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Autore: Serenissima1    15/01/2013    3 recensioni
Mi chiamo Edward Cullen e non posso accettare che una creatura mi indebolisca con uno sguardo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale, Rosalie Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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< Rosalie? > < Rosalie?? >
 
Ma dove si è cacciata?
 
< Scusami Catherine, hai visto Rosalie? >
 
< No, mi dispiace signor Cullen, ma se vuole posso provare a chiamarla. >
 
< No, stai tranquilla me la vedrò io appena avrò un momento libero >
 
Questa è la mia vita, piena di lavoro. Infondo non posso dare la colpa a nessuno, sono stato io a voler diventare un imprenditore, avrei dovuto aspettarmi che dopo ci sarebbe stato molto lavoro.
Alla fine non posso lamentarmi, ho un lavoro perfetto, una reputazione prestigiosa e anch..
 
< Signore, ha chiamato Rosalie, dice che sta poco bene e oggi preferirebbe rimanere a casa, cosa le dico? >
 
< Dille che per oggi va bene, ma che domani dovrà essere qui con almeno 10 minuti di anticipo! >
 
Ecco, non riesco neanche a rimanere dieci minuti da solo con i miei pensieri.
Oggi è il mio primo giorno da unico titolare della fantastica catena alberghiera RedLoverInternational. Fino a ieri eravamo in due, io e Jasper, ma già da qualche mese aveva intenzione di dissociarsi da me per trasferirsi in Australia.
 Il motivo? Una donna, altrimenti per quale altro motivo un uomo potrebbe cambiare radicalmente la propria vita?
 
Mi auguro con tutto il cuore che la fortuna lo assista durante la sua permanenza lì, è sempre stato come un fratello per me, abbiamo fondato questa catena alberghiera cinque anni fa, a soli vent’anni, eravamo appena diplomati e avevamo voglia di sfondare.
Iniziammo con un piccolo Bed&Breakfast ed ora siamo tra le pagine delle migliori riviste alberghiere americane.  Sarà veramente difficile gestire tutto da solo.
Fra poco dovrò andare a pranzo con tutto lo staff del RedLoverInternational, organizzato per l’evenienza e, sinceramente, mi secca un po’.
 
< Catherine, io vado a casa a cambiarmi, ci troviamo al ristorante alle tredici, a dopo. >
 
< Va bene signor Cullen >
 
Le ho detto almeno un centinaio di volte che non deve chiamarmi signore, ma lei si ostina a farlo. Catherine è la mia segretaria, insieme a Rosalie.
 Rosalie si occupa di portare a termine le commissioni, mentre Catherine si occupa dei miei appuntamenti.
 
Bhè sarà meglio che mi sbrighi, altrimenti arriverò in ritardo anche oggi.
Fatto! Pantalone e giacca blu, camicia bianca, e mocassini neri, penso che questo abbigliamento vada bene per l’occasione.
Meno male che il ristorante è qui vicino, non mi andava di trascorrere mezz’ora in macchina.
Finalmente sono arrivato.
Oh no, eccoli tutti accogliermi con un forte applauso.
Arrossisco e mi infilo il più presto possibile dentro il ristorante. Ci servono l’antipasto, devo ammettere che è squisito. Sento una gran confusione provenire dalle altre sale del ristorante, credo ci siano dei festeggiamenti.
 
La seconda portata sembra non arrivare mai e ne approfitto per andare a fumare una sigaretta.
 
< Scusi, mi fa accendere? >
 
Improvvisamente sento una voce tenue e fine alle mie spalle, mi giro. Una ragazza molto carina mi sta chiedendo un accendino. Sono ammaliato dalla sua delicatezza.. Mi riprendo e le porgo l’accendino.
 
< Grazie >
 
Continuo ad avere le labbra serrate. Mi sta incantando. Improvvisamente mi viene in mente l’educazione inculcatami da mia madre e decido di risponderle.
 
< Prego >
 
Intanto la mia sigaretta è finita ed è arrivato il momento di rientrare nella confusione.
 
Non riesco a togliermi il suo viso dalla mente, quegli occhi verdi mi hanno fulminato. Non riesco neanche a controllare i miei pensieri.
 Non mi sono mai sentito cosi agitato, non capisco cos’ha questa ragazza per suscitare in me tutta questa agitazione.
 
Finalmente arriva la seconda portata, anche questa squisita.
Il tempo sembra volare, arriva anche la terza portata e la gusto con tutta calma, ma non smetto di pensare a lei.
Rimane solamente il dolce e poi potrò tornare alla mia vita quotidiana.
Sono già le tre ed ancora sono qui, in preda ai miei ormoni.
Vado a fumare un ultima sigaretta, con la speranza di non incontrare l’affascinante ragazza. Non tollero che il mio cuore vada in defibrillazione per una ragazza adocchiata un’ ora fa. Sono un tipo molto forte e duro, con me stesso e con gli altri. E non posso accettare che una creatura mi indebolisca con uno sguardo.
 
Qui c’è un aria particolarmente allegra ma non mi lascio contagiare, come sempre.
 
Ed eccola uscire di nuovo dalla porta del retro del ristorante. Non vedo l’ora che questa sigaretta finisca.
 
< Scusami, so che ti sembrerò invadente, ma mi faresti accendere?
 
Ho dimenticato l’accendino a casa e qui nella sala c’è solo gente grande che non fuma. >
 
Ecco, io lo sapevo.
 
< Certo, tranquilla. Non è di certo un reato chiedere un accendino! >
 
< Ah, grazie mille ancora, comunque io sono Bella Swan .. >
 
< Io mi chiamo Edward Cullen >
 
Mi sento morire. E’ incantevole.
 
< Allora Edward, dimmi un po’, come mai ti ritrovi qui? >
 
Perché mi fa tutte queste domande???
 
< Stiamo festeggiando il titolare della nostra catena alberghiera, la RedLoverInternational >
 
Non voglio essere presuntuoso.
 
< Ah, capisco >
 
< E tu invece? >
 
< E’ il compleanno di mia madre ed abbiamo deciso di farle una piccola festa. >
 
Deve essere anche affettuosa. Non posso farcela, devo andarmene immediatamente o finirò per chiederle il numero.
 
< Un idea molto carina devo dire, tu cosa fai nella vita? >

< Io studio psicologia >
 
E come se non bastasse è anche una ragazza volenterosa.
 
< Complimenti! >
 
< Grazie. >
 
Ha arrossito, è bellissima.
 
< Bhè io ora devo andare, sta per arrivare la torta e non posso di certo mancare >
No, non andare via..
 
< Va bene, è stato un piacere Bella >
 
< Anche per me, Ciao >
 
Sono rosso come un pomodoro. Bella di nome e di fatto!
 
Entro dentro, ma ormai non trovo niente sul tavolo. Questa conversazione mi ha occupato più tempo di quanto pensassi.
 
Non riesco a levarla dalla mente, ed ora che faccio? Non posso di certo andarmene tranquillamente a casa e dimenticare tutto.
 Esco di nuovo e vado a chiamarla nella sala con la speranza di recuperare il suo numero.
 
Lei non c’è, se n’è appena andata. Non posso rimanere con le mani in mano.
 
Devo fare qualcosa.
  
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