Avevo 13 anni la prima volta che provai a farla finita de finitamente .
Mentre legavo la corda mi vennero in mente tutte le cose belle che mi erano capitate fin dalla mia nascita..un po’ come nei film..le risate delle mie migliori amiche, gli abbracci di mio padre …
Scossi la testa e mi legai intorno al collo una corda. Una lacrima. Poi un pianto. Non avrei più sofferto. Mai più. Dal momento in cui chiusi gli occhi pensai di non averli più riaperti. Poi il buio. Le urla. I pianti.
Ero in ospedale, i miei genitori seduti di fianco a me. Psicologi, dottori, parenti. Da quel giorno iniziai a non parlare molto, a non ascoltare a quello che mi dicevano gli adulti sull’ importanza della vita. Poi a scuola iniziarono a chiamarmi ‘’strana’’ ‘’matta’’.
Mi ero sempre sentita un po’ ‘’diversa’’ ma quegli insulti mi sembravano pugnalate. Loro non sapevano, si limitavano a giudicare pur non sapendo niente di me, della mia storia. –non li ascoltare-ignorali- continuavano a ripetermi. La gente non capisce, non vuole capire quanto importanti possono risultare le loro parole. Tre mesi dopo scoprii che la mia migliore amica si tagliava. Da lì mi crollò de finitamente il mondo addosso.
BASTA.
Ormai sono passati quattro anni da quando ho ri-provato a uccidermi. Sta volta ce l’ho fatta. Niente sofferenze. Nessun rimpianto.