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Autore: destinyWeb    15/01/2013    1 recensioni
[Homestuck][Homestuck]Prima delle tre storie sugli Antenati dei dodici troll, riguardante Kankri Vantas, un giovane Mutantblood intento a cambiare le sorti del suo futuro e di un mondo marcio...
Genere: Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ancestors
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kankri passò buona parte del resto della giornata a singhiozzare.
Porrim non poteva certo biasimarlo: dopotutto, anche se gli avesse già accennato qualcosa a proposito della loro cultura violenta, quello era stato un terribile inserimento nella società dei troll.
Gli stava dando leggere pacche sulla schiena, tentando di tranquillizzarlo, ma sapeva fin troppo bene che si trattava di un'impresa ardua: il piccolo era terrorizzato, continuava ancora a tremare, e sapeva che non si sarebbe calmato facilmente.
Solo il giorno seguente il Mutante riuscì a rivolgersi a lei senza piangere o balbettare. Non le augurò neppure buona giornata, venne direttamente al sodo.

"Perchè stavano massacrando quelle persone, ieri?"

Gli occhi erano arrossati e gonfi per le tante lacrime e la notte agitata, ma comunque la sua voce era ferma e decisa. La Jadeblood sospirò, sedendosi, e indicando una piccola sedia al ragazzino. "E' una storia lunga." cominciò, sorridendogli con estrema dolcezza e sconforto. Appena Kankri si mise comodo, si decise a spiegargli dell'Hemospectrum, dei privilegi che si potevano ottenere per una punta di blu nel colore del proprio sangue e delle sofferenze di milioni di Lowblood costretti a patire le pene dell'inferno per diletto di qualche Highblood.

"Ma non ha senso!" sbottò all'improvviso Kankri. Il dolore e la paura del giorno precedente avevano fatto posto ad una grande rabbia e odio "Chi può trovare una cosa del genere divertente?!"
"Il Grand Highblood, o Subjugglator, tanto per cominciare." Porrim sospirò. Bastava nominare quel tipo per farle scorrere un brivido lungo la schiena "E' il capo dei troll di terra. Non esce quasi mai dalla sua Cella, però ti assicuro che è l'ultimo troll con cui vorresti trovarti faccia a faccia. A volte, alcuni suoi seguaci gli portano dei Lowblood a casa. Si dice..." si fermò un secondo. Strinse forte le mani di Kankri, come per fargli capire che la cosa che stava per raccontargli non era proprio adatta ad uno della sua età, guardandolo con sguardo che faceva traspirare un orrore nascosto chissà da quanto tempo "...si dice che, da qualche parte nela sua Cella, c'è una stanza dipinta con il sangue dei troll da lui uccisi."
Kankri sgranò gli occhi, lasciando la mano della madre per mettersela davanti alla bocca quando sentì un conato di vomito salirgli alla gola. Con estrema difficoltà, ributtò tutto giù. "V-va avanti." gli disse dopo qualche secondo.
"Sei sicuro...? Sei comunque piccolo per-"
"Posso resistere. Dopotutto, queste cose si dicono alle larve più piccole di me, no?" le strinse di nuovo le mani. "Va avanti." le ripetè, guardandola negli occhi.
Porrim gli sorrise amaramente. 
"Beh...Oltre a lui c'è Sua Condescena Imperiale. E' l'unica Fucsiablood presente su Alternia, è la signora dei Troll e dei Seadueller. E' per colpa sua se i Limeblood si sono estinti."
"Ha fatto estinguere dei troll?! Com'è possibile?!"
"Te l'ho detto. Era solo per diletto. Le piaceva talmente tanto quel colore, probabilmente, che lo voleva tutto per sè."
Kankri strinse ancora più forte le mani di Porrim, fissando il pavimento, tremante di rabbia. Era inconcepibile, assolutamente inconcepibile. "Ma i Lowblood sono molti di più! Potrebbero sconfiggerli con facilità!"
"La violenza non porta altro che altra violenza, Kankri, e spesso è inutile. Non credere che non ci abbiano mai provato, in tutti questi anni. Ma purtroppo, i poteri psichici non hanno effetto sugli Highblood, che invece posseggono una forza e una sete di sangue che un Lowblood non potrebbe mai eguagliare." 
Rimasero in silenzio per qualche secondo. Il ragazzino aveva così tante domande in testa, ma nel contempo non voleva sapere ulteriori risposte terribili.
"...Porrim? Ieri in città ho visto molti troll vestiti in maniera colorata. Era per mostrare il loro colore?"
"Sì. Spesso usano solo dei simboli per mostrare il loro colore, ma è usanza anche mettere vestiti colorati."
"E perchè io non ho un simbolo, o un vestito rosso?"
Scese di nuovo il silenzio. Porrim lasciò andare le mani del piccolo, evitando il suo sguardo. Come poteva spiegargli una cosa del genere, come?
"...Porrim...?"
"...sì?"
"Il fatto che sia un senza segno, coincide con il fatto che non abbia visto nessuno vestito di rosso?"
"Oh, Kankri..."
"Ti prego, devo saperlo."
Lei strinse le mani a pugno, continuando ad evitare lo sguardo esigente del piccolo troll.
"Kankri. Le Jadeblood solitamente si prendono cura delle piccole larve. Il mio compito era quello, però, quando ti ho visto, sono dovuta fuggire."
"Come mai?"
"Perchè non volevo consegnarti al Subjugglator. Non volevo che morissi..."
"Cosa... cosa vuoi dire? Perchè dovevi consegnarmi a lui?"
Lei appoggiò una mano sulla guancia di Kankri, accarezzandogliela piano. Aveva gli occhi lucidi.
"Perchè i troll con il tuo sangue vengono considerati degli abomini, caro mio. Non hanno forza, non hanno poteri, vivono poco... Gli Highblood pensano che non siano adatti a vivere qui, e allora-"
Ma Kankri non stava ascoltando. Si aspettava una risposta simile, ma venire considerato addirittura un abominio..
"Mi hai preso perchè ti facevo pena...?"
"No, mio caro, n-"
"Bugiarda!" scattò in piedi, gli occhi stracolmi di lacrime che si era promesso di non versare "BUGIARDA! TI ODIO!!"
Ignorò le urla della donna, e corse via, aprendo di scattò la porta. 

Nemmeno lui sapeva bene perchè aveva detto una cosa del genere.
Forse era la paura che gli aveva suscitato quel discroso. Forse era l'odio che ormai ardeva nel suo cuore per quei troll che uccidevano solo per dipingere una stanza. Ma ormai era tardi: era lontano, troppo lontano da colei che gli aveva sempre fatto da madre. Da colei che aveva insultato, che nell'impeto aveva proclamato di odiare.
Si sentiva terribilmente in colpa, ma sentiva che non poteva tornare indietro. Non VOLEVA tornare indietro. Per ora no.
Non voleva piangere, non voleva mostrare quel terribile colore al mondo.
Correva veloce...così veloce che non fece caso a un tronco che gli sbarrava la strada e che lo fece cadere di faccia. 
"Ahia...!" Si massaggiò il naso, singhiozzando e asciugando due lacrime fuggiasche che gli stavano già solcando il volto, quando...
"Ti sei fatto male?"
Trasalì. Era una voce sconosciuta, infantile e terribilmente vicina. Si mise in ginocchio, strofinandosi ben bene la faccia "N-Non sto piangendo!"
"E chi te l'ha chiesto?! Io ti ho visto fare un volo terribile, e quindi ti ho chiesto se ti sei fatto male!"
"Non è niente." Kankri alzò lo sguardò, scoprendo di trovarsi a pochi passi da un piccolo troll più o meno della sua età vestito in nero e giallo, con due paia di cornette che comparivano da un grande agglomerato di capelli ribelli che gli coprivano quasi completamente gli occhi. Ecco, gli occhi erano piuttosto strani: avrebbe giurato di averne visto uno rosso e uno blu! Il piccolo lo guardava incuriosito, quando fece un piccolo balzo.
"Ah! Ma tu sei la larvetta di Porrim?"
"Non sono una larvetta!" sbottò il Mutante, sperando di non essere arrossito "E come fai a sapere di mia mam- ...di Porrim...?"
"Di tanto in tanto vado a giocare da quelle parti e ti vedo affacciato alla finestra." disse semplicemente, alzando le spalle "E poi, Porrim a volte aiutava il mio guardiano a prendere qualcosa da mangiare! Beh, finchè non l'hanno preso i Darkleer, ovvio."
"Dar-che...?"
"Non lo sai? Sono le guardie ufficiali della famiglia Makara, del Grand Highblood!" gli rispose, stupito che non sapesse una cosa tanto ovvia. Kankri abbassò lo sguardo. "...Hey, non c'è problema! Mica puoi sapere tutto, eh! Dai, dammi la mano, ti aiuto ad alzarti."
Il Mutante guardò circospetto la mano dentro un guanto giallo che l'altro (probabilmente un Mustardblood, a giudicare il colore quel vestito tanto eccentrico), per poi passare lo sguardo al capellone, che gli rivolgeva un sorriso allegro. Dopo un po', si decise ad afferrarla, mettendosi in piedi e notando che, escludendo i capelli, il nuovo amico era molto più basso di lui. 
"Mi chiamo Mituna Captor! E tu?"
"Kankri, piacere!"
"Kankri, uh? ...Che nome strano! Senti, ti va di giocare un po' insieme?"
"Beh...Non sono abituato, ma... ok!"

Quella che era cominciata come la peggior giornata della sua vita, era diventata per Kankri una delle migliori che avesse mai passato. Aveva un amico, finalmente! Un amico vero, con cui aveva riso e corso per chissà quanto tempo!
Era felice come una pasqua, quando, dopo chissà quanto correre e fingere combattimenti, finì per cadere di nuovo. Questa volta però ne ricavò una sbucciatura all'altezza del polso.
"Ma insomma, sei un imbranato!" rise Mituna, ma divenne più serio quando notò lo sguardo agitato di Kankri "...hey, tutto ok?"
"S-sì, sì, non preoccuparti-"
"Dai, fa' vedere!"
"No, aspet-"
Il Mustardblood afferrò il braccio dell'amico, e quasi trasalì quando vide quel rosso acceso.
"Kankri, ma tu... tu sei un Mutant-"
Il ragazzino tirò in fretta indietro il braccio, nascondendo la ferita appoggiando il polso al petto "Oh, insomma, Mituna! Quante storie per un color-" si bloccò, come se avesse avuto un'illuminazione. Allontanò di nuovo il braccio, guardando la ferita come se ne fosse ipnotizzato.
"E' solo un colore..." disse a bassa voce. Alzò lo sguardo verso Mituna, che lo guardava poco convinto. "E' solo un colore!" esclamò Kankri, balzando in piedi, tornando a guardare il polso sanguinante "Tu sei un Mustardblood, Porrim è una Jadeblood! E cosa cambia? Niente! Oggi io e te abbiamo giocato insieme, e Porrim mi vuole bene come una mamma! E' un colore, non cambia niente!" ripetè entusiasta, come se avesse fatto la scoperta del secolo "Come possono gli altri essere così ciechi?! Non cambia niente, non cambia..."
"Amico, che cavolo stai dicendo?" Mituna era terribilmente confuso da quel discorso di ciechi e colori.
"I troll potrebbero vivere in armonia, se volessero, Mituna." gli disse semplicemente, sorridendo "Possono farlo, e io ne sono la prova! Insomma, noi due siamo amici nonostante il sangue, no?"
"Che domande sono! Certo che sì!"
"Ecco, visto? Oh, è tutto così semplice, ma comunque così complicato."
"Non ti seguo, sul serio."
"Cosa c'è da seguire? Non cambia proprio niente, se non una tonalità diversa!"
"Ok, fin lì c'ero arrivato."
"T-Te lo spiegherò domani, ok? Ora è tardi, e devo ancora chiedere scusa a Porrim."
"Scus-...? Perchè, che è successo?"
"E' una storia lunga. Domani ci sei, vero?"
"Certo che sì!"
"Bene!" cominciò a correre verso la sua Cella, continuando a sorridere "Domani tenterò di spiegarti! Tutti capiranno che non cambia proprio niente! 
I troll possono superare i loro problemi! E' possibile, e io lo dimostrerò!"

Kankri passò buona parte del resto della giornata a singhiozzare.

 Porrim non poteva certo biasimarlo: dopotutto, anche se gli avesse già accennato qualcosa a proposito della loro cultura violenta, quello era stato un terribile inserimento nella società dei troll.Gli stava dando leggere pacche sulla schiena, tentando di tranquillizzarlo, ma sapeva fin troppo bene che si trattava di un'impresa ardua: il piccolo era terrorizzato, continuava ancora a tremare, e sapeva che non si sarebbe calmato facilmente.

 Solo il giorno seguente il Mutante riuscì a rivolgersi a lei senza piangere o balbettare. Non le augurò neppure buona giornata, venne direttamente al sodo.


"Perchè stavano massacrando quelle persone, ieri?"

 
Gli occhi erano arrossati e gonfi per le tante lacrime e la notte agitata, ma comunque la sua voce era ferma e decisa. La Jadeblood sospirò, sedendosi, e indicando una piccola sedia al ragazzino. "E' una storia lunga." cominciò, sorridendogli con estrema dolcezza e sconforto. Appena Kankri si mise comodo, si decise a spiegargli dell'Hemospectrum, dei privilegi che si potevano ottenere per una punta di blu nel colore del proprio sangue e delle sofferenze di milioni di Lowblood costretti a patire le pene dell'inferno per diletto di qualche Highblood.
"Ma non ha senso!" sbottò all'improvviso Kankri. Il dolore e la paura del giorno precedente avevano fatto posto ad una grande rabbia e odio "Chi può trovare una cosa del genere divertente?!"

 "Il Grand Highblood, o Subjugglator, tanto per cominciare." Porrim sospirò. Bastava nominare quel tipo per farle scorrere un brivido lungo la schiena "E' il capo dei troll di terra. Non esce quasi mai dalla sua Cella, però ti assicuro che è l'ultimo troll con cui vorresti trovarti faccia a faccia. A volte, alcuni suoi seguaci gli portano dei Lowblood a casa. Si dice..." si fermò un secondo. Strinse forte le mani di Kankri, come per fargli capire che la cosa che stava per raccontargli non era proprio adatta ad uno della sua età, guardandolo con sguardo che faceva traspirare un orrore nascosto chissà da quanto tempo "...si dice che, da qualche parte nela sua Cella, c'è una stanza dipinta con il sangue dei troll da lui uccisi.

"Kankri sgranò gli occhi, lasciando la mano della madre per mettersela davanti alla bocca quando sentì un conato di vomito salirgli alla gola. Con estrema difficoltà, ributtò tutto giù. "V-va avanti." gli disse dopo qualche secondo.

 "Sei sicuro...? Sei comunque piccolo per-"

 "Posso resistere. Dopotutto, queste cose si dicono alle larve più piccole di me, no?" le strinse di nuovo le mani. "Va avanti." le ripetè, guardandola negli occhi.

 Porrim gli sorrise amaramente. "Beh...Oltre a lui c'è Sua Condescena Imperiale. E' l'unica Fucsiablood presente su Alternia, è la signora dei Troll e dei Seadueller. E' per colpa sua se i Limeblood si sono estinti."

"Ha fatto estinguere dei troll?! Com'è possibile?!"

"Te l'ho detto. Era solo per diletto. Le piaceva talmente tanto quel colore, probabilmente, che lo voleva tutto per sè."

Kankri strinse ancora più forte le mani di Porrim, fissando il pavimento, tremante di rabbia. Era inconcepibile, assolutamente inconcepibile. "Ma i Lowblood sono molti di più! Potrebbero sconfiggerli con facilità!"

"La violenza non porta altro che altra violenza, Kankri, e spesso è inutile. Non credere che non ci abbiano mai provato, in tutti questi anni. Ma purtroppo, i poteri psichici non hanno effetto sugli Highblood, che invece posseggono una forza e una sete di sangue che un Lowblood non potrebbe mai eguagliare." 

Rimasero in silenzio per qualche secondo. Il ragazzino aveva così tante domande in testa, ma nel contempo non voleva sapere ulteriori risposte terribili.

"...Porrim? Ieri in città ho visto molti troll vestiti in maniera colorata. Era per mostrare il loro colore?"

"Sì. Spesso usano solo dei simboli per mostrare il loro colore, ma è usanza anche mettere vestiti colorati."

"E perchè io non ho un simbolo, o un vestito rosso?"

Scese di nuovo il silenzio. Porrim lasciò andare le mani del piccolo, evitando il suo sguardo. Come poteva spiegargli una cosa del genere, come?

"...Porrim...?"

"...sì?"

"Il fatto che sia senza segno, coincide con il fatto che non abbia visto nessuno vestito di rosso?"

"Oh, Kankri..."

"Ti prego, devo saperlo."

Lei strinse le mani a pugno, continuando ad evitare lo sguardo esigente del piccolo troll.

"Kankri. Le Jadeblood solitamente si prendono cura delle piccole larve. Il mio compito era quello, però, quando ti ho visto, sono dovuta fuggire."

"Come mai?"

"Perchè non volevo consegnarti al Subjugglator. Non volevo che morissi..."

"Cosa... cosa vuoi dire? Perchè dovevi consegnarmi a lui?"

Lei appoggiò una mano sulla guancia di Kankri, accarezzandogliela piano. Aveva gli occhi lucidi.

"Perchè i troll con il tuo sangue vengono considerati degli abomini, caro mio. Non hanno forza, non hanno poteri, vivono poco... Gli Highblood pensano che non siano adatti a vivere qui, e allora-"

Ma Kankri non stava ascoltando. Si aspettava una risposta simile, ma venire considerato addirittura un abominio...

"Mi hai preso perchè ti facevo pena...?"

"No, mio caro, n-"

"Bugiarda!" scattò in piedi, gli occhi stracolmi di lacrime che si era promesso di non versare "BUGIARDA! TI ODIO!!"Ignorò le urla della donna, e corse via, aprendo di scattò la porta. 


Nemmeno lui sapeva bene perchè aveva detto una cosa del genere.

Forse era la paura che gli aveva suscitato quel discorso. Forse era l'odio che ormai ardeva nel suo cuore per quei troll che uccidevano solo per dipingere una stanza. Ma ormai era tardi: era lontano, troppo lontano da colei che gli aveva sempre fatto da madre. Da colei che aveva insultato, che nell'impeto aveva proclamato di odiare.

Si sentiva terribilmente in colpa, ma sentiva che non poteva tornare indietro. Non VOLEVA tornare indietro. Per ora no.

Non voleva piangere, non voleva mostrare quel terribile colore al mondo.

Correva veloce...così veloce che non fece caso a un tronco che gli sbarrava la strada e che lo fece cadere di faccia. 

"Ahia...!" Si massaggiò il naso, singhiozzando e asciugando due lacrime fuggiasche che gli stavano già solcando il volto, quando...

"Ti sei fatto male?"

Trasalì. Era una voce sconosciuta, infantile e terribilmente vicina. Si mise in ginocchio, strofinandosi ben bene la faccia "N-Non sto piangendo!"

"E chi te l'ha chiesto?! Io ti ho visto fare un volo terribile, e quindi ti ho chiesto se ti sei fatto male!"

"Non è niente." Kankri alzò lo sguardò, scoprendo di trovarsi a pochi passi da un piccolo troll più o meno della sua età vestito in nero e giallo, con due paia di cornette che comparivano da un grande agglomerato di capelli ribelli che gli coprivano quasi completamente gli occhi. Ecco, gli occhi erano piuttosto strani: avrebbe giurato di averne visto uno rosso e uno blu! Il piccolo lo guardava incuriosito, quando fece un piccolo balzo.

"Ah! Ma tu sei la larvetta di Porrim?"

"Non sono una larvetta!" sbottò il Mutante, sperando di non essere arrossito "E come fai a sapere di mia mam- ...di Porrim...?"

"Di tanto in tanto vado a giocare da quelle parti e ti vedo affacciato alla finestra." disse semplicemente, alzando le spalle "E poi, Porrim a volte aiutava il mio guardiano a prendere qualcosa da mangiare! Beh, finchè non l'hanno preso i Darkleer, ovvio."

"Dar-che...?"

"Non lo sai? Sono le guardie ufficiali della famiglia Makara, del Grand Highblood!" gli rispose, stupito che non sapesse una cosa tanto ovvia. Kankri abbassò lo sguardo. "...Hey, non c'è problema! Mica puoi sapere tutto, eh! Dai, dammi la mano, ti aiuto ad alzarti."

Il Mutante guardò circospetto la mano dentro un guanto giallo che l'altro (probabilmente un Mustardblood, a giudicare il colore quel vestito tanto eccentrico), per poi passare lo sguardo al capellone, che gli rivolgeva un sorriso allegro. Dopo un po', si decise ad afferrarla, mettendosi in piedi e notando che, escludendo i capelli, il nuovo amico era molto più basso di lui. 

"Mi chiamo Mituna Captor! E tu?"

"Kankri, piacere!"

"Kankri, uh? ...Che nome strano! Senti, ti va di giocare un po' insieme?"

"Beh...Non sono abituato, ma... ok!"


Quella che era cominciata come la peggior giornata della sua vita, era diventata per Kankri una delle migliori che avesse mai passato. Aveva un amico, finalmente! Un amico vero, con cui aveva riso e corso per chissà quanto tempo!

Era felice come una pasqua, quando, dopo chissà quanto correre e fingere combattimenti, finì per cadere di nuovo. Questa volta però ne ricavò una sbucciatura all'altezza del polso.

"Ma insomma, sei un imbranato!" rise Mituna, ma divenne più serio quando notò lo sguardo agitato di Kankri "...hey, tutto ok?"

"S-sì, sì, non preoccuparti-"

"Dai, fa' vedere!"

"No, aspet-"

Il Mustardblood afferrò il braccio dell'amico, e quasi trasalì quando vide quel rosso acceso."Kankri, ma tu... tu sei un Mutant-"

Il ragazzino tirò in fretta indietro il braccio, nascondendo la ferita appoggiando il polso al petto "Oh, insomma, Mituna! Quante storie per un color-" si bloccò, come se avesse avuto un'illuminazione. Allontanò di nuovo il braccio, guardando la ferita come se ne fosse ipnotizzato.

"E' solo un colore..." disse a bassa voce. Alzò lo sguardo verso Mituna, che lo guardava poco convinto. "E' solo un colore!" esclamò Kankri, balzando in piedi, tornando a guardare il polso sanguinante "Tu sei un Mustardblood, Porrim è una Jadeblood! E cosa cambia? Niente! Oggi io e te abbiamo giocato insieme, e Porrim mi vuole bene come una mamma! E' un colore, non cambia niente!" ripetè entusiasta, come se avesse fatto la scoperta del secolo "Come possono gli altri essere così ciechi?! Non cambia niente, non cambia..."

"Amico, che cavolo stai dicendo?" Mituna era terribilmente confuso da quel discorso di ciechi e colori.

"I troll potrebbero vivere in armonia, se volessero, Mituna." gli disse semplicemente, sorridendo "Possono farlo, e io ne sono la prova! Insomma, noi due siamo amici nonostante il sangue, no?"

"Che domande sono! Certo che sì!"

"Ecco, visto? Oh, è tutto così semplice, ma comunque così complicato."

"Non ti seguo, sul serio."

"Cosa c'è da seguire? Non cambia proprio niente, se non una tonalità diversa!"

"Ok, fin lì c'ero arrivato."

"T-Te lo spiegherò domani, ok? Ora è tardi, e devo ancora chiedere scusa a Porrim.""Scus-...? Perchè, che è successo?""E' una storia lunga. Domani ci sei, vero?""Certo che sì!""Bene!" cominciò a correre verso la sua Cella, continuando a sorridere "Domani tenterò di spiegarti! Tutti capiranno che non cambia proprio niente! I troll possono superare i loro problemi! E' possibile, e io lo dimostrerò!"

  
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