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Autore: Joliewithlove    13/01/2013    3 recensioni
LxNuovoPersonaggio.
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Dalla storia:
Ho sempre avuto il timore di poter provare anch’io quei sentimenti, di dover entrare anch’io in quel mondo. Temevo di perdere la logica e la razionalità alle quali, nella vita, mi sono sempre aggrappata. Pensavo che fossero le mie uniche ancore di salvezza e, ingenuamente, non mi accorgevo che mi portavano sempre più a fondo. Ora sto affogando.
Ma questa volta non mi sento sconfitta. D’altronde, nessuno può sfuggire a tutto questo.
Nemmeno un detective del mio calibro, nemmeno il detective migliore del mondo.
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Lizzie è una ragazza prepotente e cocciuta, abituata fin dalla nascita ad essere la 'migliore'. Questa infantile e scorbutica giovane, in realtà, impersona il miglior detective al mondo solo dopo L. Ed è proprio quest'ultimo il suo dramma e quando s'imbatte in lui, si ritrova a spalleggiarlo nella lotta contro Kira.
Riuscirà la detective a batterlo e, quindi, a salire sul podio? O sceglierà di rimanere dietro le quinte, accettando i sentimenti che, presto, nasceranno in lei?
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Dedico questa FanFiction ad una mia cara amica malata. Sii forte Luana.
L, ovunque tu sia, grazie!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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***
Sfida

Capitolo Secondo







Tutt’oggi non so dirvi con certezza se L quel giorno fosse teso o no, ma posso ben affermare che quella mattina non toccò alcun dolce, né fece alcuna richiesta. Continuò a mordicchiarsi il pollice, a stringersi la stoffa dei pantaloni tra le bianche dita e ogni tanto a girovagare con lo sguardo.
Era la prima volta che lui si confrontava con una persona di intelligenza par sua. Non so cosa gli passasse per la testa e, onestamente, non avevo alcuna intenzione di chiederglielo, ero abituato ai suoi silenzi. I suoi pensieri erano troppo complicati per me e lui ‘generosamente’ me li risparmiava con piacere.
Non so narrarvi di L, come non so narrarvi a proposito dello stato d’animo di X.
Posso comunicarvi, perfettamente, ciò, a cui, invece, ho personalmente assistito.





≈≈≈





-Sono arrivati Ryuzaki. Ecco, ora stanno scendendo da una Limousine.- sussurrò Mogi nel microfono, che si trovava nella tasca della sua giacca.
-Ottimo. Descrivetemeli.- disse L, addentando una fragola con rabbia. Anche i migliori detective si arrabbiano ed L in quel momento era furioso. Il motivo di tanta rabbia stava nel semplice fatto che ‘quell’idiota di Matsuda’ aveva mandato in aria il progetto di montatura delle telecamere all’ingresso dell’hotel.
 L amava osservare qualsiasi cosa, soprattutto se si trattasse con un qualcosa con il quale doveva interagire.

Comunque il miglior detective era affetto da un eccessivo autocontrollo e questo bastava a mantenere i nervi ben saldi.  Il test di X sarebbe iniziato da quando avesse messo piede in quella suite.
-Ci sono due uomini in frac, sono senza dubbio gemelli. Ah, un ragazzo è appena uscito dalla portiera. Si stanno avvicinando.- disse a bassa voce l’agente. –Niente di sospetto.- concluse in fretta l’uomo.
-Li conduca qui.- disse L.
Il detective abbandonò il suo pc e gli auricolari sul tavolino della sala d’hotel e, facendo un lieve cenno del capo a Watari, si diresse nella sala principale della suite in attesa dei suoi ospiti.
L si mise le mani in tasca ed iniziò a giocherellare con la fodera dei jeans. L’atteso bussare non tardò ad arrivare.
Entrò prima Mogi, seguito dai due individui, che come aveva detto l’agente, erano senza ombra di dubbio gemelli. Indossavano gli stessi abiti, tranne per il fatto che uno portava al collo una cravatta e l’altro un papillon. Avevano sicuramente pochi anni in più di L, erano biondi e di bell’aspetto.
Il detective sentì i passi di Watari dietro di sé.

‘Nessuno di loro due è X. È certo al 100%. E il ragazzo dov’è?’

-Benven..- l’anziano venne immediatamente interrotto dal detective:
-So per certo che non eravate soli e, data l’assenza del vostro terzo compagno, deduco che  nessuno di voi due sia X.-
I due gemelli si scambiarono un fugace sguardo, prima di togliersi all’unisono gli occhiali da sole.
-Quindi mi vien spontaneo domandare il motivo per il quale lui non abbia fatto il suo ingresso.- aggiunse L, provocatorio, riferendosi più al diretto interessato che assisteva alla scena da dietro l’angolo d’entrata, accanto alla porta ancora aperta.
Si sentì un leggero sospiro di rassegnazione, seguito da dei leggeri, ma decisi passi.
Fu così che il quarto detective migliore al mondo entrò in scena, soffermandosi nella penombra creata dai suoi alti colleghi. Incrociò le braccia e si appoggiò ad una colonna di marmo.
A prima vista poteva sembrare una semplice ragazzina annoiata, che sbirciava qui e lì per la stanza, ma ad un occhio attento come quello di L mai niente sfugge. La ragazza che senza ombra di dubbio era X, stava analizzando ogni particolare, passando nel giro di pochi secondi dalla stanza agli agenti ed, infine, soffermandosi a lungo e con attenzione su L.

‘Hai già capito tutto.’ Pensò fra sé il detective, non molto stupito da ciò. ‘Ottima velocità di osservazione ed elaborazione dei dati. Un punto meritato.’

-Prego, ora che ci siamo davvero tutti, continua quel che stavi dicendo, Watari.- proruppe L, continuando a fissare X.
Watari, ovviamente, era ancora sorpreso dalla vista di quella donna che, con quei lunghi capelli a boccoli, quella camicia fermata al collo da un fiocco blu e quel pantalone a vita alta stile scozzese, tutto sembrava tranne che un detective così in gamba.
L’anziano guardò per un secondo il suo prediletto con sguardo perso, ma poi schiarendosi appena la voce, proruppe:
-Benvenuti, io sono Watari. Son io che, sotto comando di L, vi ho contattati. Vi prego di chiamare L, Ryuzaki  da ora in poi.-
-Io sono Jimmy.- disse l’uomo con il papillon, che sembrava molto più entusiasta dell’altro. Infatti, L, notò che quest’ultimo aveva la stessa espressione fredda della giovane donna.
Dopo un attimo di esitazione il gemello si presentò: -Io sono Johnny.-
-Ed io sono L.- disse il detective, con un leggero sorrisetto.
Le pupille di X scattarono improvvisamente, proprio come L si era aspettato, ma poi la detective spostò lo sguardo indifferente sui piedi nudi del suo rivale, contraendo un angolo delle labbra in una smorfia di disgusto e orrore.

‘Impulsiva. Questo non è un bene. Ritorniamo a somma zero’ pensò L.

Ma L sapeva che X era abbastanza intelligente da non abbassare la guardia solo per il trasandato individuo che impersonava il primo posto che tanto lei agognava.
A presentarsi, poi, furono gli agenti della squadra anti-kira.
-E lei è X.- disse il più frizzante dei due gemelli.
-Temo che X sia in grado di presentarsi da sola.- la provocò L, avvicinandosi sempre più a lei con fare curioso e con la faccia infantile che sempre usava quando voleva mettere in difficoltà qualcuno.
La ragazza si scostò dalla colonna con una mossa fulminea, non perdendo gli occhi di L nemmeno per un secondo e sostenendone lo sguardo, senza far trapelare niente di sé stessa.
-Temo che non ve ne sia alcun bisogno, L. Poichè tu avevi già capito che X ero io e, di conseguenza, sarebbe stato assai azzardato e stupido per me presentarmi. Inoltre..- la detective solo adesso posò lo sguardo su Mogi, il quale era ancora sorpreso dalla vista di quella ragazza, che lui aveva confuso con un ragazzo. -..ti consiglio, sempre con gran timore, che tu debba rinfrescare la memoria dei tuoi agenti. Quando si parla ad un microfono nascosto, lo si fa a denti stretti e senza avvicinarsi così tanto all’apparecchio, agente Mogi. Lezione numero 36 del primo anno dell’accademia poliziesca.. dovrebbe ricordarselo.- Spiegò la giovane, togliendo ogni dubbio agli agenti che non credevano possibile che fosse lei il famoso quarto detective.

‘Ottima difesa e retorica. Due punti. Ma estremamente infantile, almeno quanto me.’ Pensò Ryuzaki, facendo un ulteriore passo verso la giovane. Lei non si mosse ne cambiò espressione, a parte una leggera incurvatura di un sopracciglio.

L dondolò con la testa per esaminarla meglio e le girò intorno e poi, mettendosi l’indice sul labbro inferiore, disse:
-Ti immaginavo più vecchia e più.. come posso dire.. uomo?-
-Hai peccato nell’analizzare, suppongo.- rispose lei, lanciandogli una gelida occhiata.
L non rispose e X abbozzò un leggero sorrisetto compiaciuto. L sentì lo stomaco torcerglisi e strinse ancor più la fodera dei jeans. Era un insulto ben mirato alla sua persona e sul lavoro compiuto e questo L non poteva accettarlo. Le si diresse nuovamente innanzi, la scrutò, assottigliando gli occhi.
X non parve impaurita, né tantomeno dispiaciuta.

‘Dice quel che pensa senza indugio. Autocontrollo saldo. Altri tre punti per te, X’

-Perché non andiamo a discuterne di là? Vi posso offrire della torta.- intervenne Watari.
-Per me no! Io odio i dolci.- rispose X, non abbassando lo sguardo.

‘Questo sì, che è grave. Torniamo a somma zero.’

-Mangerò io la sua porzione, Watari. Seguitemi e..- disse L, avanzando finalmente di qualche passo verso il salotto. -.. lasciate cellulari, pc, block notes, registratori e quant’altro su quel tavolino. Grazie.-
-Non prendiamo ordini da te.- protestò Johnny, irritato.
-Ma da me sì. Fate come vi ha detto, senza aggiungere un’altra sola parola.- ordinò la giovane, fulminando il gemello con un solo sguardo. Quest’ultimo sospirò e obbedì all’istante.

‘Decisione, alto grado di rispetto dai suoi. Saliamo con i punti.’

X si diresse direttamente nella stanza adiacente senza obbedire ad L, ma lui la lasciò fare.
Il detective si sedette sulla sua poltrona nel suo solito modo e, Jimmy e Johnny, lo guardarono confusi, ma X no. Questa si limitò a sedersi sulla poltrona innanzi a quella di L senza un solo segno di esitazione o sorpresa.
-Bene, proseguiamo con l’analisi del caso Kira.- annunciò L. Tutti annuirono, tranne X che si limitò solo a rivolgergli una lieve attenzione, guardandolo con la coda dell’occhio.
-Premetto col dire che penso che Kira sia strettamente legato..- iniziò il detective, ma venne interrotto dalla donna seduta dalla parte opposta della stanza:
-Alla polizia giapponese, dato che è a conoscenza delle tue manovre.-
L rispose:
-Esattamente e..-
-Sei entrato in contatto con lui, rischiando l’incolumità di L, pur di vincere questa sfida.- concluse X.
-Sfida?- chiese Matsuda.
-Sì, poiché quando, in televisione, Kira, ha ucciso quel criminale che avete fatto spacciare per L, ha lanciato una sfida e tu, L, l’hai accettata dicendogli che presto lo avresti scovato ed ucciso.-
-Vincere.. sì, penso sia andata proprio così.- disse L, iniziando a divorare la torta appena servitagli.
-X, se permetti, posso chiedere cosa, tu, pensi di Kira?- domandò Aizawa, rispettoso ed incuriosito.
-Suppongo che Kira sia infantile, oltre ad essere molto giovane, dato che solo un ragazzo può definirsi il ‘Dio di un nuovo mondo’ . Affermo questo con precisione partendo dal presupposto che, in adolescenza, si pensa di essere in grado di rendere puro questo pianeta, si crede di essere in grado di far valere la giustizia.
Ma, purtroppo per lui, la giustizia è un concetto troppo grande per essere concepito da una mente leggermente superiore alla norma, quindi la situazione inizia a sfuggirgli pian piano di mano. E allora mi chiedo come mai L non abbia approfittato di questo momento catturando Kira. Ma penso di avere una risposta anche a questo quesito: L è infantile, proprio come Kira, e non è nel suo ‘stile’ arrestare e poi ricevere certezze. Penso che, comunque, tu abbia già almeno un sospettato.- analizzò attentamente X.

Un po’ tutti rimasero sorpresi e spaventati dalla probabile reazione di L a quelle accuse. E forse avevano ragione ad esserlo. Anche L poteva perdere la calma d’avanti ad una presuntuosa ragazzina, ma ora lui era solo affascinato da quella perfetta analisi.
L ama ascoltare i discorsi delle persone intelligenti.

‘Sembra conoscere davvero il mio stile. Attenzione ai particolari. Altri punti.’

-Wow. Sei davvero fenomenale, X. Segui gli stessi fili logici di Ryuzaki, nonostante tu non abbia indagato con noi. Forse è proprio così: sei ai suoi livelli.- disse Matsuda, entusiasta e sbalordito.
L poté sentire la tensione alzarsi in contemporanea allo sguardo freddo che si faceva largo sul viso della giovane.  Questo era il peggiore insulto che le si potesse fare. Non essere allo stesso livello di L voleva dire non essere una sua degna rivale e questo era insopportabile.
X guardò per un attimo Matsuda con occhi sbarrati e poi dissolse la tensione semplicemente girandosi di nuovo verso L e mettendo un punto alla questione.

‘Ha capito che è un idiota, ma non ci vuole poi tanto.’ Pensò Ryuzaki, leggermente divertito.

Si sentì Matsuda sussurrare: -Ho sbagliato qualcosa, capo?-
-Comunque sì, X. Io sospetto di una persona e si tratta di un familiare di uno dei nostri agenti, ma non ti dirò chi esso sia. Voglio che tu guardi questi video e immagini, più delle note da me scritte. Spero che tu arrivi alla mia stessa conclusione, altrimenti le mie idee sarebbero prive di alcun fondamento. Ed, inoltre, visionerai le videocassette spedite da Kira alla Sakura TV.- disse L, leccandosi le dita ancora colme di panna.
-In altre parole vuoi sottopormi ad un test. Perfetto. Posso iniziare anche ora.-

 

≈≈≈





Non so dirvi che sensazioni abbiano provato L e X quel giorno, ma so dirvi per certo che, quando erano l’una di fronte all’altro, all’interno dei loro occhi persi e spenti, brillò qualcosa. Un qualcosa che ricorda tanto la presunzione. La presunzione di X di essere in grado di superare L e la presunzione del detective di essere, in fondo, sempre lui il migliore e sempre così sarebbe rimasto.
Entrambi provavano disprezzo nei confronti dell’altro, ma contemporaneamente provavano un certo interesse.

E fu così che i migliori detective al mondo si erano lanciati una sfida, suggellata nel silenzio di uno sguardo.

 
 
 












***

Buona Gente :-)
A raccontarvi questa storia come avrete capito è Watari, il quale racconta poche volte in prima persona, ma in maggioranza si presenta come un narratore onnisciente. A volte ci saranno anche alcuni flash back riguardanti l’infanzia di X e quella di L.
Voglio darvi una piccola informazione: X non ha mai frequentato la Wammy’s House. Il suo nome è una lettera semplicemente perché, come dice L, i detective hanno iniziato a chiamarla così, appunto perché la X in matematica è il simbolo dell’incognita. Il nome che, invece, X si era data era ‘Anybody’.
Il personaggio di X personalmente a me piace molto. Mi affascina soprattutto il fatto che in quella ragazzina ci siano così tante sfaccettature: intelligenza, tenacia, astuzia, presunzione. X è infantile appunto perché vuole battere L ad ogni costo.
Inoltre penso che sia un personaggio positivo dato che L, facendone un’accurata analisi, è arrivato a buoni risultati. Comunque il test del detective non è ancora finito, nel prossimo capitolo X vi stupirà ancor di più. :-)
Per chi non lo avesse ancora capito, ci troviamo nel punto della storia nel quale Light inizia a lavorare con L e Misa è ancora libera.
Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ne pensate sia su L, che su X. Inoltrem ringrazio di tutto cuore ChokyLawliet che non ha tardato a recensire e mi ha reso splendidamente allegra. Grazie anche a tutti voi, lettori silenziosi e a coloro che hanno introdotto questa storia tra le ricordate e seguite.

Jolie.


P.s. Adoro i gemelli. <3
  
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