ti avverto.' gridò mentre uscivo dalle quinte. 'beh, allora sorprendimi, Harris' dissi con tono divertito. alla fine non riuscimmo a vincere, ma fu solo questione di qualche punto, però a noi stava bene. Ethan fu di parola, cercò in tutti i modi di conquistare la mia attenzione, sempre in maniera positiva, e alla fine dopo 2 settimane ininterrotte di messaggi, chiamate, appostamenti nell'aula di musica, passaggi offerti, dovetti cedere. primo appuntamento da mc donald's, lo so non era il massimo ma per me andava bene così, del resto stavo per uscire con Ethan Harris. una volta preparata, mi venne a prendere. la serata passò velocissima, parlammo, scherzammo e neanche il tempo, dovetti già tornare a casa, coprifuoco di merda. continuammo ad uscire altre sere, andavamo in locali molto rock, ad ascoltare qualche complesso tipico della zona, parlavamo di tutto, scherzavamo come matti e io lo tenevo sott'occhio. dopo 3 settimane, le cose stavano per cambiare, mi aveva mandato un messaggio con scritto -stai già dormendo? no perchè ti dovrei dire una cosa importante <3 xx-. risposi subito, -no, veramente stavo facendo ancora la ricerca di scienze lol, comunque ok, dammi il tempo di mettere su qualcosa, anche se non credo che sarò molto presentabile, e scendo-. neanche 5 secondi che sentii dei sassolini sbattere contro la mia finestra, come cavolo faceva già ad essere arrivato?! mi preparai di fretta e furia, misi su la felpa larga rossa, jeans attillati, superga blu e senza fare rumore scesi giù. una volta aperta la porta a vetri del giardino, me lo ritrovai davanti, era piuttosto agitato, ormai lo conoscevo fin troppo bene. 'ciao scusa se ci ho messo tanto, e scusa per essere così impresentabile, ma ho letteralmente messo le prime cose che ho trovato lol!' dissi con tono tranquillo, anche se ero piuttosto in ansia, che cosa voleva dirmi. 'beh, allora, da dove inizio..' disse lui iniziando a camminare avanti e indietro lungo tutta stradina pavimentata. 'dall'inizio magari!' dissi sarcastica, per cercare di farlo calmare, anche se ogni mio tentativo sembrava vano, visto che peggiorava di minuto in minuto. 'si, giusto allora, ehm si' diceva in continuazione, facendo avanti e indietro come un pazzo. alla fine non c'è la feci più, e lo afferrai dalla mano per farlo fermare proprio davanti a me, prima di intrecciarla con la mia e guardarlo negli occhi. 'hey, ma te la dai una calmata? respira, usa frasi semplici e vedi che poi le parole troveranno il loro corso da sole.' dissi con estrema tranquillità, anche se stavo morendo dentro, sapevo bene cosa volevano dire quelle fatidiche parole: ti devo parlare, e di solito non erano molto piacevoli. si calmò all'istante, mi guardò per un secondo interminabile negli occhi. si avvicinò a me, guardandomi ancora, gli feci coraggio con lo sguardo e dopo aver preso un bel respiro iniziò a parlare. 'provo qualcosa di più di una semplice amicizia per te. ormai non mangio più, non dormo più, penso sempre a te, in qualsiasi momento della mia giornata, anche quando suono. ecco, volevo dirtelo perchè ormai non riuscivo più a tenere tutto dentro, soprattutto dopo averti sognato questa notte. Mi sono innamorato di te, Faith' disse con dolcezza, prima di avvicinarsi a me, prendermi il viso tra le mani e darmi un bacio dolce sulle labbra. non sapevo che pensare, ero in estasi, finalmente il ragazzo del quale mi ero innamorata da più di due anni, aveva dichiarato il suo amore nei miei confronti. l'avevo sognata 10.000 volte quella scena, ma non pensavo che potesse essere così perfetta. ma dentro di me sentivo qualcosa, una strana sensazione, come se una parte di me mi stesse dicendo di non fidarmi, come se mi stesse avvertendo di qualche pericolo imminente. appoggiò il suo naso sul mio, prima di aprire di nuovo gli occhi e guardarmi con grande intensità, come ormai faceva da un pezzo. 'ti andrebbe di essere la mia ragazza, faith?' chiese con gentilezza, non riuscì a trattenere un sorriso, anche se dentro me avvertì una strana fitta alla bocca dello stomaco. 'certo, sai che non credevo che sapessi il mio nome? ahhaha sentirtelo pronunciare è la cosa più bella del mondo. non sai quanto ho aspettato questo momento ethan, da una vita!' dissi contenta. sorrise, prima di abbracciarmi, e baciarmi ancora una volta. eravamo finalmente una coppia, uscivamo, andavamo alle prove l'uno dell'altro, insomma eravamo una coppietta felice. ma io non riuscivo a fidarmi a pieno, avevo sempre quella strana sensazione che mi faceva indietreggiare, infatti era sempre lui ad avanzare per baciarmi. per tre mesi, questa storia si ripeteva, provavo a fare qualche passo avanti, ma mi sentivo strana e mi fermavo, così lui veniva e mi baciava. c'era qualcosa che mi bloccava, e non sapevo che cosa fosse. un giorno come tanti, eravamo andati a kensington park per fare un giro e sdraiarci sull'erba, come consuetudine. si voltò verso di me, e mi guardò intensamente negli occhi. 'si può sapere perchè non mi baci?' disse con tono duro, capivo che qualcosa lo infastidiva. 'ma se ci baciamo sempre!' dissi con tono ingenuo. 'si, ma sono sempre io a fare la prima mossa, tu stai sempre ferma. dimmi la verità, non è che ti faccio schifo vero?' disse quelle parole con freddezza, quasi avesse già dato tutto per scontato. 'no, ma che dici. perchè stai facendo tutte queste storie?' dissi con tono secco, odiavo dover litigare con lui, e soprattutto per delle cose così futili. 'cazzo, ma non è normale. nemmeno un passo fai, nemmeno uno! adesso basta, mi sono rotto. io ti amo, ma se tu non sei sicura di quello che provi io non ho intenzione di stare qui a sentirmi morire perchè tu non mi vuoi dimostrare cosa provi per me.' disse quelle parole quasi urlando, prima di alzarsi ed allontanarsi. li sentii una morsa al cuore, che mi fece scattare subito sull'attenti, prima di andarlo a rincorrere. iniziò a piovere, cosa molto normale qui a Londra, ma sembrava che anche il tempo c'è la stesse mettendo tutta per dirci che non potevamo stare insieme. lo raggiunsi con il fiatone, prima di voltarlo verso di me. 'anche io ti amo, e non dire che non provo le stesse che provi tu perchè non è così. perchè sennò non sarei corsa da te, con il cuore in gola a darti questo' dissi con voce rotta, prima di mettergli una mano tra i capelli e avvicinarmi a lui e dargli un bacio appassionato sulle labbra. piansi, per diversi motivi, la paura di perderlo, la felicità di quel momento, un miscuglio di emozioni contorte vennero fuori con quelle lacrime che si mischiarono alla pioggia battente. sorrise, e ricambiò il bacio, stringendomi ancora di più a se. da quel momento capii che avevo paura di perderlo e che comunque, mi fidavo di lui. passarono i mesi e gli anni, e in men che non si dica avevamo entrambi finito il liceo, ricordati come la coppia più duratura del liceo. andammo a vivere insieme, visto che comunque eravamo fidanzati già da due anni, e che lui ci teneva. i miei si fidarono, e mi lasciarono andare. ero felicissima, ero stata presa all'università dei miei sogni, avevo trovato davvero la persona perfetta, o almeno credevo. una volta aver iniziato una vera e propria vita di coppia, le cose cambiarono. non eravamo più la stessa coppia di due anni prima, lui era cambiato. non uscivamo più, non passavamo più tempo a parlare, a scherzare. ogni scusa per lui era buona per chiedermi, beh, di fare sesso. fino quando era sesso normale, ok del resto ero la sua ragazza. ma la sua ossessione divenne giorno dopo giorno sempre peggiore, fino a spingerlo a chiedermi cose che il vecchio ethan non si sarebbe nemmeno sognato. io rifiutai, ero un peperino e di certo non avevo paura di tenergli testa. per fortuna, ero rimasta in contatto con le mie amiche, quelle del gruppo, che con la storia di qualche corso in comune o di qualche aperitivo di sera, potevo uscire da quella prigione e tornare alla vera vita. 'allora, come va con ethan?' mi chiese rachel piuttosto contenta. 'e insomma, non va tanto bene' dissi stringendomi nelle spalle, per colpa sua avevo anche paura di tutto, anche della mia stessa ombra. 'che è successo?' chiese ash piuttosto preoccupata. 'non è più quello di prima, è rozzo, scortese e ogni scusa è buona per chiedermi di fare cose piuttosto sconce. per carità non sono una santa, ma cacchio c'è un limite a tutto. l'altra volta mi aveva chiesto se potevamo fare gli scambisti con una coppia che conoscevamo. io gli ho subito detto che era pazzo, e che non mi avrebbe mai dovuto più chiedere una cosa del genere. si è infuriato, mi ha detto che faccio schifo, che sono cambiata. ragazze io davvero non so che fare!' dissi prima di scoppiare a piangere, odiavo quella situazione era così estenuante e triste, ma soprattutto odiavo dover fare la parte della vittima. ash si avvicinò e mi abbracciò, i suoi abbracci erano sempre un toccasana. 'capisco, beh mi dispiace' dissero tutte in coro. cambiammo argomento e decidemmo di vederci tutti i venerdi sera, in modo tale da restare sempre in contatto e da farmi svagare un pò di più. io andavo all'università, quindi impegnata tra i corsi e poi qualche attività di volontariato, tornavo a casa sempre tardi. quel giorno però, la situazione iniziò a cambiare, una chiamata, bastò una chiamata a farmi cambiare umore. 'pronto?' dissi con tono incerto, visto che il numero era sconosciuto. 'faith, tesoro sono rachel, ti andrebbe se ci vediamo tra 5 minuti al parco, devo dirti una cosa importante.' disse con voce piuttosto strana, era calma e quando rachel era calma c'erano sempre brutte notizie in circolo. 'tesoro, sono all'università, ho un esame tra poco, quindi non posso mancare alla lezione, dimmi pure al telefono.' dissi con tono normale.'beh, avrei preferito dirtelo di presenza, ma vabbe.' prese un respiro profondo, prima di continuare. 'ho visto, ethan oggi con ellie, e non erano normali, diciamo che ehm si scambiavano effusion piuttosto spinte ecco. mi sembrava giusto avvisarti, non volevo che lo sapessi da qualche persona sconosciuta,meglio saperlo da una amica che da uno sconosciuto no? faith ci sei?' chiese infine. dire che tremavo era dire poco, come cazzo aveva osato quella puttana? una si va a fidare delle persone e guarda come ti ricambiano. 'si, diciamo di si. scusa ma adesso devo andare ciao rachel' dissi prima di chiudere. ero basita, il mio ragazzo che se la faceva con una mia migliore amica. o la mia migliore amica che se la faceva col mio ragazzo?! non capivo più niente, ero confusa e avevo bisogno di spiegazioni. una volta tornata casa, chiesi spiegazioni direttamente ad ethan, mi confermò tutto e si scusò con me dicendomi che era stato solo un bacio. rimasi scioccata, non potevo credere che avesse fatto una cosa del genere, mi chiese scusa in ginocchio. io l'avevo saputo da rachel, quindi in teoria non l'avevo scoperto personalmente e magari era stato davvero un bacio come diceva lui, mi feci promettere che una cosa del genere non si sarebbe mai più verificata e lui con le lacrime agli occhi me lo promise. continuammo la nostra vita, sempre al solito, lui si lamentava e io facevo tutto, però io, nonostante tutto, ci tenevo davvero a lui, lo amavo davvero, quindi diciamo che sopportavo in silenzio, quando potevo ovviamente. arrivò la data del nostro anniversario, e io come al solito dovetti andare all'università. uscii prima, per andargli a comprare un bel regalo, visto che festeggiavamo tre anni insieme, e tornai a casa prima per fargli una sorpresa, non l'avessi mai fatto. aprii la porta dell'appartamento, sentii strani rumori provenire dal piano superiore, presi un ombrello e mi diressi su per le scale. aprii la porta della camera da letto, da dove venivano quei strani rumori, e mi ritrovai davanti lo spettacolo più orrendo della mia vita: rachel, la mia migliore amica, quella che mi aveva chiamato qualche settimana prima, per dirmi che ellie se l'era fatta con il mio ragazzo, nuda avvinghiata ad ethan, che stava gemendo peggio di un cane che si accoppia. restai pietrificata, che schifo, che stupida che ero stata, a fidarmi di lui, a fidarmi di lei, a fidarmi di tutti loro. scesi le scale, presi il mio borsone dal sottoscala, non sarei rimasta un secondo di più in quella casa e con quel coglione che aveva deciso di farsi tutte le mie amiche, e con quella troia della mia 'migliore amica' che si stava scopando il mio ragazzo, anzi EX. non versai lacrime, ero piuttosto furibonda, e ad ogni passo che facevo, sentivo la mia anima dividersi in due metà, ben distinte. salii di nuovo su, riaprì la porta, entrai e presi tutta la mia roba, mettendola alla bene e meglio dentro il borsone. si fermarono, rachel gridò per la paura e l'imbarazzo, ethan era sconvolto dalla mia freddezza. 'no, davvero, continuate pure, fate finta che io non ci sia.' dissi quelle parole con rabbia, frustazione e delusione. ero delusa, di me stessa, dell'essermi fidata di un coglione che se la spassava con quelle che credevo fossero le mie sorelle acquisite. la mia anima si divise in due, sentivo una metà diventare sempre più piccola e piangeva, mentre l'altra era sempre più forte e cresceva a dismisura dentro me. 'no, faith, ti prego, aspetta, posso spiegarti!' disse ethan, cercando i boxer con la sua solita voce da cucciolo bastonato, la stessa che aveva usato per accalappiarmi, che pezzente! 'non c'è ne di bisogno, continuate pure, spero solo che a te ti venga l'herpes vaginale, mentre a te ti vada in cancrena l'amichetto tuo, così da caderti definitivamente.' urlai quelle parole con tono acido, secco e duro. un mix letale, che prima di allora non avevo mai usato con nessuno, che prima di allora non sapevo neanche di possedere. 'faith, tesoro, mi dispiace non è colpa mia, ti giuro' disse rachel iniziando a piangere. 'no, tu sei la santarellina che non ci colpa, si come no Jepsen trovatene un'altra. sei una troia, solo solo per aver messo in mezzo anche le altre' dissi continuando ad usare quel tono acido. 'non è vero, io non ti ho mentito. non solo ellie se la faceva con lui, ma anche emily mi ha raccontato di aver scopato con ethan. davvero, io sono tua amica, e quello che hai visto è solo un incidente.' disse continuando a piangere, lacrime da coccodrillo nient'altro. li finalmente capii il tutto, ecco perchè ethan stava sempre a casa, e quando uscivamo mi diceva di comprare dei regali per le mie amiche. e certo, si doveva sdebitare il pezzente. 'ah, complimenti, davvero. non ti sei fatto solo una, due; bensi TRE TROIE in un colpo. davvero, mi fai schifo, e pensare che io mi fidavo di te. sei un pezzente.' dissi prima di girarmi ed iniziare a scendere le scale. ne avevo abbastanza di tutti loro, facevano schifo e io ero stata fin troppo stupida a credere che fossero delle persone migliori. 'no, aspetta faith. ti giuro che non è vero, non l'ho voluto io è stata lei a saltarmi addosso, come anche le altre. ti prego, stammi ad ascoltare' disse ethan seguendomi giù dalle scale, non lo ascoltai, ne avevo le ovaie piene di tutte quelle bugie, i finti regali, le finte malattie, tutte delle cazzate. 'dai, davvero. e comunque è anche colpa tua, se tu non ti fossi rifiutata a fare le cose che ti chiedevo, adesso non saremo di certo qui, in questa brutta situazione. è solo colpa tua, ne mia ne di rachel, solo tua!' disse quelle parole con il solito tono spavaldo, il cervello se lo era fumato tutto. mi fermai di colpo, non potevo credere che avesse dato la colpa a me di tutto. non solo aveva scopato con le mie amiche, a mia insaputa facendomi le corna chissà da quanto, e per giunta mi dava la colpa a me? mi voltai, lo guardai con odio, prima di dargli un calcio dritto al suo amichetto dei bassi fondi. urlò dal dolore, prima di accasciarsi a terra 'un piccolo ricordino, per ricordarti della sottoscritta, addio harris.' dissi con tono vittorioso, prima di rigirarmi, camminare verso l'entrata, aprire la porta e uscire definitivamente da quella vita, da quella casa, da quella relazione malata. mi incamminai verso la fermata dell'autobus, dovevo tornare a casa mia, la mia vera casa, dalla mia vera famiglia. non piansi, era come se la mia parte buona, la mia vera me, fosse stata segregata dietro delle mura invalicabili. adesso ero diversa, non ero più la 19enne faith ESME harvey dolce e simpatica che si fidava di tutti, adesso ero solo Faith. una stronza, acida e determinata che non si sarebbe più fidata di nessuno. lo giurai a me stessa: nessuno e dico NESSUNO, avrebbe più potuto trattarmi così, non mi sarei fidata più di nessuno. arrivata a casa, i miei genitori restarono scioccati, non potevano credere che la loro figlia avesse potuto ricevere un atteggiamento del genere. infatti mi restarono vicino, durante le settimane a venire, e mia sorella vick cercò in tutti i modi di farmi tornare come prima, non riuscendoci. per loro ero sempre esme, ma adesso la vera esme era rinchiusa e non sarebbe più uscita. chiusi di netto i rapporti con quelle che credevo fossero le mie 'migliori amiche', con tutte nessuna esclusa. solo una, nonostante io credessi che anche lei avesse fatto qualcosa con quel pezzente, non mollò e cercò di restarmi vicino: Ashley. mi parlava, cercava di avere un rapporto con me, anche se io la trattavo di merda, offendendola e lasciandola a fanculo la maggior parte delle volte. dopo diversi mesi, però sbottai, non capivo perchè lei restava, nonostante io le avessi detto più volte di andarsene. 'beh, perchè io ti voglio bene, davvero. quando ethan ci provò con me, subito dopo aver scoperto che ti aveva fatto le corna con le altre, gli dissi che se ne poteva andare da quelle tre troie e che non si doveva azzardare a venire da me, perchè anche io la pensavo come te, ovvero che era solo un pezzente. anche io l'ho mandato a fanculo, chiunque faccia soffrire la mia migliore amica, diventa logicamente anche nemico mio. io sapevo tutte quelle situazioni, perchè le cretine me le raccontavano ingenuamente. ti avrei avvertita quello stesso giorno, se solo tu fossi venuta al corso di economia, che hai saltato.' disse con voce tranquilla, guardandomi con i suoi occhi grandi color nocciola. capii che era sincera, la abbracciai e mi scusai di aver dubitato anche di lei. 'tesoro, tranquilla. è normale, hai scoperto che delle troie, che consideravi amiche, se la facevano con il tuo ex. è normale reagire così, tranquilla, l'importante è che adesso è tutto risolto!' disse ricambiando l'abbraccio. tornai a frequentarla, e tornai alla vera vita, quella che ogni 19enne dovrebbe vivere. mi incoraggiò ad uscire con alcuni ragazzi, inizialmente rifiutai, ma dopo capii che forse aveva ragione, del resto ero sempre una ragazza giovane, dovevo pur incotrare altra gente. quella sera uscii con un certo Adam, carino, simpatico, ma non ero di certo decisa di dargliela vinta facilmente. mi portò a fare una passeggiata, e io non persi occasione di far uscire il mio carattere acido e stronzo, e lui diciamo che alla bene e meglio cercava di replicare. fin quando ci fermammo, e mi rivolse uno sguardo che conoscevo bene. La mia mente si annebbiò, non vidi più adam, ma ethan, che teneva sottobraccio tutte quelle troie di merda. rideva, scherzava e barcollava, erano tutti ubriachi fradici. 'dai faith, vieni anche tu con noi! lo so che alla fine anche tu vuoi partecipare alla nostra 'riunione' ahahahha' disse iniziando a ridere, e con lui tutte quelle troie. quelle risate riecheggiarono nel mio cervello all'infinito. NO, BASTA LASCIAMI IN PACE, AIUTATEMIIIIIIII.
TRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN TRIIIIIIIIIIIIIIN.
mi svegliai di soprassalto, tutta sudata con il cuore che batteva all'impazzata e la gola secchissima. -Incubo di merda- pensai tra me e me. controllai la sveglia, ed erano già le 7 meno un quarto. cazzo, tra 15 minuti sarebbe passato l'autobus, e come al solito io ero ancora in pigiama. mi catapultai letteralmente giù dal letto, corsi in bagno, mi preparai di fretta e furia, mi truccai, mi vestii, misi le scarpe e scesi di sotto. erano già uscite, le mie due coinquiline, sicuramente avevano deciso di prendere l'autobus delle 7. trangugiai un biscotto, e uscii di casa. corsi fino alla fermata, e per mia grande fortuna riuscì a prendere l'autobus appena in tempo. avevo un esame importantissimo di economia da fare, e di certo non lo potevo perdere per colpa di un mio ritardo. mi sedetti, come sempre, in un posto singolo. del resto, a quell'orario non c'era molta gente, quindi c'erano posti per tutti. presi il libro che mi aveva dato il prof di inglese da leggere e iniziai a sfogliarlo. -Romeo & Juliet! bah, libro più inutile no vero? comunque è incredibile come ancora, dopo 2 anni, faccia sempre lo stesso incubo e così vivido per giunta.- pensai prima di ritrovare la pagina. iniziai a leggerlo, da dove lo avevo lasciato, ma la notte insonne, come anche la forte stanchezza e ansia prima dell'esame, iniziarono a giocarmi dei brutti scherzi. gli occhi iniziarono a farsi pesanti, tanto da costringermi a posare il libro, e a concentrarmi sul paesaggio. cercai di resistere ma alla fine, il sonno la ebbe vinta...
  
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