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Autore: Iris_Angel    16/01/2013    3 recensioni
Iris ha 17 anni, chioma bionda, occhi castani e ribelle come pochi.
Ha un solo scopo, entrare nel gruppo delle Follie, le ragazze più popolari e rinomate della scuola.
Per l'iniziazione dovrà vrucire un magazzino abbandonato, ma qualcosa va storto, le fiamme avanzano, ed Iris viene salvata magicamente da un avvenente giovane dagli occhi neri.
è fatta, può entrare nelle Follie, ma non sa che, dietro a quelle tanto belle ragazze, sta un segreto celato da secoli. Iris ritrova a scuola il misterioso ragazzo, Nathan, che è sempre più misterioso con lei. La ragazza si ritrova immmischiata in una lotta che dura da millenni, e proprio lei sembra esserne la causa.
Chi è Iris? E Nathan cosa vuole da lei?
Ah, dimenticavo, il gruppo delle Follie è anche soprannominato
Le Furie.
Può la bellezza essere un potere assoluto?
E può una ragazza cambiare il proprio destino?
Iris- La goccia del Potere.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Iris_Angel presenta:
 

IRIS
1. La goccia del potere

 



Primo capitolo:
 § Follie §

 


– Iris! Cosa stai facendo?– la voce squillante di Debora risuonò nella stanza da pranzo, facendo allarmare il marito, che stava comodamente seduto sulla poltrona porpora in salotto. Il suo viso, con la barba appena fatta e un paio di occhiali circolari, si voltò verso la cucina. Svelto appoggio il giornale sul tavolino da caffè, dirigendosi da dove provenivano le urla. Calma. Non chiedeva che un attimo di calma, in quella famiglia che vent’anni lo assorbiva completamente.
– Ti ho detto di metterlo giù!–gridò Debora alla figlia, che non sembrava smettere di tenere il fratellino Carl sospeso per il naso. Sul viso di Iris stava un ghigno crudele, di chi sta’ finendo una vendetta premeditata da tempo. – Iris!– Debora, rossa dalla rabbia, si diresse verso la figlia, sottraendole il possesso di Carl.
Il naso del ragazzino era completamente rosso, ed i suoi occhi continuavano a roteare, come in cerca di una stabilità persa. Barcollò fino alla porta della sala da pranzo, imbattendosi nel padre Mark.
– Ma sei scema? Non gli arriva l’ossigeno al cervello così!– Debora si trattenne da schiaffeggiare il viso beffardo della figlia, che se ne stava appollaiata sulla sedia.
– Tanto non gli arriverebbe comunque…– disse ironica Iris, ma la sua ironia non era gradita quella mattina.
– Iris, cosa dobbiamo fare con te?– era stato Mark a parlare. La fronte corrugata e gli occhi irosi facevano capire che non si stava affatto divertendo.
Carl stava dietro di lui, come se stesse fissando un demonio in persona. Iris. Quella ragazza, dai lisci e lunghi capelli biondi e dagli occhi castano scuro, sembrava non volerlo lasciare stare per un momento.
– Iris? Sto parlando con te!– Debora si mise accanto al marito, incrociando le braccia. Intanto, la ragazza giocava con le arance, facendole roteare in aria come fosse un giocoliere.
– Iris Henrish, smettila di giocare con quelle fottute arance e ascoltaci un momento!– Debora esplose dalla rabbia, tutta quella che in diciassette anni di follie l’avevano accompagnata, quando era nata Iris. – Tesoro, calmati, non davanti a Carl.– Mark prese le spalle della moglie e le sussurrò qualcosa all’orecchio.
Debora abbandonò la stanza, portando con se il figlio, ed aiutandolo a fare la cartella per andare a scuola.
Mark chiuse le porte della sala da pranzo, come se volesse chiudersi nella sala con la figlia. La squadrò da cima a fondo, osservando i jeans strappati ed i capelli con qualche mèche rosa, fatte, ovviamente, senza il consenso di Mark e Debora. la ragazza continuava distrattamente a osservare le nubi che si stavano formando fuori dalla finestra.
– Tesoro, dobbiamo parlare– Mark si fece serio, assumendo un’espressione che Iris non gli aveva mai visto in volto.
– Sì, lo so. “ Devi smetterla di torturare tuo fratello e ti devi impegnare di più a scuola”. Giusto? È questo che vuoi dirmi?– fece, mentre il padre assumeva  un’espressione irritata.
Perché la figlia riusciva sempre a precederlo? Era davvero così prevedibile? 
– Beh, se non hai altro da dire io andrei a scuola.– Iris raggiunse la porta del soggiorno.
– Ferma, c’è qualcosa d’altro.– la ragazza si girò, incontrando gli occhi chiari del padre. cosa stava per dirle? Che era in punizione per una settimana?
“ Bah, già sentita questa storia” si disse Iris, mentre aspettava che il padre parlasse.
 – Voglio contattare uno psicologo, ne hai bisogno. Non ti riconosciamo più, Iris. Ora sei distante, come se in questi ultimi due anni ti avessimo persa…– gli occhi dell’uomo si fecero malinconici.
Lei, di tutta risposta, alzò le spalle.
– Fa come vuoi.– e detto questo uscì di casa, ignorando i richiami della madre. L’aria quella mattina di settembre era afosa, portava ancora vivi i segni dell’estate passata, nonostante feroci nuvoloni oscurassero il cielo. Iris sbuffò, il padre era sempre così monotono. “ Uno psicologo? Ma che sta’ dicendo? Devo averlo fatto arrabbiare troppo…” ma nemmeno un rimorso penetrò nella sua mente.
***
– Ehi Iri, come butta?– la voce di George la fermò all’ingresso della scuola, facendole arricciare il naso. Quel ragazzo non la lasciava stare un attimo. – Bene, e, comunque, per te sono Iris, non Iri. Ricordatelo sempre.– gli fece un sorriso sprezzante, avanzando nell’atrio dell’edificio. Lui rimase interdetto, ma, d'altronde, da Iris doveva aspettarselo.
– Iri!– Lauren le venne incontro, fermandosi davanti a lei.
– Lauren, ciao.– Iris le rivolse uno sguardo distratto, scrutando attentamente il gruppetto di ragazze che chiacchierava animatamente dietro Lauren. Erano le Follie, le ragazze più rinomate e popolari della scuola. Belle, seducenti e sempre invitate alle feste dei ragazzi. Iris ambiva ad entrare nel loro gruppo da ormai tutto l’anno prima. E ora sembrava starci riuscendo, nonostante Lauren non approvasse. Anche se era la sua migliore amica Iris non le dava molta retta.
– Non dirmi che pensi ancora di entrare nelle Follie, vero?– fece Lauren preoccupata. Iris la guardò perplessa.
– Lauren, ne abbiamo già parlato, sai che per me è importante…– fece Iris, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi. – No, Iri, per te non è importante! Come faccio a fartelo capire?– Lauren si irritò, ma Iris continuava a guardare Klara, il capo delle Follie, che confabulava qualcosa con le altre ragazze.
– Mi ascolti? Certo che sei incredibile, quello che decidi deve andare bene per tutti, non ascolti nessuno. Nemmeno me che sono la tua migliore amica!.– Lauren girò i tacchi e se ne andò. Iris rimase immobile, sì, le doleva che l’amica si fosse arrabbiata, ma le premeva di più sapere cosa dicevano le Follie.
Si avvicinò al gruppo di ragazze, facendosi largo nel cupo corridoio.
– Ehi, come va?– chiese, evitando di guardare gli occhi azzurri di Klara. Il solo contatto le dava il capogiro.
– Bene, Iris, bene. Ma, mio caro fiorellino, non puoi venire qui e parlare con noi senza essere stata iniziata. Graveresti alla nostra immagine, capisci– rispose Klara sistemandosi i lacci dei sandali col tacco. Klara era una ragazza molto bella, dai lunghi e ricci capelli nero corvino e le labbra sottili.
Iris annuì, che ingenua era stata.
– E…e quando ci sarà la mi iniziazione?– chiese, quasi temesse che Klara la divorasse.
– Stiamo ancora decidendo la prova, ma non temere, ti avvertiremo. Ora vai, che già troppi ci stanno guardando.– la congedò Klara. Iris obbedì.
Mancava poco, molto poco, e sarebbe entrata nel loro gruppo.
Sarebbe diventata una Follia, e chi se ne importava di Lauren.



***
Che dite? me le meritavo le tre recensioni?
Ho soddisfatto le vostre aspettative?
Fatemi sapere, e ringrazio: Nene2, Water_Wolf e FALLEN99 per le recensioni! spero continuerete a seguire!
Iris_Angel

  
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