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Autore: Moony_911    15/01/2013    1 recensioni
Fin dal primo istante in cui i loro sguardi si incrociarono, era chiaro per tutti che erano come il giorno e la notte anche se i due avrebbero impiegato un po’ di tempo per capire che in realtà stavano uno all'altra come gli elementi di un’equivalenza matematica, e che proprio questo compensarsi a vicenda, a lungo andare, avrebbe rappresentato il punto di forza della loro coppia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Thomas si ritrovò così a salutare il fratello perdendo di vista Chloè.
Forse aveva sbagliato a dirle cosa provava così presto ma sentiva che era quello il momento, se non l’avesse fatto in quel momento probabilmente l’avrebbe rimpianto e non poco.
Chloè era ancora dove l’aveva lasciata, gli occhi sgranati, non riusciva a credere a cosa aveva sentito.
Non perché le dispiacesse, anzi, probabilmente Thomas l’aveva preceduta giusto di qualche giorno, una settimana al massimo, ovvero il tempo che le sarebbe servito per dare fiducia e prendere confidenza con l’idea che per lei Thomas Rocher era molto più che un amico e collega e che forse poteva davvero riuscire ad intraprendere una relazione sentimentale con lui.
Il cervello le andava a mille, componeva e scomponeva i suoi pensieri ossessivamente quando sentì la testa girare e andò nella camera dove avrebbe dovuto dormire quella notte e si sdraiò.
“Okay Chloè, calmati...” disse ad alta voce chiacchierando con se stessa “ non c’è niente di strano in quello che ha detto, in fin dei conti è anche quello che provi anche tu, no? E poi Thomas non è Alexandre, ti conosce, ti vuole bene, se così non fosse non sarebbe certo stato al tuo fianco in ospedale e neanche ti avrebbe praticamente imposto di passare la convalescenza a casa sua...e allora cos’è che ti turba? Lo ami? Probabile.
E forse è proprio questo che ti preoccupa di più...ti ha appena detto che si è innamorato di te e non da poco, visto che hai frequentato Alexandre qualche mese...”.
Si bloccò un attimo e poi cominciò a muovere freneticamente le mani.
“Glielo devo dire, e glielo devo dire subito...” concluse.
Improvvisamente si sentì meglio, o meglio, il giramento di testa aveva lasciato spazio ad un magone alla bocca dello stomaco.
Stava per uscire dalla sua camera quando il telefono prese a squillare e lei senza neanche guardare lo schermo, rispose.
“Chloè Saint-Laurent...”.
“Chloè sono io...”disse la voce dall’altro capo del telefono e dopo averla riconosciuta, Chloè capì che non sarebbe stata una conversazione piacevole.
 
“Che cosa vuoi ancora Alexandre?”.
“Voglio parlarti, ho bisogno di vederti Chloè, io non ce la faccio più!”.
“Te l’ho già detto” rispose lei cominciando ad alterarsi “è finita, non voglio più vederti ne sentirti se non per fatti strettamente attinenti al lavoro.”.
“Cos’è, te la fai con Rocher adesso? Dopo neanche una settimana che hai perso nostro figlio, sei incredibile!”.
“Che cosa??”.
“Vi ho visti Chloè, come vi girate intorno, come ti  guarda e come ti protegge, quasi fossi una sua proprietà!”.
“Ma di che diamine parli, per caso ti sei bevuto il cervello tutto in una volta sola? E poi anche se fosse, quello che faccio o non faccio non ti riguarda più!!”.
“ E allora  perché riguarda Rocher?!”.
Chloè ignorò volutamente di rispondere a quella domanda e riprese il suo discorso.
“E poi, giusto per essere chiari non hai nessun diritto di parlare di mio figlio visto che non hai neanche avuto il coraggio o la decenza di dirmi che eri sposato né tantomeno il diritto di parlar male di Thomas, io e te non stiamo più insieme!!” gli urlò contro furiosa.
“Certo che ne ho diritto, era anche mio figlio, così come ho diritto di sapere dove vivi e come stai senza che quello stupido del tuo collega mi metta le mani addosso urlandomi contro di starti lontano senza averne affatto il diritto!”.
Chloè rimase spiazzata dalle affermazioni del suo interlocutore riguardo a Thomas e decise che avrebbe chiesto direttamente a lui.
“ Cos’è? Non ti aspettavi che il tuo ispettore potesse fere una cosa del genere, eh Chloè? Beh, ti sbagli...” sbottò il giudice “non è certo lo stinco di santo che vuole farti credere!”.
“Sai che c'è? Che mi sono proprio stufata, se stavi cercando di farti perdonare sappi che stai fallendo su tutta la linea” rispose lei furente “vai al diavolo Alexandre Hoffmann e vedi di non farti più sentire!”.
Concluse la telefonata e lanciò il telefono sul letto come se scottasse.
La telefonata appena conclusa l’aveva turbata non poco, soprattutto perché volontariamente o meno, Alexandre aveva toccato dei tasti che per lei erano dannatamente delicati: il bambino che aveva appena perso e Thomas.
Come poteva anche solo pensare che fosse così insensibile da non essere distrutta dalla perdita del bambino?
E come poteva anche solo pensare di poter aver voce in capitolo quando gli aveva chiaramente detto che tra loro era tutto finito.
Uscì dalla camera e si diresse in bagno e davanti alla sua immagine riflessa allo specchio scoppiò a piangere dando sfogo a tutte quelle emozioni che aveva tentato di tenere dentro di sé durante la telefonata.
Un grazie a chi legge, e un grazie a chi lascia commenti, siano essi positivi o negativi sono sempre uno spunto per migliorare. Lisa

  
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