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Autore: GirlOnFire    16/01/2013    2 recensioni
Dal testo:
'Rachel, vorrei poterti guardare negli occhi e salvarti, portarti via lontano da Finn e farti tornare libera, farti vivere ancora nei tuoi sogni [...]. Lui ti ha mai detto che ti salverà? Che continuerà a credere nei tuoi sogni più di te? Che ti ama per come sei e non cambierebbe nulla di te, speranze comprese? Perché è questo che ti sto dicendo io.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Rachel Berry
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il matrimonio dell’anno era lì, ad un palmo dal mio naso, mentre me ne stavo in macchina a sentire canzoni deprimenti, mentre aspettavo anche io come alcuni degli invitati ammucchiati davanti il portone della chiesta, l’arrivo della sposa. Come lui che l’avrebbe sposata.
Un misto tra rabbia e gelosia mi fece ribollire il sangue mentre sbattevo più volte la testa contro lo schienale del sedile. Lui non sapeva neanche quanto fosse fortunato a poterla avere. Non si era neanche accorto che lei lo stava sposando per paura di non riuscire ad ottenere tutto ciò che aveva sempre desiderato, e dire che ce l’aveva ad un palmo di naso.
Sospirai prima di decidermi a scendere dall’auto e fare compagnia agli altri mentre vedevo il quarte back dei Titans sposare la stella del Glee Club del McKinley, l’unica ragazza che mi avesse mai fatto battere il cuore all’insaputa di tutti. Fu proprio in quel momento, mentre tornavo a pensare ai miei sentimenti per lei, a quanto l’amassi davvero – motivo per cui avevo lasciato Kurt un paio di mesi prima – scendendo dall’auto, che vidi la berlina nera fermarsi davanti alla scalinata della cattedrale della città.
Girati, pensai, guardami anche solo un istante e scappa con me. Ma lei non si girò in quel momento ed io abbassai il capo, rassegnato mentre aspettavo che lei facesse il suo ingresso trionfale, senza rovinarle quel momento perfetto.
Quando non sentì più l’ave maria – che lei stessa aveva scelto per attraversare la navata accompagnata da entrambi i suoi padri – mi affrettai a salire anche io le scale, rimanendo in piedi, in fondo alla chiesa per non essere visto, dopotutto non ero venuto lì per festeggiare. Mi guardai però intorno, ogni cosa gridava Rachel Berry: dalla scelta dei fiori candidi e bianchi con solo un tocco di colore – le bacche tra i petali – alla musica dei violini in sottofondo per tutta la cerimonia, persino i vestiti delle testimoni erano nello stile della ragazza. E così spostai lo sguardo su di lei, bellissima in quel giorno mentre era girata verso di lui e tremava. E sapevo che lui non avrebbe capito che quella non era emozione ma frustrazione.
Avevo talmente passato tanto tempo con lei da capire ogni suo minimo gesto. Sapevo che quando abbassava di poco il capo e aggiustava la frangetta con un dito e faceva il suo mezzo sorriso era imbarazzata ma di sicuro sapeva di meritarsi il complimento appena ricevuto, sapevo che arricciava leggermente le labbra quando le cose non andavano proprio come voleva lei, che le tremavano le mani poco prima di mettersi a piangere, che aveva degli occhi che ti leggevano l’anima, scintillanti e pieni di emozioni.. occhi che non vedevo da troppo tempo vivi. Avevo così imparato che ultimamente quando aveva paura ed era insicura tremava appena, per frustrazione e rabbia, perché doveva accontentarsi. Proprio come faceva adesso.
La sua frustrazione si tramutava nella mia che ero lì, senza poter fare nulla anche se in quel momento il prete si rivolgeva a tutti per sapere se c’erano obiezioni, ma era chiaro che stava minacciando i presenti affinché facessero silenzio. Lei però si era girata, proprio in quel momento, e scambiò un’occhiata con me e allora avrei solo voluto gridare che quella donna era fatta per me, che l’avrei amata io per il resto dei miei giorni, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, nella gioia e nel dolore finché morte non ci separi.
Ma avevo perso il mio momento, il prete non aveva aspettato quello sguardo, quella muta preghiera della ragazza dei miei sogni che sposava un povero fallito che la stava sposando solo per poter dire di aver fato qualcosa nella sua mera esistenza. Nessuno aveva aspettato me. Lei sì, lei era ancora girata verso di me, supplichevole.
Lei mi aveva aspettato tutto il tempo finché Finn non richiamò la sua attenzione guardando nella sua direzione perché dovevano scambiarsi gli anelli, e vide me, o meglio le mie spalle mentre uscivo fuori dalla chiesa lasciando cadere una busta e correvo giù per le scale, aprivo la portiera dell’auto e correvo veloce, spingendo l’acceleratore, lontano dal mio sogno svanito.

 

Cara Rachel,
che strano iniziare una lettera pur sapendo che non la riceverai mai, non leggerai le mie tristi confessioni sul mio amore per te, perché sono un codardo, perché neanche adesso ho il coraggio di farti avere questo foglio che potrebbe cambiare la tua vita.
La verità è che a me la tua vita mi piace così com’è. Mi piacciono i tuoi sogni, le tue speranze, le idee sul tuo futuro, mi piacciono il tuo sorriso e i tuoi occhi quando ci pensi, quando ne parli. Mi piaci tu. Ma tu.. non sembri più la stessa da quando hai accettato quell’anello, eppure continui apicercmi, anche quando ti mordi il labbro perché sei preoccupata che qualcuno scopra che non lo ami più da tempo. Io ti ho smascherata però, Berry, e vorrei che anche gli altri lo facessero e ti salvassero dal tuo stesso male.
Ecco perché ti scrivo, per salvarti con dell’inchiostro che non vedrai mai. Mi metto la coscienza al posto però.
Se le persone iniziassero a scrivere di più per salvare gli altri a quest’ora il mondo sarebbe un posto migliore, non trovi? Se scrivessero tutti i sentimenti, se solo riuscissero a mettere l’amore nero su bianco e tutti i patemi che esso offre minuto per minuto… allora avremmo in mano tutto l’oro del mondo, la vera felicità. Perché.. cos’è un posto senza amore? Ma amore non si può toccare, vedere, descrivere a volte perché non ci sarebbero mai parole abbastanza adatte a carpirne ogni minima sfumatura. E poi, la verità è che la gente ha smesso di scrivere tempo fa, proprio perché non aveva più parole.
Le parole ti sono mai finite Rachie? Sei mai rimasta senza? Con la bocca semi aperta cercando di trovare un vocabolo e poi richiuderla perché ti sei data per vinta?
Ecco, io mi sono dato per vinto. Con te. Con l’amore. Non avevo più parole e queste sono le ultime che mi restano e le scrivo a te.
Rachel, vorrei poterti guardare negli occhi e salvarti, portarti via lontano da Finn e farti tornare libera, farti vivere ancora nei tuoi sogni, darti la speranza che la lettera della NYADA sta per arrivare con su scritto ‘accettata’, perché se qui c’è una sola persona che si merita quel posto sei tu. Ti salverei e ti terrei tra le mie braccia. Ti salverei e ti poterei da ora a New York, facendoti continuare per la tua strada, rimanendo dietro per poterti sorreggere se mai cadrai, ma sono sicuro che non lo farai. Sei forte tu, più di quanto hai mai immaginato.
Lui ti ha mai detto che ti salverà? Che continuerà a credere nei tuoi sogni più di te? Che ti ama per come sei e non cambierebbe nulla di te, speranze comprese? Perché è questo che ti sto dicendo io.
Ma io non sono nessuno, e tu rimarrai ancora all’oscuro.
Ti amo Rachel Berry, ma non lo saprai mai.
Tuo, per sempre,
Blaine.

✰✰✰✰✰

GirlOnFire’s Notes.

Questa FF porta il titolo di una canzone di Ne-yo, a cui mi sono ispirata, spero tanto di avergli reso giustizia perché è una delle mie preferite.
E.. niente, mi piacerebbe sapere se voleste un continuo, una risposta da parte di Rachel, perché lei la lettera la legge eccome. :)

Let me know, GirlOnFire.

   
 
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