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Autore: Frankie92    15/01/2013    6 recensioni
Dal primo capitolo:
"Aveva appena flirtato con un ragazzo che sembrava un dio greco. Un ragazzo che gli aveva preparato il pranzo migliore di sempre. Un ragazzo che era padre di un’adorabile e bellissima bambina.
Quando ci si metteva, il destino era proprio un bastardo"

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Kurt e Blaine si incontrano in un giorno qualunque al "La Bella Notte", un piccolo ristorante italiano a Brooklyn. Quel giorno qualunque cambierà la vita di entrambi, facendogli scoprire che a volte la felicità non è poi così lontana.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Nove

"Un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e là la trova"
(G. Moore)

“Spiegatemelo di nuovo: perché mi avete trascinato qui?”
“Perché un paio di braccia in più fanno sempre comodo...”
“E io ti ho minacciato con una settimana senza tu sai cosa, che diventano due se solo provi a fare qualche scherzo idiota”
Sebastian sbuffò e continuò a sorseggiare il caffè, mentre Christie, con un’adorabile salopette verde mela, gli tirava una mano cercando di farlo ridere.
“Dai zio Sebastian! Ci divertiremo tanto tanto!”
“E perché hai portato anche questa povera innocente?”
“Perché almeno lei voleva venire” borbottò Blaine che con un fazzoletto pulì il viso della figlia, ricoperto di zucchero della ciambella che aveva divorato poco prima. 
Erano agli inizi di novembre e Jeff e Nick gli avevano chiesto una mano per il trasloco, cose da sballare, mobili da spostare e cose del genere.
Dapprima Sebastian non aveva preso per niente bene quella notizia: prima era schizzato fuori dal letto e aveva iniziato a preparare la valigia, urlando di prendere il primo volo per Honolulu o il Sud Africa o perfino per andare da sua madre. Dopodiché ci vollero tre tazze di thé caldo, mezza teglia di brownies e un paio di massaggi di Thad per calmarsi e comportarsi da adulto.
Avrebbe fatto finta di non conoscerli nei luoghi pubblici e di ignorarli a casa di amici.
Semplice, efficace e indolore.
Il problema? L’istinto da buoni samaritani di Thad e Blaine, che lo avevano costretto di sabato mattina ad alzarsi, fare colazione in una mediocre caffetteria e fare da facchino per Barbie e Ken.
Ormai non perdeva neanche più tempo a trovare dei soprannomi a quei due.
Blaine dal canto suo era felicissimo del trasferimento dei suoi amici e gli sembrò che tutto in quel periodo gli stesse sorridendo: la storia con Kurt stava andando più che bene, il ristorante stava diventando via via più rinomato e ora ritrovarsi quei due a New York… Tutto stava andando più che bene.
Uscirono dall’ascensore e si diressero verso la porta con la targhetta 5B, dove Thad suonò il campanello. 
Ad aprirgli la porta c’era un Nick Duvall sorridente su cui subito Christie si buttò addosso. 
“Seriamente Blaine, dovresti insegnarle che non può sempre buttarsi addosso alle persone” mormorò Sebastian più che altro infastidito: Christie iniziava ad affezionarsi fin troppo a loro.
Lui era lo zio figo, il preferito, quello che le faceva mangiare ogni dolce possibile e le faceva regali di ogni genere.  
Poi c’era Thad, ma con lui avrebbe condiviso volentieri il podio. 
“Ehi ragazzi” li salutò Nick facendoli entrare “Vi ringrazio davvero di essere venuti: Jeff ha così tante schifezze che devo convincere a buttare”
Sebastian ghignò “Ecco un metodo: per ogni cosa buttata un pomp…” ma Thad prontamente gli tappò la bocca e indicò Christie.
Addio buoni propositi da persona matura.
“Innocenza, Bas” mormorò “C’è una bambina qui”
“Mmmhh”
“Finiscila”
“Mmhhhh!”
“Seb, guarda che raddoppio le settimane!”
“Mmh” 
“Ragazzi!” la voce squillante di Jeff “Siete arrivati finalmente!”
“ZIO JEFFY!” Esclamò Christie saltando giù dalle braccia di Nick per correre verso quelle del biondo, che subito la prese facendola volare in aria.
“Ecco il mio batuffolino! Diventi sempre più bella!”
Christie ridacchiò e si aggrappò al ragazzo “Grazie zio!”
Jeff le baciò il capo e guardò gli altri, per poi soffermarsi su Sebastian, iniziando così una battaglia all’ultima occhiataccia.
“Non ti montare la testa Barbie” disse subito “Sono stato trascinato qui. La mia voglia di aiutarti è pari a quella di Christie e Blaine di andare dal dentista” 
“Ehi!” 
“E comunque diamoci una mossa: prima finiamo, prima non dovrò vedere le vostre brutte facce”
Thad roteò gli occhi “Perché ho paura che ci aspetti una lunghissima giornata?

Kurt agganciò il guinzaglio al collare ed uscì dall’appartamento, canticchiando sottovoce.
Era una splendida giornata per essere novembre e aveva deciso di portare Sally a Central Park, visto che quella settimana non aveva avuto così tanto tempo per farle fare una bella passeggiata.
Forse avrebbe potuto anche chiamare Blaine, visto che era sabato e non doveva lavorare, e incontrarsi con lui e Christie al parco, visto che la bambina adorava giocare con la sua cagnolina.
Prese il cellulare dalla giacca e digitò il numero.
“Pronto?” Una voce cristallina rispose, ma non sembrava Blaine. In più sentiva un grande caos di sottofondo.
“Pronto? Blaine?” chiese incerto “Sono Kurt” 
“SIGNOR KURT!” 
Il ragazzo allontanò leggermente il telefono dall’orecchio e ridacchiò “Ehi Christie! Come stai piccola?”
“Molto bene! Stiamo aiutando zio Nicky e zio Jeffy a fare il tra.. traslo…”
“Trasloco?”
“Sì, quello! Trasloco!” ripeté la bambina “Ma Daddy si è fatto male!”
Kurt sgranò gli occhi: cosa diavolo stava succedendo?
“Christie, ti avevo detto di portare il telefono, non di risp… AHIA! JEFF IDIOTA VUOI FARE PIANO?”
“È SEBASTIAN CHE MI HA TIRATO UNA PALLINA DI CARTA IN TESTA E MI HA DISTRATTO!”
“SEBASTIAN, SMETTILA! PERCHÈ NON TI COMPORTI DA ADULTO E…”
“JEFFERY STERLING POSA IMMEDIAMENTE QUELLA PADELLA! NON TI È BASTATO QUELLO CHE È SUCCESSO A BLAINE?!?”
La confusione di Kurt crebbe ancora di più: più che un trasloco, sembrava una guerra. 
Blaine gli aveva raccontato che Jeff e Sebastian non andavano molto d’accordo, o meglio erano come il diavolo e l’acqua santa, ma non immaginava a certi livelli.
Il caos continuò fino a quando finalmente qualcuno si decise a rispondere.
“Pronto?” La voce di Blaine era stanca e sembrava un po’ dolorante.
“Mi spieghi cosa diavolo sta succedendo? E anche dove sei per favore, così vengo a portarti via di lì! Christie ha detto che ti sei fatto male! Che è successo?”
“Beh, ciao anche a te. Diciamo che la situazione è un po’… degenerata qui, ma ti assicuro che non mi sono fatto niente di male! È che Sebastian stava stuzzicando Jeff, così lui per ripicca voleva dargli una padellata sulle mani senza farsi vedere, solo che non ha visto che stavo rimettendo della roba sugli scaffali in basso ed è andato addosso ad uno sportello che si è chiuso sulle mie dita. E Jeff è così imbranato che non sa neanche mettere il ghiaccio su una persona!”
“Ti ho chiesto scusa!” borbottò un’altra voce in sottofondo.
“Ma nonostante le dita rosse, gonfie e doloranti, credo di stare relativamente bene”
“Relativamente?” sottolineò Kurt “Dimmi che sei andato almeno al pronto soccorso”
“Oh, non c’è bisogno! Riesco a muovere tutte le dita!”
“Blaine, credo che…”
“SMYTHE NON PROVARCI!”
“TROPPO TARDI! GUARDA COME VOLANO I TUOI BOXER SULLE ALI DEL VENTO!”
“LO UCCIDO! NON MI FERMATE PERCHÈ LO UCCIDO!”
Blaine sospirò “Non che non mi faccia piacere, ma come mai mi hai chiamato?”
“Volevo sapere se tu e Christie volevate venire a Central Park” rispose Kurt mordendosi il labbro nervosamente “Ma se avete da fare non importa”
Blaine sorrise: aveva un fidanzato splendido, non c’era dubbio. Si guardò intorno e fortunatamente, nonostante le mille distrazioni, avevano quasi finito.
E poi un paio d’ore con il suo ragazzo e sua figlia insieme sembravano un’apoteosi dopo quella mattinata infernale.
“SMYTHE, ORA TI MUOVI E VAI A RACCOGLIERE I BOXER DI FUORI!” lo minacciò Thad “E JEFF NON PROVARE A BUTTARE IL MIO RAGAZZO FUORI DALLA FINESTRA”
“TANTO CON QUEI MUSCOLI NON RIUSCIREBBE NEANCHE A SOLLEVARMI DI UN CENTIMETRO”
“HAI RAGIONE, IL TUO EGO TI INGRASSA ALMENO DI CENTO CHILI!”
“Sei già lì?” chiese Blaine mentre andava a prendere i cappotti.
“Sono appena uscito da casa”
“Ok, ci vediamo davanti al carosello tra un’ora, un’ora e mezza: il tempo di tornare a casa, cambiarci e venire, va bene?”
Poté quasi vedere il sorriso di Kurt anche attraverso il telefono “Va benissimo. Ci vediamo tra poco allora”
“A tra poco” Lo salutò dolcemente e riattaccò. 
Avrebbe fatto di tutto per uscire da quella situazione e vedere Kurt era l’incentivo perfetto.
Si avvicinò a Christie che si era seduta comodamente su una poltrona a guardare la scena che le si presentava davanti: Nick che toglieva di mano ogni padella e/o oggetto affilato dalle mani di Jeff e Thad che dalla finestra controllava che Sebastian raccogliesse ogni paio di mutande che aveva gettato. 
Christie era abituata a quelle litigate e non si era mai spaventata, perché sapeva che sotto sotto si volevano tutti bene, anche se Sebastian e Jeff si facevano stupidi scherzi o si insultavano.
Perché quando ci fu “l’incidente dei biscotti” Thad aveva detto che Sebastian era andato a comprare le medicine per il biondo, anche se insisteva nel dire che era solo “Per non trovarsi impreparati la prossima volta”. 
Alla fine erano una grande famiglia, una famiglia di pazzi certo, ma almeno non ci si annoiava.
La bambina si voltò verso il padre, che aveva un grande sorriso e gli occhi che brillavano; ogni volta che il signor Kurt lo chiamava aveva questo sorriso così luminoso che contagiava anche Christie.
“Ehi piccola” le sussurrò scostandole una ciocca dal viso “Ti va di andare a Central Park? Ci saranno anche Kurt e Sally”
“Sìììì!” esclamò Christie saltando in braccio al padre che ridacchiò.
“Sai, forse zio Sebastian ha ragione” mormorò divertito “Sai che non sei una specie di koala vero?”
La bambina sbuffò “Lo so, Daddy. Sono un panda mannaro!”
Blaine rise e le baciò una guancia, poi si rivolse ai suoi amici, che stranamente erano fin troppo tranquilli.
Perfino Sebastian, che era appena tornato dalla “raccolta boxer” stava silenziosamente sistemando scodelle e piatti negli scaffali.
“Ragazzi, visto che qui abbiamo quasi finito, noi ce ne andiamo. Va bene?”
Nick annuì, come anche Jeff. Thad strinse le spalle e Sebastian neanche lo ascoltò.
Passare dal caos totale a un puro e inquietante silenzio poteva significare solo due cose: o Thad e Nick erano riusciti a minacciare quei due e a farli lavorare senza troppe storie o presto ci sarebbe stato un pluriomicidio.
E non avere la certezza di chi fosse il killer era ancora più preoccupante.
“Non scordarti che domani sera siete invitati qui a cena!” gli ricordò Nick “Verso le sette, va bene? ”
Blaine annuì “D’accordo, ci saremo” 
Sempre se qualcuno fosse sopravvissuto.
Christie intanto si infilò il cappotto da sola (era una bambina grande ormai) e salutò tutti i ragazzi con un bacio sulla guancia, dopo di che ritornò dal padre che le prese la mano.
“Allora noi andiamo”
Un cenno di testa da tutti.
“Se avete bisogno di qualcosa, chiamatemi”
Altro cenno.
“Ci vediamo domani sera”
Ennesimo cenno.
“Ciao zii!” esclamò la bambina.
“Ciao Christie!” la salutarono tutti un po’ più entusiasti.
Blaine roteò gli occhi e se ne andò: dopo tutti quegli anni, ancora non aveva capito cosa diavolo passasse per la testa di quei quattro.
 
Kurt accarezzò la testa di Sally, che nonostante la confusione fatta dai bambini, continuava a rimanere tranquilla accanto a lui. Stava aspettando Blaine e Christie seduto su una panchina, con Vogue tra le mani e due tazze di caffè e una busta con un muffin al cioccolato accanto a lui; visto che aveva tempo, era passato a prendere qualcosa di caldo per lui e Blaine e un dolce per la bambina che, come ogni bambino, ne andava pazza. Controllò di nuovo il cellulare, per vedere se gli fosse arrivato qualche messaggio, quando delle mani molto piccole gli coprirono parzialmente gli occhi.
Sorrise e fece finta di stare al gioco.
“Chi è?” chiese fintamente scioccato. 
Sentì qualcuno ridacchiare “Indovina”
“Non ne ho proprio idea!”
Le piccole manine si scostarono dal suo viso e Kurt si girò, trovando la faccia sorridente di Christie proprio davanti a sé.
“Sorpresa!” esclamò la piccola, tenuta in braccio da un Blaine ancora più sorridente.
Kurt ridacchiò e le scompigliò i capelli “Guarda guarda chi c’è! Ma come siamo carine oggi!”
In effetti era vero: Blaine l’aveva aiutata a scegliere un adorabile vestitino blu navy con un elegante cappottino rosso e delle scarpe dello stesso colore, come anche il cerchietto che le agghindava i capelli.
“Grazie signor Kurt!” rispose la bambina con una risatina mentre Sally iniziava ad annusarla e subito Christie iniziò ad accarezzarla allegramente.
Kurt sorrise ancora di più guardando la faccia di Blaine, che li aveva osservati in silenzio fino a quel momento.  
“Ehi tu” lo salutò lo chef “Bello vederti qui”
“Ehi” rispose divertito l’altro “Bello vedere che sei ancora vivo”
“Per favore, sono un uomo forte” ostentò Blaine con un sorriso malizioso.
Kurt roteò gli occhi e prese una delle tazze “Che ne dice l’uomo forte di un caffè caldo?”
“Che lo accetta più che volentieri” disse prendendo la tazza “Con questo freddo è quello che ci vuole”
“Andiamo, per essere novembre si sta ancora bene, no?” ribatté Kurt roteando gli occhi “E ho preso anche un muffin al cioccolato per la principessa, qui”
Gli occhi di Christie si illuminarono “MUFFIN!” 
“Frena piccolo panda” la fermò il padre prima che la bambina si fiondasse sulla busta tanto ambita “Se vuoi fare un giro sulla giostra, il muffin lo mangi dopo, altrimenti poi ti fa male la pancia”
La bambina annuì “Posso andare subito? Per favoreeeeee”
Blaine e Kurt scoppiarono a ridere e annuirono, per poi portare la piccola sulla giostra.

“Spiegami ancora perché non li abbiamo seguiti!”
Thad roteò gli occhi; certe volte doveva dare ragione a Sebastian sull’insistenza di Jeff. 
“Perché questo è il primo ragazzo con cui Blaine esce da anni e non voglio che facciate stupidaggini”
Jeff sbuffò “Oh, andiamo! Siamo spie perfette, vero Nicky?” 
“Eh no, questa volta sono dalla parte di Thad!” ribatté il ragazzo passandogli un paio di scatole “Lasciamo a Blaine la sua privacy”
Il biondo fece un piccolo broncio “Ma io ero curioso di conoscerlo!”
“Lo conoscerai al Ringraziamento, accettalo” 
“Ma…”
“JEFF!” Sia Nick che Thad lo fermarono subito, stanchi per il trasloco e per la petulanza del loro amico, che si arrese e terminò in silenzio di sistemare i DVD nel portadischi.
Thad sospirò e fece per tornare a mettere in ordine i svariati piatti che quei due avevano portato (sul serio, non erano un po’ troppo cresciuti per avere quattro tazze di Star Wars?!?), quando decise di andare a dare un’occhiata al suo ragazzo, rimasto in silenzio fino a quel momento. 
Non lo trovò né in cucina né in salotto, ma finalmente lo vide sulle scale antincendio, gli occhi chiusi e le braccia dietro la testa: il ritratto perfetto della pigrizia .
Sapeva di dover essere arrabbiato, di dovergli fare una tirata d’orecchie, ma trovarlo così… pacifico, nonostante a meno di due metri ci fosse la sua nemesi, era una visione. 
E il fatto che fosse estremamente bello quando dormiva non incideva minimamente.
Forse solo un pochino.
Si avvicinò a lui e gli scostò un ciuffo ribelle dalla faccia.
“Ehi francesino” lo chiamò divertito mentre Sebastian mugugnò qualcosa “Smythe, per parlare devi aprire la tua bella boccuccia”
"Non sai quante cose questa bella boccuccia può fare" sussurrò malizioso Sebastian aprendo finalmente gli occhi.
Thad roteò gli occhi "La tua capacità di passare da principe addormentato a vecchio pervertito è impressionante" 
"Doti naturali" si giustificò "Comunque abbiamo finito? La puzza della tinta di Jeff mi sta asfissiando"
"Se con 'noi' intendi me, Jeff e Nick, sì, noi abbiamo quasi finito" 
Sebastian rise e gli prese il viso con una mano "Sai che sei carino quando sei stanco? Come un gattino"
Thad gli lanciò uno sguardo malizioso: era ora di rispondere al fuoco con il fuoco.
In più anche lui non vedeva l'ora di andare a casa, magari fare un bel bagno caldo e far vedere al suo ragazzo quanto un gattino eccitato era più che carino.
"Che ne dici di tornare a casa? Così puoi mostrarmi i tuoi svariati talenti" gli si avvicinò all'orecchio "Oppure ti posso mostrare i miei"
A poche cose Sebastian Smythe non sapeva resistere e il suo eccitante ragazzo che gli parlava in quel modo così sensuale era tra una quelle.
Si alzò subito da terra trascinando per un braccio anche lo stesso Thad e sfrecciò dentro, prese i due cappotti e non salutò neanche i due ragazzi che li videro fuggire via come se la casa andasse a fuoco.
Forse dopo Thad gli avrebbe mandato un messaggio. Molto, molto dopo.

Blaine sorseggiò il suo caffè con gusto mentre guardava Christie seduta su uno dei suoi cavalli preferiti e si sbracciava per salutarli ogni volta che li vedeva.
"Ti sei ricordato il mio ordine di caffè" mormorò il ragazzo "Mi sorprendi sempre di più, Kurt Hummel"
Kurt ridacchiò "Non sarei un buon fidanzato se non lo ricordassi, non credi?"
"Mi piace quando lo dici" ammise Blaine con un piccolo sorriso e le guance leggermente arrossate.
"Quando dico cosa?"
"Che siamo fidanzati. Non so, rende tutto più vero"
Kurt lo guardò con un sorriso intenerito: quel ragazzo avrebbe messo a dura prova il suo cuore, facendolo innamorare ogni volta sempre di più.
Un momento.
Innamorare?
Innamorare era una parola grossa, importante, enorme quanto la Statua della Libertà.
Ecco, ora stava davvero esagerando.
Ma quando pensava di innamorarsi di Blaine, gli sembrava una cosa così naturale, così semplice da fare: la sua tenerezza, il suo senso dell'umorismo, la sua dolcezza e sì, anche la sua mania per i soprannomi sdolcinati, tutto rendeva più facile farlo innamorare di lui.
Christie sfrecciò di nuovo davanti a loro e quando già non si vide più, Kurt si girò verso Blaine e lo baciò velocemente.
"Non puoi dire certe cose in pubblico e con tua figlia davanti" si lamentò semiserio facendo scoppiare a ridere Blaine che gli baciò una guancia. 
"Mi perdoni, signore, ma non riuscivo a resistere" 
"Dovrai far ben altro per farti perdonare"
"Che ne dici di andare a cena fuori sabato?" propose poi "Chiedo a Jeff e Nick di fare da baby sitter a Christie e ti porto ad un giapponese favoloso?"
Kurt lo guardò divertito "Pensavo vivessi solo di cibo italiano"
"Per favore, devo conoscere la concorrenza" ribatté il ragazzo "E poi amo provare cose nuove! Allora che ne dici?"
"Va bene" accettò felicemente Kurt con un sorriso "Ma ti avverto: se mi becco qualche intossicazione, mi dovrai fare da infermerie e ti avviso: sono un paziente terribile"
Blaine sorrise ancora di più e gli prese la mano, baciandogli le nocche "Affare fatto"
"Sempre un gentiluomo" mormorò l'altro che era arrossito visibilmente.
"Dote naturale, mio caro"
La giostra finì di girare e Christie scese, tornando tutta contenta dai due ragazzi.
"Muffin!" esclamò e tese le mani verso Kurt "Per favore" 
"Ecco qui, piccola" gli porse la busta che fu subito presa e scartata "Blaine, sicuro che tu dia da mangiare a questa bambina?" chiese poi divertito "Sembra che non mangi da giorni"
"No, ha mangiato a pranzo ben due fette di pizza" rispose Blaine con una risata "È solo molto golosa di dolci"
Kurt guardò la bambina e le accarezzò i capelli "Allora abbiamo una cosa in comune, Christie" 
La bambina annuì e gli tese la mano pulita "Andiamo al laghetto? Forse c'è ancora qualche paperella. Daddy mi ha fatto portare il pane!"
"Che laghetto sia allora" rispose mentre prendeva la mano della bambina e Blaine sorrise alla scena: più passava tempo con Kurt, più era certo che si stesse piano piano innamorando di lui.
 
Il pomeriggio passò così in fretta che nessuno dei due si accorse che si era quasi fatto buio.
Blaine teneva Christie in braccio, mezza addormentata dopo aver trascorso un’ora a lanciare la pallina a Sally che invece sembrava instancabile. 
“Aww, è un angioletto quando dorme” sussurrò Kurt affianco a lui, intenerito da quella scena.
Era stupendo passare del tempo da solo con Blaine, ma quando lui era con Christie… era bellissimo: i suoi occhi sembravano illuminarsi ogni volta che la sua bambina faceva o diceva qualcosa, gli prestava attenzione in tutto e per tutto e giocava con lei come se lui stesso avesse cinque anni.
Poi c’era quello sguardo, quello quando guardi una delle cose più meravigliose al mondo, quando sei così orgoglioso di chiamarla tua e non riesci a credere che la vita ti abbia potuto donare un tesoro così prezioso.
Uno sguardo che aveva spesso visto negli occhi di suo padre.
E Christie, che guardava Blaine come fosse il suo intero mondo, il suo eroe personale che ogni giorno la faceva sorridere e l’amava più di quanto lei potesse mai capire.
Lo stesso sguardo, notò Kurt, che aveva anche lui per suo padre.
Una piccola speranza si annidò nel suo cuore: che forse un giorno qualcuno l’avrebbe visto come Christie vedeva Blaine.
“Terra a Kurt, Terra a Kurt, mi ricevi?”
La voce scherzosa di Blaine lo richiamò dai suoi pensieri e si voltò verso di lui.
“Scusa, ero un po’ sovrappensiero”
“L’ho notato” lo stuzzicò l’altro “Cosa stavi pensando di così importante?”
Kurt fece un sorrisetto “Un sacco di cose” mormorò semplicemente “Allora, non mi hai ancora detto cosa devo portare al Ringraziamento”
“Perché? È ancora presto” 
“Blaine…”
“Va bene, va bene” ridacchiò il moro “Beh, il tacchino lo preparo io, visto che è la cosa più lunga da fare; Omar e Maggie penseranno alle salse e al pane di gran turco, mentre Thad e Bella porteranno vagonate di dolci e Jeff e Nick si sono proposti per i contorni, ma temo che dovrò fare anche il purè di patate visto che quei due sono in grado di bruciare perfino l’acqua”
“A quello ci penso io, allora” propose il ragazzo “Carole fa questo pasticcio di patate dolci da sogno, potrei chiederle la ricetta”
“Kurt, sul serio non c’è bisogno di…”
“No, tutti contribuiscono quindi anch’io” si impuntò “Al contorno di patate ci penso io”
Blaine annuì: il suo ragazzo era davvero testardo “Perfetto, così quei due si limiteranno solo all’insalata senza rischiare un incendio!”
Kurt sorrise e non aggiunse nient’altro.
“Ehi, tutto bene?” chiese Blaine preoccupato dello strano mutismo del ragazzo “La storia dell’incendio era uno scherzo… o meglio è successo solo due volte, ma non c’è stato bisogno dei pompieri!”
“No, non è questo” lo tranquillizzò il ragazzo ridendo “Solo un po’ di stanchezza… È stata una settimana lunga al lavoro” 
Blaine lo guardava, non del tutto convinto “Se c’è qualcosa che non va…”
“Te lo dirò, tranquillo” promise Kurt “Comunque, questi piani per sabato?”

Kurt sfogliò svogliatamente le foto sparse per la scrivania: mancavano solo tre giorni al Ringraziamento ed era ancora più nervoso di quanto immaginasse. 
Non aveva voluto far preoccupare Blaine, non dopo i perfetti appuntamenti delle scorse settimane, ma era un tantino nervoso nell’incontrare tutti gli amici del suo ragazzo, anzi la sua seconda famiglia, come spesso ripeteva. 
Un tantino nervoso era un eufemismo. Era totalmente nel panico.
Isabelle passò davanti al suo ufficio, fermandosi sulla porta dopo aver visto la faccia preoccupata del ragazzo.
Entrò e lo salutò con un sorriso “Ehi Kurt. Andiamo a pranzo insieme oggi?”
“Mmh”
“Poi magari andiamo da Macy’s a spendere tutto il nostro stipendio?”
“Mmh”
“E facciamo una corsa nudi da qui a Central Park”
“Mmh”
Isabelle roteò gli occhi divertita e si sedette davanti a lui, poggiando la mano sopra la sua “Kurt, tesoro, mi stai ascoltando?”
Quel contatto riuscì a svegliare Kurt dalla trance in cui era caduto “Cosa? Oh, ciao Isabelle”
“Ciao anche a te” ridacchiò la donna “Tutto bene? Sembri un po’ tra le nuvole”
“Tutto benissimo” rispose subito l’altro mentre rimetteva a posto le foto “Stavo solo controllando qualche foto per il servizio di questa settimana”
“Ma non è questo quello che ti preoccupa, vero?” 
Kurt sgranò gli occhi e guardò il suo capo: ogni volta era come se Isabelle gli leggesse nel pensiero.
Aveva sempre ammirato quella donna e il fatto di chiamarla amica per lui era ancora una cosa incredibile. 
Si arrese “Hai presente quel ragazzo con cui sto uscendo, Blaine?” aspettò che Isabelle annuisse “Beh, mi ha invitato al Ringraziamento a casa sua, dove mi farà conoscere tutti i suoi amici, che sono come la sua seconda famiglia e ho il terrore di non piacergli, anzi che mi odino, e Blaine deciderà di lasciarmi perché, se non riesco a piacere ai suoi amici, come posso lontanamente sperare di piacere anche a sua figlia e…”
Isabelle si alzò svelta dalla sedia e si avvicinò a lui, posandogli le mani sulle spalle “Kurt, stai andando fuori di testa, calmati” disse per tranquillizzarlo “Fai dei bei respiri profondi e cerca di ascoltarmi, va bene?” il ragazzo annuì “Ora, sei un ragazzo splendido, divertente e con un gran cuore. Perché pensi che i suoi amici ti odieranno?” 
“Per tutti i difetti che hai gentilmente tralasciato?”
“Nessuno è perfetto a questo mondo, la gente fa solo finta di esserlo” ribatté Isabelle “E poi sono certa che gli piacerai. Devi solo essere te stesso”
Kurt sospirò “E se invece succedesse il contrario?”
“In quel caso, devi ricordarti questo: la relazione tra te e Blaine riguarda solo te, Blaine e sua figlia. Delle opinioni degli altri non te ne deve importare niente. Quello che avete riguarda solo tu e Blaine, come il vostro futuro riguarda solo voi due e sua figlia. Sii te stesso, come hai sempre fatto”
Quelle parole lo confortarono e le sue paure svanirono quasi del tutto, anche se era ancora un po’ nervoso. 
“Grazie Isabelle” disse semplicemente con un sorriso mentre Isabelle lo abbracciò stretto.
 “Vedrai che andrà tutto bene, ne sono sicura”

Blaine Anderson non era nel caos.
No, era solamente… in leggero ritardo: doveva riempire e cuocere il tacchino, sistemare la casa, preparare la tavola, vestire Christie e vestire se stesso. Tutto questo in circa quattro ore.
Preparò tutti gli ingredienti per il ripieno e mandò un messaggio a Kurt che rispose dopo qualche minuto, dicendo che era sulla via per casa sua per dargli una mano.
Miglior fidanzato di sempre. 
Christie intanto si era appena svegliata e faceva colazione con latte e cereali sull’isola della cucina.
“Daddy, posso avere un bicchiere di succo?” chiese la bambina mezza assonnata.
Blaine annuì “Arancia o mela?”
“Arancia!” 
Il ragazzo prese un bicchiere e gli versò un po’ di succo “Allora, hai finito di decorare i segnaposto che abbiamo fatto ieri?”
“Quasi!” esclamò la piccola felice “Devo solo colorare gli ultimi!”
Blaine sorrise e le baciò il capo “Brava principessa. Ora finisci e…” non terminò la frase che il campanello di casa suonò e subito Christie si fiondò sulla porta, fermata per le braccia dal padre.
“Tesoro, conosci la regola” la rimproverò Blaine.
“Non devo mai aprire la porta da sola” sbuffò mentre il moro diede un’occhiata allo spioncino e con un enorme sorriso aprì la porta, trovando un Kurt Hummel con un busta in mano e un mazzo di fiori nell’altra.
“Ehi, hai fatto presto” disse Blaine facendolo entrare e portandolo in cucina.
“Il tassista è stato un fulmine, stranamente: forse aveva voglia di tornare a casa a rimpinzarsi di torte. A proposito” diede la busta al ragazzo “Non sono certo se siano venute come quelle di Carole, ma almeno ci ho provato” 
Nel momento in cui Blaine prese la busta, Christie abbracciò Kurt “Ciao signor Kurt!”
“Ehi Christie” la salutò il ragazzo accarezzandole i capelli “Che ne dici di togliere il signore e chiamarmi solo Kurt? Siamo amici adesso, giusto?”
Gli occhi della bambina si illuminarono e annuì vigorosamente “Aspetta qui! Devo farti vedere una cosa!” 
E subito scappò via nella sua stanza, lasciando i due ragazzi soli.
Blaine appoggiò la busta sul tavolo e si avvicinò al suo ragazzo, cingendogli la vita con un braccio.
“Te l’ho detto che ogni volta che ti vedo sei sempre più carino?” tubò il moro baciandolo leggermente.
“Ogni volta che mi vedi, Blaine” ridacchiò l’altro “E questi sono per te: ho quasi dovuto vendere l’anima per trovare tulipani, soprattutto di questo colore”
Blaine lo guardò “Kurt, non dovevi…”
“Come tu non dovevi mandarmi quella dozzina di rose rosse al lavoro. È stato un gesto dolcissimo, ma ora Natalie, la mia assistente, mi chiede ogni giorno se può prendere una ciocca dei tuoi capelli e clonarti”
Il ragazzo scoppiò a ridere e prese i fiori, annusandone il dolce profumo “E perché sono gialli?”
“Perché significano ‘C’è il sole nel tuo sorriso’. Ed il tuo sorriso è il mio sole” 
Blaine sgranò gli occhi, poi la sua espressione si addolcì: quel ragazzo non poteva essere vero, no.
Presto si sarebbe svegliato da quel meraviglioso sogno, ne era certo.
Ma quando le labbra di Kurt si posarono sulle sue, capì che tutto quello era reale.
Loro due erano reali.
Si staccò leggermente da lui e sorrise “Mister Hummel, posso abituarmi a tutto questo romanticismo, sai?” 
“Abituati, perché sono un tipo piuttosto romantico”
Continuarono a baciarsi per qualche secondo, prima di sentire i passetti di Christie muoversi per la casa.
“Voglio dirlo a Christie” disse tutto ad un tratto Blaine “Dirgli che io e te stiamo insieme”
“Cosa? Ne sei certo?” chiese incredulo Kurt “Non sei obbligato a farlo”
“Ma voglio” ripeté l’altro “Forse già l’ha capito, almeno credo. Mi dice sempre che quando sono con te le sembro più felice. Lo so, siamo insieme neanche da due mesi, ma voglio farlo. Ovviamente se anche tu vuoi, non voglio costrin…”
Un paio di morbide labbra interruppero quel monologo un po’ confusionario e la risata cristallina di Kurt fu come melodia per le sue orecchie.
“Per me va più che bene” rispose Kurt con un sorriso raggiante “Vuoi farlo adesso?” 
Blaine annuì e Christie rientrò in cucina con un foglio in mano.
“Kurt, questo l’ho fatto per te!” lo informò la bambina mentre glielo porgeva “È un tacchino! L’ho fatto con la mano!”
Kurt prese il foglio e lo guardò “Christie, è bellissimo! Grazie piccola” la prese in braccio e le diede un bacio sulla guancia “Sei una grande artista, lo sai?”
Christie arrossì leggermente “Grazie”
Blaine sorrise all’improvvisa timidezza della figlia, dopo di che decise che era il momento giusto per parlarle.
“Christie, tesoro, io e Kurt ti dobbiamo dire una cosa” 
Christie si accigliò mentre Kurt la faceva sedere su uno degli sgabelli e Blaine si sedette davanti a lei.
“Tesoro, c’è un motivo per cui io e Kurt passiamo tanto tempo insieme e anche perché l’ho invitato qui”
“Perché siete amici, no? Come io e lui!” 
“Sì, anche perché siamo amici. Ma non è solo questo” Blaine prese un respiro profondo “Piccola, ti ricordi quando ti ho spiegato che a certi ragazzi piacciono le ragazze, ma ad alcuni ragazzi piacciono altri ragazzi e alle ragazze piacciono altre ragazze?”
Christie annuì “Come zio Sebastian e zio Thad o come la mamma e il papà di Sammy”
“Esatto” rispose “Beh, a me piace Kurt e a Kurt piaccio io. Io e lui siamo fidanzati, come zio Thad e zio Sebastian”
Uno strano silenzio scese nella stanza mentre la bambina li guardava entrambi “Oh” disse semplicemente. “È per questo che sorridi tanto, canti le canzoni Disney sotto la doccia e quando usciamo metti tanto profumo?”
Blaine sbuffò divertito mentre Kurt cercava di non ridere “Sì, tesoro. Kurt mi fa felice”
“E il tuo papà fa felice me” aggiunse l’altro con un sorriso.
Christie continuò a fissarli “Allora datevi un bacio! Un bacio sulle labbra, come i fidanzati!”
Quella bambina era fin troppo sveglia per la sua età.
Blaine e Kurt si guardarono per un secondo e si scambiarono un casto bacio, che fu più che sufficiente per la piccola che si buttò tra le braccia del padre tutta contenta.
Kurt si abbassò al suo livello e la guardò dritta negli occhi “Allora Christie… Va bene se io e il tuo papà siamo fidanzati?”
Christie annuì “Se sorride e canta così tanto, ed è tanto tanto, a me va benissimissimo!”
Tutti e due gli uomini scoppiarono a ridere, sollevati che anche la piccola fosse contenta del loro rapporto. 
Era solo una certezza in più per il futuro. Una certezza che entrambi avevano sperato di avere.
“Bene, ora che abbiamo chiarito questo punto” disse Blaine alzandosi in piedi “Direi che è ora di iniziare a preparare, no?”
 
Dopo quattro ore e trenta, tra un tacchino che non voleva riempirsi, un’ora per decidere come andasse apparecchiata la tavola (per insistenza di Kurt) e un’altra ora per decidere cosa dovesse indossare Christie (per sua insistenza), tutto era pronto: il tacchino era cotto a puntino, la tavola elegantemente imbandita e Christie vestita con un elegante vestito azzurro con un fiocco nero dietro la schiena e ballerine abbinate.
Mancavano solo…
“ANDERSON APRI QUESTA PORTA!” 
Gli ospiti.
“Sebastian, perché non hai suonato?!?” una voce rimproverò l’altra.
“Harwood, ricordati che sto portando in mano cinque ore del tuo lavoro in cucina e se non avessi una fame tale da divorare perfino la parrucca bionda della Barbie mollerei tutto e ora!”
“Il ragazzone ha ragione!” disse un’altra voce che apparteneva sicuramente a Bella “Che ne dite di bussare?”
“Non sapete che porta sfortuna bussare sul legno?”
“Nicky, questa pirofila pesa!”
“Qualcuno si degna di suonare il campanello?!?”
Uno scampanellio riempì la casa.
“Grazie Omar!”
“Quanto ci mette a rispondere il nano?!”
Blaine sospirò e guardò Kurt “Pronto al caos?”
Kurt annuì e gli strinse la mano “Con te, sarei pronto a tutto”




  Salve a tutti!
Lo so, in questo momento mi vorreste uccidere per essermi interrotta su questo punto fondamentale, ma sul serio per scrivere questo capitolo mi ci sono volute pause studio, mezza giornata di shopping, un'infornata di biscotti al cioccolato e mia cugina che continuava a ripetere "HO LE TETTE" con un reggiseno sul petto (sì, siamo una famiglia normale)
Comunque, la spiegazione è semplice: o facevo tutto un mega capitolo facendovi aspettare il triplo di tempo, oppure dividerlo in due parti così da scrivere più dettagli per il pranzo (volete mettere la Thadastian,la Niff e la Klaine in una stanza tutti insieme?) E vi faccio una promessa: entro questa domenica, avrete l'altra parte! (sì,le mie promesse di solito non si mantengono, ma farò il possibile!)E poi sto sfruttando come non mai la mia povere beta, già sopraffatta da scuola e da istinti omicidi verso di me.
Quindi per cui annuncio speciale!
Cercasi una seconda Beta, possibilmente con istinti omicidi solo verso i RIB, una buona conoscenza della lingua e della grammatica e tanta tanta pazienza. Chiunque sia interessato mi faccia sapere mandandomi un messaggio o aggiungendomi su facebook e gli spiegherò tutto nei dettagli :) Vi prego, aiutate una povera writer stanca e una beta stressata.
E dopo questo annuncio, ci vediamo al prossimo capitolo, pieno di strani avvertimenti, un tacchino da mangiare, piccole vendette e tanto amore <3
Ringrazio chiunque abbia recensito, messo la storia tra preferiti/seguiti/ricordati.
Un grazie infinito alla mia beta, la mia cucciola Michela, la mia Thad del mio Sebastian <3 Ti voglio bene ermellino.
Detto questo, vi aspetto prestissimo al prossimo capitolo: tenetevi un posto per il dolce!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo, inoltre:

   http://www.facebook.com/francesca.zonetti  Aggiungetemi qui su facebook per qualunque domanda o qualunque cosa vogliate :)
In più ho creato anche Ask (siate clementi: è la prima volta che lo uso)

http://ask.fm/Frankie92 
Detto questo, un saluto e un bacio enorme a tutte :) 
Frankie 
  
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