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Autore: fedenow    05/08/2007    13 recensioni
ATTENZIONE SPOILER DEATHLY HALLOWS! (Questa storia tiene conto del settimo libro, ma non dell’epilogo)
Solo una ragazza bambina come lei poteva crederci.
Solo una perfettina So-Tutto-Io poteva pensare di poter cambiare il mondo.
Solo lei poteva credere di renderlo migliore.
Solo…solo NOI potevamo crederci.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Way Back Home

ATTENZIONE! QUESTA STORIA CONTIENE SPOILER DEL SETTIMO LIBRO, ANCHE SE NON HANNO ASSOLUTAMENTE UNA FUNZIONE  CENTRALE NELLA STORIA.

Un avviso per coloro che leggono abitualmente le mie storie: questa sarà molto diversa, poco a che fare con le mie solite e adorate storie romanticone e sdolcinate:]]




WAY BACK HOME



Buongiorno.
Il mio nome è Ronald Weasley, detto Ron.

Sono un mago, e anche piuttosto dotato, considerando che all’età di 16 anni ho intrapreso un combattimento contro un gruppo nutrito di Mangiamorte, uscendone illeso.

Vengo da una famiglia molto numerosa: eravamo sette fratelli, ora siamo sei, dato che Fred ha pensato bene di farsi uccidere strada facendo.
Sì, lo dico con leggerezza: è morto. Shockatevi pure del mio cinismo. Sono cinico, lo ammetto, e non ne vado fiero. Ma vi assicuro che arrivati dove sono oggi io, anche voi sareste come me.

Ho il diritto di essere cinico. Punto.

Non vi chiedo di non odiarmi. Anch’io mi odio. Solo…facciamo un passo indietro, almeno capirete perché sono quel che sono, e trarrete le vostre personali conclusioni.

A 17 anni il mio migliore amico ha sconfitto quello schifo di essere che portava il nome di Voldemort.
Vi lascio immaginare la gioia generale che dilagava nel mondo magico. Ecco, appunto, la lascio immaginare a voi, perché io, francamente, non so più come si fa.

Sono sempre stato quello che sdrammatizzava, che vedeva il lato positivo della situazione, che tirava su di morale gli amici. E ora invece…


Ritornando a noi: Voldemort è morto! Basta persecuzioni, basta uccisioni, basta temere di non vedere crescere i tuoi figli…Insomma, la vita era meravigliosa!

Io avevo perfino trovato il coraggio di dichiararmi a Hermione, la mia migliore amica di sempre.

Ma in fondo lo sapevamo tutti e due che non eravamo mai stati solo amici.
Caspita, perché a Harry non dava fastidio che Hermione parlasse con Krum, mentre io lo volevo semplicemente annientare?
 
Ecco, vedete, c’era qualcosa che non era mai girato bene…


Dunque, molto –troppo- tempo dopo che io ed Hermione ci baciammo la notte della Battaglia di Hogwarts, le dissi tutte le frasi del caso: ti amo, sei la mia vita, la cosa più bella che mi sia mai capitata, senza di te non potrei vivere…
Scusatemi: concedetemi ora un appunto su questa ultima, tipica, usatissima frase da giovane innamorato.

È una delle cose più stupide che si possa dire, sapete?
Perché, se ci pensate, concretamente è impossibile che una persona smetta di vivere quando ne muore un’altra.
Perché, proprio a livello scientifico, è impossibile morire di dolore.

Ci sono nella storia persone archiviate come “morte di dispiacere”, ma lasciatemi smontare anche queste. Esempio: una persona è addolorata, cade in depressione, smette di mangiare, quindi muore.
Liscio come l’olio, no?

Ma allora la morte è di fame, non di dolore, giusto? Forse sbaglio?

Di nuovo il cinismo, lo sapevo…è inutile, è più forte di me.


Lo vedete? Vedete come sono ridotto?
Mi faccio schifo da solo. Sono schifosamente materiale.
Materiale.

Ho perso la facoltà di vedere il mondo a colori, per così dire. Vivo in una scala di grigi.


Cerco sempre qualcosa di recondito, di nascosto, di occulto, non ammettendo mai che il più delle volte le cose sono quelle che sembrano.

Volete un esempio?

Quando avevo 21 anni, un lavoro fruttuoso nell’impresa di giochi magici di mio fratello e grandi progetti per il futuro, Hermione, l’unica ragazza a cui mi fossi mai dichiarato, è morta.

Sì, morta, avete sentito bene.
A ventuno anni. Nel fiore dell’età e della bellezza.

Nel fiore della nostra storia.

Le è crollato l’ufficio addosso, detto in due parole.

Lei lavorava al Ministero, alte posizioni, ovviamente, con quel cervello che si ritrovava. Reparto “Applicazione della Legge Magica”, detto anche, dal sottoscritto, reparto Entra-e-Muori: tu entri al reparto, e stai sicuro che ne esci solo in una bara, con tutti i nemici che ti fai.

Dai, come si può pensare di eliminare tutte le persone che non rispettano la legge?

Solo una ragazza bambina come lei poteva crederci.
Solo una perfettina So-Tutto-Io poteva pensare di poter cambiare il mondo.
Solo lei poteva credere di renderlo migliore.
Solo…solo NOI potevamo crederci.


È inutile che faccia lo sbruffone: io ci credevo, c’ho sempre creduto.

Prima che lei se ne andasse, ovvio.

In pochi giorni sono passato dal credere che il suo lavoro fosse il più utile e gratificante, al considerarlo il più stupido ed inutile.



E tutto questo perché tu, ipocrita, te ne sei andata.

Sì, sei solo una falsa.
Mi hai giurato che saremmo stati insieme per sempre. Mi hai giurato che avremmo avuto dei bambini stupendi, la sera in cui ti ho dato quel maledettissimo anello di fidanzamento.

Ho pianto come un cretino mentre mi smaterializzavo per tornare alla Tana, e non mi sono neppure sottratto ai baci di mia madre, quando le ho raccontato che ti avrei sposato.

Per cosa, Granger? Per cos’è che ho fatto tutto questo?
Per vederti morire due giorni dopo? Per vedere Ginny e Harry rinunciare alla luna di miele per essere presenti al tuo funerale? Per sentirmi dire dal medimago dell’obitorio che, dai segni rilevati sulle tue mani, eri morta stringendo spasmodicamente quell’anello, il nostro anello???

No, non l’avevo fatto per questo, Granger.

L’avevo fatto perché allora vivevo nell’amore, mentre ora non so neanche cosa sia.



Sai, avevo sempre saputo che eri coraggiosa, ma non pensavo che avresti davvero avuto il coraggio di piantarmi qua in questo modo.
Dove hai trovato il coraggio di morire proprio in quel momento, ME LO VUOI DIRE UNA BENEDETTA VOLTA O NO?

Ecco, vedi? Mi fai arrabbiare anche da morta. Sei l’unica sulla faccia della Terra a riuscirci.

Ma tu sei sempre stata l’unica in tutto quello che facevi.

L’unica che manteneva il sangue freddo mentre il Tranello del Diavolo la stritolava, mentre un Basilisco vagava libero per la scuola, mentre doveva tornare nel passato per salvare Sirius Black, mentre Harry le diceva che sarebbe dovuto stare in acqua un’ora intera nel torneo Tre Maghi, mentre combatteva contro Mangiamorte e Dissennatori, mentre mi rattoppava un braccio scarnificato, mentre Bellatrix Lestrange la torturava, mentre…Ti amo, Hermione.

Ti amo, Hermione.

Possibile che quegli assassini non lo sapessero? COME hanno potuto distruggerti l’ufficio sopra la testa, se lo sapevano? Possibile che ti abbiano ucciso SE IO TI AMAVO? No che non è possibile!!
Eppure…è successo…



Hermione, amore mio, cosa devo fare? Me lo dici, per favore? Devo ascoltare quello che mi hanno detto i tuoi piangendo durante il tuo funerale? “La vita va avanti: vai avanti con lei e sii felice”? Me lo vuoi dire come faccio a credere a queste cretinate?

Ormai ho 27 anni. È da sei anni che non uso questa bacchetta.
Da quando me ne sono andato da tutto e da tutti. Da quando ho iniziato a babbaneggiare per le vie di Londra, sbattendo porte in faccia alla mia famiglia, alla tua, a quella di Harry e Ginny….

Scusa: se che non è quello che volevi da me, ma ti amo, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, senza di te la vita non ha senso…

Mi odierai per questo?



Sono appena tornato da casa di Ginny.
Sì, mi sono fatto vivo dopo sei anni, sei lunghi anni in cui tutti si sono chiesti, disperandosi, se Ronald Weasley era ancora vivo.

Non sai che pianti ci siamo fatti, tutti e tre: io, mia sorella e mio cognato Harry. Ho chiesto scusa a tutti, per quanto li ho fatti soffrire in questi anni.

Come avresti voluto tu, ne sono sicuro.

Vedi, Hermione? Riesci a rendermi migliore anche se non ci sei più. Mi spieghi come fai, amore mio?

Sei l’unica anche in questo.


Sono andato anche alla Tana, sai? Stesse scene, stesse scuse sincere, stesse promesse di cene insieme domani o nei giorni a venire, che non manterrò mai.


Sì, sto per raggiungerti, Hermione.
È giunto il momento che Ron Weasley riprenda in mano la sua bacchetta, per l’ultima volta.

Avevo quelle quattro cose da sistemare, e l’ho fatto.
So che tu avresti voluto un destino diverso per me: sono sicuro che se avessi potuto parlami prima di andartene, mi avresti detto di farmi una famiglia e di essere felice anche per te.
Ma che ci vuoi fare? Non sono mai stato forte come te, non ce l’ho fatta ad andare avanti dimenticandoti.



Estraggo la bacchetta dalla tasca della giacca: quanto tempo che non impugnavo questo pezzo di legno levigato…


Concretamente sto facendo un’idiozia assurda. Ma mi sono stufato di pensare concretamente.

Sai, ho dimostrato che concretamente non si può morire per il dolore.

Penso di aver fatto una gran cretinata.

Mi spiego: concretamente si può spiegare perché ti amo? No.

Forza, genietto, prova a definire l’amore utilizzando globuli bianchi, piastrine, ossa e muscoli.
Non si può, non si può, credimi.

Vedi? “Concretamente” non vuol dire un accidente, in fondo.
E allora perché dovrebbe essere impossibile morire per amore?



Eccomi, arrivo.
Sbaglierò, sbaglierò, lo so.

Ma ormai ho deciso.

Mi dispiace solo per i miei familiari, soffriranno ancora di più.


Ma mi manchi, Hermione. Ho bisogno di te.


E questa è l’unica strada per tornare a casa. Ho provato a cercarne un’altra, ma non c’è.

O meglio, non sono abbastanza forte da percorrerla.


Un bacio, Hermione, e stai lì che arrivo…



Avada Kedavra.



Un accenno di sorriso.

Un bagliore verde.


Poi più niente. O forse, tutto.








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Non so perché mi sia uscita questa storia non propriamente allegra, ma ho voluto scriverla per assecondare la mia ispirazione.
Se pensate che questa ff sia degna di un commento, sapete cosa fare!
E il solito importantissimo GRAZIEEEEEEEEE a chi mi ha recensito: fedenow molto felice:)))
   
 
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