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Autore: GirlOnFire    15/01/2013    1 recensioni
Glee x Hunger Games.
Panem, anno indefinito. 24 ragazzi devono affrontarsi in uno scontro all'ulitmo sangue. Uno sarà il vincitore che avrà fama e ricchezza. Ma davvero i giochi all'interno dell'arena sono solo questione di soldi e popolarità?
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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XI. Cambio di rotta.

 

Il fiore che nasce nelle avversità
è il più raro e il più bello di tutti.

 

 “A tutti i Tributi, le regole dei Giochi sono cambiate. Da adesso in poi, potranno esserci due vincitori, a patto che siano dello stesso distretto.”
La voce chiara e forte di David Martinez, capo degli Strateghi, veniva fatta passare per tutta Panem mentre la gente rimaneva incollata davanti ai televisori di casa o ai grandi teleschermi delle piazze. Cos’era quel cambiamento? Cosa stava succedendo in questa edizione?
Tutti fecero mente locale tra i tributi rimasti, notando che quelli che ormai erano i Favoriti erano del Distretto 12 – gli sfortunati amanti del Distretto 12 – e non più i due ragazzi del Distretto 2. Oltre a loro c’erano ancora due concorrenti però, che non avrebbero fatto team visto che di due distretti differenti: Mike e Kitty.
Eppure, mentre la gente non riusciva a smettere di guardare cosa sarebbe accaduto dopo in quell’arena, Martinez veniva chiamata a conferire con la Presidente Sylvester in persona.
“Mr. David! Prego si sieda.”
Sue, nel suo completo migliore, rosso per l’esattezza, faceva accomodare il capo degli Strateghi di fronte alla sua poltrona blu, con un sorriso tutt’altro che cordiale. In realtà il sorriso della presidente aveva raramente un qualcosa di benevole, di puro ecco. In realtà c’era solo malvagità in quella donna, persino nel suo tono di voce che cercava di rendere affettato.
“Mi dica, David, cosa pensa di ottenere con questa nuova regola?”
Martinez iniziava a pensare che il nuovo emandamento non fosse poi così geniale come aveva pensato e si fece più rigido sulla poltroncina.
“Mi sembrava un’ottima trovata per.. per alimentare la speranza, ecco.”
Speranza, ah.”
Quasi sembro sillabarla quella parola tanta fu la lentezza che ci mise nel dirla.
“Speranza per cosa? Per chi, esattamente? – e con questo gli occhi della Sylvester si ridussero a due fessure -  Per il popolo per caso? Per farli ribellare?!
Non hanno bisogno di speranza! Devono temerci, non sperare che gli si dia un futuro migliore!
La Presidente aveva iniziato ad alzare il tono di voce, senza mai urlare davvero, senza mai togliersi quel ghigno che adesso la trasformava quasi in una maschera parodistica. Fu allora che David capì che per lui era giunta la fine imminente.



L’Arena.

Tutto d’un tratto il silenzio che si era creato all’interno dell’Arena dopo l’annuncio del cambio di programma, venne spezzato dai versi degli animali, dallo scorrere di nuovo del tempo e dai passi veloci di Rachel che non aveva esitato neanche un istante mentre si metteva a correre per cercare il suo compagno, il suo nuovo alleato, colui che l’aveva già slavata una volta e che, se avessero vinto, avrebbe avuto altre occasioni per salvarla di nuovo.
La Berry doveva tutto a Finn, due possibilità di sopravvivere ancora per un’intera vita almeno, e gli sarebbe stata debitrice a vita. Il fatto è che le andava bene così adesso, perché mentre prima odiava sé stessa per dovere anche solo un pezzo di pane a quel ragazzo alto e taciturno, adesso le cose erano cambiate. Adesso si sentiva legata indissolubilmente a Finn, e il tutto era avvenuto solo stando insieme durante gli allenamenti e lì dentro, mentre lui si sacrificava come esca umana ai Favoriti per lei.
Mentre Rachel correva e, meticolosamente, setacciava il territorio, dall’altra parte dell’arena Santana e Sebastian erano ancora increduli e incredibilmente felici perché avevano ritrovato la speranza di farcela, assieme, e di tornare finalmente a casa come coppia.
Si erano svegliati con un nuovo vigore e avevano persino cacciato quella mattina per rimettere in piedi qualche provvista in più, facendo mente locale di chi avrebbero dovuto abbattere prima tra i vari Tributi. L’unico nome che divenne la loro priorità era ovviamente uno: la ragazza di fuoco, Rachel Berry.
Ben più critica era la situazione al di là del burrone dell’arena, dove si trovava Mike, che urlava a più non posso correndo per quella radura, cercando qualcosa da spaccare, cercando di sradicare alberi senza riuscirci pur avendo una furia tale in corpo che avrebbe incenerito qualcuno. Tina ormai non era più nel suo stesso spazio vitale e questo lo faceva sentire impotente, senza più uno scopo per cui lottare se non la sua stessa sopravvivenza e quella del suo distretto qualora avesse vinto. Anzi, uno scopo c’era in realtà: uccidere la persona che aveva ammazzato a sangue fredda la ragazza che avrebbe dovuto essergli accanto per molto altro tempo ancora.
Una sola persona era  più che tranquilla, rimasta nascosta nel folto del bosco, ad attendere quasi che la buona sorte spazzasse via gli altri tributi: Kitty Wilde.

 

Distretto 12.

Le immagini che passavano per le televisioni e i teleschermi erano talmente contrastanti tra loro da mandare in visibilio i cittadini di Capitol che finalmente stavano trovando lo spettacolo ancor più interessante mentre la cerchia si stringeva e le relazioni tra i vari concorrenti si delineavano. C’era già chi aveva aperto le scommesse su chi avrebbe vinto i giochi, se uno solo o una coppia e i più quotati rimanevano fra tutti gli sfortunati amanti del 12.
Ben diversa era la situazione nei vari distretti, o meglio nell’11 e nel 12. Nel primo c’erano due genitori che stavano piangendo la morte di una figlia, di due braccia in più e il distretto di un membro della loro comunità che li aiutava durante il raccolto. Nel secondo invece erano tutti intenti a capire se quella ragazza dal carattere forte e duro, che sembrava fatta d’acciaio avrebbe trovato il figlio del panettiere.
La più preoccupata era Quinn, che correva quasi quanto Rachel verso il Prato, verso Noah intento a cacciare perché nella sua mente aveva pensato a come potesse essere se ci fosse stata lei – come doveva essere per sorte – al posto di Rachel, se ci fosse stato Noah in quell’arena.. se fosse sopravvissuta. Probabilmente no.
Corse per la piazza e si fiondò verso la zona di caccia del suo ragazzo che stava scendendo la collinetta con degli scoiattoli in mano.
“Quinn che diav-“
Non lo riprese neanche, l’unica cosa che fece fu baciarlo e sussurrargli ti amo, mentre sentiva un alto boato provenire dal forno: qualcosa di nuovo era successo nell’arena.

 

L’Arena.

“Finn! Finn!”
Rachel aveva setacciato tutto il bosco alla ricerca del suo compagno e si era fermata dopo una, forse due o forse più ore di corsa. Aveva trovato riparo su un albero quella notte e solo la mattina dopo aveva ricominciato la sua ricerca. Se fosse stata più debole avrebbe pianto, se solo avrebbe smesso di controllarsi per le telecamere, per non mostrare davvero tutta la sua fragilità probabilmente avrebbe urlato, ma urlare, nella sua situazione, non aiutava. Urlare l’avrebbe portata a farsi trovare ed uccidere, e così aveva semplicemente iniziato a sibilare il nome del ragazzo del suo stesso distretto, quello che ricordavo alto e forte quando stavano a casa loro.
Il sibilo si fece presto sussurro prima che si rialzasse, dopo essersi rinfrescata ed aver bevuto, finché non inciampò, a qualche centinaio di metri dal lago e quasi si arrese, sfinita lì, a terra. Fu allora che una mano afferrò il suo piede.
“Trovata!”
Santana gridò vittoriosa mentre guardava una freccia caduta a terra che raccolse subito.
“Non dev’essere lontana allora”
Le fece eco Sebastian, affilando lo sguardo verso quegli enormi alberi ombrosi dove sapevano che lei si nascondeva tra le fronde per dormire.
“Entro stasera la sua faccia sarà su quel cielo.”
Un ghigno malefico apparve sulle labbra rosse e carnose della ragazza mentre guardava il suo compagno, gustandosi la vittoria in pugno.
Peccato che non aveva fatto i conti con quello che Rachel appena trovato: Finn, perfettamente mimetizzatosi al suolo, non appena aveva ripreso coscienza di sé, dopo giorni passati sotto il sole e al freddo notturno, aveva afferrato la caviglia della ragazza che sussurrava ancora tremante il suo nome, si era fatto aiutare a rimettersi in piedi ed entrambi avevano constatato una gamba alquanto malconcio del ragazzo.
“Ti rendi conto che sta andando in cancrena?! Sei un stupido Hudson, uno stupido! Perché Schuester non ti ha dato una mano?!”
“Sappiamo entrambi che sei tu la favorita tra i due..”
Gracchiò lui, senza l’ombra di astio sul volto mentre la ragazza lo prendeva a pugni, senza fargli male. Gli sorrideva invece, felice perché l’avesse ritrovato, chiedendosi perché stava rischiando tanto per lui. ‘Avresti fatto lo stesso per me’, fu la risposta della brunetta, borbottando mentre lo aiutava a riportarlo al fiume per pulire la ferita, per cercare di salvargli la gamba con qualche erba che sua madre gli aveva insegnato fosse medicinale.
Cercò di fare il possibile per il ragazzo, ma non stava funzionando, e lui di quel passo l’avrebbe soltanto rallentata, fu allora che lo mandò a cercare delle bacche e della legna mentre lei andava a cercare selvaggina e riparo.
Finn così si trascinò verso il punto indicatogli da Rachel, spingendosi un po’ oltre non appena ebbe trovato le bacche sufficienti a sfamarli, mettendosene qualcuna in tasca da mangiare durante quella piccola perlustrazione. Ma non fece poi molta strada che un colpo di cannone investì il suo udito in men che non si dica.
Nell’arena tutto tacque, dopo un solo giorno passato dalla morte di Tina, qualcun altro non era più in lizza.
Rachel allora corse a per di fiato fino al punto in cui aveva lasciato il suo compagno e vi trovò lì la sua giacca, con le bacche e collegò le cose. Si mise alla ricerca del corpo imbattendosi ancora in un Finn vivo e vegeto e sgranò gli occhi, mentre lui si precipitava ad abbracciarla e tenerla stretta a sé, perché aveva avuto paura di perderla per davvero.
Poco distante da loro, iil corpo di una ragazza dai capelli biondi veniva tirato su, poco distante da loro trovavano ‘i morsi della notte’, bacche velenosissime.

 

✰✰✰✰✰

GirlOnFire’s Notes.

 

 

E’ inutile dire che mi dispiace, purtroppo tra perdita di ispirazione, esami da preparare ecc, non ho molta testa per stare su EFP anche se sembra che io stia tornando, ringrazio però chi continuerà a seguirmi.

Non è il miglior capitolo che io abbia scritto, so.. fatemi sapere che ne pensate!

So anche che non segue l'ordine cronologico del libro, ma la cosa ha un suo perchè e lo scoprirete nel prossimo capitolo. 

Alla prossima, GirlOnFire.

   
 
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