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Autore: Jooles    16/01/2013    4 recensioni
Se c'era una cosa in cui Shikamaru Nara era fortemente negato, quella era la preparazione del tè.
Tra pentolini di acqua bollente e bustine di infusi.
[Cause Shika is my king!]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurenai Yuhi, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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SHIKA vs. TEA







Se c’era una cosa in cui Shikamaru Nara era fortemente negato, quella era la preparazione del tè.
L’arte del tè gli appariva molto più ostica di qualsiasi altra materia, tattica o esame in cui si era dovuto imbattere.
Il suo geniale e acuto intelletto era andato in tilt quando, solo quattro ore e ventisei minuti prima, Kurenai lo aveva avvisato di una sua probabile visita a casa. Shikamaru si vide da subito felice di dover accogliere la kunoichi, se non fosse che, da sagace come era, ne calcolò immediatamente le conseguenze.
Ora, se Kurenai aveva il piacere di intrattenersi in un pomeriggio con l’ex allievo di Asuma, di certo si sarebbe aspettata un’accoglienza più che calorosa. Valeva a dire che, il soggiorno doveva apparire almeno presentabile, ergo niente cicche di sigarette sparse per casa a mo’ di briciole di pane per non perdersi lungo la strada; le tende avrebbero per lo meno dovuto essere riappese per bene, e non lasciate ciondolanti dopo che un feroce Akamaru le aveva sbragate tentando di cacciare un gatto; e poi la cucina. Le pile di piatti nel lavello dovevano sparire.
E con sparire Shikamaru non intendeva di certo “lavare”. Potevano sostare per qualche ora nella vasca del bagno superiore, che non sarebbe stato utilizzato in caso di attacco alla vescica di Kurenai.
Con questi propositi, Shikamaru corse verso casa e si mise a fare la brava donnina, maledicendo i genitori che si erano permessi di allontanarsi da casa, l’uno per una missione, l’altra per far visita alla nonna morente. Niente da levare alla nonna morente di sua madre, ma dopo cento e nove anni pensò che potesse essere solo che felice di trapassare.
Terminato il tutto, la casa era un gioiellino per quanto lo riguardava. Finì di ammirarla e si andò a coricare in giardino, attendendo l’arrivo dell’ospite.
 
“Shikamaru, stai dormendo?”, qualcosa lo punzecchiava sul fianco. Quando sbarrò gli occhi capì che si trattava di un qualcuno. L’ospite.
“Prego Kurenai, entri pure,” sorrise nervoso e con la bocca ancora impastata dal sonno.
“Devo dire che stai facendo un ottimo lavoro con la casa. Nonostante tua madre si sia assentata, non si direbbe una casa abitata da un giovane pigrone,” rise la donna.
Shikamaru si grattò la testa, imbarazzato e compiaciuto al contempo.
“Le offro qualcosa?”.
“Un tè, se non ti è di disturbo, grazie”.
Tè.
“Oh certo, ne abbiamo a bizzeffe di tè, tè di tutti i tipi,” rise nervoso.
Corse in cucina allarmato, sperando di ritrovare le bustine del tè sotterrate in chissà quale meandro di quella sconfinata cucina. Ricordava vagamente di averle “poggiate” (secondo lui: in realtà le aveva letteralmente lanciate,) per terra vicino al frigorifero, quando Ino era andata a fare la spesa per lui e gli aveva portato un catalogo infinito di tipologie di tè: tè alla menta, ai frutti rossi, verde, al finocchio, e poi ancora infusi, tisane, agli agrumi, solo all’arancia, alle more, alla fragola, alla cannella.
Davvero ne esistevano di così tanti tipi? Ne prese uno a caso e con quella scelta si andò a complicare la vita.
Era una bustina molto piccola, contenente dei granelli profumati. Pensò molto a come avrebbe potuto impiegare quelle palline dal profumo inebriante. Decise che ci avrebbe pensato una volta messa a bollire l’acqua. Quello forse era capace di farlo, perdendo un po’ di tempo nell’accendere i fornelli certo, ma avrebbe potuto compiere l’ardua missione.
Si sentì pervaso dall’eccitazione quando la fiammella del gas si accese e rimase accesa al primo colpo.
Non era mica uno stupido, lui!
“Tutto bene di là, Kurenai?”
“Sì, sì. Ti serve per caso una mano?”, chiese dolcemente.
“Stai tranquilla, è solo del tè”, rise nervoso. Un nemico spietato.
L’acqua dopo cinque minuti faceva le bollicine e per Shikamaru venne il momento tanto atteso. Intanto, per sua sfortuna, Kurenai lo aveva raggiunto in cucina. Prese la bustina della tisana e inspirò il suo odore.
“Mmmmh, cannella. Una scelta deliziosa, hai buon gusto” disse ammiccante la donna.
Cavolo. A Shikamaru faceva vomitare la cannella.
“Ah sì, ho pensato potesse piacerti. Io preferire del tè… verde,” e prese la bustina che indicava quel nome. Ma si rese conto troppo tardi dell’errore commesso. Un solo bricco dell’acqua e due diversi tè da preparare. E ora, quale sarebbe stata la sua mossa?
“Ehm, forse…ci ho ripensato,”.
“Ma dai, fammi compagnia, mi sembra brutto che io beva e invece il padrone di casa mi stia a guardare. Ti do una mano.”
Poi aggiunse, “Mi prederesti due tazze per favore Shikamaru?”.
“Ma sei sicura che si possa fare?”.
Kurenai guardò il ragazzo interdetta. “Fare cosa?”
“I due tè,” rispose con ovvietà Shikamaru.
“Ah, sì. Metto l’acqua calda nella tua tazza e poi nel resto ci metto il mio infuso,” sorrise.
“Ma è una cosa legale?” pensò Shikamaru.
Kurenai prese il bricchetto dove giaceva l’acqua, ormai non più gorgogliante e ne versò un po’ nel bicchiere del ragazzo, aprendo la sua bustina di tè verde e immergendola.
“Beh, se è così facile…”pensò. “Ci penso io alla tua, vai pure a metterti comoda di là,” le disse.
“Oh, grazie. Ti aspetto,” e la donna tornò nel salone.
Shikamaru versò un po’ di quelle palline profumate nella tazza di Kurenai insieme all’acqua.
Questa si colorò quasi subito di un marrone chiaro. Prese lo zucchero e un cucchiaio e si presentò in salone.
“Ecco qua,” annunciò soddisfatto.
Kurenai lo ringraziò e dopo aver guardato ciò che aveva in mano, rise, profondamente e a lungo, sull’orlo delle lacrime. Shikamaru non poté che sentirsi leggermente offeso e così domandò, “C’è qualcosa che non va?”.
Attese che la maestra finisse di ridere e che si ricomponesse, poi lo guardò addolcita, aggiungendo, “Beh, mio caro ragazzo, la prossima volta che mi offri una tisana, assicurati di levarmi la frutta essiccata dalla tazza prima che io la beva!”.

E per la prima volta Shikamaru si sentì uno stupido.




NOTE DELL'AUTRICE: Ci tengo a precisare che non mi sono ammattita. Giuro!
L'ispirazione è giunta quando oggi pomeriggio preparavo il tè a mio padre. Lui lo voleva verde e io rosso. Mi chiede, "Ti reca disturbo prepararne due tipi?", e io "No papi levo l'acqua prima per te e poi lo facci oper me." E lui "Aaaaaaaaah ok," come se fosse stata la scoperta del secolo.
-.-". Dolciotto ok, ma fino a questo punto!

Ok, spezzone di vita quotidiano a parte, spero non sia troppo fuori dalle righe questa breve one-shot.
Ringrazio chi recensirà, chi metterà la storia tra i preferiti, tra le seguite, chi leggerà solamente in un taciturno divertimento, a chi farà schifo ma che ha comunque perso tempo a leggere :D
Un bacio ragazzuoli! :3

  
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