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Autore: L i f e    17/01/2013    4 recensioni
Questa storia l'ho scritta di getto ieri sera, grazie alla canzone "Hangover" dei Flo Rida e Taio Cruz. Non so proprio come definirla, quindi vi lascio solo un piccolo pezzo di storia, sperando di incuriosirvi :D
"Lily si portò una mano alla bocca.
La Sala Comune di Grifondoro, che la professoressa McGranitt aveva posto sotto la sua sorveglianza, era un vero e proprio macello. Ovunque, segni della festa della sera prima, alla quale Lily non ricordava avesse dato il consenso."
Felì ^^
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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*Hangover Made in Hogwarts*
 

Lily aprì gli occhi, mugolando dal dolore, per via del forte mal di testa.
-Ma cos…?- iniziò a dire, prima di essere zittita da un James Potter euforico, che le diede un bacio sulle labbra.
La rossa spinse subito il ragazzo giù dal divano rosso, sul quale erano entrambi sdraiati, e si guardò attorno sconvolta, mentre il Malandrino balbettava qualcosa come: “Tu…burrobirre…festa…”
Lily si portò una mano alla bocca.
La Sala Comune di Grifondoro, che la professoressa McGranitt aveva posto sotto la sua sorveglianza, era un vero e proprio macello. Ovunque, segni della festa della sera prima, alla quale Lily non ricordava avesse dato il consenso.

“Ma scherziamo?! Io che acconsento a fare una festa in Sala Comune? Avrò bevuto qualcosa di forte, oh sì.” Pensò la rossa irritata.
Osservò sconsolata tutti i brillantini, il cibo e le bevande, e addirittura vestiti, sparpagliati per tutta la sala, assieme al resto dei partecipanti alla festa, fra i quali Lily notò -con evidente orrore- che vi erano anche dei primini.
Lily posò lo sguardo su James, che giaceva a terra in una posizione assurda, con una gamba incastrata sulla testa, e un espressione ebete in viso. “Che novità.” pensò la rossa, alzando un sopracciglio.
Si mise una mano sugli occhi, sfregandoli con insistenza, sperando che tutto fosse solo uno stupido incubo.

Certo, in un incubo normale un Peter seduto a cavalcioni su una bottiglia di burrobirra non le sarebbe quasi andato addosso, volando letteralmente dalle scale dei dormitori fino in Sala Comune, suscitando l’ilarità di quei pochi che si erano svegliati.
La rossa abbassò la testa, evitando per un soffio il Malandrino.
“Ma come Merlino ha fatto a volare?” pensò, osservando con noncuranza Peter che finiva spiaccicato sulla finestra, e chiedendosi come avesse fatto un ragazzo della sua…ehm…stazza, a volare come un razzo su una misera bottiglia di burrobirra.
Perché, ovviamente, se sulla bottiglia ci fosse stato Remus avrebbe potuto volare tranquillamente.
Lily scosse la testa, muovendo i ricci che aveva creato la sera prima con un incantesimo, imparato da Marlene.

-Lily, avranno fatto un incantesimo alla bottiglia. O a Peter.- si disse da sola, mentre Peter mugugnava qualcosa riguardante un braccio rotto, urlando una parolaccia ogni due parole.
Finalmente il buonsenso sembrava tornarle, allora prese coraggio e scese dal divano, evitando Potter che le aveva abbracciato le gambe, mormorando una poesia d’amore, e dirigendosi verso il suo dormitorio facendo lo slalom fra i “cadaveri” delle vittime ubriacate. Passò davanti ad un primino, che si era appena svegliato, gli occhi lucidi e lo sguardo svampito, che stava agitando una bottiglia vuota tentando disperatamente di bere almeno un’altra goccia di alcool. Gli prese immediatamente la bottiglia, sgridandolo e spingendolo verso i dormitori maschili, ma questo si accasciò, morente, a metà scale.

La rossa sbuffò.
Se ne sarebbe occupata dopo.
Barcollò fino al suo dormitorio, poi si chiuse in bagno perché un senso di nausea l’avvolse.
Dopo una decina di minuti, si rimise in piedi, si spostò dal water e si guardò allo specchio.
Quando vide il proprio riflesso sussultò, con gli occhi spalancati dal terrore.
Aveva i capelli ridotti ad un groviglio indistinto, fra cui spiccavano fiori hawaiani e brillantini colorati. Si chiese perché caspita non li aveva lasciati lisci, di quel liscio perfetto che Marlene tanto gli invidiava.
Ma i capelli erano il minimo.
Il suo viso era ridotto a una maschera, e i suoi occhi, con il mascara completamente sbavato, la facevano somigliare ad un piccolo panda.
Un piccolo panda dai capelli rossi.
Un piccolo panda dai capelli rossi sull’orlo di una crisi di nervi, per la precisione.

La divisa, poi, era ridotta ad uno scempio.
La camicia, originariamente di un bianco accecante, era macchiata di un qualche liquido dall’odore pungente, immaginò whiskey incendiario, o simili. La gonna era una piega unica, e le calze una più in alto dell’altra. In quel momento si rese conto di essere senza scarpe, ma non se ne curò più di tanto.
Uscì dal bagno in punta di piedi, ed entrò timidamente nella sua camera ad occhi chiusi, temendo il peggio.
E faceva bene.

Alice e Frank erano uno sopra l’altro, addormentati –e fortunatamente vestiti- constatò Lily, sopra al suo letto.
Marlene era sparita, e immaginava già dove avrebbe potuto trovarla. Mary invece, era sdraiata sul pavimento, abbracciata ad una testa di un lupo di peluche gigantesca.
Lily alzò nuovamente un sopracciglio, e decise di dare prova del suo coraggio Grifondoro.
Si stava dirigendo verso il dormitorio dei Malandrini.
Attraversò nuovamente il campo minato, scoprendo con orrore che Potter si era svegliato, e la stava seguendo barcollando.
-Potter, smettila di stalkerarmi.- ordinò Lily, vedendo il Malandino che si nascondeva dietro a una colonna.
-Guarda che, Lily adorata, sei tu quella che sta andando nel dormitorio maschile.- rispose lui, con una strana sicurezza nella voce, nonostante gli occhi lucidi tradissero le sue condizioni.
-Se lo faccio ho i miei motivi, Potter.- sentenziò la rossa, marcando l’ultima parola.
-Sai che puoi chiamarmi James, vero Lily?-
-Primo: Non chiamarmi Lily. Secondo: Smett…Oooh!-
La ragazza non riuscì a finire la frase, che cadde come una pera nelle braccia del Malandrino, che la afferrò appena in tempo.
-Tutto bene?- chiese.
-…Sì.- soffiò lei, togliendosi da James e rimettendosi a posto la camicia più che poteva, mentre le sue orecchie diventavano scarlatte.
E, sia chiaro, il fatto che Potter l’avesse baciata e abbracciata nell’arco di nemmeno venti minuti in una mattina, non c’entrava assolutamente niente.

I due arrivarono bisticciando alla camera di James, dove trovarono un Sirius e una Marlene abbracciati sul pavimento, e soprattutto un Remus vestito da lupacchiotto, sdraiato in modo composto sul proprio letto, con lo sguardo rivolto al cielo, in un espressione sognante.
-Lunastorta, va tutto bene?- chiese James in tono pacato, avvicinandosi all’amico.
Se si può essere pacati indossando una camicia fucsia a fiorellini bianchi, e un sombrero scarlatto in testa.
Lily sorrise alla scena, ascoltando la conversazione seduta su un letto, probabilmente quello di Peter, data la quantità di pacchettini di Cioccorane scartati sopra al copriletto.
-Mai stato meglio.- sospirò il biondo.
-Okay…e perché sei vestito così?-
-Ah…Mary…- sospirò nuovamente il Malandrino, senza badare alla domanda dell’amico.
-Okay Lily, abbiamo constatato che Rem non regge l’alcol.-
-Non l’avrei mai detto.- sibilò la rossa.
-Su, calmati, dopotutto non è successo nulla di grav…-
-JAMES POTTER, SIRIUS BLACK, REMUS JOHN LUPIN E PETER MINUS, VENITE IMMEDIATAMENTE QUI!- tuonò la voce della professoressa McGranitt dal piano inferiore, forte come se fosse stata attaccata con un megafono alle orecchie di James.

 


***
 

Quella che passarono le seguenti settimane, fu molto probabilmente la punizione più dura mai inflitta da un professore ad Hogwarts. La McGranitt svuotò la clessidra di Grifondoro in un batter d’occhio, e mise in punizione i Malandrini e Lily per due intere settimane. Oltre a dover scrivere novemilioniquarantaquattromiladuecentotrentatrè volte al giorno sulla lavagna della professoressa la frase: “Non si organizzano feste in Sala Comune, perché se le gestite voi viene fuori un suicidio”(Sirius si congratulò con la professoressa per l’originalità), a Sirius e James venne impedito di giocare a Quidditch per una settimana.
Non di più, altrimenti, pensò la McGranitt, Grifondoro avrebbe perso la Coppa di Quidditch, e con essa la coppa delle Case, e questo non lo voleva, oh no.
Ma a James Potter non importava.
La cosa che gli importava veramente, era che aveva baciato Lily, e ciò gli bastava.

La morale di questa storia?
Se volete organizzare una festa in Sala Comune adottate le seguenti prevenzioni, acciocché non si possa arrivare a punizioni come quelle sopracitate.
1- Prima di dare inizio alla festa, appendere un cartello con su scritto “Festa in corso, non disturbare”, sul quadro della signora grassa.
2- Qualche secondo prima di sparare la musica a tutto volume, praticare un incantesimo alla stanza, in modo che da esterni non possa giungere il rumore prodotto da essa e dalle urla.
3- Finita la festa, chiedete a qualcuno capace di praticare un incantesimo per ripulire tutto PRIMA che arrivi la McGranitt.
E adesso…
 
CHE INIZI LA FESTA!
 
Angolo autrice:
Scusate, scusate, scusate, ma mi è venuta questa assurda ispirazione, e sono qui a scrivere da circa un’ora come una matta, nonostante non ho idea di che ora sia, ma si sa, all’ispirazione non si comanda u.u
Okay, la smetto di dire stupidaggini e vado.
Mi scuso nuovamente per la cretinata scritta, non volevo scendere nel demenziale così, ma è successo per sbaglio xD
Ringrazio anticipatamente chi leggerà, si farà una risata (spero) e, se gli va, recensirà, giusto per dirmi di andare a studiare invece di scrivere queste cavolate :P
Un abbraccio,
Felì :D

 

 
 

  
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