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Autore: ilrumoredeipensieri    16/01/2013    6 recensioni
Si accorse di essersi incantato a guardarla solo quando smise di sentire il lieve cigolio dell'altalena. Lei era in piedi, immobile, e Zayn percepiva gli occhi scuri di lei fissi su di sé.
Si aspettava che gli rivolgesse uno sguardo allibito, infastidito o che lo scacciasse maleducatamente ma lei, contrariamente alle sue aspettative, gli sorrise.
Zayn pensò di non aver mai visto nulla di più bello e luminoso al mondo, nemmeno la più bella giornata di sole inglese era paragonabile al sorriso della ragazza.
Eppure era spaventato, aveva paura che lei fuggisse, che lo abbandonasse come aveva fatto in passato.
Ma Amy - così gli aveva chiesto di soprannominarla lei il giorno del loro primo incontro - non fuggì.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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SOLI INSIEME

 
Zayn si sentiva a casa. 
Con le mani nelle tasche e testa fra le nuvole, camminava distratto per le vie di Bradford.
Nonostante fosse l'esatto contrario della Londra  caotica e cosmopolita in cui abitava da più di un anno per poter frequentare il College, il ragazzo aveva sentito la mancanza della sua  piccola città natale. 
Ogni singolo angolo della cittadina calamitava l'attenzione del suo sguardo, portandogli alla mente ricordi degli anni passati lì. 
A sinistra c'era il vicolo in cui aveva fatto a botte con Phil Welsh e la sua compagnia e il bar in cui, a quindici anni, aveva ricevuto il suo primo due di picche, precisamente da Anna Turner. Pochi metri più avanti, invece, sapeva che avrebbe ritrovato il suo vecchio liceo, con la facciata rossa scolorita e la campanella fastidiosamente acuta.
Sentiva tutto come estremamente familiare eppure incredibilmente distante: non sapeva il perchè della sua presenza in una città che non sapeva se potesse davvero definire come propria, nè che cosa lo avesse spinto a tornarvi.
Si accese una sigaretta, aspirandone il primo tiro con calma. Aveva appena gettato al suolo il mozzicone quando la sua attenzione venne catturata da un leggero cigolio.
Zayn si voltò nella direzione da cui quel suono sembrava provenire, poi
, spontaneamente, sorrise.
Alla sua destra c'era un piccolo parco giochi per bambini e, seduta su una delle vecchie e arrugginite altalene, Amelia Shane era immersa nella lettura di quella che Zayn sapeva essere una ormai logora copia di "Grandi Speranze" di Charles Dickens.
"Non è cambiata." pensò osservandola.
Amelia era quella parte della sua vita a Bradford da cui non si era ancora distaccato. 
La ricordava esattamente com'era in quel momento, con le mani esili strette sulla copertina dell'ennesimo libro e i grandi occhi scuri calamitati dalle parole di esso. Era una ragazza solare, ma spesso preferiva la compagnia dei personaggi dei libri a quella delle persone e amava passare i pomeriggi estivi dondolandosi sulle vecchie altalene del parco giochi vicino casa piuttosto che rinchiudersi in una stanza buia guardando stupidi telefilm.
Avevano frequentato le stesse scuole, gli stessi centri sportivi e spesso le stesse persone ma erano... distanti, troppo simili e troppo diversi.
Eppure lui non aveva mai dimenticato il giorno in cui l'aveva conosciuta.
 
Aveva sette anni e a quell'età era ingenuo e fragile, incapace di difendersi autonomamente dalla cruda realtà del mondo esterno e, in particolare, dalla crudeltà dei coetanei.
Zayn,sin da bambino, amava disegnare e preferiva comunicare i propri sentimenti con lo sguardo piuttosto che riempirsi la bocca di tante parole inutili. 
-Maestra, perchè Zayn Malik non gioca con noi? Lui è strano! - dicevano i suoi compagni di classe indicandolo straniti. 
Lui li guardava confuso, incapace di capire per quale motivo lo vedessero diverso.
- Zayn Malik è solo! - aveva detto ridacchiando uno di loro e gli altri lo avevano imitato, ripetendo a cantilena quelle parole che per per Zayn suonavano come le peggiori al mondo.
Desiderava solo piangere perchè si sentiva incredibilmente piccolo, perchè nessuno stava dalla sua parte e perchè loro avevano ragione, lui era solo.
Poi aveva sentito qualcuno stringergli la manina color caffèlatte e, voltandosi, aveva incontrato lo sguardo scuro ma amorevole di una bimba dai capelli castani e la carnagione lattea che sapeva essere di un'altra classe ma che lui, prima di allora, non aveva mai considerato. 
Lei gli aveva rivolto un sorriso sincero e Zayn si era improvvisamente sentito più sicuro, come quando a quei tempi sua madre gli rimboccava le coperte e gli dava il bacio della buonanotte prima di spegnere la luce della sua cameretta.
- Se vuoi, possiamo essere soli insieme. - gli aveva detto lei incatenando i propri occhi marroni a quelli ambrati del moretto. Aveva una sicurezza che in molti avrebbero ritenuto singolare in una bimba di soli sette anni, ma Amalia era esattamente questo: singolare, unica.
Zayn  le aveva semplicemente annuito, un po' confuso e un po' ammaliato.
Lei aveva sorriso ancora,  contagiandolo,  e già le prese in giro dei compagni erano un ricordo lontano.
 
Tre giorni dopo il loro incontro lei non lo aveva più cercato. Lui, però, non aveva mai smesso di aspettarla: aveva continuato ad ammirarla segretamente mentre si dondolava sulle altalene o giocava con le amiche, ad osservarla mentre sorrideva alla madre o al padre che la riportavano a casa dopo una giornata di scuola, a sperare che un giorno lei gli rivolgesse anche solo un piccolo sorriso.
Era stato infinitamente geloso dei ragazzi che la frequentavano, amici o fidanzati che fossero, e anche se nel corso dei suoi vent'anni si erano alternate numerose ragazze, Zayn non aveva mai dimenticato l'unica che c'era stata davvero quando gli altri lo avevano abbandonato: Amelia Shane.
Si accorse di essersi incantato a guardarla solo quando smise di sentire il lieve cigolio dell'altalena.  
Lei era in piedi, immobile, e Zayn percepiva gli occhi neri di lei fissi su di sé. 
Si aspettava che gli rivolgesse uno sguardo allibito, infastidito o che lo scacciasse maleducatamente ma lei gli sorrise.
Zayn pensò di non aver mai visto nulla di più bello e luminoso al mondo, nemmeno la più bella giornata di sole inglese era paragonabile al sorriso della ragazza.
Si rese conto di aver dimenticato quanto quel semplice gesto lo avesse riempito in passato e quanto lo riempisse in quel momento, e
ppure era spaventato: aveva paura che lei fuggisse, che lo abbandonasse come aveva fatto in passato. 
Ma Amy - così gli aveva chiesto di soprannominarla lei il giorno del loro primo incontro - non fuggì.
Ripose il libro che teneva in mano nella borsetta a tracolla e rimase ad osservarlo in silenzio.
Zayn era stupito ma allo stesso tempo incredibilmente felice e credette di trovarsi in un sogno quando la sentì dire: "Non sei mai stato solo, Zayn." prima che lei appoggiasse le proprie labbra sulle sue impedendogli di ribattere a quella frase così ambigua, di sfogare tutti i sentimenti che aveva represso per quei tredici anni in cui lei era stata assente.
Se Zayn avesse mai immaginato quel momento, chiedete? Sì, lo aveva sognato mille e mille volte ma in nessuna delle sue fantasie le labbra della ragazza erano mai state così morbide e carnose; in nessuna delle sue fantasie i capelli della ragazza avevano un profumo così inebriante; in nessuna delle sue fantasie le mani della ragazza che lo sfioravano prima di allacciarsi dietro la sua nuca erano mai state così gentili ed esperte.
In nessuna delle sue fantasie Amelia Shane lo baciava spontaneamente, era lui ad implorarla chiedendole di soddisfare l' unico desiderio che nessuna sarebbe mai riuscita a realizzare.
Zayn desiderò che quel momento durasse all'infinito e che il mondo finisse nello stesso istante in cui lei avrebbe separato le proprie labbra dalle sue perchè sapeva - e forse aveva sempre saputo - che si sarebbe sempre sentito solo, senza di lei fra le sue braccia.
Lui sapeva che non sarebbe mai stato completo senza di lei ma quando lei si allontanò da lui ripristinando il contatto visivo e imprigionandolo in quegli occhi profondi color cioccolato le parole gli morirono in gola.
Lei sorrise ancora, lasciandolo senza fiato più di quanto già non fosse.
- Sai Zayn, ti ho sempre ammirato. Così testardo, coraggioso, autonomo, forte anche quando avresti voluto urlare il tuo dolore in faccia al mondo intero. Avevo paura di te, mi sentivo inferiore, piccola, ma credo che a vent'anni sia necessario fare le persone mature, non credi?- 
Zayn la guardò confuso, non riusciva a seguire il suo discorso.
- Forse abbandonarti tre giorni dopo averti trovato è stata la scelta peggiore che potessi fare, nonostante avessi solo sette anni, ma l'ho capito tardi. Tu,invece, lo hai sempre saputo. Siamo destinati ad essere soli insieme, Zayn.- concluse lei senza distogliere lo sguardo neanche per un attimo.
- Come l'hai capito? E' come se tu fossi in grado di leggere i miei...pensieri..- disse il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.
- I tuoi occhi. Tu comunichi con quelli, le parole non sono necessarie. - rispose lei mentre le sue guance si imporporavano di rosso e distoglieva lo sguardo, per la prima volta.
Zayn, sorridendo felice, le prese la mano con delicatezza.
- Amy, per favore, guardami negli occhi ora. - le chiese lui, la voce dolce e flebile.
Lei, ancora imbarazzata, obbedì. Si sentì risucchiata in quegli occhi simili ad oro fuso e, un istante dopo, capì.
- Ti amo anche io, Zayn. - disse sorridendo. 
Il raro sole estivo inglese splendeva su di loro ma la sua luminosità non era neanche lontanamente paragonabile a quella dei sorrisi che i due ragazzi, silenziosi e immobili l'uno di fronte all'altra, si stavano regalando.
 





 
 
HI, IT'S ME
Non so cosa dire di Amelia e Zayn, credo si commentino da soli.
Spero la loro storia, per quanto semplice e comunque molto psicologica piuttosto che fisica vi sia piaciuta.
Lasciate una recensione se potete, conoscere il vostro parere é importantissimo per me.
   
 
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