Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Pan17    15/01/2013    11 recensioni
"Sei molto più carina quando sorridi"
Io mi fermo, rimango indietro di qualche passo e sconvolta, ti guardo.
Cavoli.
Il tuo viso così bello sotto tutti gli aspetti non riesco a vederlo, ma nella mia mente già lo immagino.
Arrossisco poi quando ti volti verso di me e prendendomi per le spalle mi porti dinanzi a te.
"Rimani dove posso vederti." mi dici.
"So badare benissimo a me stessa!" Ti urlo contro, mascherando la mia timidezza.
"Certo certo"
Porca miseria.
Non pensavo oggi facesse così caldo..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao ragazzi! Stavolta c'ho messo davvero poco ad aggiornare :D sono fiera di me! 

Avrei aggiornato anche prima ma purtroppo ho avuto ed ho tutt'ora problemi di connessione! :S 

Bene passo al capitolo veloce veloce: sarà un capitolo molto ricco, ma soprattutto veloce. Questa è una cosa voluta perché ho voluto darvi la possibilità di  avvertire l'affollarsi degli eventi e percepire il senso di soffocamento che i protagonisti del mil racconto provano proprio a causa di questo casino xD

Vorrei ringraziare di cuore: Kira16, Nana Kudo, Alessia Vivi, Soly Dea e _Vegeta_ per aver recensito lo scorso capitolo! 

Grazie mille :) ogni vostro complimento è per me importantissimo!

Mi date la forza di andare avanti! 

Vi lascio alla lettura e.. Ci sentiremo a fine capitolo va xD 

Ciao a tutti :3 

Sarei contenta se dopo la lettura mi lasciaste un vostro pensiero a riguardo! Questo è un capitolo delicato!

Photobucket Pictures, Images and Photos

Alzarsi la mattina era per la bella nipote di Goku un trauma da sempre. 

La voglia di crogiolarsi nel letto accanto a suo figlio, e fino a qualche mese prima anche vicino a Trunks, era una grandissima tentazione, ma alla fine il lilla, ben più maturo di lei, la costringeva ad alzarsi di buon ora. 

Avendo fatto baldoria fino a notte tarda assieme al piccolo e alla migliore amica, rimasta lì per la notte, ciò che desiderava maggiormente era poter riposarsi quanto più possibile, almeno Finchè la sveglia non avesse annunciato il momento di alzarsi. 

O almeno così avrebbe sicuramente fatto, se non fosse per la momentanea e non gradita presenza della bella principessa Brief, che con l'avanzare della gravidanza non faceva altro che cambiare umore per tutto il giorno: la mattina presto  Bra l'aveva svegliata, chiedendole con disperatamente se avesse messo su troppi chili... Come se l'avere in grembo tre gemelli fosse un particolare irrilevante per quel che riguardava il suo aumento di peso.

In quel momento le sue urla le rimbombarono nella mente, fastidiose e pressanti! 

"CHE C'È? COSA C'È?" urlò esasperata la mora.

La turchese percorreva l'intero perimetro della stanza, alternando degli stancanti avanti-indietro: stava impazzendo?

"Non è tornato! Non è tornato!" esclama sconvolta, e visibilmente irritata. 

"magari ha avuto da fare!" 

"Scometto che sta tramando qualcosa" sbottò la principessa. 

"Bra mi ascolti?" chiese la figlia di Gohan. 

"Dove si sarà cacciato?" continuava a ripetere fra se L'amica. 

"No, non mi ascolta"

"Scommetto che si è trovato un'amante!!!" 

La Saiyan piu piccola guardò sconvolta la neo-mamma. "O magari è rimasto impegnato al lavoro?" chiese ironica.

"Sicuramente sarà una bella bionda di nome Ayumi, carina, elegante e con un fisico da mozzare il fiato!" si lamentò la ragazza.

"Perché proprio Ayumi?" 

La curiosità di Pan era evidente. 

"Mi ha fregato il fidanzato quando ero ragazzina quella Ayumi!!!" borbottò Bra, stringendo i pugni. 

La figlia di Videl non poté lasciarsi sfuggire una leggera risata, raggiunta  poco dopo dalla sorellina di Trunks.

"Ma che ore sono?" chiese fra se e se la bella figlia di Gohan.  Prese il cellulare per informarsi: erano le undici del mattino. 

"Scricciolo mi sa che a scuola oggi non vai" disse, poi, accarezzando la testa del bambino, ancora avvolto nel sonno. 

Sorrise dinanzi alla visione del piccolo Saiyan, dal volto così angelico, poi riportando l'attenzione alla schermata del cellulare, notò la  presenza di un messaggio nella casella di posta. 

'Puoi venire all'azienda il più presto possibile? Devo parlarti.' citava letteralmente il messaggio, inviatole dal fratello della migliore amica. 

Pan sorrise, e nella più completa eccitazione corse nel bagno a cambiarsi, desiderosa di incontrare l'uomo che tanto amava quanto prima possibile. 

 

 

 

"Tesoro sono qui!" 

La voce giocosa ed infantile di quel traditore del suo fidanzato riecheggiò nella stanza della sua amica. 

"E tornatene da dove sei venuto!" rispose acida la turchese. 

"Siamo nervose oggi? Cosa c'è? I bambini  sono irrequieti?" 

"Son, l'unica cosa che altera la mia quiete sei tu! Quindi sparisci!" 

Bra, chiaramente infastidita, dalla duratura assenza del fidanzato, non poté far a meno di nascondere il suo malumore. "Tornatene da Ayumi; preferibilmente in silenzio! Nostro nipote dorme" sbottò la donna, andandosene al piano inferiore. 

Nel frattempo Pan, ordinata e vestita, uscì frettolosa dal bagno, Goren sconvolto si volse verso la nipote e con espressione stralunata le chiese: "Ma chi è Ayumi?" 

"La tua amante!" rispose serena la mora. 

"Ho un'amante?". Il figlio di Goku era sempre più confuso. 

"Una vecchia e odiata conoscenza di Bra. Comunque adesso devo andare: ho un appuntamento." e detto fatto, la ragazza sparì oltre la porta. 

Il giovane figlio di Chichi corse di sotto, scorgendo la figura della sua amata seduta sul divano del salone. 

"Sai... Ayumi non è bella come te!" scherzò. 

"Ci mancherebbe! Però è magra!" si lamentò la donna. 

"Mi piacciono le donne in carne" 

Bra boccheggiò un paio di volte, poi guardando di sottecchi il fidanzato, urlò:

"Stai dicendo che sono grassa. Stupido!!!"

"Dai Bra lo sai che non è vero! Ascolta: ho una sorpresa per te!" 

Il volto della turchese si illuminò fulmineamente. 

"Che sorpresa?" chiese eccitata. 

"Vieni con me. Prendiamo l'auto!" 

E insieme corsero incontro il loro futuri, sorridenti e spensierati.

 

 

L'immagine della Capsule Corporation si ergeva imponente al centro della città  dell'Ovest; quasi le veniva la pelle d'oca: quel giorno quell'edificio aveva un qualcosa di inquietante. 

Si affrettò a volare fino alla finestra che dava sull'ufficio di Trunks,  ed entrando scorse il lilla, intento nel parlare al telefono. 

Non appena la vide, lui chiuse il telefono.

"Ciao" rise dolcemente Trunks, divertito dalla scena, non appena la ragazza raggiunse l'ufficio.

Pan non rispose, tesa com'era al saluto dell'uomo che amava tanto. 

Negli ultimi due mesi non era riuscita a vederlo quasi mai, se non quelle poche volte in cui era andato a prendere il piccolo Goren, ma non avevano avuto mai opportunità di parlare, e spesso il bel Presidente era stato freddo e irraggiungibile; in quel momento lo aveva tutto per sé e a stento riusciva a spiccicar parola. 

Il lilla alzò il capo dalla grande pila di scartoffie che aveva di fronte: "Devo parlarti" le disse con la solita aria colpevole. 

A Pan il cuore si fermò, sebbene il tono dell'uomo non fosse più caratterizzato dalla grandissima dolcezza che lo aveva sempre contraddistinto; provò a scrutarlo negli occhi nella speranza di scorgere ancora, o almeno in minima parte, un segno d'affetto per lei. 

Ma nulla. 

"Sarò breve" la informò lui. 

"Dobbiamo parlare proprio come se fossimo ad un'incontro d'affari? Invece di stare dietro quella scrivania non puoi venire accanto a me?" 

Alla mora quasi non sembrò vero di aver avuto il coraggio di parlare, tuttavia alla fin fine il suo udito riuscì a differenziare una certa ansia nella sua voce. 

"Credimi Pan: è meglio così. Per entrambi" 

Quella risposta non lasciava presagire nulla di buono, eppure la Saiyan ebbe la sensazione che anche Trunks, nel pronunciare il suo nome avesse avuto un fremito. 

Attese che lui cominciasse il discorso, ansiosa. 

"È tanto che io e te non ci vediamo" cominciò lui.

" Due mesi" lo interruppe lei. 

"Due mesi" rispose meccanicamente il lilla. 

Era triste. Era chiaramente triste. 

Pan ci avrebbe messo la mano sul fuoco: nel ripetere quelle parole il suo amato aveva mostrato sofferenza. 

"Essendo noi una grande famiglia e avendo noi due un figlio, mi sembrava opportuno riferirti come stanno realmente le cose" sospirò; lei lo invitò a proseguire, ormai col cuore a mille.

"Io da due mesi..." cominciò il figlio di Vegeta.

"ho una relazione con Misaki" terminò grave.

Poche parole e il mondo le cadde addosso in tutto il suo terribile peso. 

La felicità e l'eccitazione di poco prima svanirono fulmineamente e i sentimenti, le emozioni si rintanarono nelle profondità più oscure del suo cuore. 

La sua serenità era stata praticamente distrutta in meno di dieci secondi.

"Cosa?" trovò il coraggio di dire, anche se con voce tremante. 

A quel suono lo sguardo di Trunks si ammorbidì istantaneamente. 

Ma lei non voleva. Non voleva che lui le regalasse quella tipica espressione che era solito fare quando stavano insieme. 

Non voleva essere guardata. 

Non Voleva essere toccata. 

Da lui. 

Aveva lasciato che si innamorasse di un'altra donna, e lei? E Goren? 

Scoppiò. 

"Sparisci" sussurrò la mora. 

Trunks percepì il dolore della bella, e seriamente dispiaciuto sentì di non poter far a meno di starle accanto, e consolarla quanto necessario per far sparire quella sofferenza dal suo viso.

Le sfiorò la mano, ma non appena ciò accadde, la ragazza esclamò di malo modo: 

"Non mi toccare!" 

"Non mi toccare" ripeté con voce rotta da singhiozzi. "Con quella serpe. Proprio con quella donna falsa e bugiarda dovevi tradirmi" 

Dinanzi a quelle affermazioni, il presidente non poté far a meno di reagire.

"SMETTILA!" urlò "Non parlare di lei in quel modo" 

Pan si sentì morire. 

"Dovresti esserle riconoscente piuttosto." continuò il compagno. 

Davvero? Per cosa doveva esserle riconoscente? Di averle rubato il fidanzato?

"Lei ha salvato tuo figlio"

 

 

Goren stava nascendo prematuro e lei Non sapeva assolutamente che fare, si limitava a spingere, a piangere e a sperare che tutto andare per il meglio. 

 

Quando però sentì chiaramente il bambino uscir fuori, vide tutte le donne, Videl Chichi Bulma e Bra indaffarate nel pulirlo e lavarlo, quando improvvisamente vide Bra, piangente uscire fuori di corsa, provando a soffocare i singhiozzi. 

 

Perché piangere? Quello era un momento fantastico.. 

 

Poi capì, la stanza era eccessivamente silenziosa.

 

Il bambino non piangeva. 

 

Il bambino non dava segni di vita. 

 

Il bambino non c'era più.  

 

E lei, debilitata com'era, sentì un bagno di lacrime inondarle il viso e a poco a poco perse i sensi. 

 

L'ultima immagine che le si presentò davanti agli occhi fu Trunks, che, preoccupato, guardò sconvolto la sua amata mentre questa lasciava la truce realtà per qualche istante. 

 

 

 

Dovette risvegliarsi poco dopo, al suono della voce più calda e maestosa che sentì mai in vita sua. 

 

"Non ditele niente" 

 

Queste erano le testuali parole. 

 

Cosa non doveva sapere? 

 

Che il suo bambino non c'era più? 

 

Che le era stato negato anche quell'amore? 

 

Cosa? 

 

Poi qualcos'altro catturò la sua attenzione: Videl, con le lacrime agli occhi, si avvicinò lentamente alla sua bambina porgendole un piccolo fagottino. 

 

Il suo bambino. 

 

Il suo piccolo e sconfinato amore. 

 

Ed era vivo, agitava le manine in alto e sorrideva. 

 

 

Quei ricordi le piombarono in testa non appena Trunks le aveva dato quella notizia. 

"Non ditele niente" ripeté la donna scioccata, associando quella voce a quella dell'uomo che le era di fronte. 

"Misaki ha perso un bambino, per questo in passato ho prolungato il mio trasferimento nella città dell'est.  Le raccontai la situazione e lei non potè non aiutarmi. 

Non ho mai voluto dirtelo perché sapevo che non lo avresti tollerato... Ma a quanto pare ti serve sapere cose del genere per portare un pó di rispetto alla gente!" 

La voce di Trunks era stata brusca e dura: Pan quasi stentava a riconoscerla. Ma ciò che maggiormente le faceva del male era la consapevolezza di dover tanto a quella donna: aveva salvato il suo bambino, il suo piccolo Goren. 

E lei le doveva praticamente la vita. 

Vide il figlio di Bulma dirigersi verso la porta del suo ufficio: "È meglio che tu vada a casa" sussurrò triste ed esasperato. 

La nipotina di Goku sgranò gli occhi e squadrandolo da capo a piedi, uscì lentamente, lasciandosi la porta chiusa alle spalle. 

Dentro il figlio del principe dei Saiyan tornò a sedersi dietro la tanto odiata scrivania, e abbandonandosi alla disperazione, si concesse alcuni minuti di relax. 

Prese poi la cornetta del telefono e chiamando la fidata segretaria Kaede le disse: 

"Kaede, sta per uscire Pan. Ti prego: vedi come sta. Se ha bisogno qualcosa." 

"Certo presidente. Le serve qualcosa?" rispose professionalmente la donna. 

"Si. Cancella tutti i miei impegni per oggi. Voglio rimanere solo"

Toltosi gli occhiali e la giacca, il giovane lilla spalancò le finestre, spiccando il volo verso luoghi ignoti, concedendosi un po' di privacy almeno per quel giorno. 

Pan, invece, superata la gentilissima Kaede, s'inoltrò per tutto il giorno per le strade di quella dannata città. Avrebbe fatto di tutto per la donna che aveva salvato il figlio, ma ora che Misaki le aveva distrutto quella famiglia, che lei stessa aveva contrubuito a creare, come si sarebbe dovuta comportare?

 

 

Il paesaggio scorreva veloce agli occhi della bella turchese, che impaziente ed anche un po' emozionata, aspettava di venire a conoscenza della bella sorpresa che Goten le aveva fatto. 

Avevano trascorso la settimana completamete divisi, senza aver mai la possibilità di passare un po' di tempo insieme e quando la ragazza, furiosa, gli aveva chiesto le motivazioni di tanto distacco, il figlio di Chichi appariva evasivo e indifferente. 

Erano stati giorni terribili, in cui la donna si era sentita sola e trascurata: aveva pensato ad una valida vendetta, ma in quel momento, col senno di poi, capì che forse l'assenza del Fidanzato era dovuta proprio a qualunque cosa stessero andando a vedere. 

Sorrise nell'immaginarsi il suo adorato Goten alle prese con la sua sorpresa: Il pensiero le fece enormemente piacere. 

Stavano per passare una delle case che avevano visto la settimana scorsa quando la macchina cessò di proseguire. 

Guardò stupita verso il Saiyan moro. 

"È questa la sorpresa? Ti ho già detto che a me questa casa non piace del tutto." si lamentò. 

"Aspetta prima di giudicare. Rientriamo." 

Il figlio di Goku prese per mano la sua donna, e dolcemente, chiudendole gli occhi, la condusse oltre la soglia di casa. 

L'abitazione, avvolta nell'oscurità, odorava di vernice fresca, ed era fredda: avendo vissuto in una casa molto grande per cui Bra comprese da subito che quel piccolo particolare fosse una conseguenza delle eccessive dimensioni dell'edificio. In lontananza avvertiva il suono del  fuoco scoppiettante, e contemporaneamente si rese conto di non averlo più accanto a se. 

Cosa stava combinando quel furfante incapace?

Non fece nemmeno in tempo a terminare un pensiero, che un fascio di luce riempì il lungo corridoio in cui si trovava,  ella lo percorse a grandi passi trovandosi così nel grande salone al centro della casa. 

Rimase a bocca aperta: quella non era la casa che aveva visto una settimana prima, elegante e sofisticata, ma al contrario era semplice, confortevole e calda... Familiarmente calda. 

Era un insieme ben assortito di Goten e Bra: Il salone era abbastanza grande, così come piaceva a lei, ma ben poco sofisticato; tutta le stanze erano arredate secondo lo stile di vita del bel ragazzo, ma le dimensioni e l'eleganza rispecchiavano, invece, il modo d'essere della donna. 

La principessa si guardò attorno felice.

"Vieni da questa parte" le disse il giovane prendendola per mano, e conducendola verso una camera di modeste dimensioni.  

Le pareti della stanza erano coperte di carta bianca decorata con motivi floreali rosa, ed era particolarmente soleggiata vista la presenza di due ampie finestre che davano sulla strada, ai lati si ergevano 3 piccole culle e per tutta la camera si stagliavano giocattoli di vario tipo: un cavallo a dondolo, un tavolino con delle sedie di piccolissime dimensioni.  

La ragazza sorrise, toccandosi il grembo; poi riflettendo su quanto Goten le stava mostrando chiese curiosa: "E se sono maschi?" 

Il moro non rispose, ma condusse direttamente la fidanzata nella stanza accanto, decorata quella volta con motivi geometrici blu; l'attenzione di Bra fu subito catturata da una scatola piena di palline di gomma, rappresentanti le sette sfere del drago: ognuna con un certo numero di stelle sopra. 

La turchese rivolse uno sguardo interrogativo al moro, che spiegò, portandosi una mano dietro la testa: 

"Mi sembrava divertente" 

"Se poi saranno tutti maschi o tutte femmine?" chiese Bra, ancora meravigliata da tutta la bellezza che la circondava. 

"ci daremo dentro Finchè non nasca un'altro bambino dell'altro sesso" 

La ragazza rise. 

"Allora Bra. Che dici? C'è calore in questa casa?" 

Alla domanda del fidanzato la bella figlia di Vegeta non poté non sussultare: era stata così presa da questa novità che non aveva pensato a come si stesse sentendo in quel momento. 

Ci pensò su e capì che li è dove voleva essere, dove voleva vivere e crescere i suoi bambini... E Goten! 

"È questo il motivo per cui questa settimana sei stato lontano?" chiese curiosa la bella. 

"Beh si! È stato faticoso. Allora?" 

"Son..." cominciò lei "Brindiamo alla nostra nuova casa" e si avvicinò al suo cavaliere per donargli un sonoro bacio sulle labbra. 

"Bra" la interruppe lui.

"Son... sei fatto per rovinare i momenti magici! Cosa c'è?" 

Il figlio di Goku prese la mani della bella ragazza, portandosele alle labbra. "Allora sposami" 

La ragazza rimase a bocca aperta: non si aspettava di certo che Goten fosse così insistente... E sicuramente con quel gesto le aveva letteralmente rubato il cuore, più di quanto non avesse già fatto, ma... La tentazione di tenerlo sulle spine era troppo forte. 

"Puoi fare di meglio!" 

E detto questo continuò a girare per l'abitazione , rimanendo il povero Son deluso e sconvolto; non appena si fu ripreso, uscì dalla camera e urlò, nel tentativo di farsi sentire dalla donna: 

"A costo di metterci 1000 anni Bra Brief, io giuro che ti farò diventare mia moglie!!!"

 

 

 

 

 

 

Bra, quando erano appena delle ragazzine, le diceva sempre che le peggiori malattie erano quelle dell'anima. 

Al tempo, forse troppo piccola e ingenua o forse per mancanza di interesse nell'argomento, le aveva regalato una risata sonora in viso, accreditandole come scusante la terribile sciocchezza che era appena uscita dalle sue labbra. 

In quel preciso istante si rese conto di come quelle parole le erano entrate dentro quasi inevitabilmente, e di come le aveva provate sulla propria pelle, a suo discapito. 

Pan camminava senza una meta ben precisa per le grandi strade della città dell'Ovest, provando ad immaginare come sarebbe stato anche solo per un secondo essere una persona normale, senza segreti da nascondere, senza quella terribile e stupida paura di essere abbandonata da tutti. 

Per ironia della sorte, più quel terrore le cresceva minaccioso nell'anima, più le persone non facevano altro che andarsene. 

E lei finiva sempre col sentirsi sola; anche in quel momento, invisibile in mezzo a quell'ammasso di gente che si accingeva a camminare per le strade, la Saiyan non poteva far a meno di avvertire la propria solitudine: volti sorridenti, sguardi innamorati, abbracci affettuosi. 

Le sembrava di camminare contro corrente, di fare sempre il possibile per rimettersi in sesto ma di non riuscire mai ad adattarsi a quella realtà quotidiana che da parecchi anni la tormentava. 

E lo stesso valeva per Trunks. 

Era una meta irraggiungibile! 

La figlia di Gohan aveva spesso la sensazione di corrergli dietro, sfoderando tutta la sua forza e concentrandola nelle gambe, di avere il fiatone, di avanzare sempre più forte e di essere sul punto di aggrapparsi a lui ancora una volta. 

Ma nel momento esatto in cui il suo cuore trovava un po' di conforto dopo la fatica, tutto spariva; il mondo attorno a lei veniva risucchiato in un vortice oscuro.

E Trunks con esso. 

Così la valorosa e pestifera Saiyan si trovava avvolta nella fredda solitudine di un mondo sospeso fra la realtà e l'immaginazione, dove i giorni venivano semplicemente spesi nell'apatia più assoluta, dove l'angoscia e il dolore erano sentimenti amici, gli unici che potessero ricordarle che ancora era prigioniera di quell'ingiusto sentimento. 

Eppure non spese una lacrima.

Nemmeno quel giorno, nemmeno davanti a lui. 

 

A passi tardi e lenti giunse infine ai Monti Paoz al calar della sera, vide sull'uscio della casa di nonna Chichi Bra e Goten sorridenti e felici, intenti nel salutare la donna.

Avrebbe voluto chiamarli per parlare un po', per farsi consigliare ma nel momento in cui vi provò, non uscì alcun suono e un improvviso senso di stanchezza prese possesso del suo corpo; cadde a terra sfinita mentre l'immagine di un uomo dai capelli scuri si avvicinava velocemente in volo per soccorrerla. 

Non era in sè in quel momento e il contatto con la realtà sembrava sempre più difficile, ma ci avrebbe giurato: l'uomo che le era accorso vicino, lei lo conosceva bene. 

Il nonno era tornato. 

Photobucket Pictures, Images and Photos

 

 

Vedere Pan in quelle condizioni era sempre stato doloroso per Bra: era da poco rinvenuta, farfugliando qualcosa riguardo Goku. 

Pensava di essere fra le sue braccia, stando alle parole della mora, ma il suo sguardo fu  chiaramente colmo di delusione non appena comprese di essere stata aiutata soltanto dallo zio Goten e non dal nonno, come lei sperava. 

Quella scena le fece salire il magone. 

Sapere che la sua migliore amica stesse soffrendo e non poter far alcunché per aiutarla era la peggiore delle situazioni che avesse mai potuto affrontare. 

Eppure tutti lo sapevano benissimo di chi era la colpa, ma ciascuno dei presenti in quella casa, tentava di sopportare, di starne fuori, di lasciare che questi due ragazzi troppo frettolosi capissero le cose da soli: Pan, che nel suo dolore, si avvicinava sempre ad una più pericolosa degradazione, e Trunks, che nel tentativo di far il solito supereroe  non faceva altro che male a Pan e a se stesso. 

Che stupidi che erano. 

 

 

Entrarono tutti in camera della bella Saiyan, nella speranza di aiutarla quanto più possibile, ma non appena Goten posizionò la nipote sul letto, lei sussurrò: 

"Lasciatemi in pace"

A quelle parole Gohan e Videl accorsero vicino la figlia, donandole carezze e premure, ma la mora ancora una volta, forse con più gentilezza pregò i genitori di lasciarla da sola, perché troppo stanca. 

 

Tutti allora uscirono in silenzio, lasciando la donna col proprio dolore; Bra e Goten furono i primi, rispettando il volere della nipote di Goku. 

Non appena raggiunsero il piano inferiore, rimasero entrambi pietrificati dalla scena che avevano dinanzi agli occhi: il piccolo Goren, col capo basso, aveva dipinta sul volto un'espressione completamente spenta, insolita per un bambino, mentre Ju, preoccupato per il nipote cercava invano di consolarlo. 

La turchese, stravolta, corse senza dir nulla dai nonni del piccolo di casa Son, proponendo di far stare per qualche tempo Goren con suo padre: sebbene potesse sembrare un'azione ingiusta nei confronti della migliore amica, la bella figlia di Bulma non riuscì a pensare a nient'altro che potesse preservare la serenità del piccolo, che forse più di tutti soffriva per la situazione.

Con Pan ci sarebbe stata lei.

I familiari acconsentirono, così tornata nel soggiorno, chiese al fidanzato di chiamare Trunks e spiegargli la situazione. 

Poi prese fra le braccia il bambino, e cullandolo lo lasciò sfogare per un po' di tempo. 

"Tesoro, che dici di andare dal papà per un po'?" chiese la donna, introducendo l'argomento. 

Goren sembrò rifletterci su per un secondo. "E la mamma?" 

"Starò io con lei... ultimamente non sta molto bene!" 

Goren rimase in silenzio per qualche minuti, lasciandosi cullare dalla zia e meditando al contempo sulla scelta più giusta da fare. Alzò il capo e guardando la turchese negli occhi, esclamò poco dopo:

"Allora sono tranquillo. Andrò con papà" 

 

 

Quella sera, Trunks affranto, si presentò in casa Son, facendo le sue più grandi scuse a Gohan, l'uomo che tempo prima l'aveva accolto in casa e che non poteva non considerare un fratello. Nessuno disse niente, tutti si rintanarono nei loro silenzi, lasciando che i due giovani agissero come meglio ritenevano; solo Bra mostrò una leggera ostilità nei confronti del fratello. 

Il lilla aprì la porta della camera della sua ex compagna, notando la triste condizione a cui l'aveva condotta. 

"Mi abbandoni anche tu" stava dicendo Pan al figlio. 

"Io torno se tu guarisci" ripetè ingenuamente il bambino. 

Il fratello di Bra chiuse la porta alle sue spalle, reprimendo l'istinto di abbandonarsi alla disperazione; lasciò madre e figlio da soli per un po', poi non appena ebbero finito, andò via da quella casa con il suo piccolo Saiyan.

 

 

***

 

 

I giorni trascorsero lenti, e sebbene fosse passato solo un mese da quando Pan si era rintanata in casa, a lei e alla famiglia intera sembrava quasi un anno intero. 

Inizialmente gli unici contatti col mondo esterno erano quelli col piccolo Goren, che quotidianamente non faceva altro che chiamare la mamma, per sapere come stava. 

Parlavano molto e a Pan quasi sembrava di sentirsi meglio ad ogni parola che il suo Scricciolo le regalava; il piccolo Goren diceva di star bene ma lei sarebbe stata più tranquilla se lui fosse stato al suo fianco. 

E invece non glielo facevano vedere da un mese, ne Goren dava segno di volerla vedere... Da un mese: era rimasto molto male l'ultima sera che si erano visti.

Si alzò dal letto lentamente, domandandosi come avrebbe impegnato quella giornata, dato che a lavoro non andava da tanto tempo ormai. Decise di andare a fare una passeggiata: spesso si allungava infatti fino alla cascata vicino casa sua senza mai andare oltre! 

Si diresse in casa della nonna per avvertire i familiari che sarebbe uscita: 

"Nonna, mamma, papà io faccio una passeggiata." esclamò. 

"Pan perché non mangi qualcosa?" gli chiese amorevolmente il padre. 

"No, grazie non ho fame"

"Pan, tesoro mangia qualcosa" provò a convincerla la madre. 

"No, non ho fame" 

"TU MANGERAI QUALCOSA!" 

La voce alta e arrabbiata della nonna non era il massimo per cominciare la giornata, ma era quanto necessario per costringerla a toccar cibo. 

Chichi  fece sedere con violenza la nipote sulla sedia, e la costrinse a far colazione; solo dopo aver terminato il pasto, la ragazza ebbe la possibilità di correre via veloce verso il bellissimo lago. 

La nonna le aveva raccontato molte volte di quante giornate avessero passato lei, il nonno ed il papà in quel bellissimo luogo, di quante volte Goku aveva portato lì l'allora piccolissimo Gohan per allenarlo e di come Chichi fosse andata su tutte le furie non appena i due si prolungavano più del previsto; anche lei poi si era rifugiata spesso lì col suo adorato nonnino quando non era altro che una bambina allegra e volenterosa, anche lei in quel luogo aveva dei bellissimi ricordi, che non avrebbe abbandonato per nessuna ragione al mondo. 

Forse quasi per tutti i componenti della Grande famiglia Son quello era davvero un posto speciale, un luogo in cui la presenza del nonno era ancora più forte che da qualsiasi altra parte! era il suo, il profumo che sovrastava tutti i monti Paoz, era lì che lui aveva creato la sua bellissima famiglia, ed era lì che ciascuno poteva godere della sua essenza. 

Fatta eccezione per i piccoli Junior e Goren, che il nonno non l'avevano conosciuto e forse anche un po' per lo zio Goten, che fra tutti era colui che con Goku aveva passato meno tempo. 

Nessuno ci aveva mai badato, ma il fratellino di Gohan non aveva vissuto granché col padre, non se l'era goduto come gli altri, non aveva potuto mostrargli i suoi miglioramenti da bambino, ma invece aveva dovuto  accontentarsi del fratello maggiore! Eppure Pan, non l'aveva mai sentito lamentarsi... Nemmeno per un secondo, mentre lei lo faceva praticamente da anni. 

Passo dopo passo si rese conto di aver completamente oltrepassato il grande lago, e di aver continuato a camminare senza una direzione precisa: nel momento esatto in cui decise di tornare indietro, qualcosa la trattenne, impedendole di compiere quello stupido gesto. 

Spiccò il volo verso la grandissima Città dell'Ovest: aveva voglia di vedere gente.

 

 

Non ricordava quasi la cittadina che aveva ospitato la famosa palestra, gentilmente lasciata alla Saiyan dal nonno: era effettivamente parecchio affollata, ma quello era ciò che le serviva in quel giorno particolarmente positivo; col passare del tempo, infatti, calmati i bollenti spiriti, e abituatasi alla forte delusione avuta, sentiva quasi di poter rinascere. 

Magari un giorno non lontano lei sarebbe stata in grado di riprendersi la sua vita, di cominciare a fare tutto ciò a cui da sempre si dedicava, ma per il momento quelle piccole passeggiate erano quanto bastava per farle risollevare l'umore. 

"Pan" 

Una voce elegante e femminile la ridestò dai suoi pensieri, Pan alzò lentamente il capo per osservare il volto della donna che l'aveva chiamata. 

Il suo cuore perse un battito. 

Fra tutti i giorni in cui quella donna poteva scendere, proprio quel giorno doveva scegliere? 

"Misaki" ribatté, fingendosi forte e sicura. 

"Non ti vedo molto bene, Pan." 

"Beh se per questo nemmeno io ti vedo bene, Misaki! Hai messo qualche kiletto vero?" chiese la mora. 

La donna rise. 

Pan stufa, sbottò velocemente: "Senti io ho da fare, se non ti dispiace..." 

"Aspetta Pan. Parliamo." 

Ok quella serpe di una donna doveva aver assunto una quantità abnorme di stupefacenti! Pan ne era quasi certa.

 

 

 

Erano lei e Misaki. L'una di fronte all'altra, mentre un'imbarazzante silenzio aleggiava nell'aria.

"Noi siamo uguali" esclamò sorridendo la donna, scostandosi di poco i capelli castani.

Pan le rivolse uno sguardo interrogatorio, regalandole sempre la solita espressione ostinata. 

"Entrambe viviamo nel ricordo di un caro che non è più accanto a noi." terminò Misaki, fissando sorridente il vuoto. 

La Saiyan la scorse con la coda dell'occhio e avrebbe potuto giurare di aver visto una lacrima scenderle lungo il viso; sebbene non sopportasse quella donna, l'immagine di lei così sofferente le provocò una morsa allo stomaco. 

"Sai, mia madre è morta la sera in cui io e te ci siamo incontrate alla cena a casa di Trunks.  Ed io non ero con lei." 

La voce della bella collega del suo ex compagno le risuonava nella mente tremante e dolorante; non le rivolgeva alcuno sguardo, si limitava ad osservare il pavimento. 

La figlia di Gohan sentì di dover fare qualcosa, perché chi più di lei avrebbe potuto comprenderla? 

Inoltre non avrebbe potuto sopportare ancora un minuto di più quell'immagine penosa dinanzi agli occhi: Misaki le stava aprendo il cuore, ma lei dentro non voleva vederci! Quei sentimenti intimi, troppo simili ai suoi, la ponevano dinanzi alla triste realtà dei fatti: anche lei si era ridotta in quel modo negli ultimi anni, se non peggio. 

Solo che, mentre per quella donna dall'invidiabile bellezza quella che le stava proponendo, per una qualche strana ragione, era solo una facciata, nel caso di Pan si trattava di uno stato duraturo e perenne. 

Quasi se ne vergognava. 

Quella visione continuava a farle troppo male; rivolse alla donna delle semplici parole arroganti, come era solita fare ogni qualvolta i loro corpi si trovavano a pochi centimetri di distanza. 

"Noi non siamo uguali" le disse, stringendo i pugni. 

"No infatti". Misaki le rivolse un finto sorriso. "Tu hai la speranza che tuo nonno possa un giorno tornare. 

E hai una famiglia che ti ama. 

Un figlio che stravede per te. 

Io non ho nessuno." 

"Hai Trunks, ormai" rispose istintivamente la mora. 

"E solo lui mi rimane. Sai Pan, pensavo fossi un'avversaria più difficile da combattere." 

"Mi dispiace di aver deluso le tue aspettative" 

La nipotina di Goku sputò completa ironia dalle labbra. 

"Beh ora lascia che ti dica una cosa, da sorella maggiore più che da rivale: 

Va avanti. Fallo per tuo figlio!" 

 

Le parole della bella castana colpirono dritte al cuore della ragazza, che inevitabilmente si ritrovò a pensare al suo amatissimo scricciolo, che non vedeva da quasi un mese, a quel dolcissimo bambino ingenuo e amorevole, che non faceva altro che soffrire a causa dei suoi stupidi genitori. 

Il cuore le prese a fremere. 

Aveva voglia di vederlo, di stringerlo fra le sue braccia, di sentirsi chiamare 'mamma', di essere sgridata come se fosse lui effettivamente il genitore. 

Voleva indietro il suo bambino. 

Voleva indietro la sua vita felice.

Sentì le lacrime pizzicargli agli angoli degli occhi. 

Si voltò, dando le spalle alla segretaria. 

"Grazie" le disse. "Di aver salvato la vita a mio figlio." 

"Dovevo..." rispose la donna indifferente. 

"ah dimenticavo! Pan, tra due mesi parto. Non osare contrattaccare in mia assenza." la minacciò, terminando. 

"Suzuki... un nemico non si attacca mai alle spalle!" esclamò la mora. 

Entrambe con un sorriso combattivo sul volto, continuarono ognuna per la propria strada, senza emettere più alcuna parola. 

 

 

Pan si ritrovò così a ripercorrere le strade affollate della città, a distanza di un mese circa con le stesse emozioni, portandosi dietro lo stesso dolore di sempre.

Eppure in un modo o nell'altro le parole della sua rivale le erano state d'aiuto, l'avevano aiutata a lasciarsi tutto alle spalle, a dire addio a ciò che irrimediabilmente non era più suo, a dire addio a quel sentimento non corrisposto. 

Per iniziare una nuova vita. 

In fondo poteva farcela da sola... Anzi non del tutto sola: sorrise ancora una volta all'immagine del suo bambino, mentre a passo veloce si ritrovò quasi senza pensarci dinanzi la palestra che suo nonno anni addietro aveva edificato per lei. 

Senza rimuginarci troppo prese la chiavi, che aveva sempre con sé ed entrò, rimanendo estremamente colpita dal calore che avvertì non appena mise piede nella grande aula. 

Con mano delicata sfiorò pareti ed attrezzi, assaporando quella bellissima sensazione che avvertiva ad ogni tocco di tutti quegli elementi che costituivano la sua vita. 

Come si era potuta ridurre in quel modo? 

Sentì inumidirsi gli occhi e non appena si toccò il volto, sentì chiaramente le lacrime, che imperterrite le scendevano lungo le guance. 

Era la prima volta. 

Fino a quel momento non era mai riuscita a sfogarsi del tutto, rimanendo sempre sospesa in quella sofferenza. 

Adesso stava piangendo... Dopo tanto tempo stava finalmente esternando i suoi sentimenti. 

Con il volto bagnato dalle lacrime si avvicinò ad un sacco appeso al soffitto, e cominciò a prenderlo a calci e pugni, sfoderando tutta la forza di cui disponesse ed immaginando che in quel sacco ci fossero tutti i suoi problemi. 

"Stupida Misaki, stupido Trunks, stupidi sentimenti" urlava con la voce rotta dal pianto. 

Continuò così per moltissimo tempo, finché sfinita per l'inutile sforzo, aggrappandosi al sacco, sussurrò con voce tremante: 

"Avevi detto che mi saresti stato vicino, nonno"  

Si sbalordì ella stessa del cambio di direzione dei suoi pensieri. Perché tutto doveva essere ricondotto sempre ed unicamente a lui? 

Se fosse stato lì...

"Dove sei?" urlò piangendo. 

"Dove sei nonno? Perché mi hai abbandonata?" 

 Una forte folata di vento la raggiunse violentemente mandandola a terra; se non fosse stato per porte e finestre serrate, avrebbe pensato che provenisse da fuori.

E invece era proprio dentro la sorgente. 

"Sei tu?" 

Aria calda le colpì il viso. 

Delicatamente stavolta. 

"Ti stai prendendo gioco di me?" 

Pan si alzò in piedi e guardandosi attorno, serrò i pugni. 

"Esci fuori, nonno!" 

"D'accordo se non esci ti vengo a prendere io e ti facc..." 

"Pan!" 

La voce maschile dell'uomo che conosceva da una vita le rimbombò nelle orecchie, amplificata dal grande ambiente in cui si trovavano. 

Imbarazzata e anche un po' impaurita Pan si voltò lentamente verso il fratello del padre, che stupito le stava rivolgendo sguardi d'apprensione.

Per lo meno sembrava non essersi accorto che stava parlando da sola... O quasi. 

Alla vista dello zio, la Saiyan sembrò ritornare alla realtà dei fatti, le lacrime ripresero a scenderle copiose e velocemente corse contro di lui, gettandosi fra le sue braccia. 

"Goten" pianse "rivoglio il mio Goren! Rivoglio la mia vita!" 

Il figlio di Goku sorrise, abbracciando la sua maldestra nipotina, e solo dopo averla consolata e calmata, la allontanò di poco e guardandola negli occhi le disse: 

"Riprenditi entrambi"

Pan sussultò. 

"Magari incomincia col riprenderti Goren. Tra poco esce da scuola giusto? Corri!" esclamò il moro. 

La figlia di Gohan osservò l'orario, aveva quasi cinquanta minuti a disposizione. Prima doveva tornare a casa. Per fare una cosa. 

Corse verso la porta, ma prima di uscire rivolse uno sguardo alla grande aula, ricolma di attrezzi.

"Visto che non sei uscito fuori... Almeno torna a casa presto!" esclamò, rivolgendosi al nonno. 

Goten le rivolse uno sguardo interrogatorio "Cosa?" 

"Nulla parlavo tra me e me. Ciao" 

"Aspetta Pan" la fermò lo zio. "Chiamerò io Trunks per informarlo. E andrò io a prendere le cose del bambino" 

La mora le rivolse un sorriso. "Grazie zio Goten" 

E andò via, dirigendosi verso la casa che la stava ospitando ormai da ventinove lunghi anni. 

 

 

"Ciao famiglia" urlò Pan, non appena entrò in casa.

Da subito poté scorgere i volti stupiti e felici dei suoi genitori e di sua nonna, la scena le concesse un po' di sano divertimento per cui si lasciò sfuggire una leggera risatina. 

"Che bel suono" esclamò il padre, abbracciandola. 

"Era mancato a tutti noi" concordarono le due donne dinanzi Pan, la quale rispose con un sorriso. 

Velocemente informò tutti che sarebbe andata a prendere Goren, provocando grande gioia nell'animo dei parenti, per cui salì in fretta in camera sua ed emozionata aprì l'armadio: la scatola, che quattordici anni prima aveva li riposto in attesa del ritorno del nonno, era sempre al solito posto, immobile e perfetta così come l'aveva lasciata; accanto ad essa giaceva una scatola più piccola. 

Pan aprì la seconda e vide i due piccoli polsini rossi che il nonno le aveva lasciato nove anni prima, lasciando che lui prendesse invece quelli di dimensioni maggiore: quello fu il giorno in cui, grazie al nonno, capì di voler portare avanti la gravidanza. Dunque quei polsini erano per il suo adorato Goren, e quello sarebbe stato il momento adatto per darglieli; la Saiyan estrasse i due piccoli oggetti, se li portò al naso ed espirò con forza: avevano l'odore fresco del nonno! 

Un'improvvisa carica si impadronì del suo corpo: volò via veloce verso la lontana scuola del figlio, nella speranza di riuscire ad arrivare in tempo per l'uscita delle classi. 

 

 

Quando giunse dinanzi la scuola, la campanella era già suonata e nella folla asfissiante di bambini e madri, la povera Pan si ritrovò a cercare il suo ometto. 

Poi improvvisamente fra tutte le testoline dei bambini, scorse una chioma bionda brillante che catturò subito la sua attenzione. 

Eppure subito distolse lo sguardo da quella bella testolina bionda dalle folte codine, sapendo che non aveva nulla a che vedere col figlio... 

Momento. 

Testolina bionda. 

Due codine. 

"Mi-chan" urlò la mora, nella speranza che la bimba la sentisse. 

"Pan" 

La bambina corse ad abbracciare la donna, regalandole tanto affetto. 

Pan sorrise del tenero gesto. 

"Senti Pan, papà mi sta aspet..." 

"Aspetta Kotomi, Goren! Dov'è?" chiese la Saiyan speranzosa. 

La bimba si guardò attorno. "Era con me un attimo fa.." 

"ah eccolo!" esclamò indicando un bambino imbrociato dai folti capelli neri. 

"Grazie Kotomi. Salutami la mamma" 

Nell'istante in cui la figlia di Videl incontrò gli occhi del suo bambino, il mondo sembrò terminare il suo moto, il tempo sembrò sospendere il suo scorrere, e le persone attorno a loro interrompere le loro azioni vitali: esistevano solo lei e Goren. 

Eppure inizialmente il bambino sembrò non provare felicità per la presenza della mamma, ma Pan conosceva bene la motivazione di quell'atteggiamento: Goren aspettava una prova... Della sua guarigione!

Lei si mise allora in ginocchio davanti al figlio, e sorridendogli esclamò: 

"Ciao scricciolo!" 

Quelle parole bastarono al piccolo Saiyan per perdonare all'istante la madre e buttarsi fra le sue braccia: in quella calda giornata nella città dell'Ovest una disastrata famiglia si stava pian piano ricomponendo.

"Goren.. Torniamo a casa!" esclamò la madre, dopo aver dato ad un euforico figlio, il regalo gentilmente lasciatogli da nonno Goku.

S'incamminarono così verso i monti Paoz, incontrando per la strada anche Junior, che si accingeva ad accompagnare a casa una bella fanciulla. 

Anche il ragazzo, tredicenne ormai, notato il cambiamento della sorella non poté far a meno di lasciare la ragazzina da sola e di recarsi a casa con la sua adorata sorellina e il suo "nipotino" Goren.

 

***

 

 

Trascorsi gli ultimi mesi di gravidanza, la bella principessa dei Saiyan si ritrovò segregata in casa con eccessive misure di sicurezza, sotto comando del suo iper ansioso fidanzato, che il più delle volte trovava sempre il modo di non lasciarla mai sola. 

Addirittura durante quell'ultima settimana di gestazione aveva fatto "trasferire" la nipote Pan per prendersi cura della donna gravida! 

Come se una persona maldestra e iperattiva come Pan Son potesse garantire il massimo della tranquillità e serenità!!! 

Quella mattina fortunatamente era rimasta da sola nella quiete più assoluta grazie alla notizia che la bella Saiyan doveva riportare al povero Ub, contro il quale lei e Goten avevano letteralmente complottato.

Si alzò dal divano sulla quale da ore stava riposando, ma non appena mise piede a terra, avvertì una forte fitta al grembo, e cadde a terra dolorante. 

"Oh oh" esclamò. 

"GOREN?! Tesoro svegliati" provò ad urlare la donna, nel tentativo di catturare l'attenzione del nipote dormiente al piano superiore.

 

 

 

La casa del nonno Satan non era molto grande, ma di essa di poteva ben dire che fosse esageratamente sfarzosa. 

Gli spazi però vennero ben presto aumentati non appena Ub e la sua numerosa famiglia si trasferirono a casa del nonno: adesso quelle piccole pesti erano cresciute ma l'atteggiamento spericolato non li aveva mai abbandonati. Pan si chiese per quanto quella casa potesse sopportare: rise fra se. 

Nel mentre la grande porta venne aperto da un uomo muscoloso e scuri, poco più alto della nipote di Goku. 

"Ciao Ub" sorrise Pan. 

"Pan sei venuta a trovare tuo nonno Satan?" chiese ingenuamente il ragazzo.

"Ehm no... In casa non c'è nessuno?" 

Il tentativo di prender tempo era ben visibile negli occhi della mora. 

Ub rispose, guardando la donna incuriosito: "Tutti in palestra di tuo nonno... Anche lui è" 

"Senti Ub: io e Goten... Pochi mesi f... Qualche mes.. Okkei parecchi mesi fa abbiamo deciso che tu avrai l'onore di diventare il vice direttore della sede aperta nella città del Nord" sorrise sforzatamente la ragazza. 

"Che cos..?" 

"Ti scongiuro!" 

"Potevate dirmelo prima" 

"E fra una cosa e l'altra ci siam.." 

Il telefono della Saiyan prese a squillare potente e insistente. 

"Pronto? Goren?... Cosa è successo?... Bra? Chiama il dottore!!! Chiama tutti! Grande tesoro arrivo subito!" 

La figlia di Videl chiuse la chiamata e prendendo velocemente le proprie cose salutò Ub: "Grazie Ub, ti invierò tutte le notizie per messaggio! Non preoccuparti mi prenderò cura io del nonno e della tua famiglia. Scappo!" e sparì oltre la porta. 

 

 

***

 

"Respira profondamente tesoro" la incooraggiò Chichi. 

"Ed espira profondamente" terminò la madre. 

Si erano letteralmente bevute il cervello. 

Dopo e se avesse superato quel dolore assurdo che comportava il parto, si sarebbe sicuramente ricordata di porgere le sue più sincere scuse a Pan: sicuramente la situazione era praticamente la stessa quando il piccolo Goren venne alla luce. 

E lei SICURAMENTE era andata in escandescenza peggio delle due donne che in quel momento la stavano aiutando: ricordava ancora quei terribili momenti di ansia e paura in cui, ancora tanto giovane, non aveva saputo far quasi nulla per aiutare la sua migliore Amica. 

Una voce interruppe i suoi più intimi pensieri.

"Si respira respira, ma tanto fa male comunque!" borbottò cinica la moretta.

La turchese la guardò sconcertata: le scuse per Pan erano state ritirate. Lei l'avrebbe dovuta aiutare ed invece non faceva altro che sbattere in faccia la cruda e dolorosa realtà!

Perché era ritornata la Pan di una volta? 

Proprio in quel periodo? 

Quasi quasi preferiva la Pan mielosa e debole degli ultimi dieci anni.

"Str...." tentò di offenderla sofferente la principessa dolorante.

"Non sprecare fiato prezioso mia cara" ripeterono a turno le neo-nonne. 

"MA INSOMMA! Fatemi fare il mio lavoro in pace!" sbraitò ormai giunto al limite della pazienza il dottor Maeda. 

Sconvolte dalla tenacia e dall'intraprendenza del dottore, le donne zittirono, scambiandosi sguardi sconvolti. 

Calò così il silenzio nella stanza,interrotto poco dopo dalla vocina timorosa di Bra: 

"Dottore mi ha spaventato i bambini" 

Indicò il grembo gonfio e fermo. 

"No signorina Bra. Adesso possiamo procedere con calma" spiegò il dottore, cullandosi nel dolce silenzio del luogo leggermente sovraffollato. 

 

 

"Sono qui. Sono qui. Sono arrivato. 

ECCOMI" 

La porta, precedentemente chiusa, venne aperta con violenza e poca grazia da Goten che,  trasognato, non appena scorse la figura della sua amata Bra, troppo pacata per essere effettivamente la tipica donna combattiva e sadica che lui amava, subito le si parò accanto, scaraventando il povero dottore dall'altro capo della stanza.

"No vabbé ci rinuncio" esclamò seccato quest'ultimo, massaggiandosi lentamente la testa.

Il moro, ignorando le lamentele del sign. Maeda cominciò ad accarezzare i capelli della bella fidanzata, donandole sorrisi e consolazioni. 

"Sei un fifone, Son" lo canzonò la turchese, ansimante e dolorante, ma profondamente divertita dal groviglio di nervi che era il suo ragazzo.

Il figlio di Goku sorrise: la sua Bra era capace sempre di mostrarsi per quello che era! Non avrebbe mai rinunciato a prendere in giro il suo ragazzo, e nulla l'avrebbe fermata, neanche il parto imminente dei suoi tre figli.

"Dai principessa. Non è niente!" provò a consolarla il fidanzato, ancora col sorriso in volto.

Sebbene fino a quel momento la ragazza era stata calma e pacata, dopo quelle parole, dette sicuramente senza alcuna cattiveria, non riuscì a contenersi, e, volgendo la testa a scatti, rivolse uno sguardo truce al fidanzato.

"IO TI UCCIDO! Appena sarò libera ti ammazzo con le mie mani" urlò quindi la ragazza, evidentemente infastidita dal commento poco realistico del suo uomo.

"Signorina Bra si calmi. Possiamo procedere. 

Signora Videl, lei che mi sembra la persona più normale in questa stanza, potrebbe gentilmente prendere delle bacinelle?  Per lavare i bambini sa." 

Il dottore, ormai sicuro che la bella Bra fosse pronta a dare alla luce i suoi tre bambini, era intento nel dare ordini a tutti, eccetto Goten che, giunto in iperventilazione, continuava a farfugliare quanto fosse felice di essere quasi padre. 

Pan dal canto suo non poteva far altro che stuzzicarlo, concedendo un po' di divertimento a quella situazione fin troppo seriosa, e domandandosi se anche durante il suo parto tutto fosse stato così serio! 

Probabilmente si. 

Anzi forse la situazione era stata anche peggiore, considerando che il suo piccolo Goren non dava segni di vita nel suo grembo. 

Decise di non pensarci: non solo il ricordo dello spavento le trasmetteva ancora tanta angoscia, ma pensare di dover essere grata a quella serpe per aver salvato la vita a suo figlio era una punizione ben peggiore. 

Rivolse l'attenzione al dottore, che con professionalità manovrava il parto senza alcun problema. 

Tirò un sospiro di sollievo. 

Raggiunse il povero Goten, ancora seduto dove precedentemente aveva trovato posto, che si abbandonava a una quantità sfibrante di emozioni. 

Pan poteva giurare solennemente che la colorazione della sua pelle assunse tutte le tonalità più incerte e strane: non poté far a meno di abbandonarsi ad una leggera risata. 

La prima dei bambini che, dopo urla e tanto sforzo, uscì dal corpo di Bra era una fagiolina minuscola dai capelli lilla, e gli occhi color cielo. 

Quell'accostamento la fece sussultare non appena le fu fiondata in braccio: lei era stata incaricata di lavare i bambini non appena fossero venuti alla luce. Compito ingrato! 

Come avevano potuto darle tanta fiducia?

A lei, proprio a lei? Lei che aveva fatto cadere e bruciato il suo bambino 10 anni prima come se nulla fosse, senza rendersene nemmeno conto e senza riuscire a prevenire alcunché. 

Avrebbero potuto dar il compito a qualcun altro tipo... Tipo.. Tipo Goten? No, quello era partito col cervello. Probabilmente il dottore avrebbe dovuto dargli un'occhiata dopo il parto.

Bulma o Chichi? No, avrebbero cominciato una guerra secolare su chi delle due avrebbe preso la prima e quindi più piccola dei tre.

Videl? No, sua madre era una grande donna. Esempio di pazienza e bontà, era la prediletta del dottor Maeda che l'aveva dichiarata infermiera per l'occasione.

Beh, forse lei era stata la scelta migliore! 

Uscì di corsa dalla stanza per recarsi nel bagno e lavare la piccolina, assaporando il dolce pianto di una vita che aveva appena preso a scorrere. 

"Femmina" urlò a tutti non appena ebbe terminato il suo compito, e si precipitò nella cameretta a vestire la piccola... Piccola.. Come si sarebbe chiamata la bimba? Prevedeva guerre. Tante guerre.

Improvvisamente tralasciò i suoi pensieri per capire cosa stessero dicendo le voci che avvertiva in corridoio: tutti stavano parlando del sesso della bambina. 

Non si riusciva a comprendere se Vegeta ne era contento. 

Sul suo volto comparve un sorriso: quell'atmosfera le infondeva grande tranquillità. 

"Che scherzo hai giocato al nonno!" esclamò, stuzzicando la piccolina fra le sue braccia. 

"Femmina eh?" La voce maschile, proveniente dall'uscio della porta, la fece sussultare. 

Pensava fosse Goten, giunto ad osservare sua figlia ma si sbagliava: non appena si voltò, i suoi occhi vennero accecati da un intenso bagliore celeste. 

Trunks. 

Le si posizionò davanti e Pan avvertì i suoi occhi fissi su di lei, intenta nel vestire la bambina. 

"Vedi come ti somiglia" esclamò la mora, alzando quel minuscolo fagottino e soprattutto ignorando la chiara apprensione che aveva invaso la sua mente: era la prima volta che, dopo mesi, gli rivolgeva la parola. 

Avrebbe voluto chiedergli tante cose, avere spiegazioni ma sapeva che qualsiasi cosa avrebbe tentato di fare sicuramente non le avrebbe portato indietro il suo ex compagno.

Il presidente annuì, poi rimase fermo per qualche minuto ad osservare la figura della sua 'piccola Pan'. 

"Avevo dimenticato quanto ti stesse bene un bambino fra le braccia" sussurrò.

 

La figlia di Gohan sbarrò gli occhi, e nello stesso istante sentì il suo cuore martellarle in petto molto velocemente.

Perché Trunks le diceva quelle cose?

E lei? Lei cosa doveva rispondere? 

Optò per il silenzio. Si sarebbe comportata con Trunks come se non fosse successo nulla fra loro.. O almeno c'avrebbe provato. D'altronde anche lui sembrava aver assunto quel tipo di atteggiamento. 

Il lilla rimase li per tutto il tempo, scherzando e provocando la povera Saiyan, mentre guaio su guaio, fra grandi risate, la mora cambiava e lavava i restanti due bambini. 

Lei e Trunks tornarono dal gruppo subito dopo, quando ormai la loro relazione era diventata un pericoloso scambio di sguardi. 

La mora, evidentemente imbarazzata dalla forte tensione esistente fra lei e Trunks corse dalla sua migliore amica: non appena entrò in camera la vide stravolta sul letto, stanca e desiderosa di abbracciare i suoi bambini. 

Le si avvicinò lentamente, lasciando a Vegeta uno dei nati, e con un gran sorriso le disse, accarezzandole contemporaneamente i capelli: 

"Sei stata bravissima: hai fatto dei capolavori"

Bra aveva dato alla luce tre bambini: due femminucce, una lilla dagli occhi celesti e una turchese dagli occhi d'ebano, e per la gioia di Vegeta un bellissimo maschietto, dagli occhi e ai capelli scuri.

Poco dopo sopraggiunse Goten, che posizionò i tre piccoli accanto alla madre, depositandole un leggerissimo bacio. 

Sorridevano come due ebeti: Pan si allontanò il più velocemente possibile dalla scena, avvertendo però un leggero senso di felicità per la sua migliore amica.

"Avevi detto che mi avresti ucciso" stava scherzando Goten. 

"Tempo al tempo mio adorato Son" rispose debole la donna. 

Photobucket Pictures, Images and Photos

 

Giunta la sera, e andata via l'eccessiva folla di parenti, Pan si ritirò nelle proprie stanze: dopo quell'estenuante giornata tutto ciò che desiderava era andare a dormire col suo amato bambino, che era caduto addormentato da un po' ormai. 

Non appena entrò nella stanza rimase pietrificata dalla scena che i suoi occhi videro improvvisamente.

"Quanto mi manca" sussurrò Trunks quasi impercettibilmente guardando il suo amato bambino. 

Pan sorrise. 

"Anche tu ci manchi" rispose quasi senza pensarci. 

In un secondo però, resasi consapevole dell'essenza delle parole che le erano uscite dalla bocca, assunse un colorito rossastro e, sprofondando nella vergogna, si voltò verso Trunks provando a spiegare: 

"Ehm... No.. Io non volev... A Goten manc.." 

"Pan lo so, non preoccuparti." sorrise il lilla, in tutta la sua naturalezza, anche se un po' divertito dalla scenetta che l'ex compagna gli aveva riproposto. 

La mora tirò un sospiro di sollievo, poi, sinceramente dispiaciuta di aver creato una situazione di disagio fra loro in così breve tempo, spiegò seriamente all'uomo: "Davvero Trunks, a me non interessa.." 

"Non più" aggiunse, terminando. 

Il Saiyan si lasciò sfuggire un colpo di tosse. 

"Ti va di bere qualcosa in cucina?" chiese. 

La nipotina di Goku rispose affermativamente. 

Entrambi i genitori salutarono il bambino, ormai accolto fra le braccia di Morfeo e si diressero al piano inferiore, dove fra una risata e l'altra si riappropriarono di quell'antico sentimento di amicizia che anni or sono li aveva inevitabilmente catturati. 

 

 

"E ricordi quando sei stato attaccato dalle forze di Baby?" urlò con voce fino troppo alta la primogenita di Gohan. 

Lei e Trunks si erano seduti sui lati opposti del divano nel soggiorno e, fra risa e scherzi avevano preso a ricordare i bei vecchi tempi, quelli in cui, nonostante il pericolo e le avventure, erano stati davvero felici.. Tutti. 

"E come dimenticarlo! E tu ricordi quando stavi per essere tramutata in una lastra di metallo?" ripropose Trunks, rimembrando quel pericoloso periodo di quel tempo non poco lontano. 

"Eccome se lo ricordo. 

Alla fine ha trasformato te. Perché tu... Mi hai protetta".

Trunks abbassò il capo come se ricordare quell'evento gli provocasse un certo dolore, poi sorridendo affermò: 

"Si ma adesso siamo qui, salvi." 

La figlia di Videl, stesa quasi completamente sul divano, prese a pensare altri avvenimenti che avevano reso quel viaggio nello spazio indimenticabile, finché la sua mente non si soffermò su un evento in particolare. 

Si alzò di scatto e urlò: 

"Ce l'ho! Trunks ce l'ho!!" 

Il lilla le fece segno di abbassare la voce, poi sorridendo le chiese di proseguire. 

"Il tuo matrimonio!!" cominciò la Saiyan "con Zounama!" e prese a ridere come una forsennata delle povere sventure del caro Trunks, mentre il protagonista della vicenda, mettendosi una mano in fronte, esclamò esasperato: 

"Ed io che credevo che quella storia fosse stata dimenticata! 

Se lo sapesse mio padre.." 

Entrambi risero a crepapelle al sol pensiero di Vegeta, in preda ad un attacco di rabbia: ricordare quelle situazioni non faceva male ad alcuno dei due: al tempo loro erano semplici amici, sebbene da parte di Pan ci fosse una leggerissima cottarella. 

L'amore fra i due effettivamente era cominciato in età molto più avanzata: lei aveva 19 anni, lui 33. 

Anche prima la Saiyan aveva capito di essersi infatuata del lilla, ma mai il giovane aveva potuto ricambiare il sentimento per due validi motivi. 

- Pan era come una sorella. 

- Pan era una bambina, se messa confronto con lui. 

Tuttavia dopo quattro anni di ritiro, il giovane principe era rimasto molto colpito dallo sviluppo e dalla bellezza della giovane ragazza ed insieme avevano cominciato quel cammino, che li avrebbe chiusi irrimediabilmente in quel terribile vortice quale era l'amore.

Parlare di quest'ultimo periodo, invece, avrebbe loro fatto davvero male. Parecchio. 

 

Ormai stanca e piena di quei bellissimi ricordi, la bella nipotina di Chichi si alzò velocemente dal divano per recarsi nella stanza sua e del bambino. 

Afferrò la mano di Trunks e con forza prese a tirarlo con l'intento di mandar giù anche lui: sembrava quasi incredibile come in poco tempo avessero recuperato il rapporto di un tempo. 

"Devi tornare a casa" continuava a ripetere la donna, meravigliata dal coraggio che stava dimostrando. 

Sebbene la ragazza ci mettesse tutta la forza di cui disponeva, il lilla sembrava non smuoversi di un millimetro dal suo posto, anzi ad un certo punto, quasi a renderle il compito ancora più difficile, prese a tirare dalla parte opposta anche lui. 

La resistenza non durò molto: Pan poco dopo cadde di botto sul petto del suo ex fidanzato. 

E solo in quel momento si rese conto di come il suo cuore avesse accelerato i battiti, di come le mani le stavano sudando già da un po' di tempo, e di come la sua vocina aveva superato il limite normale da quando rivolgeva parola a Trunks. 

Inutile mentirsi: quell'uomo che conosceva praticamente da sempre le era entrato nel cuore e da lì non se ne sarebbe andato mai e poi mai. Che non le importava più non era assolutamente vero, e lei non poteva più mentire a se stessa. 

Anche il lilla sussultò a quel pericoloso contatto.

Pan per Trunks era sempre stata un'amica leale, quando  i suoi lineamenti erano più simili a quelli di una infante e non a quelli di una donna, aveva avuto con lei moltissime discussioni ma alla fine la ragazzina aveva saputo conquistare il suo affetto e la sua fiducia. 

Quando poi l'aveva rivista dopo anni, così cresciuta e incantevole aveva avvertito un tuffo al cuore: mai avrebbe potuto dimenticare la confusione del momento, la voglia di sembrare il più normale possibile, quanto fosse stato precipitoso e come ogni notte rifletteva su quei contorti sentimenti che minuto dopo minuto si accrescevano sempre di più. 

Adesso la situazione non era cambiata di molto: ancora una volta, a causa della stessa ragazza si trovava dinanzi a sentimenti sconosciuti: si era ripromesso di starle lontano, di farle vivere la sua vita, aveva iniziato una storia con Misaki, aveva promesso di non lasciarla sola e adesso, invece, ogni certezza gli era crollata dinanzi quegli occhioni d'ebano che lo stavano scrutando. 

Riavere Pan sarebbe stato il regalo più bello che potesse desiderare, riavere Pan e far in modo che ella tornasse com'era esattamente pochi minuti prima. 

Non gli importava più nulla, se non di lui e della Saiyan che conosceva da una vita.

Che stesse impazzendo?

La verità era ben altra: in quel preciso istante Trunks comprese che il motivo per cui si era voluto tanto allontanare da Pan era pressocchè inesistente. 

Lei era sicuramente cambiata col passare del tempo. 

Ma non a causa sua.

 

 

Solo quella sera, ridendo e scherzando come due ragazzini, anche Pan si era resa conto di come avesse sbagliato tutto e di come tutti avessero frainteso tutto. 

Era riuscita a comportarsi normalmente con Trunks, limitando la rabbia, il rancore e dando voce solo ai sentimenti positivi della loro relazione: l'aveva adulato, l'aveva deriso e l'aveva controbattuto. 

E non poteva esserne più felice. 

In quei mesi aveva meditato molto sul suo cambiamento e aveva fatto di tutto per tornare la ragazza di un tempo, imponendosi un allontanamento dal povero lilla! Eppure c'era un'altra persona che maggiormente aveva influenzato sin da bambina il suo carattere. 

Una persona che nessuno aveva tenuto in conto. 

Una persona che però tutti amavano ricordare con gioia ed entusiasmo.

Goku. 

Ricordava che la prima volta a cui assistette ad una partenza del nonno lei era una bambina gioviale e allegra, socievole ed aperta; ma quando nipote e nonno s'incontrarono di nuovo a distanza di dieci anni lei ormai era una ragazzetta scontrosa, arrogante ed esuberante. 

Ancora dopo la partenza del nonno era divenuta una persona docile, insicura e codarda. 

E non appena aveva trovato Trunks, si era resa conto di aver accanto un appiglio per superare il tutto. 

E ne era diventata dipendente. 

Quei pensieri, che si raggrupparono nella sua mente in pochi millesimi di secondo, furono una rivelazione: lei era cambiata non a causa di Trunks, ma a causa di uno degli uomini più importanti della sua vita. Nonno Goku.

Com'era sempre stato, e come sempre sarebbe stato, la lontananza del padre di suo padre le dava sempre una certa instabilità che lei era riuscita a superare, anche se nel peggiore dei modi, grazie al migliore amico dello zio. 

E così tutti si erano sbagliati, addirittura la cara nonna Chichi, maestra di vita, aveva errato il proprio giudizio: aveva guadagnato la soddisfazione di aver ragione. 

E questo un po' la rincuorò. 

Ma cosa ne avrebbe ricavato? 

Trunks l'aveva lasciata per Misaki, ed ora era felicemente fidanzato con la donna, anche se avrebbe potuto giurare che quelle sottili labbra, così vicine alle proprie, stessero rivendicando un bacio da parte sua. 

 

Quel pensiero fu quanto bastò a farla incupire, si alzò in fretta e corse al piano superiore per recarsi in camera del bambino. 

Appoggiò la piccola mano sulla maniglia della porta e... Si fermò. 

Stane emozioni le impedirono di compiere quel dannatissimo passo, mentre dietro di se avvertiva chiaramente l'arrivo del bel figlio di Bulma, che con lentezza le si avvicinava. 

L'aveva seguita. 

Il cuore gli si bloccò. 

"Pan" sentì dire con dolcezza. 

"Ti prego non dire nulla" sussurrò tremante la ragazza. Aveva fatto tanto per lasciarsi alle spalle quella storia e ancora non aveva dimenticato nulla di lui: i suoi baci, le sue carezze, la sua gentilezza. 

Eppure aveva imparato a convivere con quella sofferenza e non era giusto ricascarci dentro... Per Goren... Ma soprattutto per se stessa.

"Non è più tempo per noi" concluse la mora. 

Trunks si lasciò sfuggire una leggerissima e dolce risatina. 

"Perché? quando lo è stato?"

Anche la ragazza sorrise ma non si volse verso l'uomo che amava, anzi rimase fissa con la mano sulla maniglia per tutto il tempo. 

Il lilla avvertì il suo sorriso, e con voce calda le chiese: 

"Davvero a te non importa più?" 

La mora, rimasta fino a quel momento calma, sussultò improvvisamente e voltandosi lentamente, vide Trunks avvicinarsi sempre di più. 

Il cuore le stava palpitando in petto da tempo ormai e il nervosismo era venuto a galla da alcuni minuti, lui era sempre più bello e lei sempre più desiderosa di essere fra le sue braccia. 

Poi come fossero due calamite dai poli opposti, si unirono velocemente e con passione si scambiarono un lunghissimo bacio, alternando di volta in volta sorrisi e dolci sguardi. 

Le era mancato terribilmente il sapore delle sue labbra, accarezzare i suoi muscoli scolpiti e sentire quel calore che emanava il suo corpo, ed ora aveva avuto la fortuna di assaporare anche solo per un secondo tutte quelle sublimi sensazioni. 

Il Saiyan la condusse per mano in una delle stanze riservate agli ospiti e dolcemente la adagiò sul grande letto a baldacchino che spiccava in quella stanza. Le prese a baciare le nocche delle mani, poi si soffermò sulle rosee labbra, spostandosi sulle guance e scendendo fino alla base del collo. 

Dopo mesi e mesi di reclusione, si sentì improvvisamente rinascere e sebbene non seppe spiegare tali sensazioni, appurò da subito che non ne poteva essere più felice. 

Trunks cercò le mani della sua piccola donna e lasciando che esse cominciassero una danza sensuale, continuò a baciarla senza sosta. 

"Aspetta" le sussurrò la mora improvvisamente, allontanandolo "Non voglio".

"Perché?" chiese confuso lui.

"Misaki.. Io non voglio essere l'avventura di una sera. Mi dispiace Trunks" spiegò la ragazza, alzandosi. In cuor suo Pan sapeva di dover essere fiera di se stessa per aver avuto la forza di rifiutare l'uomo verso cui provava tanto amore, conscia che in passato non ci sarebbe riuscita, ma d'altro canto la situazione non poteva che farle del male. 

A quelle parole il figlio di Vegeta s'intristì e presa la mano della sua bella ragazza, le disse: 

"Non può essere paragonato" 

"Cosa?"

"L'amore che provo per te all'affetto che ho per Misaki. Non ti userei mai fino a questo punto. 

La lascerò, Pan. Per me, per te e per Goren. Per una volta voglio pensare solo a me stesso." spiegò il lilla con occhi sereni ma chiaramente velati d'ansia. 

A quelle parole la donna si sciolse e buttandosi fra le sue braccia gli disse scherzosamente che lui non era tanto capace di pensare solo a se stesso. 

Stabilirono che avrebbero provato a star insieme, che avrebbero risolto tutto e che solo dopo aver avuto la certezza di poter andare avanti ne avrebbero parlato a Goren e a tutta la famiglia. 

Trunks, invece, avrebbe parlato a Misaki non appena lei fosse tornata dalla Città dell'est. 

Poi si abbandonarono all'intensità del loro amore, unendo ancora una volta i loro corpi ma soprattutto i loro fragili cuori.

Photobucket Pictures, Images and Photos

Gli incontri fra i due continuarono per i quattro mesi successivi.

Nei momenti più impensabili, non appena entrambi si ritagliavano qualche momento di relax durante la giornata, ecco che subito trovavano la forza di continuare quella relazione adultera. 

Misaki chiamava Trunks poco e niente e questo non faceva che amplificare le forti emozioni che i due amanti provavano per lo stare insieme: Non vi era nulla per il quale smettere; tutto quel che contava erano i loro sentimenti, le loro emozioni. 

Nonostante questo, preferirono tener nascosta la relazione al figlio, almeno finché la bella e cattiva collega di Trunks non sarebbe tornata: a quel punto il presidente avrebbe chiuso definitivamente, spiegandole il tutto faccia a faccia, e facendole capire che, per quanto si sentisse uno schifo per averla lasciata sola in quel duro momento di sofferenza, nulla avrebbe mai retto il confronto col dolore che lui e Pan avevano dovuto sopportare prima di giungere a quella temporanea fase di pace. 

Non voleva più sacrificare i suoi sentimenti per nessuna ragione al mondo, da quel momento in poi sarebbero esistiti solo lui, Pan e Goren. 

 

***

 

Quella mattina Trunks l'aveva chiamata come suo solito, per organizzare il loro incontro quotidiano e lei come sempre gli aveva consigliato lo stesso orario.

La sera precedente,il Saiyan era andato a prendere la serpe dall'eterea bellezza alla stazione, e fino alla mattina stessa Pan non aveva ricevuto telefonate dal suo grande amore. 

Non se ne era sbalordita più di tanto: probabilmente Trunks aveva avuto un bel po' da fare per calmare la ferocia di quella donna astuta e cattiva. 

E questo piccolo particolare spiegava anche il tono particolarmente triste e stufo del suo amante la mattina stessa a telefono! Ci avrebbe pensato lei a tirarlo su di morale: il lilla era sempre stato una persona buona di cuore, non gli era mai piaciuto far del male alle Persone.

 Doveva sentirsi davvero uno schifo.

E in effetti anche lei non era del tutto fiera del comportamento da loro assunto negli ultimi mesi, tuttavia non poteva che essere in parte felice, soprattutto perché quel comportamento aveva portato al ritorno della loro fabtastica famiglia!

Quella volta, con suo sommo piacere, era stata lei a vincere! E non la bella bambola versione grattacielo che si era catapultata nella sua vita tempo fa per rovinargliela.

Nulla avrebbe più diviso lei e il suo fidanzato, anche perché quella sarebbe stata la volta giusta. 

Vi era infatti un particolare in più rispetto alle altre volte, un particolare che faceva SUL SERIO la differenza.

 

 

Dopo esser passata a salutare i suoi fantastici 3 nipotini che ormai avevano raggiunto l'età di quattro mesi, la piccola Pan si diresse verso il suo amato rifugio, al centro del quale trovò la figura di un Trunks ansioso e turbato. 

Il suo primo pensiero fu quello di saltargli in braccio e baciarlo con passione, poi ricompostasi si pose dinanzi a lui ed esclamò, felice: 

"Tesoro ho una cosa da dirti!" 

"Anche io Pan..." rispose dolorante. 

La mora, impaurita dallo strano comportamento del compagno, si rese subito conto della strana atmosfera che regnava in quel luogo: il suo uomo non la guardava negli occhi, aveva il volto basso e l'espressione in viso era indecifrabile. 

Ma... Sembrava stanco! Come se non fosse riuscito a dormire per tutta la notte. 

Brividi le attraversarono il corpo.

"Parla Trunks. Cosa è successo?"

In quel preciso istante il presidente alzò il volto verso la Saiyan, non potendo far a meno di mostrare il proprio dolore. 

Fu più volte in procinto di cominciare di parlare ma quando sembrava ormai sul punto di vomitare tutte le informazioni di cui era in possesso non faceva altro che fermarsi.

Generalmente queste erano le classiche situazioni che a Pan facevano salire il sangue alla testa, ma in quel momento, preoccupata com'era, si limitò ad osservare il comportamento del lilla, carpendone anche il minimo dettaglio, nella speranza di ricevere anche la più piccola informazione. 

Ma nulla.

Mai avrebbe immaginato ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. 

 

Con un unico gesto fulmineo e in parte anche violento, Trunks racchiuse fra le proprie braccia la donna che gli era di fronte e, poggiando la testa sulla spalla della sua bella, trovò solo dopo alcuni minuti il coraggio di dire: 

"Misaki" 

Al suono di quel nome, il cuore di Pan cominciò a battere frettolosamente, mosso dall'ansia.

Era un riflesso incondizionato, come se il suo cuore fosse consapevole che quella donna sarebbe stata la sovrana indiscussa dei suoi incubi per molto altro tempo. 

Attese la continuazione.

"È incinta" sussurrò il Saiyan.

 

La nipotina di Goku sgranò gli occhi, e, per un secondo, pensò seriamente di sedersi e mantenere il proprio cuore, per evitare che schizzasse via a velocità esorbitante dal petto.

In una frazione di secondo vide nella propria mente un affollarsi di momenti e informazioni, e solo dopo, cominciando a respirare affannosamente e a ridere istericamente, si staccò con delicatezza dall'abbraccio del compagno. 

"Amore mio no! è una menzogna! 

Tu sei stato con me gli ultimi mesi ricordi? Solo io e te..." 

La sua voce era un sussurro tremante, Trunks avvertì un fremito di dolore dinanzi alla bella ragazza che invano cercava di trovare spiegazioni a quanto lui con calma gli stava rivelando. 

Chiaramente stava cercando di arrampicarsi sugli specchi e questo fece non poca tenerezza al bel principe, consapevole ancora una volta di dover recitare la parte di colui che le avrebbe spezzato il cuore. 

Senza che lei sapesse che il cuore lo stava spezzando anche a se stesso.

"Pan manca poco alla nascita. 

Misaki l'aspettava già quando è partita. È proprio mia!" sussurrò il giovane, in un misto di dolore e affetto. 

Chiaramente voleva già bene alla sua creatura, era una cosa normale!

Pan sembrò affranta: ricordava di aver visto Misaki un po' in carne un giorno di 7 mesi prima. Era già incinta.

Per la prima volta avvertiva chiaramente il muro che si stava issando fra lei e il suo presidente: il non condividere una cosa con lui, un figlio per giunta, era terribile ed era la prova inconfutabile che loro non si appartenevano. 

Almeno non più. 

Anche Goren non era figlio gentico di Trunks, ma era stato cresciuto come se fosse suo mentre quella creatura sarebbe cresciuta con una madre completamente opposta alla Pan di quel momento. 

Mai in vita sua sentì Trunks cosí lontano.

"Tua?" chiese lei, cercando di trovar un senso a quanto detto dal lilla precedentemente.

"È una bambina" spiegò lui.

La Saiyan sentì qualcosa dentro di lei spezzarsi. Non seppe dire con precisione cosa fosse, probabilmente il suo cuore oppure i suoi sogni che, sebbene fossero stati costruiti, almeno quella volta, su solide basi, erano stati distrutti quasi fossero castelli di sabbia. 

Si sentiva una stupida. 

Pensava di aver vinto. Invece no. 

Invece aveva perso. 

Di nuovo. 

 

 

Si sedette sul pavimento e prendendosi il viso fra le mani piagnucolò: 

"Anche io! Anche io!" 

Trunks le si affiancò e scostandole le mani prese a baciarle il viso e le piccole lacrime che, copiose, cominciarono a scenderle. 

"Cosa anche tu, Pan?"

"Lei sa di noi?" chiese la figlia di Gohan, ignorando la domanda del suo lui. 

"Gliel'ho detto" 

"E lei?"

"Ci è rimasta male" spiegò dolcemente il figlio di Bulma. 

"Pan ascolta io non voglio perderti" cominciò ad esprimersi il lilla, nella speranza che la ragazza potesse capire e soffrire il meno possibile.

"Non a queste condizioni" trovò il coraggio di dire la donna negando a lui di continuare, fra un singhiozzo e l'altro. 

"Non se a pagarne le conseguenze è una creatura che non ha colpa" spiegò, per poi alzarsi violentemente e fuggire via sotto gli occhi smarriti e colpevoli del Presidente della più grande e prosperosa azienda della città più ricca al mondo.

Photobucket Pictures, Images and Photos

Cominciò a scappare, sfrecciando per le strade della città dell'Ovest; 

Il vento le scompigliava i capelli e l'alta velocità le dava la sensazione di  aiutarla a lasciarsi alle spalle tutti i suoi problemi. 

Peccato vi fosse il cuore, più pesante e dolorante che mai, a ricordarle che invece i suoi problemi erano tutti li, a perseguitarla con l' angoscia e paura che essi trasmettevano. 

Appena lasciò il loro adorato rifugio, Pan capì di averci rimasto una piccola, seppure imporrantissima, parte della sua vita, capì di aver regalato il suo cuore a quell'uomo e di esserselo fatto schiacciare dall'inevitabile trascorrere dei giorni, dagli eventi che avevano sovrastato tutti senza lasciar alcuna via di scampo.

Ma era stato davvero amore? 

La mora lanciò un sospiro nell'aria; procedette verso casa da sola, mentre il mondo sfoggiava crudele la propria aria di silenzio attorno a lei.

Chiuse gli occhi, iniziando a sognare:

Era sicuramente stato amore! 

Ma era finito.. Pochi attimi prima.

Era stato bello,  ma l'aveva perso...  in qualche modo.

Dal momento in cui i loro occhi si erano incontrati, le loro mani sfiorate e i loro corpi toccati l'aveva capito: che loro si sarebbero amati fino alla fine dei tempi, non avevano messo in conto però che per loro il tempo era finito da un pezzo.

Quella era la sera di un duro giorno di inverno, sera in cui la bella Pan cominciò a sognare: immaginava loro due da soli, stretti l'una fra le braccia dell'altro a far l'amore; sognava, assaporando quei pochi, futili, e falsi attimi di gloria.

Era stato amore ed era tutto cio che voleva, ma ora doveva viverne senza.

 

Sentì la necessità di telefonare alla sua migliore amica, per cullarsi nella dolcezza della sua voce e per lasciare che in fondo le trasmettesse la forza necessaria per passare anche quel momento. 

 

 

"Conosco solo una persona che chiamerebbe a quest'ora di notte! 

Nonostante ci siamo incontrare nemmeno due ore fa!" proruppe la bella turchese, conscia che dall'altro lato del telefono ci fosse la sua migliore amica. 

Pan sentì salirsi il magone. 

"Bra aiutami" pregò con voce tremante la Saiyan. 

"Pan che succede?"

La voce della fidanzata di Goten rivelava una certa ansia e preoccupazione. 

"Trunks sta per diventare papà!" pianse la mora. 

Dall'altro lato del telefono  non vi fu risposta. 

"Misaki è incinta" continuò allora. 

Ancora silenzio. Solo dopo alcuni minuti la turchese si decise a parlare. 

"Capisco..." fu tutto ciò che riuscì a pronunciare. 

Pan represse per un secondo le lacrime e i singhiozzi, sbarrò gli occhi, strinse l'apparecchio telefonico all'orecchio e chiese con fermezza:

"Perché non sembri sorpresa?" 

"Io lo sapevo già... Tu piuttosto come lo sai?" ammise la turchese. 

La nipotina di Goku si sentì venir meno, le mani cominciarono a formicolarle e un'insensata rabbia a invadere il suo animo. 

Ignorò la domanda della sua Bra.

"Da quando?"

"Ieri" 

"Perché non me l'hai detto?" urlò furiosa la nera. 

"Doveva dirtelo lui, Pan" spiegò altrettanto decisa la migliore amica. 

"Ma tu eri mia amica Bra! Dovevi quantomeno avvertirmi e non farmi fare la figura della stupida questa sera!" 

"Non potevo cer..."

Le lacrime ripresero a scenderle copiose, non diede quelle nemmeno il tempo di colarle del tutto che se le asciugò col braccio con violenza. 

Chiuse la chiamata non attendendo la risposta della figlia di Vegeta e riprese a volare. 

La ragazza compose un altro numero sul cellulare.

 

 

"Ub sono Pan" disse con fermezza. 

"Hai presente il tuo trasferimento?" continuò senza dar al ragazzo il tempo di controbattere. 

"Parto domani mattina, Pan" spiegò leggermente emozionato l'amico dalla carnagione scura. 

"No! Non parti!" urlò di poco la nipotina di Chichi. 

"Sarò io a partire al posto tuo. 

Mi trasferisco nella città del Nord per un po'." 

Dall'altra parte del telefono sopraggiunsero attimi di orribile silenzio.

 

 

***

 

 

"Chi era?" chiese il compagno incuriosito. 

"Geloso, Son?" lo stuzzicò lei. 

"Mai quanto dovrei principessa" 

La ragazza fece spazio ad un largo sorriso. 

"Era tua nipote" spiegò tristemente "Ha scoperto tutto..." 

"Capisco. Vuoi andare a parlarle? Starò io con i b..." 

"No Goten. Credo che Pan abbia bisogno di rimanere un po' sola. L'ho ferita e vorrei chiarirmi, ma lo farò domani mattina" lo interruppe la turchese. 

Bra si lasciò andare ad un gemito di dolore, e Goten, scorgendola, dovette pensare a quanto fosse tenera e a cosa avrebbe potuto fare per  migliorare il suo umore.

Il moro, dall'altro lato della stanza guardò profondamente la propria bella e avvicinandosi con fare quasi minaccioso, la poggiò delicatamente alla parete. 

Bra lo lasciò fare, concentrandosi sulle forti emozioni che il fiato del suo lui sul collo le provocava. 

"Cosa faremo allora stasera principessa?" chiese seducente l'uomo. 

"I bambini dormono" continuò. 

"Fra un'ora saranno svegli lo sai" ansimò la giovane, lasciando che il suo adorato Goten esplorasse le parti più intime del suo corpo. 

"È quanto basta" rispose il ragazzo. 

A quelle parole, la Bra sottomessa e vogliosa lasciò spazio alla donna pungente che sapeva farsi desiderare, ricordando al figlio di Goku quanto fosse bella nel suo essere. 

"Che delusione mio cavaliere! Siete TROPPO veloce" rise malvagia.

"Al contrario mia signora, so approfittare del tempo a mia disposizione. E poi non lascerei mai una bella principessa così senza aver concluso alcunché" 

Bra represse un gemito di piacere, poi ansimando gli disse: 

"Parole parole e parole, mio caro Son. Passa ai fatti"

 "Al suo servizio mia adorata, in fondo è quello che sappiamo far meglio!" esclamò lui sensuale, conducendo la sua compagna verso il loro piccolo ma confortevole nido d'amore.

 

 

 

Il mattino seguente, stanchi e assonnati, i due compagni si diressero insieme ai tre bambini verso Satan City: Ub, il simpatico coinquilino di Mr. Satan, li aveva inaspettatamente chiamati, chiedendo loro di raggiungerlo immediatamente in casa. 

Non appena raggiunsero la destinazione, si trovarono faccia a faccia con il presidente della Capsule Corporation che sbalordito chiese spiegazioni ai presenti. 

Circa qualche minuto dopo la porta venne aperta dal loro amico dalla carnagione decisamente più scura che, invece di accoglierli col solito calore e il classico sorriso, intimò subito loro di seguirlo nella stanza più vicina. 

"Perché non mi avete informato di questi cambiamenti?" cominciò a parlare il ragazzo. 

I tre si lanciarono sguardi interrogatori. 

"Per la direzione della nuova sede della palestra" continuò a spiegare Ub. 

"Non sappiamo di cosa tu stia parlando" 

La voce di Goten era limpida e seria, chiaramente aveva allontanato per un secondo il suo lato scherzoso per concedersi pienamente alla discussione con massima serietà: ci teneva alla palestra! Avevano fatto tanto per mantenerla in ottime condizioni e migliorarla sempre di più. 

Guardò un secondo  la piccola Caryl, che dormiva beata fra le sue braccia; poi si concentrò sul discorso di Ub.

"Ed io che c'entro?" chiese improvvisamente Trunks, chiaramente confuso dal mistero che stava avvolgendo quella situazione. 

"Davvero non sapete niente?" chiese confuso il povero allievo di Goku. 

I tre negarono. 

"Pan ha preso il mio posto. È stata lei a partire"spiegò la reincarnazione di Majin Bu serio. 

Trunks, Bra e Goten non proferirono parola, immobilizzati dall'insensata e terribile rivelazione che era stata loro fatta. 

Non seppero descrivere con precisione lo stupore che quella rivelazione aveva portato con se, ma sentirono il dolore pian piano insediarsi nei loro cuori,  in parte consapevoli di essere tutti un po' la causa di quella improvvisa decisione.

 

 

 

"Rimembrando il viso triste di Pan, per la prima volta nella mia vita, io sentii di essere stato crudele.

E da quel momento cominciai a pensare costantemente a lei: Pan era sempre con me e anch'io... Ero sempre insieme a lei."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

L'aria salmastra e fredda della città del Nord l'investì non appena scese dalla vettura: il gelo sembrava penetrare attraverso le vesti e insediarsi al di sotto della pelle, per regalarle un lieve pallore sul viso e un certo fastidio ai polmoni, generalmente abituati al clima mite dei Monti Paoz.

"Hai freddo scricciolo?" chiese Pan tremante al proprio bambino. 

"N-no mamma!"

Quella pulce avrebbe fatto di tutto pur di non farla preoccupare, non aveva battuto ciglio nemmeno la notte stessa, quando lei aveva fatto le valigie e l'aveva portato con sé.

Era un bravo bambino il suo Goren.

Un po' in effetti si sentiva in colpa: sparire all'imrpovviso dal suo ambiente, trasferirsi in una nuova città senza aver nemmeno trovato casa, costringere il proprio figlio a seguirla, allontanandolo dal padre. 

Probabilmente era stato un gesto sconsiderato, ma dentro di se la Saiyan era perfettamente consapevole che quello fosse stato quasi sicuramente il gesto più giusto che avesse fatto mai in 29 anni di vita.

"Tesoro, ascolta: tu sai perché è successo tutto questo?" chiese la mora camminando per le immense strade della città. 

"No. Se non sei tu a dirmelo." 

"Hai ragione" 

"Avrei solo voluto salutare Kotomi." sussurrò il bambino triste. 

A Pan si strinse il cuore. 

Come poteva spiegare al suo scricciolo qualcosa di così complicato? 

Fece un sospirò poi cominciò: 

"Tesoro, la mamma non poteva più rimanere a casa. Se fosse rimasta, avrebbe indugiato e non sarebbe più andata via." 

"Ma che bisogno c'era di andar via?" chiese triste il piccolo Saiyan.

La nipotina di Goku si voltò lentamente verso il proprio bambino, gli sorrise e carezzandogli il capo, con fare quasi materno gli confessò: 

"Fra poco non sarai l'unico figlio di cui Trunks..." 

"Non ci credo!" 

Una voce, puramente maschile, interruppe il  colloquio privato con suo figlio; la cosa infastidì la Saiyan non poco e sull'orlo di una crisi di nervi, si voltò fulminea pronta ad urlare e mandar via colui che aveva rovinato il momento.

Tuttavia non appena i suoi occhi incontrarono quelli del bellissimo uomo che le era di fronte, avvertì l'impellente bisogno di sedersi: due occhi fortemente celesti, di un colore così intenso da far invidia al cielo stesso la stavano scrutando con meraviglia ed emozione.

Le sopracciglia marcate, il sorriso grande di chi non si aspetta un incontro del genere e dei capelli sottili lill... No! I capelli non erano lilla, e non erano nemmeno sottili come quelli del suo Trunks. 

L'uomo che le sostava di fronte aveva capelli crespi e folti organizzati in un acconciatura elegante, un tipo di acconciatura che anni addietro portavano moltissimi ragazzi benestanti. E al tempo lei, che stava con Ryo, non poteva far a meno di prenderli in giro a più non posso. 

"Sei proprio tu! La ragazza con la bandana arancione!" Esclamò meravigliato l'uomo. 

La Saiyan rimase sconvolta dal particolare adolescenziale che l'uomo aveva dimostrato di ricordare... ma da quando non portava più quel pezzo di stoffa? L'aveva dato al piccolo Gil l'ultima volta, quattordici anni prima. In cuor suo, la figlia di Gohan, sapeva di aver visto quel bellissimo ragazzo da qualche parte, qualcosa nei suoi lineamenti e nella gestualità la invitava a trarre quelle conclusioni, ma se avesse dovuto spiegare dove o quando non avrebbe saputo dirlo.

"Chi sei?"  chiese lei allora, arresa alla curiosità.

"Non ti ricordi vero?"  

Pan fece segno di no con la testa.

L'uomo sorrise. 

Doveva essere una brava persona. 

Non vi era nulla in quel volto che avrebbe fatto paura ad alcuno ed anche i suoi occhi, seppur così simili all'uomo che le aveva spezzato il cuore, infondevano un senso di sicurezza e pace. 

Era un ragazzo acqua e sapone, puro e simpatico.

Quell'incontro la mise subito di buon umore. 

Sorrise anche lei.

 

"Mi avevi promesso che mi avresti insegnato a volare" sbottò infine lui, alzando il volto e mostrando tutta la felicità che quel ricordo gli aveva donato.

 






IL DIARIO DI TRUNKS...

 

Cuore in me 

Che sei così spezzato 

Cuore in me 

Che il corpo ha dilaniato 

E separato in due 

Due donne sono tue 

Tu due metà 

 

Cuore in me 

Diviso tra due visi 

Cuore in me 

Tu che desideri 

Prendi e non sai se c'è 

In te più colpa o più 

Felicità 

 

Con una al sole 

Con l'altra di nascosto 

Una è amore 

E l'altra è sangue al cuore 

Una è sempre 

Come l'eternità 

Con l'altra il tempo è niente 

E' vanità 

 

Cuore in me 

Tu sei diviso in due 

Cuori che 

Sono due muscoli 

Che mi conoscono 

Sono schiacciato ma 

La forza è mia 

 

Cuore in me 

Ti senti lacerato 

Cuore in me 

Che ami perché sei 

Amato Tu lo sai 

L'amore è farlo e tu 

Quindi lo fai 

 

Con una in cielo 

Con l'altra nell'inferno 

Una è miele 

E l'altra è dolce fiele 

Una ascolta 

Le mie promesse al vento 

E l'altra come mento 

E le sconfesso 

 

Cuore in me 

Amato ma spezzato 

Cuore in me 

L'amore ti ha chiamato 

E tu ti spacchi in due 

Due donne sono tue 

Tu cosa sei? 

 

Cuore in me 

Osceno più del sesso 

Cuore in me

Per le due donne che  ami e non sai se c'è in te più colpa o più felicità.

 

 

 

 






Ed eccomi tornata xD a questo punto tutti mi odiate xD.. Di nuovo! 

Beh prima di tutto io penso che forse un po' vi aspettavate una colpo di scena del genere: ho fatto nascere Goren perché Avevo bisogno della discendenza di Pan che non c'entrasse con Trunks e lo stesso discorso va fatto per il presidente. 

Avevo bisogno di queste due discendenze! 

Quindi abbiate pazienza! So già come farvi perdonare! Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa per voi ^.^ 

Ci tenevo infine a precisare che con questo capitolo abbiamo toccato il fondo xD e naturalmente ora non possiamo far altro che risalire! :) 

Ci vediamo alla prossima! Grazie di aver letto! 

Un abbraccio!!

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Pan17