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Autore: Vanilla_91    17/01/2013    5 recensioni
[REVISIONE GRAMMATICALE IN CORSO]
In un luogo e in un tempo imprecisato gli umani sono costretti a sottomettersi ai demoni che regnano incontrastati..Una vita in schiavitù, è questo il destino che attende ogni umano..ma se qualcuno trovasse la forza di cambiare questa situazione?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Sono ore che camminiamo. Se con noi ci fossero stati anche vecchi e bambini non avrebbero retto questa fatica.- constatò Sango.
- Hai ragione, Sango, tuttavia non credo che alle guardie la cosa sarebbe interessata. Se qualcuno non ce l’avesse fatta, lo avrebbero ucciso subito.-
-Non capisco come si possa aver così poco rispetto per la vita altrui..  nemmeno gli animali andrebbero trattati in questo modo figuria..- esplose Alissa.
La zittì velocemente. Comprendevo sia la sua rabbia sia la sua preoccupazione, ma se ci avessero sentite avremmo passato solo ulteriori guai. Durante tutto il viaggio non feci altro che pensare ad un modo per far sì che non ci separassero una volta giunte a destinazione.  Ma come avremmo potuto fare?
Arrivati, dopo quasi tre ore di viaggio, il generale si avvicinò a uno dei mercanti di schiavi.  Era ovviamente un demone, non avrei saputo dire di che genere,basso e tarchiato. Il suo nome era Kumaru, ed era uno dei principali commercianti di schiavi, specializzato nella collocazione di donne e bambini. La situazione sembrava peggiorare sempre di più. La mia mente era in fermento; dovevo escogitare immediatamente qualcosa o non saremmo più uscite da quel pasticcio. Notai immediatamente anche la tensione di Alissa e Sango, mentre Rin teneva il capo chino e non aveva spiaccicato una parola..evidentemente si era già rassegnata.
Ero persa nei miei pensieri quando qualcosa attirò la mia attenzione: un umano passeggiava tranquillamente per le strade del mercato in compagnia di un piccolo demone volpe.
-Ragazze, ho forse le allucinazioni? Quel ragazzo è senza dubbio un umano.- osservò Sango.
La cosa sembrava impossibile: un umano non poteva camminare così tranquillamente per le strade di un villaggio demoniaco. Ma i miei occhi,e non solo, a giudicare dall’espressione d’incredibilità dipinta sul volto di tutti quelli che mi circondavano, vedevano la stessa cosa. Che insieme a Sango fossimo impazziti tutti?
- Hai ragione, è indubbiamente un umano.  Non percepisco nessun’ aura demoniaca provenire da lui. Ma com’è possibile una cosa del genere? Chi sarà mai?- chiesi colma di curiosità.
-Sembra che non dovremo attendere molto per saperlo.. Sta venendo qui.-
Quando il ragazzo ci fu vicino potei osservarlo meglio. Era davvero bello: alto, fisico slanciato, un sorriso radioso e due occhi blu in cui si poteva annegare.  La mia osservazione fu brutalmente interrotta da un avvenimento impensabile. Quando infatti il ragazzo era ormai giunto dinnanzi a noi le guardie demoniache si inchinarono.
Demoni che si inchinavano ad un umano? Che diavolo stava accadendo? Chi era?
E le mie mille domande ebbero immediatamente una risposta.
- Sommo Miroku è un piacere avervi qui- lo accolse il commerciante di schiavi.
-Kumaru, non è affatto necessario che tu finga con me.  So bene quanto ti repelle l’idea di dover essere così servile con un umano, perciò cercherò di non farti perdere troppo tempo.  Ho bisogno di alcune giovani, abbiamo bisogno di persone in cucina, l’unica cosa che mi importa è che siano sane e forti.- disse con un sorriso, poi sembrò ripensarci e aggiunse -se però sono anche belle è molto meglio, magari qualcuna di loro accetterà di fare un figlio con me-
Fece scorrere il suo sguardo su tutte le ragazze presenti con un’espressione da maniaco disegnata in volto.
- Ma chi diavolo è questo depravato? E non capisco perché lo trattano con tutte queste riverenze! A me sembra un banalissimo maniaco- sentenziò a tono alto Sango.
Maledì lei e la sua lingua lunga. Una delle guardie aveva sentito chiaramente ciò che aveva detto..
-Cosa hai detto ragazzina sfacciata?- urlò attirando l’attenzione di tutti su di noi e strattonando malamente Sango
-Tu non sai con chi stai parlando. Questo ti costerà molto caro. Dì pure addio alla vita- urlò, sollevando poi il braccio per colpirla con gli artigli.
Eravamo tutte paralizzate dallo shock. Era successo tutto così in fretta che restammo immobili, incapaci di dire o di fare qualcosa.. ma per fortuna qualcuno fu più pronto di riflesso rispetto a noi.
- Fermatevi!- Tuonò Miroku -Lasciala andare immediatamente!- ordinò alla guardia.
-Ma S..Signore quella donna ha det…-
Non lo lasciò concludere.
- Non mi importa di ciò che ha detto. Una simile bellezza non passa di certo inosservata e l’avevo già notata quando sono arrivato.- disse, puntando le sue iridi azzurre in quelle scure di Sango che arrossì. Poi continuò -Prendo lei.-
 Tese una mano a Sango, che istintivamente arretrò avvicinandosi a me e alle altre. Il misterioso ragazzo fece scorrere il suo sguardo su tutte quante noi assumendo un’aria pensierosa; ma a rompere il silenzio fu il piccolo demone volpe che si trovava con lui.
- Miroku, io credo che loro stiano tutte insieme.  Non possiamo separarle. Non possiamo portarle tutte con noi? Del resto a noi serviva più di una sola persona- domandò con una tenera voce da bambino.
Il ragazzo dagli occhi azzurri, che ormai avevo compreso si chiamasse Miroku, puntò di nuovo il suo sguardo su Sango…
- Siete sorelle?- le domandò.
- Non di sangue,ma è come se lo fossimo- si affrettò a rispondere la mia migliore amica.
Tornò a fissarci una per una e poi sospirò rumorosamente.
- E va bene, non so proprio dire di no a quattro belle fanciulle- disse, sorridendo sornione e facendoci arrossire tutte.
Tornò poi a rivolgersi al commerciante di schiavi.
-Kumaru, porto via con me loro quattro. Non voglio storie, sarà la guardia a pagarti-
Detto ciò, ci fece segno di seguirlo.
Camminavamo già da un po’ e benché nelle nostre teste regnasse la confusione più totale nessuna di noi aveva osato parlare. Mi chiedevo ancora chi fosse quel ragazzo,  perché dei demoni si fossero comportati da suoi sottoposti, dove ci avrebbe portate e altre mille cose, ma data la situazione precaria pensai che tacere per il momento fosse la soluzione migliore. Del resto fino a quel momento eravamo state fortunate, nessuna di noi era stata maltrattata e cosa più importante eravamo ancora tutte insieme.
A interrompere lo scorrere dei miei pensieri fu proprio quello che sarebbe dovuto essere il nostro nuovo “padrone”. Si girò verso di noi e cominciò a parlare.
-Immagino che siate molto confuse e che vogliate delle spiegazioni. Il mio nome è Miroku e anche io sono un umano-
- Ma allora se sei un umano com’è possibile che..- lo interruppe Alissa.
Sango la zittì.
- V…vi prego scusatela, è solamente impulsiva.. non voleva mancarvi di rispetto.-
Inaspettatamente, Miroku sorrise.
- Non preoccupatevi. Posso immaginare quello che state passando. Vi starete sicuramente chiedendo come mai, nonostante io sia un umano proprio come voi, venga trattato in questo modo. La cosa è molto semplice: sono il migliore amico di uno dei principi di questo regno. Da tutti vengo considerato come un figlio adottivo del re e, per ordine del sovrano stesso che mi ha cresciuto, vengo trattato come se fossi un principe..ma come avete potuto vedere a molti demoni la cosa non va per niente giù..
Le sue parole spiegavano molte cose..
-Al castello dove ci stiamo recando sarete al sicuro. Il re di questo regno non maltratta gli umani, di conseguenza anche voi sarete trattate nel migliore dei modi..-
- Vi ringrazio per avermi salvato prima- disse Sango, col viso arrossato - e vi chiedo scusa per ciò che ho detto..- continuò chinando il capo.
- Non c’è problema. Ora andiamo, siamo quasi arrivati- disse sorridendo e riprendendo a camminare.
Dopo poco, in effetti, giungemmo al castello. La struttura era maestosa: circondata da mura alte e solide, un enorme fossato rendeva ostico l’ingresso per i nemici ed ovunque erano visibili guardie demoniache, schiavi e servitori umani impegnati nei più vari lavori.
Mentre tutte noi ci guardavamo attorno, con un misto di stupore e timore, Miroku riprese a parlare.
- Bene, ragazze, mi dispiace ma io ora devo andare, ho delle faccende da sistemare.  Non muovetevi da qui, arriverà subito Yura. È un demone, ed è lei che si occupa dell’andamento del castello. Vi spiegherà ciò che dovrete fare e tutto ciò che dovreste sapere.- e senza nemmeno darci il tempo di rispondere, di ringraziarlo o di fare qualunque altra cosa era già sparito.
- Cavoli, siamo state fortunate. Quel ragazzo è stato davvero molto gentile.- osservò Alissa.
- Hai ragione!!- accordò Sango arrossendo ancora una volta, cosa che non passò di certo inosservata ai nostri occhi.
Le porte della sala in cui Miroku ci aveva lasciate vennero spalancate e fece la sua comparsa un demone donna..quella doveva essere sicuramente Yura. Aveva corti capelli neri che le sfioravano le spalle, un fisico alto e slanciato.
-E così voi siete le nuove schiave?- ci chiese con voce annoiata.
- S…si siamo noi- disse timidamente Rin.
-Bene, aprite le orecchie perché parlerò una sola volta. Siete molto fortunate ad essere arrivate qui invece che altrove. Anche se non ne capisco il motivo, i re e il principi di Shion sembrano prendere in considerazione la vita di voi inutili essere umani.. quindi se ubbidirete senza fare storie o danni potrete vivere la vostra patetica esistenza in modo tranquillo. è chiaro?-
-Si!- risposi con tono duro.
 Le sue parole mi avevano terribilmente irritata.  
Ma chi diavolo credeva di essere per parlarci così? Non mi importava nulla se era un demone, per me la vita di qualsiasi essere vivente era importante e nessuno era inutile. Lei mi guardò contrariata.
- Bene, bene vedo che abbiamo una temeraria qui. Beh, sei fortunata oggi mi sento magnanima e quindi te lo spiegherò. Qui tu non vali niente, sei una schiava, una proprietà, non troverai conforto in nessuno, nemmeno negli altri schiavi, ma non voglio dirti altro capirai tutto da sola. Ma che sia chiara una cosa a tutte voi: qui ogni gesto sconsiderato, ogni errore, ogni presa di posizione inutile e insensata viene punita. A comandare qui siamo noi demoni, l’unica cosa che voi dovete fare è sottomettervi ed obbedire. Quindi, non disobbedite mai agli ordini, siate sempre consapevoli del fatto che ogni essere in cui scorre anche una sola goccia di sangue demoniaco sarà sempre superiore a voi miseri umani, e soprattutto ricordate bene che ogni essere umano deve essere sottomesso e a completa disposizione di noi demoni. Ora per quanto riguarda voi tre..- disse riferendosi a Rin, Sango e Alissa -..fatevi indicare la strada per le cucine e iniziate a rendervi utili. Per quanto riguarda te, carina, per la tua sfacciataggine andrai a raccogliere l’acqua al fiume- mi disse guardandomi con sguardo disgustato. La guardai in modo un po’ scettico; se la punizione per la mia insolenza era quella me l’ero cavata davvero bene, del resto era una cosa che facevo quasi tutti i giorni al villaggio. Il sorriso cattivo che mi lanciò poco dopo mi fece capire che di certo non avevo ben’inteso qualcosa.
-Di solito questo è un lavoro che lasciamo svolgere agli uomini, ma per la tua insolenza lo meriti pienamente. Adesso basta perdere tempo, andate!-
Detto questo ci congedò. Mentre le guardie scortavano le mie amiche  verso le cucine, a me fu consegnato un secchio, mi fu indicata la strada per raggiungere il fiume, che non era affatto vicino, e mi fu bruscamente ordinato di riempire ben 8 barili d’acqua.
- Maledizione a me! quando imparerò a tenere la bocca chiusa? Dico sempre ad Alissa di non essere così impulsiva e poi la prima ad esserlo sono proprio io. Uff mi ci vorranno ore intere per finire tutto-
Mi resi conto che era circa mezz’ora che giravo per quel bosco e, secondo le indicazioni della guardia, sarei dovuta essere arrivata al fiume già da un po’. Ero sicura che quella demone antipatica mi avrebbe accusata di aver perso tempo di proposito. Stanca per il continuo girovagare mi lasciai andare contro il tronco di un albero, ma un luccichio attirò la mia attenzione. Superai alcuni cespugli e mi ritrovai dinnanzi ad una splendida sorgente-
-Questo posto è a dir poco meraviglioso! L’acqua è così pulita e tutti questi fiori sono splendidi-
Rendendomi conto di dover fare in fretta, e stabilito che l’acqua della sorgente non avrebbe fatto differenza rispetto a quella del fiume che mi avevano indicato cominciai a riempire la botte.
Una volta colma la poggiai sull’erba, e attratta da quell’acqua limpida e fresca la raccolsi tra le mani per rinfrescarmi il viso. Quando i miei sensi percepirono una presenza demoniaca alle mie spalle, spaventata da quell’apparizione improvvisa, mi girai di colpo e finì col rovesciare tutta l’acqua contenuta nel recipiente direttamente sulla persona alle mie spalle. Istintivamente indietreggiai e concentrai la mia attenzione su quel ragazzo che era comparso così all’improvviso. Era alto, più di me, indossava un vestito rosso che metteva però chiaramente in risalto il suo petto muscoloso, aveva lunghi capelli argentati, due carinissime orecchie canine sulla testa e due bellissimi occhi color ambra che mi stavano letteralmente fulminando. Vedendo la rabbia nei suoi occhi mi riscossi e arrossì immediatamente per essere rimasta lì a fissarlo come una sciocca;  rendendomi poi conto di avergli completamente svuotato la botte addosso tentai di scusarmi.
- I…Io m..mi dispiace davvero tanto. Ti ho sentito all’improvviso alle mie spalle e mi sono spaventata- dissi tutto d’un fiato e arrossendo un po’ di più.
Lui mi guardò leggermente scioccato e scocciato prima di rispondermi.
- Beh, che ti dispiace è il minimo.. mi hai letteralmente fatto il bagno -
E quella fu la prima volta che sentì la sua voce.
   
 
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