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Autore: Fred Halliwell    16/01/2013    8 recensioni
In un mondo di pace e luce esiste sempre l'oscurità, ed è tra quelle ombre che sempre più agguerrito e vendicativo vive Pitch Black.
Si è armato, con nuovi trucchi, molto più potenti di prima, che neanche il bastone magico di Jack riese a fermare. Come faranno i Guardiani a sopravvivere? A chi chiederanno aiuto?
Mgari a qualcuno come loro!
Ma esistono altri spiriti come loro? Ci avete mai pensato?
Avete mai provato ad immaginare cosa succederebbe se, oltre ai 5 Guardiani, l'Uomo della Luna ne avesse scelto un sesto, molto prima di tutti gli altri. Un Guardiano ormai tanto antico da essere stato dimenticato, confuso con un mito, scambaito per qualcun'altro. Un Guadiano vissuto così tanto tempo fà che persino lui ha dimentico il suo scopo.
Beh, io SI! XD
E se questo spirito perduto venisse richiamato a combattere? A lottare in una guerra che non gli appartiene più, per sconfiggere un vecchio nemico e ripristinare l'ordine nel mondo e salvare gli altri Guardiani.
Lo farà?
Chi sarà mai questo Guardiano che vaga per il mondo senza più una meta? E deciderà di unirsi ai Guardiani o a Pitch per portare avanti la sua vendetta?
Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jarida's Universe'
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Ma salve gente XD sono riuscita a mettere in tempo un nuovo capitolo ^^ avete visto?
Oggi sembrava proprio non essere giornata u.u, tra esami e sfortuna (mi sono capitate tante di quelle cose che credevo non sarei mai riuscita e pubblicare il nuovo capitolo) senza contare che ho anche problemi al pc ç.ç  si spegne!
Prima di lasciarvi leggere i soliti ringraziamenti di rito u.u
Un abbraccio a AliAliEfp, Danielle_Lady of Blue Roses, Hawthorn, IvelostwhoIam, Lady of the sea, LoveDolphin, Malika e Olguzzi che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite.
E un bacione a Cordelia89, EmilyHalliwell, marty00, MrsDalloway91, Pitch Black e Romantic_Dreamer che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite.
Allora che mi dite? Vi sta piacendo sul serio la mia storia? Beh se la seguite per fortuna si ^^ ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, magari potreste darmi anche dei suggerimenti. La trama è già bella e pronta, ma un autrice (mamma mia quanto mi gaso anche solo a scrivere questa parola XD) accetta sempre le critiche ed i suggerimenti ^^
Ora vi lascio al terzo capitolo ^^ spero di non deludervi, anche perché ho sempre paura di scadere nell’OOC u.u, soprattutto per il personaggio di Jack! ^^’’’
Un bacio a tutti (in particolare a IvelostwhoIam, EmilyHalliwell, Pitch Black, HeilyNeko, Cordelia89 e MrsDalloway91 che mi hanno fatto il grandissimo onore di recensire ^^)!
 
PS U.U dovete scusare gli eventuali errori di battitura, ma non ho avuto molto tempo per
rivederlo ^^
 
Buona lettura! 






CAPITOLO TRE
La rivolta dei giocattoli

 

Quando Jack arrivò a destinazione c’erano già quasi tutti, mancavano solo lui e Bunnymund, nonostante avesse invocato alcuni del venti più veloci del pianeta per andare più in fretta.
Decise di entrare direttamente nella sala principale del palazzo, quella dove si trovava il globo con le lucine che identificavano tutti i bambini che credevano nell’esistenza dei Guardiani, tanto la finestra nel soffitto era sempre aperta per lasciare entrare la luce lunare. Atterrò di fronte al pannello di controllo del globo, proprio sopra la “G” di Guardiano incisa nel pavimento.
Ora quella mattonella non era più quadrata, ma pentagonale. North aveva pensato bene di sostituirla, aggiungendo anche un triangolino dedicato a lui, su cui era rappresentato un semplice fiocco di neve.
Gli elfi e gli yeti aiutanti di North si erano spostati lasciandogli lo spazio per atterrare, così ebbe modo di guardarsi attorno. La sala era sempre la stessa. La pareti bianche con gli angoli rivestiti di legno scuro, il grande caminetto di marmo rivestito di agrifoglio. I Guardiani erano tutti lì davanti, illuminati dalla luce giallastra della fiamme accese con caminetto.
La prima che vide fu Toothiana, bellissima e variopinta come sempre. Si muoveva a destra e a sinistra dando continui ordini alle sue fatine. Non appena lo adocchiò arrossì e gli andò incontro, svolazzando felice, in un turbinio di colori sgargianti. Lo abbracciò stretto, prima lui e poi la sua amica Baby Tooth.
Gli fece qualche domanda di cortesia, continuando ad alternare le sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi cerulei. Ci mise pochi secondi ad aprirgli la bocca e a controllare lo stato dei suoi denti.
<< Oh >> mormorò estasiata la fatina << Sono sempre bellissimi! >> e lo guardò con i suoi stupefacenti occhi viola, incorniciati dalle lunghissime ciglia.
Toothiana era sempre stata molto gentile con Jack e per questo lui le era molto grato. Era stata, forse, la prima dei Guardiani (dopo North) a dargli piena fiducia e per questo le voleva molto bene e gliene avrebbe voluto per sempre … tranne quando gli controlla i denti, però!
“E’ odiosa quando lo fa!”
Non poteva neanche negare di trovarla decisamente graziosa, e più di una volta da quando l’aveva conosciuta, mosso dalla solitudine, si era anche chiesto se per loro due poteva esistere un “futuro romantico” al di là del loro legame effettivo basato su una forte amicizia.
Ma Toothy era la sua migliore amica, quasi una sorella, immaginarsela in “altri ruoli” lo mettere a disagio.
<< Toothiana, lascia stare denti! >>disse la voce imperiosa di North, proveniente dal fondo della sala. Lui e quel suo strano accento russo; quell’omone vestito di rosso riusciva sempre a salvare Jack da qualsiasi situazione si trovasse.
La Fata dei Denti arrossì, imbarazzata per l’ennesima gaf, e si ricompose in pochi secondi mormorando un lieve << Scusa Jack >> prima di tornare ad impartire ordini alle sue aiutanti.
North si avvicinò al nuovo arrivato insieme a Sandman e gli posò una mano sulla spalla << Ben tornato a casa figliolo >> disse solo e l’albino sorrise per quell’appellativo.
Per North niente era impossibile (neanche un caso disperato come Jack), era la bontà fatta a persona e Sandy era come lui, d’oro come la sabbia che controllava.
L’Omino dei Sogni era sempre silenzioso, non parlava mai, ma forse era solo perché non aveva nulla da dire. Gli diede il benvenuto nell’unico modo che conosceva: creando strane figure con la sabbia dei sogni. Per Jack, sebbene si conoscessero da sei anni, il suo linguaggio rimaneva incomprensibile, non lo capiva, quindi si limitò a rispondere con un semplice: << Ciao anche a te Sandy >>
Lui sorrise, alzando anche i pollici di entrambe le mani, e tornò infondo alla sala felice come una pasqua … a proposito …
<< Dov’è il “Canguro di Pasqua”? >> domandò al padrone di casa l’albino, con un sorrisone divertito sul viso. North lo guardò storto, così lui si affrettò a correggere la frase: << Volevo dire: dov’è Bunnymund? >>
Lo sguardo di Babbo Natele si addolcì: << Deve ancora arrivare >> e si mise seduto su una poltrona di fianco al camino << Io spiega tutto quando anche lui arriva. Fatto riguarda anche festa di Pasqua >>
Con quelle parole gli altri tre Guardiani si guardarono allarmati.
“Cosa è successo?” fu il loro pensiero comune.
 
Il crepitio del fuoco acceso nel camino era l’unico rumore che North fosse in grado di sentire. Oltre, logicamente, al sommesso vociferare di Toothiana che impartiva ordini alle sue aiutanti fatine.
Ogni tanto si sentiva anche il tonfo di qualcosa di piccolo e “congelato” cadere sul pavimento: Jack si stava di nuovo divertendo a congelare i suoi elfi. Lo faceva sempre quando era annoiato … ed era spesso annoiato …
<< Jack >>lo ammonì l’uomo col suo vocione dall’accento russo << Lascia stare elfi >> il ragazzo annuì svogliatamente e cominciò a giocare a scacchi con Baby Tooth, ma non avrebbe resistito molto, era un gioco troppo mentale per lui.
<< Ehi, ciao Phil! >>fece, infatti, il giovane, salutando uno degli yeti di North, che passava di lì per caso. Quello, in tutta risposta, alzò in alto il pugno peloso, in una chiara dimostrazione di quanto gli facesse “piacere” rivedere Jack Frost. In realtà per tutti gli yeti era così: anche se non faceva danni (non troppi per lo meno) quando si aggirava senza controllo nel laboratorio era ancora considerato una minaccia.
Il fatto è che, per Jack, sempre in constante movimento, l’attesa era davvero snervante e faceva di tutto per renderla insopportabile anche agli altri … soprattutto a Bunnymund e a Phil!
Fortunatamente in quel momento con North c’era anche Sandy, placido e silenzioso come al solito. L’Omino dei Sogni sì che lo capiva. Il gigante rosso gli lanciò una veloce occhiata riconoscete ma … si era addormentato … tipico
North sospirò, ormai demoralizzato. Stava anche cominciando a preoccuparsi: Bunnymund non si faceva mai attendere tanto, anzi, di solito era il primo ad arrivare.
Gli venne il dubbio che avesse avuto problemi simili ai suoi e la cosa non gli piaceva.
Quella mattina, infatti, quando si era svegliato, sembrava tutto a posto nel suo palazzo. Il Natale era passato da poco ma North e i suoi yeti ci erano rimessi a lavoro, nonostante l’opera semidistruttiva di quegli stupidi elfi.
Aveva fatto colazione con sole tre fette di torta (giusto per tenersi leggero) e si era rintanato nel suo studio a creare giocattoli, passando, come suo solito, davanti al globo con le luci. Gli aveva dato un’occhiata fugace e non aveva notato nessuna anomalia evidente, quindi si era messo a lavoro pimpante come al solito.
Da quando Jack si era trasferito a casa sua, North aveva sempre blocchi di ghiaccio a sua disposizione, senza bisogno che uno yeti andasse a prenderli all’esterno, e questo velocizzava non di poco il suo lavoro.
Ne stava giusto lavorando uno, cercando di trasformarlo in un orsacchiotto, quando il rumore di una forte esplosione gli fece segare un orecchio di quel povero giocattolo. << Shostakovich! >> imprecò ad alta voce << Povero orsetto. Era gioco innocente! >> si diede una manata sulla fronte, come a punirsi, e si diede da fare per ricominciarne uno nuovo, non preoccupandomi troppo di quel rumore. Probabilmente era causato dagli elfi che si erano di nuovo dati la scossa facendo uno dei loro strani esperimenti con le luci di Natale.
North lo diceva sempre: gli yeti erano più affidabili e servizievoli. Soprattutto Phil. Era lui lo yeti che si occupava di cacciare gli intrusi (diciamo il capo della sicurezza), in primis Jack quando non era ancora un Guardiano e cercava di intrufolarsi nel palazzo di nascosto.
Tra i due non correva ancora buon sangue.
Quando Phil, quindi, entrò trafelato nel suo studio, sbattendo con forza la porta e facendogli tranciare il naso del nuovo orsetto che stava, a quanto pare inutilmente, tentando di fare, North si allarmò non poco.
Prima di tutto, però, lo guardò storto << Phil! Quante volte detto te di fare attenzioni in mio studio? >> lo rimproverò, ma lui non gli diede molta retta.
<< Haffiabo brofleba doi dioffaffoli >> gridò con il suo bofonchiare, incomprensibile a tutti tranne che al padrone di casa << Brofleba doi dioffaffoli … Brofleba frage! >> continuò ancora più agitato sentendo una nuova esplosione.
Il gigante strabuzzò gli occhi. Nonostante capisse perfettamente il linguaggio degli yeti, Phil aveva parlato così velocemente che non aveva afferrato il senso della frase: << Successo qualcosa al globo? >> chiese, infatti, ma Phil scosse energicamente la sesta agitando i lunghi peli del muso << A elfi? >> altro segno negativo con la testa << A giochi? >> sta volta annuì, con più forza di prima.
North si alzò dalla sedia afferrando le sue fidate spade. Quella scena gli sapeva tanto di déjà vu … come quando Pitch aveva fatto il “suo giochetto” (come lo aveva definito lui tempo dopo) con il globo. << Cosa essere successo a nuovi giochi? >> chiese a Phil, ma prima che lo yeti potesse rispondere, l’orsetto a cui aveva tagliato l’orecchio lo assalì alle spalle.
Era fatto di ghiaccio, quindi fu facile liberarsene, gli bastò gettarlo nel fuoco, ma la cosa lo turbò ugualmente. Il suo orso incompleto non solo aveva preso vita senza il suo intervento, ma lo aveva assalito.
“E se fosse stato un gioco vero? E sa avesse assalito un bambino?”
A quel pensiero il panico prese il sopravvento del suo spirito e si precipitò fuori dallo studio con passo pensante. Il tintinnio dei campanelli sui cappelli degli elfi accompagnava ogni suo passo, facendolo innervosire sempre di più << Perché vostre teste a punta essere sempre sotto miei scarponi! >> urlava mentre si dirigeva velocemente all’ultimo piano del laboratorio degli yeti, da dove provenivano i suoni più sinistri.
Non appena scese dall’ascensore sferico, quello che vide fu il caos.
Molti giocattoli avevano preso inspiegabilmente vita e stavano attaccando gli yeti. Due o tre elfi erano stati addirittura attaccati alle colonne da un cowboy di peluche. Un altro elfo stava scappando inseguito da un cacciabombardiere telecomandato. Uno yeti era stato dipinto di rosso da un robot mezzo colorato che gli aveva strappato di mano il pennello. E molti altri casi simili.
<< Per tutte le renne! >> gridò North agitando smaniosamente le braccia muscolose << Cosa stare succedendo qui? >>
Al suo grido tutti, ma proprio tutti (yeti, elfi e giocattoli compresi) si voltarono verso di lui bloccandosi di colpo << Voi essere giocattoli, tornate giocattoli per favore >> aggiunse a quel punto con un tono più mansueto.
Quelli, però, non presero bene il suggerimento di North e ricominciarono ad agitarsi peggio di prima. L’uomo si rivolse sconsolato a Phil << Noi essere costretti a distruggere loro e rifare tutti d’accampo >> e sfoderò una della sue spade ed alzò il braccio su una bambola di pezza che aveva afferrato mentre correva (la bambola, non North) dalla’altro lato del laboratorio, ma non l’abbassò mai. Un’ombra nera, sfuggente ed emanante un’aura negativa, gli passò sotto gli occhi, fece pochi metri e si dissolse nel nulla.
North la guardò scomparire, spalancando i grandi occhi azzurri. Sorpreso e turbato al tempo stesso, lanciò la bambola a Phil, deciso a capire cosa stava succedendo. Quell’ombra che aveva visto sembrava tanto uno dei cavalli-incubo di Pitch!
“Che centri lui nella rivolta dei miei giocattoli?”si domandò.
Ignorò tutti i rumori alle sue spalle, lasciando agli yeti il compito di sistemare i “ribelli” e si concentrò sulle altre ombre del laboratorio, cercando di individuare quella giusta.
Varò ogni angolo, eludendo gli assalti dei giocattoli, ma sembrava che avesse avuto solo un’allucinazione. Stava quasi per demordere, ma fu allora che la vide: un’ombra, molto più grande di quando ricordasse, stava passando attraverso i giocattoli finiti riportandoli in vita.
“Non so come sia entrata, ma deve sparire!”si disse mentalmente per auto incitarsi e le corse incontro gridando per darsi la carica, ma quando fu abbastanza vicino da vederla bene si rese conto che non era per niente come quelle che ricordava.
L’ombra era grossa, molto grossa, camminava su due zampe e sembrava molto più feroce e pericolosa di quelle a forma di cavallo: infatti era un orso, non un cavallo!
Resosi conto della differenza, frenò di colpo, strabuzzando gli occhi cerulei, un brivido di terrore lo fece indietreggiare. Erano anni che non aveva tanta paura, credeva quasi di svenire << Orso?! >>.
Al suo urlo sconvolto molti yeti impegnati con i giocattoli gli si affiancarono pronti allo scontro. La creatura li guardò tutti, ringhiò contro di loro e poi si dissolse nel nulla, scomparendo.
Non appena se ne fu andata tutti i giocattoli tornarono buoni, sorridenti ed inanimati come al solito.
Quell’avvenimento aveva turbato North a tal punto che si affrettò a chiamare i Guardiani. Ed ora eccoli qua: tutti i Guardiani riuniti … tutti tranne Bunnymund
Prese seriamente in considerazione l’idea di mandare una squadra a cercalo (magari di mandarci Jack, visto che aveva ricominciato a congelare gli elfi) quando il buco di una galleria di aprì nel mezzo della sala, di fianco alla “G” sul pavimento << Galleria! >> esclamò l’uomo indicando agli altri il buco.
Il Guardiano della Speranza ne uscì dolorante e sporco in più punti. Il boomerang che aveva sempre dietro era messo male sulle spalle e la cintura che lo reggeva sembrava danneggiata. Si ripulì la pelliccia sulle spalle e sospirò pesantemente, spossato, socchiudendo gli occhi verdi.
L’Omino dei sogni, svegliatosi proprio in quel momento per via dell’urlo di North, fece apparire con la sua sabbia l’immagine di una sedia da dare al coniglio.
<< Phil! Porta sedia per Aster! >> ordinò a quel punto il padrone di casa, prima di correre vicino al mio amico insieme a Sandy.
Jack li guardò con un cipiglio sorpreso, prima il gigante e poi Bunnymund: forse non aveva mai sentito il vero nome di Bunnymund prima di quel giorno (lui lo chiamava sempre e solo “canguro”, o al massimo “coda di cotone”, di rado Bunnymund), ma si avvicinò anche lui.
<< Aster >> disse dolcemente Toothiana accarezzando una guancia pelosa del Guardiano << Stai bene? >>
Quando lo aveva visto spuntare ansimante dalla sua galleria si era preoccupata da morire. Che cosa stava succedendo?
“Centra forse con la chiamata di North?”pensò la fatina lanciando una veloce occhiata all’uomo con la barba per poi concentrarsi nuovamente sul suo vecchio amico.
Bunnymund annuì, seppur debolmente, e si buttò sulla poltrona rossa che gli aveva appena portato Phil << Ho avuto dei problemi nella mia tana >> disse solo, guardando North, e lui intese subito che gli stava chiedendo con lo sguardo se a lui era successo lo stesso. Babbo Natale sospirò: era giunto il momento di raccontare agli altri la sua movimentata mattinata. 

 

  
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