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Autore: Bale    17/01/2013    1 recensioni
Alla fine del decimo episodio della prima stagione, John si becca una pallottola allo stomaco.
Ancora una volta sarà Jessica a prendersi cura di lui, a salvargli la vita.
[Seguito della mia prima fic su Person of Interest - "E se Jessica non fosse morta?"]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold Finch, John Reese
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finch fece ritorno dopo diversi minuti, quando Jessica si era già asciugata le lacrime e si era ricomposta al fianco di John.

Era seduta su una poltroncina accanto al lui e gli teneva la mano.

Aveva ripulito il letto dagli asciugamani e le garze piene di sangue e aveva coperto John con il suo vecchio piumone azzurro.

Lui, però, tremava ancora. Si lamentava con urla soffocate nella notte.

Il campanello suonò all’improvviso, facendo sobbalzare Jessica.

Lei si alzò meccanicamente e andò ad aprire.

Si premurò di sbirciare chi fosse, poi lasciò entrare Harold Finch.

-Ho preso tutto, non ho avuto problemi-   esordì lui mostrando il sacchetto che aveva tra le mani.

Entrò in casa senza attendere un invito. Aveva il fiatone.

Jessica annuì. Prese il sacchetto che lui le porgeva e si diresse in cucina.

Lasciò cadere un paio di pillole sul tavolo e prese a schiacciarle con il dorso di un cucchiaio.

-Sarà difficile fargliele ingoiare intere-   spiegò a Finch che la osservava in silenzio dal fondo della stanza.

Sbriciolò le pillole con cura, con tranquillità, come se non avesse fretta.

Poi le sciolse in un bicchiere d’acqua e si diresse in camera da letto, seguita da Harold.

Girò in silenzio intorno al letto e si chinò su quel corpo rovente.

-John-   lo chiamò in un sussurro, mentre lo fissava con fare materno  -John, mi senti?-

Lui rispose con un lamento, poi provò ad aprire gli occhi.

Lei sorrise e gli passo una mano sulla fronte.

-Devi prendere questa medicina, ok?-   disse lentamente, come se si stesse rivolgendo ad un bambino piccolo.

Lui emise un suono indecifrabile.

-Starai meglio, te lo prometto. La febbre scenderà e ti sentirai bene-

Senza attendere altri cenni di conferma, avvicinò il bicchiere alle sue labbra disidratate.

Con l’altra mano gli teneva la testa sollevata.

Lo guardava con amore, mentre spingeva il bicchiere sempre più a fondo.

-Bravo-   gli sussurrò poi.

Gli baciò la fronte e gli sorrise mentre lui si riaddormentava.

Ritornò in cucina e lavò con cura il bicchiere.

Finch aveva osservato con attenzione ogni suo movimento.

-Posso farle una domanda?-

Lei sobbalzò, come se si fosse del tutto dimenticata della sua presenza.

-Ne è ancora innamorata?-   chiese lui senza attendere conferma.

Jessica si bloccò all’istante. Rimase immobile con le mani nel lavandino e l’acqua calda che vi scorreva sopra.

-Perché me lo chiede?-   disse infine cercando di apparire indifferente.

-Perché John, credendo di non farcela, ha lasciato un messaggio per lei-

Jessica chiuse il rubinetto e si voltò a guardare il suo interlocutore.

-Cosa?-

Harold sorrise dolcemente.

-Ha capito bene. John ha rivolto a lei quello che credeva essere il suo ultimo pensiero-

Gli occhi della donna si riempirono di lacrime.

Per un attimo si sentì catapultata indietro negli anni, a quando lei e John erano stati felici.

-Lui è vivo-   disse poi, cercando di scacciare il desiderio di conoscere quelle parole.

-Lo so-   rispose lui.

Seguirono attimi di assoluto silenzio, poi Finch parlò di nuovo.

-Ho registrato la conversazione, lo faccio sempre-   spiegò appoggiando il suo cellulare sul tavolo della cucina   -Se vuole ascoltarla le basterà premere il tasto play-

Sorrise ancora, dopodiché lasciò la cucina.

Jessica afferrò una sedia e vi si lasciò cadere.

Quella sera stavano succedendo troppe cose. Troppe emozioni la stavano travolgendo come un fiume in piena e lei non era del tutto sicura che sarebbe riuscita a rimanere a galla.

Guardò il cellulare di Harold. Lo schermo era ancora acceso.

Quali parole le aveva dedicato John? Aveva confessato di amarla ancora? Oppure le chiedeva perdono per tutto quello che era successo tra di loro?

Scosse la testa.

No, John non aveva alcun bisogno di farsi perdonare. L’aveva resa felice e, anche se alla fine si erano separati, lei aveva lasciato che lui mantenesse un posto nel suo cuore.

Teneva una sua foto in fondo ad un cassetto, un’altra nel libro che stava leggendo per tenere il segno.

Lo aveva amato con tutto il suo cuore e solo in quel momento si accorse di amarlo ancora.

Una lacrima le rigò il volto, al pensiero che il loro amore era cresciuto molto, nonostante la lontananza, gli anni di separazione.

Sì, lo amava ancora. Lo amava anche di più.

Provò  l’istinto di correre in camera da letto a baciarlo, a dirgli che lo amava.

Prima, però, decise di soddisfare la sua curiosità. Dopotutto si tratta di un sentimento del tutto umano.

Allungò un braccio sul tavolo e con il mignolo premette il pulsante che Finch le aveva indicato.

La voce sofferente di John risuonò nella cucina:



“Di’ a Jessica…che…che l’amo.


Non ho mai smesso di amarla.


L’amerò sempre”
 



La voce di Harold Finch interrompeva quella dolce poesia:



“Potrai dirglielo di persona. Sto arrivando, John. Vengo a prenderti”
 


Allungò di nuovo la mano per interrompere quella registrazione.

Poi chinò il viso sulle braccia incrociate e pianse come non aveva mai fatto prima.


   
 
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