Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Joliewithlove    17/01/2013    2 recensioni
LxNuovoPersonaggio.
___________________
Dalla storia:
Ho sempre avuto il timore di poter provare anch’io quei sentimenti, di dover entrare anch’io in quel mondo. Temevo di perdere la logica e la razionalità alle quali, nella vita, mi sono sempre aggrappata. Pensavo che fossero le mie uniche ancore di salvezza e, ingenuamente, non mi accorgevo che mi portavano sempre più a fondo. Ora sto affogando.
Ma questa volta non mi sento sconfitta. D’altronde, nessuno può sfuggire a tutto questo.
Nemmeno un detective del mio calibro, nemmeno il detective migliore del mondo.
___________________
Lizzie è una ragazza prepotente e cocciuta, abituata fin dalla nascita ad essere la 'migliore'. Questa infantile e scorbutica giovane, in realtà, impersona il miglior detective al mondo solo dopo L. Ed è proprio quest'ultimo il suo dramma e quando s'imbatte in lui, si ritrova a spalleggiarlo nella lotta contro Kira.
Riuscirà la detective a batterlo e, quindi, a salire sul podio? O sceglierà di rimanere dietro le quinte, accettando i sentimenti che, presto, nasceranno in lei?
___________________
Dedico questa FanFiction ad una mia cara amica malata. Sii forte Luana.
L, ovunque tu sia, grazie!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

***
The untouchable

Capitolo Terzo




Questa qui è la mia ipotetica Windleton (capirete nel capitolo cosa è). Questa scuola esiste davvero, si trova a Budapest ed è una scuola per l'alta società.






X e suoi fidati dopo poco più di mezz’ora lasciarono la nostra suite per andarsi a rifocillare nella loro, la quale si trovava accanto a quella di L. Il miglior detective del mondo era piuttosto pensieroso, a cosa pensasse ci è negato sapere. Gli uomini della squadra anti-kira, lasciarono il quartier generale a poco a poco. Una volta rimasto solo, L, si appollaiò sulla sua poltrona preferita, prese il suo pc ed iniziò a fissare lo schermo senza mai sbattere le palpebre.
L’intelligenza di X era esemplare e questo bastò per non far infastidire L con le sue battutine. Anzi, quella sera, mi parve di notare un certo moto di divertimento in lui.
Comunque L non espresse pareri sul conto della detective: la stava ancora testando.

 



 
-Questa suite è favolosa. Non trovate anche voi?- esultò Jimmy, girovagando nella suite dell’albergo accanto a quella del famoso L.
-Controlla il tuo entusiasmo Jimmy. Non stiamo in vacanza. Piuttosto vieni a darmi una mano.                                     - lo rimproverò Johnny, montando i pc, gli schermi e i vari macchinari investigativi di X.
-Che novità! Con X non si è mai in vacanza. Comunque arrivo.- ridacchiò Jimmy, guardando con affetto il suo capo. X lo ricambiò con un leggero sorriso.
-Quando avrete finito, andate pure a riposarvi. Domattina vi voglio ben attivi. Io ho del lavoro da fare, adesso.- disse X, uscendo dalla borsa il materiale datogli da L.
-È quasi mezzanotte.. dormire farebbe bene anche a te. Puoi vedere quei video anche domani.- le disse premuroso Johnny.
-Voglio risolvere questo caso in fretta.-
-Diciamo pure che vuoi risolverlo prima di L. Che tipo strano, però. E, comunque avevi ragione, è piuttosto giovane.-
-Io ho sempre ragione.- si vantò X, sedendosi sul divano.
-.. e poca modestia.- la canzonò Johnny. –Qui ho finito. La Play Station 3 dove la monto?-
-Fai tu. Comunque risparmiate le vostre considerazioni su L.. Siamo osservati.-

‘Come ha fatto a capirlo. Non ha dato mezza occhiata alla suite.’ Pensò L, che osservava la scena dei tre su uno dei suoi innumerevoli schermi.

-Sai, L, ho pagato l’albergo tre giorni fa, affinché venissero montate due o tre telecamere. Per questo ho visto i tuoi uomini montare cimici e telecamere. Non badi a spese a quanto ho visto. Perfino nel bagno.. che seccatura! L’invasione della privacy di qualcuno è un grave reato, quindi suppongo che ora sia tu il criminale, L.- disse lei, guardando intensamente una delle telecamere nascoste e agitando la mano in segno di saluto.
-Telecamere? Cosa intendi fare, X?- chiese il più spensierato tra i gemelli.
-Assolutamente nulla. Desidera osservarci? Che lo faccia. Io devo lavorare.- sbuffò la donna soddisfatta, accavallando le gambe e mandando indietro la videocassetta mandata alla Sakura Tv da Kira.

L sorrise appena e continuò ad osservarla per tutta la restante parte della notte. Quella ragazza lo divertiva ed incuriosiva. Era un soggetto piuttosto strano. Al detective divertiva guardare persone strane, forse perché nel subconscio sapeva di appartenere a quella categoria.

 X ogni tanto si alzava, faceva dei giri intorno al divano, si affacciava alla vetrata che dava sulla città, ipotizzava guardando il soffitto in un punto fisso per poi concentrarsi nuovamente sui video, sulle foto e sui dati.

Una vera e propria macchina investigativa, un po’ come lui, d’altronde.

Aveva così tante cose da fare, tante cose a cui pensare, non poteva perdere tempo con una ragazzina. Ma il suo carattere prudente e calcolatore gli impedì di staccare gli occhi dallo schermo.

Kira, il successore di L, Light Yagami, Il secondo Kira, X.

Troppe, troppe cose a cui pensare, perfino per lui. Un’immensa stanchezza fece peso all’improvviso sulle sue spalle.

Sonno?

L non ha mai sonno durante un caso. L non ha tempo per dormire, soprattutto adesso, che la sua vita è sulla lama di un rasoio. Ma L è umano. L non può vincere contro quell’imminente sonnolenza. Decise di abbandonarsi ad essa, risparmiando l’ultima fragola che aveva tra le dita.


≈≈≈


-Buongiorno, Adam.- lo salutai, entrando nella Limousine.
-Buona Giornata Lizzie. – Lizzie. Uno dei miei tanti nomi fittizi. Quello che usano le persone a me vicine. –Jimmy,Johnny.-  Adam salutò i gemelli con un gesto del capo.

Sono nata in Irlanda, ma sono cresciuta ad Edimburgo, in Scozia. Ho frequentato una scuola elementare comune nella mia città natale, mentre la scuola media e la scuola superiore l’ho frequentata in un collegio scozzese. Non era un collegio come tutti gli altri.
Accettava solo menti brillanti. Da sempre fu risaputo che non ero una bambina come le altre. Non amavo le barbie, ne tantomeno i cartoni animati. Non avevo amici e non giocavo con la sabbia, ero sempre quella che mai veniva invitata alle feste ed ai compleanni.
Ricordo che la mia insegnante della scuola materna mi sgridava in continuazione. Diceva che era da gran maleducati offendere gli altri, chiamandoli ‘Idioti’, a ciò io rispondevo con un ‘Non li offendo, io dico solo la verità.’

In prima elementare gli altri imparavano a leggere ed io conoscevo già quattro lingue, e mentre gli altri imparavano i nomi dei numeri io studiavo le funzioni logaritmiche.
Le mie compagne di classe si facevano leggere dalle proprie madri libri che parlavano di pony ed io leggevo solo ed unicamente libri che parlavano del mio più grande eroe: Sherlock Holmes.

Amavo risolvere enigmi e cruciverba ed, a undici anni, risolsi il mio primo caso, incastrando uno stupratore. Fu allora che Adam si accorse di me. Adam è un grande collezionista, che ha un debole per le grandi menti. Divenne così il mio tutore legale e mi accettò nel suo collegio ‘Windleton’. È un uomo di origini gallese di gran carisma, apprezzato da tutti ed osannato dai suoi studenti. Inutile dire che, la sua prediletta, sono io. Prova un amore morboso nei miei confronti; sono una vera e propria figlia per lui.

Fu in quel collegio che conobbi Jim e Johnn, allora chiamati da tutti ‘deuawd o eifr’, letteralmente ‘duo di capre’. Erano i meno dotati del collegio, quindi i più derisi e esclusi.
Io ero, invece, ‘the untouchable’, ‘l’intoccabile, ed ero un’esclusa per scelta. Ho sempre avuto dei problemi col ‘relazionarmi con gli altri’, per questo presto diventammo buoni amici.

Ho ottenuto il diploma a quindici anni e adesso, che di anni ne ho quasi diciannove, conto più di cinque lauree ottenute.

-È  di tuo gusto la suite?- mi chiese Adam, guardandomi dallo specchietto retrovisore.
-Abbastanza.- risposi. Non sono mai stata logorroica. Forse lo sono soltanto con Jimmy e Johnny o quando inizio a  sparare supposizioni a destra e a manca. 
Adam sapeva bene quanto detestassi parlare di argomenti futili, quindi evitava nella maggior parte dei casi di dar loro vita.
-Arrivati.- disse Jimmy, aprendo lo sportello dell’auto e indossando i suoi occhiali neri. I gemelli sono sempre stati affetti da fotofobia.

Avevamo scelto un bar nel centro della città per poter parlare senza che quel detective troppo curioso potesse osservarci.
Il bar non era molto affollato, ne appariscente, dimostrazione del fatto che, dopo cinque mesi di distanza, Adam rammentava ancora i miei gusti.
Ci sedemmo in una parte appartata del locale accanto ad una finestra coperta da una grande tenda in stile retrò.
Un cameriere abbastanza giovane non si fece attendere e ci raggiunse con, stampato in faccia, un enorme sorriso. Non lo guardai. Non amo guardare le persone, non per strambi motivi, semplicemente non mi importa un accidenti di come siano fatte. Per me le persone sono tutte uguali. Le uniche che hanno un certo valore sono gli indiziati e le vittime dei casi di cui mi occupo.

Sentii appena le innumerevoli ordinazioni di Jimmy mentre rimuginavo sul caso Kira, quando:

-E a te cosa porto tesoro?-

Rivolsi al cameriere uno dei miei peggiori sguardi e con la coda dell’occhio vidi Jimmy perder colore.
-Un the caldo con buona aggiunta di latte. Molto zucchero e vedi di fare in fretta, altrimenti credo proprio che verrai licenziato.- dissi solo, più fredda che mai.
Il cameriere deglutì e sussurrò: -Certo, signora.- e filò via con passo svelto.

Johnny sogghignò.

-Ho temuto che lo avresti steso.- disse Jimmy, mentre le sue guance si coloravano del loro solito rossore piacevole.
-Strano che tu l’abbia pensato. Non è da me.- risposi ironicamente.

Sono anche una grande bugiarda e Jimmy, invece, è sempre sincero.
Purtroppo uno dei più grandi difetti che la mia elevata presunzione mi permette di riconoscere è la poca pazienza.
Al collegio mi chiamavano ‘l’intoccabile’ per un motivo concreto; sono esperta in quattro arti marziali: Tae Kwon Do, Thai Boxing, Capoeira e Kung Fu e non nascondo di farne abbondante e spesso uso.

Le ordinazioni arrivarono molto prima del previsto. Presi la mia tazza di the ed aggiunsi un altro po’ di zucchero. Io sono una gran bugiarda ed amo i dolci, ma il mio ottimo intuito mi ha negato di ammetterlo innanzi ad L. Sono stata fortunata. Se lo avessi ammesso mi avrebbe battuta di nuovo.

Chi mangia più dolci tra L e X? L, è ovvio e di questo ne ho avuto una disgustosa dimostrazione ieri sera.

Lo so, sono abbastanza fuori dal comune. Per me ogni dettaglio equivale ad una sfida. Ed io odio perdere.
Ma la cosa che più odio e mi logora è solo una: L.
Questo disprezzo è nato all’incirca tre anni fa, agli albori della mia vita investigativa e negli anni d’oro di quella di L.

L fece la sua comparsa nell’anno in cui frequentavo il primo superiore e lui mi.. affascinò.
Lo ammirai fin da subito, lo appoggiai in tutto ciò che faceva, adoravo ascoltare le sue deduzioni in Tv e fu in quegli anni che decisi il percorso che la mia vita avrebbe condotto.
Volevo essere come lui, ma per quanto mi impegnassi, per quanti casi risolvessi e per quante prigioni riempissi non riuscivo mai ad eguagliarlo. Così mi imposi quell’obiettivo, che tutt’oggi cerco di raggiungere: superare L ed essere la numero uno, la migliore.
Diciamocelo, una come me non merita di occupare un misero secondo posto.  
No! Io merito di essere la prima; lo sono sempre stata, ho sempre vinto in tutta la mia vita, sono sempre stata la predatrice, ho sempre calpestato i miei rivali.

E mai nessuno mi ha mai umiliata quanto ha fatto lui, mai nessuno mi ha fatto provare tanta rabbia.

-Lizzie ci informi delle tue conclusioni su quelle videocassette?-

L l’unico che non sono mai riuscita a sconfiggere.
Ed è per questo che lo odio e disprezzo.. con tutta me stessa.

Ora penserete che sono davvero una pessima persona; beh, non siete molto lontani dalla pura e semplice verità.



≈≈≈


»Quartier Generale delle Indagini sul killer dei criminali Kira.





-Hai visionato i dati che ti ho fornito?- chiese L, sorseggiando il suo caffè, ormai del tutto freddo.
-Sai bene che l’ho fatto.- rispose X, continuando a spingersi avanti ed indietro su una sedia con le rotelle.
-Le tue deduzioni?-
-A proposito di..?- chiese la detective, fermandosi e guardando L con un’espressione falsamente stupita.

‘Ti stai prendendo gioco di me.. Interessante’. Pensò il detective. Watari sorrise appena, servendo del the agli ospiti e agli agenti della squadra anti-kira.

-Parliamo delle foto scattate ai lavori fatti dai carcerati prima di morire.-
-‘L lo sai che gli Shinigami mangiano solo mele?’ È una balla. Solo una maniera per farti ragionare su un qualcosa che di senso non ne ha.- rispose X, iniziando a girare. Matsuda la guardava incantato. 

Era davvero tanto anormale per lui concepire che esistessero persone intelligenti, oltre a quelle idiote come lui?

-E cosa pensa sull’omicidio di Ray Penber e di Naomi Misora?- chiese il sovrintendente Yagami.
-Su quella metropolitana c’era Kira, non vi è alcun dubbio su questo. Naomi Misora era un detective dell’ FBI e quindi, suppongo, che avesse scoperto che tra le persone che il suo fidanzato pedinava c’era Kira e quest’ultimo l’ha tolta di mezzo. A far valere la mia teoria ci sono le videoriprese fatte nella stazione di polizia, dove lei era, certamente, andata per esprimere i suoi sospetti.- spiegò X, guardando il soffitto.
-Tu hai già dei sospetti su chi sia Kira?-
-Io non ho sospetti, ho certezze, Kira è..- e così dicendo si fermò ad osservare il sovrintendente. -Light Yagami.-

Matsuda scattò in piedi e urlò: -Come puoi dirlo? Tutti a prendervela con quel povero ragazzo.-

X alzò un sopracciglio e Soichiro Yagami con un gesto della mano e uno sguardo gelido rimise in riga il suo sottoposto. –Con quale percentuale affermi questo, X?- domandò il sovrintendente portando all’indietro i capelli con la mano destra.

-Attenzione, io non uso stupide percentuali. Io quando affermo un qualcosa di tale rilevanza lo faccio perchè son certa della veridicità di quel che dico.- riaffermò X.
-E pensare che io ne sono sicuro al di sotto del cinque percento.- disse L, mordicchiandosi il pollice e guardando X con un’espressione stupida. –Ora potete lasciarci?- proferì il detective, non lasciando lo sguardo della giovane.

Tutti si alzarono e pian piano si diressero alla porta. I gemelli lanciarono un veloce sguardo al loro capo che con un gesto del capo diede loro il permesso di lasciare la loro postazione.

Watari una volta accertatasi che la stanza fu vuota e che X, fosse alquanto distratta da un qualcosa di apparentemente invisibile sul soffitto chiese ad L:
-Ci si può fidare di lei?-
-All’ottantasette percento, suppongo. Ora vai.- rispose il suo pupillo, addentando una fragola.





Prima di chiudere la porta del salotto osservai quei due strambi ragazzi, lì seduti l’uno di fronte all’altra, con espressioni assenti, troppo assenti per dei giovani della loro età. Mi fecero una gran tenerezza. La loro adolescenza non era mai stata vissuta. Avevano preferito chiuderla in un cassetto.
Loro vivevano per la Giustizia e non per se stessi.
Ancora non sapevano a cosa quella stessa Giustizia li avrebbe portati e, allora, non lo sapevo neanche io, ma quella sera avvertii un leggero strappo all’altezza del cuore.

Chiusi la porta.

E fu così che si diede inizio al primo scontro frontale tra i due detective migliori al mondo, ma questo sarà raccontato su altre pagine.






***
Note di quella poco anormale autrice:
Bene un altro capitolo è concluso. Spero vi sia piaciuto e che la parte sui ricordi di X non vi abbia annoiato.
In questo capitolo non interagiscono X ed L, ma pensavo che fosse doveroso spiegare il perchè di tanto odio da parte della detective nei confonti del MIGLIORE.
Ho introdotto un paragrafo dove parla sono ed unicamente lei in prima persona.. Ebbene non credo che, per adesso, farò lo stesso con L. Ho il timore di scivolare nell'OOC più assoluto e di ''insultare'' il meraviglioso e da me amatissimo detective. E sì! Ne sono proprio innamorata :-9

Comunque, comunque, comunque ringrazio infinitamente 
ChockyLawliet, che recensisce sempre sinceramente, dandomi ottimi consigli e spronandomi.

 

(Mi allaccio a questo per parlare dell'entrata in scena di X:
Il non darle un'entrata trionfale è stata una mia scelta sulla quale ho riflettuto molto. Desideravo che X fosse stupisse per la sua intelligenza, per le sue doti e per la sua immensa presunzione, non per l'aspetto fisico ad esempio (infatti, non l'ho descritta affatto apparte per due o tre particolari).
Ed inoltre anche l'entrata di L non è stata un granchè spettacolare (RAMMENTIAMO INSIEME: Piedi, pantaloni, maglia, viso ed 'Io sono L'.)
Che poi alcune come la vostra Jolie è impazzita gridando: CHE FIGOOO! è un discorso apparte! Ahahah. :-D

Bene ringrazio ancora insieme a coloro che:


Inoltre tengo a ringraziare tutti quegli 87 lettori silenziosi che sono passati di qui.

Un bacione e (Jolie si inginocchia e fa un faccino puccioso)
RECENSITE, ho bisogno di voiii! 


J.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Joliewithlove