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Autore: Lucash99    17/01/2013    1 recensioni
Giv é un ragazzo di 1° media, un giorno viene a scoprire dai suoi amici cosa sono le Cuballs e si appassiona alla cosa. Insieme ai compagni di classe vivrà emozionanti avventure, sfidando avversari sempre nuovi e diventando ogni volta più forte. Nel rispetto dei lettori cercherò di non fermarmi mai per periodi troppo lunghi, dopo avervi detto questo vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuballs'
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Mentre Zadi andava verso la sua meta, i ragazzi fuori dalla grotta si disperavano per gli amici in pericolo; la ragazza stava correndo un grosso rischio, i massi continuavano a cadere, ma lei non si arrendeva; Boost aveva visto crollare quelle pietre mentre in quello stesso momento Zadi arrivava dall'altra parte del muro; finalmente ce l'aveva fatta, recuperò la Cuball e ricominciò a correre, ma davanti a lei si pose un ostacolo! Il passaggio venne bloccato da altri massi che erano caduti in quel punto e lei non sapeva più cosa fare, nessuno poteva arrivare in suo soccorso e attorno a lei la grotta continuava a sgretolarsi, era in serio pericolo! All'esterno il tempo trascorreva e la preoccupazione aumentava, avevano tutti voglia di rendersi utili, ma nessuno sapeva in che modo farlo, Neiv era molto frustrato, incolpava sé stesso dell'accaduto e non riusciva a frenare la sua disperazione; Zadi iniziava a preoccuparsi per l'incolumità di Giv, forse anche in quel luogo erano ricominciati a cadere massi. Ad un certo punto i crolli si intensificarono nel luogo in cui si trovava la ragazza, venne sbalzata via da un masso che la colpì, quindi svenne. Cosa gli sarebbe successo? Ce l'avrebbe fatta a salvarsi? E Giv?

Il ragazzo, inconsapevole dell'accaduto, si svegliò, ma non capiva nulla di quello che stava succedendo, cercò di venire a capo della situazione:

«Dove sono?»

Urlava a gran voce con l'intento si farsi udire da qualcheduno:

«Mi spiegate cosa é successo? Dove mi trovo, e perché il passaggio é bloccato da queste pietre?»

La sua preoccupazione aumentava, non arrivava nessuna risposta al suo orecchio e lui era chiuso in un piccolissimo angolo della grotta; terrorizzato, continuava a cercare voci nell'aria, ma non ce n'era nessuna a parte la sua; decise di prendere la sua Cuball, che per fortuna aveva ancora con sé nello zaino, la tirò fuori e la lanciò, ma poi si chiese cosa poteva farvi con quest'ultima; purtroppo, non ebbe il tempo di pensarvi: la frana continuava e rimase anche lui a terra per colpa dei macigni che finivano su di lui. La situazione era critica, gli amici di Giv e Zadi stavano perdendo le speranze, Gord non si dava pace:

«Cosa facciamo Grey? I ragazzi non arrivano ancora, cosa gli sarà successo?»

L'altro era triste almeno quanto lui:

«Non lo so, l'unica cosa che ci resta da fare é continuare ad aspettare...»

Gord, per forza di cose, dovette acconsentire, si sedette e attese... ma quest'attesa iniziava a farsi un po' troppo lunga...

Erano passate ore, Giv e Zadi non si facevano vivi, agli occhi dei ragazzi diventava una vera e propria tragedia... ma uno, tra di loro, non aveva voglia di arrendersi, continuava ad essere ottimista nei confronti dei suoi amici in difficoltà, però man mano che i minuti trascorrevano questa sua speranza cominciava ad attenuarsi...

 

Il tempo passava, passava... e i ragazzi non erano ancora al di fuori della grotta, anche Dortmund era ancora lì dentro, ma di questo Boost e gli altri non ne sapevano nulla; forse era il momento di andare, loro non potevano fare niente per salvare gli amici rimasti dentro e qualcuno consigliava di rinunciare all'idea:

«Ritiriamoci... ormai é finita...»

Gord era contrario all'idea di Grey:

«No, io non mi arrendo! Rimango qui fino a quando non arrivano Giv e Zadi!»

«Non possiamo fare notte in questo luogo, prima o poi dovremmo accettare l'evidenza. Non possiamo cambiare nulla, é crollato tutto lì dentro e l'abbiamo sentito chiaramente dal rumore.»

Gord, molto preso dalla situazione, scoppiò in lacrime, e gli altri non lo biasimarono; dopo un'altra ora di attesa decisero per tornare ognuno nella propria casa, ma non proferirono parola dell'accaduto.

 

Era passata l'intera giornata, ore 3.50 del mattino, Zadi si risvegliava al di fuori della grotta:

«Giv, dove sei Giv?»

Era affianco a lei, ma non rispondeva, il ragazzo aveva perso i sensi.

«Uh?»

Fu contenta di vedere che il suo amico si era risvegliato, ma non aveva la minima idea di come si trovava lì; nel frattempo, Neiv non si dava pace e volle controllare se i suoi amici fossero salvi, avrebbe avuto una gran bella sorpresa. Il ragazzo uscì da casa sua senza farsi notare e si diresse fino alla grotta, qui vi trovò Giv e Zadi, la sua gioia fu incontenibile:

«Siete vivi! Scusatemi se non sono venuto a salvarsi personalmente.»

Giv aveva le idee piuttosto confuse:

«Vivo? Cosa dici Neiv?»

«Come, non lo ricordi? Quando ti hanno catturato.»

Iniziava a ricordare:

«Questo sì, ma non so tutto il resto...»

«Chi é stato?»

Chiese Neiv, e l'altro rammentò l'ultima cosa che era capace di ricordare:

«E' stato Dortmund, mi ha preso e poi mi ha fatto i perdere i sensi con un'abilità della sua Cuball.»

In primo luogo, il ragazzo dai capelli biondi strinse il pugno per simboleggiare il suo profondo odio verso il “Brucia Cuballs”, ma poi capì che l'unica cosa importante era la salvezza dei due compagni.

«E' stata Zadi a venire in tuo soccorso, in confronto a noi é stata coraggiosissima, ha rischiato la sua vita per te.»

Giv era davvero riconoscente verso l'amica:

«Non so come ringraziarti.»

Ma lei tentava sempre di fare la modesta (come lui d'altronde):

«Ero in debito con te. Ma questo non ha importanza, torniamo a casa, penso che siano tutti in pensiero per noi.»

Neiv era pienamente d'accordo con Zadi:

«Non sapete quanto, avrebbero aspettato mesi qui davanti solo per rivedervi, credo gli dobbiate fare una bella sorpresa.»

«Hai ragione, andiamo.»

Affermò Giv.

 

Preferirono attendere qualche ora, aspettare il mattino e poi dare il lieto annuncio; l'accoglienza fu delle migliori, festeggiarono insieme il ritorno dei due dispersi e tra loro tornò la tranquillità.

 

I ragazzi, presi com'erano dall'esito dell'avventura, non si erano chiesti più di tanto il modo in cui erano usciti vivi dalla grotta, di cui ora rimanevano solo le macerie a testimoniarne l'esistenza; sicuramente non erano usciti con le loro gambe, allora chi o cosa li aveva portatati in salvo? E poi ancora un'altra domanda senza alcuna risposta: che fine aveva fatto Dortmund? Forse era stato definitivamente sommerso dai detriti, oppure si era salvato? E se sì, in che modo?

Una grossa nube di mistero si era formata attorno a quella giornata, quali erano le risposte a tutti questi quesiti? Il tempo avrebbe sancito la risposta.

  
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