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Autore: Vahonica    17/01/2013    3 recensioni
Oh, è uno dei suoi Momenti No. I Momenti Dei Ricordi Che Lasciano Il Segno.
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La mia prima Wolfstar. Spero non faccia completamente schifo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NdA Iniziali: Salve!
Premetto che questa è la prima fic che scrivo su Harry Potter... be', su Wolfstar, più precisamente - non è vero, è la seconda; la prima è seppellita in qualche cartella, sperduta nei meandri del mio computer.
Mi è venuta in mente un pomeriggio di qualche giorno fa. Stavo leggendo Harry Potter e l'Ordine della Fenice, quando mi sono accorta che c'era quest'embrione d'idea che mi galleggiava in testa. E allora ho detto: "Perché non buttarla giù a parole?"
Perciò, eccola qui.
Spero vi piaccia c:

A Remus Lupin e Sirius Black,
perché sono stati loro due
a darmi lo spunto
per la mia seconda - e
per la prima non
pubblicata - fic
sul fandom di Potter


Momenti Dei Ricordi Che Lasciano Il Segno

Sale le scale, lentamente, i gradini di legno scuro scricchiolano ad ogni suo passo. Odia fare tutto questo rumore, ma non può farne a meno; un po' perché tutta la casa scricchiola, da sempre, un po' perché, forse, vuole fargli sentire che è tornato.

Remus Lupin si ferma davanti alla porta della stanza di Sirius Black. Sa che non sta dormendo. Lo sa. Eppure inspira, espira, poi trattiene l'aria nei polmoni, come se avesse paura di fare troppo rumore lasciandola andare, e rimane immobile. A fissare il mogano nero della porta.
Busserebbe, ma non lo fa.
Si asciuga i palmi della mani, tutt'a un tratto sudaticci, sui pantaloni. Afferra la maniglia, la mano gli trema appena. L'abbassa. Si affaccia all'oscurità che avvolge la camera.
Non riesce ad impedire al proprio cuore di martellare come impazzito, come se volesse saltargli fuori dal petto, correre e tuffarsi fra le braccia di Sirius. Non lo fa, resta al proprio posto.
-Grazie cuore, Remus-
"Sirius?" - soffia, consapevole che Black l'ha sentito. Ma quest'ultimo non risponde.
"Sirius?" - ripete, a voce un po' più alta. L'altro non lo può ignorare, ora.
"Sei in ritardo" - mormora infatti e si zittisce. Non si volta a guardarlo. Continua a dargli le spalle e fissa il vuoto appena oltre i vetri freddi della finestra. Il suo profilo è visibile solo grazie alla luce argentea della mezzaluna che filtra all'interno della stanza e che lo rende quasi impalpabile.
Remus lo ama.
"Lo so. Mi disp..."
"No, non è vero" - lo interrompe Sirius, con un tono a metà fra la frustrazione e l'indifferenza, stringe i pugni - "Vattene, Remus" - sibila poi, quando Lupin apre la bocca per dire la sua.
Oh, è uno dei suoi Momenti No. I Momenti Dei Ricordi Che Lasciano Il Segno.
Remus si blocca, come se lo avessero appena paralizzato con un incantesimo, e trattiene il respiro, di nuovo. Ingoia le parole di Sirius, le manda giù a forza e quelle gli lasciano un sapore amaro e al contempo aspro in bocca, come se avesse mangiato due caramelle Tuttigusti +1, al cerume e al limone. Bleah.
"No" - ribatte dopo un po', spezzando il silenzio. Fa un passo avanti e si chiude la porta alle spalle.
Ormai stanno dormendo tutti, al n.12 di Grimmauld Place, il quartier generale dell'Ordine della Fenice, e Remus non ha voglia né di svegliarli litigando, né di litigare, principalmente.
Ma deve dire un paio di cosette a Sirius. E sa a cosa sta andando incontro, ma è arrivato il momento di affrontare l'argomento; sono troppi giorni che Sirius litiga con Molly Weasley e continua a trattare Harry come se fosse James.
La cosa, oltre che irritarlo, lo lascia sempre palesemente turbato.
"Non me ne andrò finché non avrai capito che ti stai comportando come un ragazzino, Sirius" - esordisce, calmo, fa un respiro profondo - "E noi, ormai, non siamo più ragazzini" - aggiunge, irrigidendosi sulla soglia. Quelle parole fanno male ad entrambi.
Sirius freme, contrae la mascella e non ribatte perché Remus non ha ancora finito.
"Devi capire, Sirius, che non puoi continuare a trattare Harry come se fosse James, perché, nonostante la straordinaria somiglianza fra padre e figlio, lui non è James. E..." - qui, Remus fa l'ennesimo respiro profondo. Non ha la forza di continuare, ma deve farlo. Vorrebbe solo rannicchiarsi a letto, stretto a Sirius, a sentirlo mormorare il nome di James nel sonno, fra gli incubi e poi svegliarlo e abbracciarlo e dirgli che era solo un brutto sogno. Forse dovrebbe davvero fermarsi, abbracciare il suo migliore amico e chiedergli scusa. Non lo fa, ma si prepara ad affondare e girare il dito nella piaga. E Sirius si crede pronto ad incassare il colpo - "E James non c'è più, Sirius. Sono passati quindici anni. Credevo... che l'avessi accettato, ormai..." - tace, rabbrividisce.
No, non avrebbe dovuto continuare.
"Lo so. So benissimo che Harry non è James e so benissimo anche che lui se n'è andato. Lo so, Remus" - dice Sirius, sembra quasi convinto, ma in realtà non lo è, così come Lupin.
"Lo sai, ma devi anche accettarlo. Devi andare avanti, non puoi rimanere... intrappolato nel passato" - gli trema appena la voce, così come le mani - "Sirius, io sono qui" - deglutisce, non sa se è una promessa astratta o una semplice constatazione della concreta realtà - "Potrei... potremmo ricominciare insieme, adesso" - propone, poi si morde la lingua, forse un po' troppo forte perché sente il sapore metallico del sangue invadergli la bocca, scivolare in gola. Fa una smorfia. Non capisce come quelle parole gli siano potute scivolare fuori dalle labbra. Non si è mai aperto così tanto con/a Sirius, anche se i suoi buoni momenti li ha avuti anche lui.
Come quando, una sera, si erano ritrovati soli nella loro sala comune e Remus gli aveva confessato i propri sentimenti, spinto da chissà quale impeto di coraggio. Sirius, quella volta, l'aveva baciato con trasporto, schiacciandolo fra il suo corpo e il divano, esplorando ogni angolo della bocca di Remus con la lingua calda, come nessun altro aveva mai fatto prima. Poi gli aveva detto, a fior di labbra: "Non funzionerà mai, Moony" e dietro a quelle parole, Remus aveva percepito il suo cuore battere forte. Per James. Lo sapeva, ovviamente, ma ammetterlo aveva fatto più male di quello che si era immaginato, mille volte più male.
Infine, Sirius l'aveva baciato di nuovo, con una dolcezza inaudita e completamente inadatta al momento, e Remus aveva trovato solo la forza di ricambiare, prima che Felpato salisse al dormitorio, lasciandolo lì, da solo col suo dolore.
Quella era stata l'ultima volta che l'aveva chiamato Moony, ma non l'ultima in cui l'aveva baciato senza provare nulla.
"Tu non capisci" - ringhia adesso un Sirius molto più vecchio, non più ragazzo; un Sirius ferito, un Sirius che ha pianto, un Sirius che ama nascondersi fra i ricordi sbiaditi di un tempo e che vorrebbe tornare indietro con tutto sé stesso, fermo in quel tempo, a giocare col cuore di Remus Lupin e bramare quello di James Potter che, invece, apparteneva a Lily, quella magnifica creatura.
Sirius Black non è mai riuscito a confessare i suoi sentimenti a James, ma quest'ultimo sapeva comunque. Perché udiva Felpato invocare il suo nome nel sonno, sentiva il suo cuore battere fuori controllo per un semplice abbraccio, percepiva addosso il suo sguardo, ma Prongs non aveva mai fatto o detto nulla in proposito, né incoraggiandolo, né respingendolo. Semplicemente, gli lasciava fare quello che voleva, in un comportamento piuttosto ambiguo. James si lasciava stringere, prendere per mano, baciare, solo a stampo, sulle labbra, ma nulla di più perché il resto, tutto il resto, era di Lily e solo di Lily - quella bellissima donna che Sirius amava/odiava perché gli portava via il suo James e lo rendeva felice al posto suo. Sirius si faceva bastare quel tanto che aveva e quello che non poteva avere, glielo dava Remus, senza rimpianti, senza ripensamenti, senza altro nel cuore se non la gioia di avere Sirius tutto per sé, anche se solo per un momento.
"Tu non puoi capire, Remus, perché io sono ancora qui, non sono morto! Tu non puoi capire come mi sento. Nessuno può" - prosegue Black, tornando bruscamente alla realtà assieme a Lupin, voltandosi verso quest'ultimo con una strana luce negli occhi, una luce che, può giurarci sulla luna piena, Remus non gli ha mai visto addosso. Si era aspettato che avesse gli occhi lucidi di lacrime. Ma Sirius ha i pugni stretti, le braccia distese lungo il corpo e le sue iridi nere brillano, sì, lucide, rabbia e ricordi, dolore e amore, nessuna lacrima però.
E le sue parole tagliano come... come... Remus non lo sa. Sa solo che fa malissimo e che vorrebbe obiettare, perché lui sa, in realtà, come ci si sente, poiché quando James è morto, buona parte di Sirius è andata via con lui. E' rimasta solo la parte sofferente che ogni notte si stringe a Remus chiamandolo James.
Ma Lupin non dice nulla. Sta zitto e guarda Sirius Black dritto negli occhi, facendogli capire con lo sguardo quello che non osa dire a parole.
E cala il silenzio, un silenzio denso, elettrico, carico di cose non dette ed eventi passati, sguardi brucianti e mani desiderose di toccarsi, occhi negli occhi.
Un silenzio che si prolunga all'infinito, Remus trattiene il respiro, ancora, Sirius è percorso da un lieve tremore che non riesce a fermare.
"Sei in ritardo" - sussurra Felpato, dal nulla, come se non avessero parlato d'altro fino ad ora. Remus trasalisce, un po' perché colto alla sprovvista, e studia Black, poi sospira piano, reprime un sorriso e "Lo so. Mi dispiace" - ripete, questa volta senza venire interrotto.
Sirius distoglie lo sguardo dal suo, un leggero broncio dolcissimo che gli corruccia il viso, e si siede sul bordo del letto. Poi ci si stende, si rannicchia in un angolo, sotto le coperte, e allunga le braccia verso Remus, come un bambino che vuole essere preso in braccio.
"Vieni qui, Moony" - mugugna e il cuore di Lupin, altro che capriole, compie un triplo salto mortale per poi balzargli in gola, soffocandolo quasi.
Sirius ci ha pensato. Ha ripensato a quella sera, al loro primo bacio. Ha riportato alla mente quel momento. Un ricordo che non riguarda James, ma solo loro due.
Remus non sa se esserne felice o meno, non sa come reagire, però, mentre il suo cervello lavora e sbuffa in cerca di una risposta, il suo cuore e il suo corpo hanno già preso a muoversi.
Si avvicina, cauto, e si accoccola di fianco a Sirius, dopo essersi tolto le scarpe.
Si stringono l'uno all'altro.
Sirius Black vorrebbe dirgli che gli dispiace. Non lo fa.
Remus Lupin gli direbbe che lo ama. Non lo fa.
Ma si baciano, con ardore, con trasporto, come la prima volta, e si riscoprono di nuovo dopo tanto tempo, si studiano e si accorgono di non essere cambiati per nulla, sono ancora un tutt'uno che s'incastra e si completa perfettamente, come un puzzle.
Remus conosce ogni spigolo, ogni sfaccettatura, ogni più minuscolo anfratto di Sirius e Sirius conosce ogni piega, ogni centimetro di pelle, ogni punto di Remus.
E, per la prima volta, Sirius geme il nome di Lupin, farfuglia qualche "Moony" indistinto, gli ripete all'orecchio "proviamo", gli promette che proverà ad amarlo, gli dice che forse lo ama già e non pensa a James Potter che, da lassù, ovunque si trovi adesso, può solo essere contento per i suoi due migliori amici.

 
 

NdA Finali: Torno a rompere le scatole c:
Allora, cosa ne dite?
Quando l'ho scritta, all'inizio, con carta e matita, mi era venuta fuori una pagina e mezzo, però quando l'ho copiata qui, sul pc, c'ho aggiunto qualcosa perché mi sembrava troppo scarna, non era abbastanza scorrevole ed era troppo pesante.
Forse lo è ancora adesso - scarna, non scorrevole e pesante - ma, come dico sempre, non sono qui per esprimere la mia opinione sulle cagate che scrivo, perché poi non sono io a doverle leggere.
Cioè, a me piace quello che scrivo - di solito; la maggior parte delle volte, ad essere onesta - ma vorrei capire se c'è qualcun altro all'infuori della sottoscritta che apprezza i miei scleri per quello che sono: scleri.
Sono qui per sentire la vostra opinione, le vostre critiche e i vostri complimenti - sempre se ce ne saranno, cosa di cui non sono molto convinta.
Perciò le recensioni sono più che gradite.
Ok, ho blaterato fin troppo, grazie per avermi ascoltata, comunque!
Baci,
Very



Personaggi, nomi e quant’altro appartengono tuuuuuuuutti a J. K. Rowling e a chiunque ne detenga i diritti.
No, giusto per essere precisi.
   
 
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