WERE YOU WORRIED ABOUT ME?
Erano appena arrivati.
La missione di quel giorno era finita ormai, il signor
Shibuki era stato accompagnato al villaggio delle cascate nascoste sano e
salvo.
Esito della missione: compiuta.
Purtroppo era successo un imprevisto, conseguentemente.
Un importante riunione al villaggio della foglia, aveva
costretto Kakashi-sensei ad assentarsi durante la serata e, Sasuke si ricordò
bene le ultime parole del maestro prima di andare via.
«tornate non appena il sole domani sorgerà»
Era notte, ormai. Erano rimasti nel villaggio a riposarsi,
troppo stanchi dopo lo scontro con Soin, ninja traditore del villaggio della
cascata.
Come al solito Naruto era esausto, infatti, riposava al
suo fianco, il respiro un po’ accelerato a causa del caldo di quella notte, le coperte
scomposte, spostate malamente da un lato.
Sasuke sbuffò.
Era impossibile dormire con Naruto affianco, soprattutto
quando era troppo stanco.
Quando lo era, lo induceva a russare genuinamente.
Si spostò di lato, dando le spalle al biondo steso al suo
fianco e tentò di chiudere occhio.
Quando si trattava di ricordare ipnotici occhi
rossi, per Sasuke non era una gran difficoltà addormentarsi. Cullato dalla
speranza di svegliarsi e scoprire che tutto era un incubo.
Proprio quando sentiva il sonno calare, Naruto scelse quel
momento per russare fragorosamente.
«che baccano!» sbottò irato, spingendo le coperte da un
lato, scoprendosi e alzandosi dl fouton. Era impossibile dormire insieme
a Naruto.
Per uno sprazzo di follia, Sasuke si ritrovò a pensare
cosa avesse fatto la moglie dell’Uzumaki quando si sarebbero sposati e avessero
condiviso lo stesso letto.
Scosse la testa, cercando di non pensarci e soprattutto,
cercando di non emettere nessun risolino. Le palpebre erano pesanti, eppure lo
sguardo non indugiò a posarsi sul fouton accanto al suo, dalla parte opposta,
un poco più lontano.
Lì dove avrebbe dovuto riposare Sakura.
Si tirò indietro, scosso nel costatare che quel fouton era
vuoto.
Batté ciglio un paio di volte, sporgendo in avanti il labbro
inferiore, nella sua tipica espressione imbronciata.
Non sapeva nemmeno il motivo per il quale si sentiva
irritato nel non trovare Sakura al suo fianco. Da sempre, aveva pensato che
Sakura sarebbe stata presente in ogni momento della sua vita e, non trovarla in
una situazione bizzarra come quella, gli sembrava strano.
Proprio in quel momento in cui avrebbe accettato
volentieri la sua compagnia.
Si guardò attorno e, trovando la stanza completamente vuota a parte dell’Uzumaki, decise di andare a cercare la compagna, così. Per scrupolo.
Voleva sapere dov’era andata a quell’ora della notte.
Non che fosse preoccupato per lei, no, figuriamoci. Se poi
si sarebbe persa, avrebbero ritardato il loro ritorno al villaggio.
Indubbiamente, era quello il motivo che l’aveva indotto a
prendere il mantello per coprirsi e ad abbandonare la stanza dove trovavano
rifugio ed uscire all’esterno.
Appena fu fuori dal loco dove riposavano, voltò la testa a
destra e poi a sinistra.
Tutto completamente deserto.
Questa volta, l’irritazione […o preoc…no, no.
Impossibile] di non sapere dov’era la ragazza si fece un pochino più
elevata nel petto.
Che le fosse successo qualcosa? Che si fosse veramente
persa? Che l’avessero attaccata?
Sasuke si portò una mano la viso, massaggiandosi con un gesto lento e misurato la tempia.
Quella ragazza riusciva sempre a coglierlo di sorpresa.
Con calma, cercando di dare un contegno a quella crescente
agitazione, s’incamminò per il bosco, il primo posto che gli venne in mente.
A lei piace il verde e la natura, no?
Senza accorgersene, si ritrovò a costeggiare la riva del breve fiumiciattolo del paese, quello che nasceva dalla cascata all’entrata del villaggio.
La luna padroneggiava serena il cielo, scuro, sovrastata a
volte da nubi nere. Illuminava fiocamente con i suoi deboli spiragli di luce il
sentiero sul quale camminava l’Uchiha,
abbagliava dolcemente le foglie degli alberi, rendendo le
loro ombre sul terreno erbose piuttosto tetre.
Sasuke continuò a camminare, incurante dell’anormale
silenzio che regnava in quel posto.
Era piacevole, dopotutto.
Si sentiva solo lo scroscio dell’acqua e qualche fruscio
delle foglie, mosse appena dalla lieve brezza notturna.
Per il resto, era tutto tranquillo. Il moro non pensò
nemmeno ad un possibile agguato, Soin era stato sconfitto, e con lui tutti i
suoi seguaci.
Non appena il tranquillo scrosciare dell’acqua divenne più
rumoroso, Sasuke alzò lo sguardo, incontrando con gli occhi l’alta cascata che
segnava l’entrata segreta al villaggio.
Ripercorse con lo sguardo il tragitto dell’acqua che
scendeva abbondantemente da quella crepa nel muro. In fondo a questo tragitto,
l’acqua si mescolava con la schiuma, causata dal forte impatto con lo specchio
liquido.
Osservando l’estensione del laghetto che poi si richiudeva
in foce in un fiume, scorse una figura che si muoveva, in equilibrio sulla
superficie di quest’ultimo.
Si muoveva a passi lenti che poi acceleravano in veloci
passi e balzi, scaltri e quasi impossibili da vedere a quella distanza e
soprattutto, all’oscuro della notte.
I raggi lunari non illuminavano così lontano.
Istintivamente il ragazzo portò una mano alla coscia
destra, dove teneva i kunai.
…eppure, quella mano, come si era mossa, si era fermata a
metà tragitto.
Non era un nemico.
Non poteva esserlo, perché in quel preciso istante, a
Sasuke sembrò di vedere un semplice…
…angelo.
Non aveva mai visto nulla di simile.
Era femmina, i movimenti fluidi e ben misurati erano ben
lungi nell’essere fermi e decisi virilmente.
Camminava, silenziosa e veloce, tenendo una sufficiente
quantità di chakra nelle piante dei piedi.
Si, a piedi nudi, si muoveva agilmente, in quella che
sembrava una danza.
Ora che guardava meglio, Sasuke scorse che anche le gambe
erano nude e si poteva ben distinguere il ventre.
Indossava il minimo necessario per coprirsi.
Beh, dopotutto, stava camminando sull’acqua e se avesse
perso la concentrazione, sarebbe stato più che probabile la sua caduta in
quella purezza cristallina.
Uno, due…
Alza la gamba e poi salto.
…giro, alza la mano, si piega il braccio.
Testa indietro, capelli corti che si muovono.
E poi ancora, sempre, ripetuto.
Il ragazzo rimase stupito da tanta bellezza e femminilità,
per Dio, non gli era mai capitato nulla del genere.
Eppure, non si sentiva sdegnoso nei suoi confronti.
Quella ragazza – chiunque sia, riusciva a mettergli una
strana tranquillità nel petto.
Parve riscuotersi dai suoi pensieri e, questa volta
disgustato nell’essere caduto nella trappola sensuale di una donna, indietreggiò
senza far rumore.
…o almeno, quella era la sua intenzione.
Non si accorse di quel ramoscello dietro di lui che lo
fece cadere sbadatamente a terra, all’indietro, picchiando forte il sedere e la
schiena.
Masticò un’imprecazione, sperando di non essere stato
sentito, cosa molto improbabile dato che aveva fatto un concerto.
Infatti, fece perdere la concentrazione a quella ragazza
che ballava sul lago che, con un sonoro “splash” vi cadde dentro.
Sasuke si rialzò di tutta fretta, rassettandosi appena
dietro i pantaloni sporchi un po’ di terra, e la maglia, alzando lo sguardo
verso il lago, dove ora non era presente nessuno.
«accidenti…EHI!» urlò, correndo verso l’argine del
laghetto, buttandosi in ginocchio, tentando di scorgere un’ombra nell’acqua.
Vide una testa farsi spazio in quello specchio, fino a
spuntare con un balzo, producendo un bel po’ di schizzi che lo bagnarono
appena.
Un po’ stizzito, si portò una mano davanti al viso, per
proteggere gli occhi da quegli schizzi.
Abbassò leggermente le dita che gli impedivano di vedere…
…e la vide.
Imbronciata, irritata e stizzita, galleggiava nell’acqua,
rivelando solo la testa, quella che gli bastava a capire chi era.
«Sakura?! Che ci fai qui?»
I corti i capelli rosa le aderivano alle tempie, scendendo
lungo le guance e fermandosi sotto la gola, dove grondavano dalle punte un
sacco di gocce d’acqua.
Gli occhi verdi erano appena appannati da quelle stesse
gocce che cadevano dalle ciglia, rigandole le guance.
Aveva un’aria buffa, con quell’espressione così
imbronciata che però, non appena anche lei capì chi aveva davanti, si estese in
un sorriso imbarazzato.
«potrei farti la stessa domanda»
richiamando un po’ di chakra nei palmi della mano, si
poggiò sulla superficie acquosa, alzandosi e rivelando il corpo completamente
bagnato.
Con un poco di fatica si tirò sull’argine, sedendosi
affianco a Sasuke che la guardava stranito.
«da quando mi rispondi con altre domande?»
«da quando ho deciso di fare un po’ come fai tu»
rivelò pacata, tremando appena a quel leggero venticello
notturno. Sasuke solo guardarla, ringraziò di essersi portato dietro il
mantello che ora gli scaldava bene le spalle.
«e io che credevo fossi brava nel controllo del chakra.
Tsk, sei caduta come un sacco di patate»
accusò distogliendo lo sguardo dal corpo di Sakura,
distogliendo lo sguardo da quelle curve poco formose ma che inducevano lo
stesso a guardare.
«…beh, tu hai fatto un casino e mi sono distratta»
disse lei a mo’ di scusa, stringendosi nelle spalle. Tremò
più vigorosamente e, istintivo, il braccio si sporse a prendere la sua classica
casacca rossa, che si poggiò sulle spalle.
Si lasciò cadere stesa a terra, rivolgendo lo sguardo alla
luna che osservava muta la scena, il ventre che si alzava e abbassava velocemente,
a ritmo del respiro accelerato.
Un palese rossore si dipinse sulle guance del moro a
quella sua ultima affermazione, ma si riprese e la guardò di soppiatto.
«sei sparita così, potevi avvisare qualcuno»
«…e chi? Stavate dormendo. Non potevo svegliarvi, dopo che
avete combattuto in quel modo, a pomeriggio»
Sasuke poté sentire una nota di malinconia nella voce
dell’Haruno.
Sapeva bene di cosa si trattava, era abituato ai suoi
complessi d’inferiorità in confronto a loro.
[un po’ come ormai li aveva lui nei confronti di Naruto,
ma lui era sempre stato bravo a nascondere tutto. Sakura invece era sempre così
facile da leggere]
«comunque sia, non è stato bello svegliasi e vedere che
mancavi»
«ti ha svegliato Naruto?»
il moro scosse il capo e si pentì di averlo fatto non
appena vide un sorriso affabile piegare le labbra della Kunoichi. Sapeva, purtroppo,
dove voleva andare a parare.
«eri preoccupato per me, Sasuke-kun?»
dal basso, con quegli occhioni verdi che lo pregavano in
un’affermazione positiva, lo guardava speranzosa. L’Uchiha aprì bocca per
rispondere, ma poi, in totale assenza di cose da dire, la richiuse,
socchiudendo gli occhi.
Sakura fece spallucce, distogliendo da lui lo sguardo e
riposandolo sulla luna.
«non è una brutta cosa, preoccuparsi per una propria compagna
di squadra, in fondo»
sussurrò lei, arricciando le labbra in un sorriso stanco,
mentre le gambe ancora nude, si piegavano, cercando un po’ di calore nel
proprio corpo.
Rimasero così, in silenzio, senza che lui riuscisse a
ribattere qualcosa di concludente.
La luna li osservava muta, mentre sembrava sorridere a
quel sorriso riflesso nel volto di Sakura.
«è bello stare qui, vero?»
domandò ad un certo punto Sakura, facendo sobbalzare
Sasuke.
Il ragazzo alzò lo sguardo alla luna, rimanendo seduto
accanto a lei.
Poi, lentamente, scosse la testa in un gesto che
concordava con l’affermazione di lei.
Sospirò, senza sapere cosa fare in quel momento. Stare
seduto accanto a lei…
Sembrava la conoscesse da una vita.
Ed era così, in fondo.
Quella notte, sentiva un qualcosa scorrergli nelle vene e
non era solo sangue.
Adrenalina.
La conosceva da
tanto, tantissimo tempo.
Se solo si fossero messi insieme, potevano anche già
sposarsi.
Lei sapeva tutto di lui.
Lui sapeva tutto di lei.
«dovremmo tornare al villaggio. Se Naruto si sveglia e non
trova né me né te nel letto è capace di farci fuori»
mugolò tristemente la ragazza, senza però accennare ad
alzarsi. Stava ferma, aspettandosi tipo una risposta da Sasuke.
Il ragazzo le diede più di una risposta.
…una speranza…?
Non era più seduto.
Si era alzato e messo inginocchio sopra di lei, attento a
non farle male e non opprimerla.
La guardava negli occhi, e sentì il nero delle sue iridi
sfumare nel verde di quelle di lei.
Sakura rimase come ipnotizzata da quello sguardo, e
d’istinto, alzò le braccia ancora un po’ umide, allacciandole al collo
dell’Uchiha che stranamente non si ritrasse.
«…tanto non si sveglierà per ora, Naruto»
sussurrò il ragazzo, trovando esilarante quella
situazione.
Eppure, fu sufficiente uno sguardo, per dimenticare
Naruto, Itachi, la vendetta e tutti gli incubi che gli popolavano la notte,
cedendo volentieri al suo unico, bellissimo, sogno.
Si convinse a chiudere la distanza fra i loro volti, già vicini
grazie a quella posizione, posando delicatamente le labbra pallide su quelle
rosse a causa del freddo di lei.
Prima un solo tocco.
Quel bacio era decisamente più soddisfacente di una
vendetta ancora incompiuta.
…poi lo approfondì, schiudendo le labbra e passando la
lingua su quelle di Sakura, chiedendole incessantemente il permesso di poter
esplorare la sua bocca.
Sakura non era mai stata così d’accordo.
Fu tutto un gioco di sguardi quello che li aveva spinti a
baciarli e fu tutto un gioco di lingue quello che li aveva spinti a cercarsi,
freneticamente, con le mani.
Le labbra si toccavano, dolcemente, mentre le lingue si
scontravano e giocherellavano sensualmente, carezzandosi l’un l’altra.
Sasuke schiuse gli occhi, osservando attentamente le palpebre
della ragazza rese pallide dai raggi lunari. Non appena anche lei aprì gli
occhi, ci fu ancora quell’attimo in cui si persero l’uno nello sguardo
dell’altra.
La maglia scura adesso era un poco bagnata da quel
contatto con il corpo di Sakura, ma a lui non importava. Scese velocemente a
baciarle il collo, leccandole le strisce d’acqua che le cadevano lungo la pelle
profumata.
«…ti voglio, Sakura»
solo quel lieve sussurro da parte dell’Uchiha, mentre
continuava a mordicchiarle il collo, e le mani esploravano il suo ventre,
inoltrandosi sotto la maglia bagnata, toccandola.
«…finalmente…ti sei accorto di me…»
quel mormorio l’aveva fatto sorridere, mentre le sfilava
cautamente la maglia bagnata, lanciandola lì da qualche parte nel prato.
Sakura alzò le braccia, slacciandogli il mantello, e
togliendogli a sua volta la maglia.
Lui s’abbassò, premendo piano il petto contro il seno di
lei, baciandola.
E mentre Sasuke si muoveva sopra, dentro di lei, solo una piccola lacrima solcò il volto della giovane kunoichi, forse un po’ per il dolore, forse un po’ per la felicità.
Ma Sasuke aveva visto, con la coda dell’occhio, quella lacrima riflettersi nel cielo, in una stella cadente. Ed era così strano, come due cose così diverse, potessero assomigliarsi tanto.
Il cinguettio degli
uccelli, non era mai stato così tanto amato e ben accetto nelle orecchie di
Sakura, che osservava estasiata il sole sorgere, illuminando fiocamente il
cielo di un giallo pallido, mischiato al rosa.
Aveva visto tante volte l’alba,
ma mai, l’aveva apprezzata in quel modo.
…quando sentiva quel calore sopra le sue spalle, quel calore che la riscaldava dal leggero venticello mattutino, qual calore che l’abbracciava.
E quelle labbra che la
baciavano sulla tempia appena sudata mentre lei parlava concitata di cose ben
tutt’altro interessanti, ma solo con lo scopo di far ridere colui che amava.
Entrambi, sentivano
scorrere l’acqua nel ruscello.
Gli uccelli che
cantavano, rallegrando in parte i loro cuori già colmi di quella che poteva
essere felicità.
E sentivano la stoffa di
un semplice mantello strofinarsi contro i loro corpi nudi, coprendoli e
costringendoli in un affettuoso abbraccio ben voluto.
Lei rideva.
Lui sorrideva.
Lei lo abbracciava.
Lui la baciava.
«alla fine sei venuto a
cercarmi, durante la notte…»
sussurrò Sakura,
stringendosi al corpo dell’Uchiha, ancora fremente. Il ragazzo parve pensarci
su qualche attimo, prima di annuire con marcata evidenza.
«se adesso sono qui…»
«…e ti piace essere qui?»
«si, molto»
«anche a me»
Sasuke ampliò un poco il
suo sorriso, stringendo la ragazza a sé, sotto il mantello.
La luna era scomparsa e
con lei, aveva portato via i ricordi di quella notte, lasciandoli solo nei
cuori dei due giovani.
Si erano scambiati
affetto, e molto di più, i loro segreti li custodiva la luna.
E come luna e sole,
Sasuke e Sakura si completavano.
«eri preoccupato per me,
Sasuke-kun?»
«non è una brutta cosa,
preoccuparsi per il proprio amore, in fondo»
Si erano scambiati
affetto, e molto di più, ma questa volta, i loro segreti li custodiva anche il
sole.
Perdonatemi se fa schifo.
-.- ma sono le 23.30 suonate e io fra un paio d’ore finalmente parto e me ne
vado in vacanza per BEN tre settimane.
Questo era diciamo un mio
“arrivederci”.
Ovviamente SasuSaku.
Troppe SasuIno, mi sta venendo il voltastomaco :S.
La coppia più bella, tsk.
Spero che sia piaciuta,
l’ho scritta di getto e l’idea mi p venuta guardando il 4° film di Naruto,
infatti i nomi, Soin e Shibuki sono gli “antagonisti” del film.
Che consiglio di vedere!
XD
Appena tornerò dalle
vacanze mi metterò al lavoro di una sottospecie di parodia di Honey,
coppie: SasuSaku,
NaruHina e NejiTen e con qualche altra apparizione.
Spero che anche quella
sia di vostro gradimento. Ma ora ditemi che ne pensate di questo.