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Autore: Keikasama    04/08/2007    7 recensioni
Ricordo solo il tuo sguardo, saturo di vendetta, incorniciato in quel tuo scarno quanto accattivante volto, tinto del pallido chiarore della tua carnagione. E quella cicatrice, mio punto debole, sì: amavo osservarla in silenzio, rimembrandola quando non ti avevo a tiro. Immaginavo i tuoi occhi castani fissarmi allo stesso modo, nei miei sogni reconditi, ma non potevo averti.
Pairing: Ashe x Basch.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ashe, Basch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crucify my love - If my love is blind

Crucify my love - If my love is blind
Crucify my love - If it sets me free
Never know, Never trust
That love should see a color
Crucify my love - If it should be that way.


È ripensando a ciò, a cosa ho dovuto passare in questi frangenti, a tutti gli avvenimenti di quell’anno privo di apatia, che mi tornano alla mente i primi cinque versi di una poesia, o forse del canto di un giullare dall’animo malinconico, non ricordo bene. Ricordo solo il tuo sguardo, saturo di vendetta, incorniciato in quel tuo scarno quanto accattivante volto, tinto del pallido chiarore della tua carnagione.

E quella cicatrice, mio punto debole, sì: amavo osservarla in silenzio, rimembrandola quando non ti avevo a tiro.

Immaginavo i tuoi occhi castani fissarmi allo stesso modo, nei miei sogni reconditi, ma non potevo averti.


Like a river flowing to the sea
You'll be miles away, and I will know
I know I can deal with the pain
No reason to cry, to live.


Parevi incantato solamente dalle tue eccelse doti di grande battagliero, bardato di un gilé scollato, cremisi, ornato da frizzi di seta; in una passato indimenticabile le tue vesti erano inutili, durante il mio idolatrare del maestoso corpo di cui eri il possessore.

Facevo finta di essere assorta nei pensieri, fingevo inutilmente il mio disinteresse nei tuoi confronti, quando chiedevi poi con la tua flebile voce delle spiegazioni.

Il sapere di averti sottomesso mi privava della gioia di corteggiarti e conquistarti.

Non riuscivo più a guardarti negli occhi quando me ne resi conto da sola.


« Lady Ashe ? »


« Uhn ? »


« Nulla. »


Ti bramavo, volevo averti, spogliarti, forse leggerti nella mente e carpire ciò che aspettavi da me, Basch, chiedevo solo un minimo di considerazione. La Regina, Lady Ashe, non volevo esserlo: ciò comportava il doverti stare vicina senza poter toccarti, assimilare la passione che celavo nel petto,e non confessarti cosa provavo da tempo immemore. L’onta, la vergogna di abbracciarti, dissipate, sì. Anzi, mai esistite.

Dovevo fare qualcosa.


« Ashe »


Il cuore in gola, al sentire quel Lady ’ esportato dalla chiamata

La voce metallica del Giudice Magister diventava lieve a poco a poco.


« D… Dimmi Basch. »


Riuscii solamente a sentire il fragoroso rumore dell’acciaio scontrato contro il suolo, e il passo affrettato dei calzari del medesimo materiale fabbricati; con la coda dell’occhio osservai l’elmo dell’armatura cadere a terra, come gettato via.

Mi strinsero i fianchi da dietro la schiena due possenti guaine di metallo, gelide. Quando vide il mio rabbrividire le tolse tempestivamente dai polsi, per stringermi in un tepore isolante. Chiusi gli occhi, tentando di non far terminare quel sogno: la realtà mi si mostrò nella mente, svegliandomi dal subconscio di un qualcosa d’impossibile.

Il frusciare dell’aria antecedette il suo sussurrare tre parole.

Poggiò il capo sulla mia spalla sinistra, come per dimostrarsi fedele e sottomesso. Lo accarezzai, riuscivo finalmente a toccarlo, sì.


« Io ti amo. »


Continuava a cingermi le mani ai fianchi, mentre pareva sopito su di me.

Aprii gli occhi, fissai per poco la plebe dalmasca in tumulto al di sotto della terrazza su cui eravamo appostati. Chiusi un’ultima volta le palpebre, carezzandolo dolcemente, facendomi baciare il collo, e parlando.


« Ti amo Basch. »

  
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